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Autore: Belinda Nero    16/10/2014    2 recensioni
C'era una volta una palude. Ed un bambino veggente. Questa è la sua macabra storia.
“Chi sei?” domandò flebilmente Vanth, rivolgendosi alla figura femminile che avanzava verso di lui senza che i piedi affondassero nel terreno divenuto lattiginoso.
“Riesci già a vedermi?” replicò lei, sorridendo: ma aveva una guancia sfregiata in putrefazione, per cui riuscì solo ad inclinare gli angoli delle labbra in un ghigno spaventoso. “Sono morta” aggiunse con la voce femminile, metallica “hai paura?”.
No, Vanth non provava paura; era stato cresciuto nella simile prospettiva che un giorno anche lui avrebbe visto e parlato ai morti."
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dassen ridacchiò. “Ora ricordo” esclamò calmo e serafico.
Intorno a lui si materializzò una barriera traslucida rossa, uno scudo. Il suo sguardo si fece crudele e vendicativo.

Ingenuo marmocchio” esclamò mentre Vanth si accorgeva con orrore che lo spettro incontrato nel limbo aveva intaccato i suoi poteri e ciò gli impediva di scagliare un malocchio sufficiente a distruggere lo spettro reincarnato.
Aveva aiutato un'anima dannata a ricordarsi di sé stessa e si era indebolito. Un errore tremendo che sua madre non avrebbe mai commesso. L'uomo annuì. Aveva letto quel pensiero nella mente del veggente.

Già, Queen Merleen non l'avrebbe mai commesso” confermò Dassen “piccolo crudele assassino. Hai goduto nell'uccidere tua madre?”.
Vanth sgranò gli occhi, le pupille da rettile dilatate “chi sei?” osò domandare mentre si trascinava in avanti, lentamente. Come sapeva di sua madre.. di lui?
Dassen portò una mano al petto “io? Sono colui che per anni ha protetto Queen Merleen nella terra dei morti”.
Il veggente conosceva bene il suo nome e non l'aveva dimenticato. Nelle orecchie ancora la voce della madre e la litania crescente d'invocazione..
Selander.. Selander..”. La guida di Queen Merleen.
Selander”.
L'uomo sorrise. L'odore che emanava in quel momento era terribile. Più del sangue rappreso. Più di un corpo in putrefazione. Vanth fu costretto a stringere gli occhi perché bruciavano. Si sentì soffocare.

Cosa voglio?” esclamò Selander, leggendo fra i pensieri di Vanth “te” rispose.
Il bambino perse l'equilibrio e cadde in ginocchio; a nulla gli valse tentare di reggersi ad uno scaffale di legno. Nella caduta ruppe un prezioso cimelio, ricordo della madre.

Queste membra sono deboli” specificò Selander toccando il corpo che una volta era stato Dassen, un uomo che mai più avrebbe trovato il conforto dell'aldilà.
La lurida puttana di tua madre ha tentato di proteggerti fino alla fine; ma il tuo corpo appartiene a me, da sempre” commentò lo spettro.
Selander schioccò le dita e gli arti di Vanth si contorsero fino a spezzarsi; non era un'illusione. Il bambino gridò. Dagli occhi sgorgarono le lacrime ma si ricordò che non poteva cedere al dolore, la vecchia lezione di sua madre. Si ribellò. Fece appello ad ogni stilla di potere, scoprendo che era dannatamente poca.. lo spettro.. lo spettro nel limbo lo aveva privato della forza necessaria persino a sopravvivere.. Vulnerabile, si sentì perso. Ed infine morì.
Quella notte l'anima di Vanth Janas abbandonò la materia e si rifugiò nel limbo, diventando come gli spettri che per anni aveva consultato, insoddisfatti e dannati.
Era una notte buia di luna nuova.
Il corpo di Vanth era ancora caldo quando Selander se ne impossessò. Riverso a terra, il nuovo Vanth Janas riaprì gli occhi verdi melma. Si alzò in piedi, le ossa frantumate e le articolazioni slogate; ci fu un
cric netto a cui ne seguì un altro ed un altro ancora, mentre il corpo si ricomponeva e Selander tastava il piacere di avere una nuova casa da abitare. Qualche attimo e gli arti furono ricomposti.
Accasciato a terra il corpo di Dassen ormai vuoto, come il guscio spezzato di un mollusco. Era stato un uomo che si era semplicemente trovato al posto giusto nel momento giusto: una
disgrazia inevitabile.
Per festeggiare la propria vittoria, Selander afferrò per le braccia il corpo. Lo trascinò lungo il pavimento, lo alzò di peso ed infine lo gettò oltre la balaustra, nella torbida acqua della palude.
Un caimano nelle vicinanze si mosse placido, colpi di coda ben assestati, fino a raggiungere il cadavere che galleggiava. Aprì le fauci e le richiuse sopra al corpo, trascinandolo con i denti fino alla spiaggetta vicina dove lo avrebbe divorato con calma.

