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Autore: Touch the sound    16/10/2014    1 recensioni
Dei lunghi capelli neri su quella pelle così pallida, i suoi occhi erano chiari e belli. Gli occhi azzurri gli erano sempre piaciuti.
[Chris-Ricky]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo-Just a surface.
Lo strato superficiale delle cose, quella patina spessa che si adagia su tutto e tutti, era questo che attirava sempre l'attenzione di Richard Olson perchè pensava che c'era sempre qualcosa oltre quel vetro opaco. Ricky si fermava spesso a riflettere anche sul suo strato superficiale. Ogni tanto lo incuriosiva perchè, in fondo, non sapeva cosa lo spingeva a vestirsi esclusivamente di nero o quale strana vocina gli metteva in testa di sfumarsi matita e ombretto nero intorno agli occhi azzurri. Cosa gli passava per la testa quando andava dal suo amico tatuatore per farsi bucare qualche parte del corpo? Cosa lo spingeva, a 17 anni, a nascondere quei primi tatuaggi ai suoi genitori? Lo mandava in bestia non riuscire a trovare una risposta a quelle domande, per questo motivo cercava sempre di smettere di pensarci. Ma mentre camminava per strada, mentre era a scuola gli risultava impossibile. Non riusciva a non guardare tutte quelle facce senza pensare a cosa nascondevano. C'era chi si travestiva da duro, chi da ragazza ricca e popolare, chi da rubacuori e chi da rubapanini durante la ricreazione. Il fatto è che ormai poteva dire di conoscere quasi tutti in quella scuola quindi, a parte qualche piccolo dettaglio nella vita di ognuno di loro, quel muro che mostrava solo quello che loro volevano far vedere si era sgretolato qua e là.
La campanella lo distrasse un attimo e il vociferare si attenuò sostituito subito dal rumore dei passi affrettati o stanchi di tutti. Doveva andare a lezione di chimica, ma aspettava sempre che si sciogliesse quel groviglio di gente prima di entrare nell'edificio e dirigersi in classe. A volte restava lì a gelare ma, pensava, meglio il freddo che un attacco di panico.
«Olson» gli urlò una voce a lui molto conosciuta. «Sempre qua fuori a prendere freddo, vero?»
«E tu sempre in ritardo, Ray?»
Rayan Sitkowski era uno dei suoi migliori amici. Lo conosceva da quattro o cinque anni e grazie a lui aveva conosciuto Devin Sola, un ragazzo parecchio strano che gli nascondeva ancora qualcosa. In giro si vociferava che il suo grande segreto riguardasse la sua sessualità, ma Richard Olson non era uno che si fermava ad ascoltare le voci di corridoio e poi poco gli importava se Devin fosse omosessuale, etero o qualsiasi altra cosa.
«Ho perso l'autobus» affermò Ryan una volta vicino all'amico.
«Lo perdi spesso»
Ryan tentò di inventarsi qualche scusa, ma ovviamente non serviva a nulla scusarsi fra di loro. Però quel suo modo di voler trovare sempre una soluzione a tutto lo inteneriva, era questo che rendeva Ryan Sitkowski una delle persone più buone che Ricky conoscesse.
«Che dici, possiamo entrare ora?» gli chiese sporgendosi verso i vetri, come a voler vedere meglio, anche se la visuale era alquanto perfetta anche dalla loro postazione.
«Credo... credo di sì» balbettò Ricky guardando il cortile asfaltato (ormai vuoto) e poi i cancelli grigio piombo semi aperti.
«Dai, su con la vita, probabilmente è già in classe» disse Ryan aprendo la porta e rivolgendogli un sorriso solare. Ricky lo seguì facendo attenzione a non sospirare. Sapeva che Ryan alludeva a Martha Sullivan, una ragazza dai lunghi capelli castani e un sorriso dolce. Ricky aveva sempre pensato che lo strato strato superficiale colpisse proprio tutti, ma grazie a Martha Sullivan si era dovuto ricredere. Ricky pensava che con il suo viso da angelo fosse troppo bella per non essere una stronza... e in effetti era una grande stronza.

L'ora di chimica filò liscia. Non prestò molta attenzione alle parole della professoressa, ma quel giorno nemmeno lei sembrava tanto interessata ad insegnargli qualcosa. La stessa cosa fu anche per l'ora di matematica. Anche senza fare nulla il tempo sembrava non passare mai, ma almeno era arrivato il tempo della ricreazione e questo significava che Ricky, finalmente, poteva andare all'aperto e respirare un'aria meno viziata di quella che si sentiva nelle classi o nell'edificio in generale.
Si diresse verso le porte e appena fu fuori venne colpito da quel venticello fresco che lo fece rinascere ma che presto, lo sapeva, si sarebbe trasformato in qualcosa di insopportabile che gli avrebbe dato i brividi.
Si sedette sul muretto ricoperto di marmo chiaro ai lati delle scale e aspettò che arrivassero i suoi amici. Non ci volle molto. Ryan e Devin lo accerchiarono in cerca di sigarette o gomme da masticare e infine ai tre ragazzi si aggiunse Joshua Balz, noto come Balz o semplicemente Josh. Per Ricky era come un libro aperto, ma forse lo era per tutti. Joshua Balz era uno di quei ragazzi che pur conoscendoti da poco ti trattava come se ti conoscesse da una vita. Ricky l'avrebbe definito estroverso, un pò fuori di testa, intelligente, sempre sorridente e con uno spiccato senso dell'umorismo.
«Ragazzi, ma che fine ha fatto Angelo?» chiese proprio Josh, addentando poi il suo panino farcito di prosciutto, formaggio e Doritos.
«Nottata a casa di qualche sua amichetta forse» enunciò Devin ridendo e trascinando con se tutti gli altri. Tutti tranne Ricky che, agli occhi degli altri, sembrava solo assorto nei suoi pensieri perchè la relazione con Matha Sullivan si era conclusa da poco. Ricky aveva lasciato credere a tutti che troncare con Martha era stato difficile e doloroso. Credeva di sapere perchè l'aveva fatto, per mascherare qualcosa di più grande, qualcosa che non doveva venir fuori per nulla al mondo, qualcosa che lui, insieme ai suoi tatuaggi e ai motivi legati al suo modo di vestire, doveva nascondere sotto lo strato superficiale.

 


Salve! Sono nuova in questo fandom e ho voluto provare a proporvi una storiella che mi è saltata in mente mentre ascoltavo i Motionless In White. Vorrei fare un appunto: come forse vi sarete già accorti tutti, in questa FF, i protagonisti non sono famosi perchè 1) prediligo FF in cui i protagonisti non siano famosi (quindi cantanti/attori ecc.), e 2) mi piace immaginare come potrebbero essere le loro vite se non avessero mai intrapreso la via del successo. Aggiungo che questo è solo un prologo, quindi è molto breve, ma i prossimi capitoli (sempre se la storia vi interessa) saranno più lunghi!
Bè, che altro potrei dire, fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci :)

  
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