Sì, amico rettile, sì. Sbrana, divora!” esultò Selander con la vocina di Vanth.
Chiuse le finestre e si sedette sulla poltrona di Queen Merleen. Ah che soddisfazione possedere quanto lei aveva posseduto! Iniziava la sua nuova vita, ma non sarebbe stato solo.
Osservò le proprie nuove mani e le strinse a pugno: fra le dita sentì fluire una forte energia vitale, ancora acerba ed in qualche modo.. indebolita? Era certo fosse questione di attimi. Presto avrebbe preso totale controllo di ogni fibra di quel corpo ed allora avrebbe compiuto il primo rito.
Anni prima era stato lui a sussurrare a Queen Merleen che il
loro figlio avrebbe sviluppato grandi poteri.. essenziali per potersi di nuovo impiantare nel mondo materiale con fattezze umane.
Sì, Queen Merleen aveva partorito nient'altro che un nuovo contenitore umano per la propria guida spettrale.
Una vecchia lezione riecheggiava nell'aria. Una lezione sulle guide nell'aldilà.

.. ascoltami bene Vanth Janas! Dovrai accontentarla qualsiasi cosa ti chieda, andasse anche oltre la tua volontà. Non rischiare di deludere la tua guida nella terra dei defunti, perché potresti finirci tu stesso dentro e non trovare pace per l'eternità”.
La donna era stata una strega prima ancora che una madre. Una veggente votata all'occulto e alla sopravvivenza.
Quando la sua guida gli aveva domandato un nuovo corpo in cambio dei suoi servigi nel limbo, lei non aveva neppure tentato di opporsi. In fondo la natura non l'aveva creata per procreare ed avere bambini.
Gli aborti spontanei erano stati il segno della sua inadeguatezza a crescere un feto e la prova più tangibile che non fosse destinata ad esser madre.
Quindi Vanth Janas era figlio di Selander prima che suo. Un bambino contenitore generato davvero da un rettile, poiché Selander aveva posseduto Queen Merleen proprio con le fattezze di un enorme alligatore.
Eppure, nel crescere quel bambino la donna vi si era affezionata. E se non poteva rivelargli il suo destino poiché nessun veggente può mostrare il percorso ad un altro, lo avrebbe istruito il più possibile in previsione del giorno in cui il padre avrebbe preteso il frutto del proprio seme.
Ma Vanth Janas le aveva squarciato il ventre: lo stesso utero che lo aveva partorito e condannato al suo maledetto futuro. L'aveva infine gettata nella palude, un banchetto squisito per gli alligatori.. ed era stata Taja a costringerlo all'empio gesto.
Era stata quella la demoniaca richiesta.
“Uccidi Queen Merleen”.
Taja che ora appariva davanti a Selander mostrando un sorriso amaro. “Sei stata brava” decretò il vecchio spettro nel corpo del fanciullo.
Lei sembrò sospirare d'orgoglio, un lieve alito di vento che accarezzò le labbra di Vanth, ora di Salander. Lui e la sua antica sposa erano stati complici in quell'oscuro progetto.

Aiutami ad impossessarmi di Vanth Janas e torna in vita con me, di nuovo insieme, per sempre”.
Lei era pronta a resuscitare. Sarebbe rinata nel corpo di una neonata. Una madre stava partorendo nel villaggio vicino. Tutto era pronto per essere compiuto e il rito poteva avere inizio.
Ma poi gridò con orrore “fai in fretta amore.. perché sta arrivando!”.
Improvvisamente Taja fu avvolta da fiamme azzurre, affamate. La sua anima prese fuoco e bruciò. Pezzo dopo pezzo si incenerì velocemente.
Nel suo nuovo corpo umano, Salander non poté frapporsi e salvarla. Urlò di rabbia mentre ebbe la rivelazione che qualcuno, anzi
qualcosa, aveva privato temporaneamente il corpo di Vanth dai poteri sufficienti a contrastare ciò che accadeva davanti ai suoi occhi. Ecco perché impossessarsi di Vanth era stato tanto semplice!
Le fiamme guizzarono in tre grosse lingue brucianti. L'anima di Taja si ridusse completamente in polvere e il fuoco azzurro ingoiò la sua cenere spettrale, rafforzandosi notevolmente.
A nulla le era valso nascondersi tutto quel tempo. L'Essere l'aveva seguita ed infine trovata.
La sposa era stata divorata.
Dopo anni d'attesa, il triplice spettro ebbe potere sufficiente a comparire con lineamenti vagamente umani, nel fumo del sacrificio compiuto.
Il volto triangolare possedeva due larghi occhi ovali ed un mento aguzzo. Privo di orecchie e narici emetteva un ronzio sinistro dalle labbra sottili e seriche. Lo spettro aveva l'aspetto di un feto, ma tre erano le anime che vi abitavano dentro.
I figli abortiti di Queen Merleen. La
vera minaccia che aveva sconvolto il limbo. Poiché se reincarnati i dannati figli della veggente erano un pericolo ben più grave del vecchio spettro.
I feti desideravano quanto Salander aveva già ottenuto: il corpo di Vanth, loro fratello. La possibilità di esistere, finalmente.

Grida si levarono nella fetida aria notturna. La terra sotto la palude vibrò. La palafitta crollò su se stessa.

Più lontano, nella spiaggetta di terra fangosa, Mr. Jambo lacerava il cadavere dell'uomo di nome Dassen.
I suoi occhi gialli si inumidirono nello sforzo di inghiottire, ma ciò non gli impedì di tenere lo sguardo fisso sulla sua vecchia dimora fatiscente, quando era stato l'unica vera padrona della palafitta, la potente e temibile Queen Merleen.
Era tornata. Fecondata da un rettile, ora era lei stessa un alligatore. Nata in uovo, sotto gli occhi del suo bambino ormai morto.
Impotente, mentre osservava i figli mai nati consumare il loro rito in una notte di luna nuova.

   
 
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