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Autore: Shannara_810    23/01/2005    14 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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The Truth Behind His Frozen Hearth

 Note: ok, questa è la mia prima fic quindi siate clementi. È da poco che mi sono interessata a Harry Potter, dovrete ringraziare quella peste di mia sorella, quindi credo che utilizzerò i nomi della versione originale inglese. Magari riesco anche ad indovinare quelli italiani. I personaggi non sono miei, quindi non ci guadagnerò nulla da quest’impresa che, almeno dal mio punto di vista, sarà epica. Che posso dire? Non lasciatevi ingannare dal prologo perché già dal prossimo capitolo la storia assumerà toni piuttosto cupi, quindi temi forti come depressione, maltrattamento ed anche qualche tentativo di suicidio. Certo non mancheranno le risate ed una bella storia d’amore ma il mio scopo principale è quello di trovare una spiegazione a cosa si nasconde dietro all’arroganza di Draco Malfoy, che sia una maschera la sua? E poi ammettiamolo, Tom Felton è quello che è! Che devo aggiungere: sono una fan della coppia Draco/Hermione. Starebbero bene insieme… si apprezzano qualche recensione, almeno per farmi un’idea su come deve procedere la storia. Un saluto a tutti, Nemesis.

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                                                      Prologo

 

“Spesso ci capita di incontrare nella nostra vita persone che indossano una maschera fatta di freddezza e indifferenza. Queste persone sono quelle che hanno sofferto il dolore più grande, nascondendo il proprio animo ferito, il cui unico spiraglio di luce è divenuto talmente flebile da tramutare le loro lacrime in cristalli di ghiaccio. Non lasciate che i vostri occhi siano ingannati da quelle maschere, vedete oltre e potreste scoprire il dono più grande. La metà della vostra anima che molti passano una vita a cercare. Il mio nome è Hermione Jane Black e vivo in un mondo fatto di magia, e sì, anche di miracoli. Questa è stata la mia storia, una storia di duelli, amicizia e un grande amore scoperto in fondo al cuore di un ragazzo la cui unica colpa è stata quella di aver dovuto indossare una maschera di ghiaccio.”

 

                                                                         Fine

 

Un sorriso le illuminò il viso inondato dai tenui raggi di sole invernali che filtravano dall’immensa porta finestra del suo studio. Lo aveva terminato. Il libro che aveva promesso di scrivere in quel giorno in cui avevano legato le loro vite insieme era finalmente terminato. Non vedeva l’ora di dirglielo. Non vedeva l’ora di vedere il suo stupendo sorriso, quel sorriso che sapeva rivolgeva solo a lei e ai loro bambini. Tante cose erano successe da quel giorno, molte belle, molte brutte, molte tristi. Ma non avrebbe cambiato nulla se avesse potuto. Perché questo avrebbe potuto farla restare cieca al dolore e all’amore di quel ragazzo che aveva sempre disprezzato senza riuscire a capire.

TOK TOK 

“Avanti”. Una piccola testolina di riccioli biondi fece capolino dalla massiccia porta di legno. Occhi del colore della tempesta la guardavano divertita. Un sorriso furbetto sulla pelle candida come la neve. Maia Rowan Black era la degna figlia di suo padre.

“Che succede, tesoro?”. Hermione scostò la sedia dalla scrivania per accogliere tra le braccia sua figlia. Maia non se lo fece ripetere due volte. Saltò sul grembo della mamma per poi appoggiare il capo sulla sua spalla e sospirare quasi rassegnata.

“Fammi indovinare: tuo padre e i tuoi fratelli ne hanno combinato un’altra delle loro”. Ora era Hermione ad essere rassegnata: lasciare suo marito da solo con i bambini era come dargli carta bianca per i comportamenti più strambi. Non che fosse un cattivo padre. Anzi, riusciva a dare loro tutto l’amore che gli era stato negato da bambino. Anche se questo si traduceva nei pasticci più assurdi.

Maia si fece sfuggire un risolino divertito. “Pappa” era di nuovo nei guai. Era divertente vedere Mama che rimproverava Pappa cercando di non ridere e lui che faceva le facce più buffe. La bambina scesa dalle gambe della madre e le tese la manina. Madre e figlia si avviarono verso il piano di sotto mentre la bambina continuava a ridacchiare alla vista della finta espressione corrucciata della sua Mama.

Il grande salone era inondato di luce, nonostante fosse inverno inoltrato. Quattro figure armeggiavano con le decorazioni di un gigantesco albero di Natale. Le due più piccole, due bambini di non più di un anno erano sedute sul pavimento tentando di mangiare quelle strane palline colorate che scintillavano. La figura più grande era quasi completamente legata dai fili colorati e dai grandi fiocchi rossi. Un bambino di sette anni la guardava con un’espressione serissima, buffa su un visino tanto giovane.

Tutto intorno era il caos: fiocchi, nastri, palline colorate, biscotti al cioccolato e quant’altro si potesse immaginare.

“Papa ma perché non usiamo la magia? Senza l’aiuto di Mama siamo fritti!”. Gli occhi azzurri scrutavano intenti quelli del padre che, nonostante la sua più totale incapacità nel decorare l’albero come fanno i Babbani, non si era ancora arreso. Era un grande! Suo padre non si arrendeva mai come Auror, ma ora la situazione cominciava a farsi davvero imbarazzante!!! Che figura, cosa avrebbe pensato suo cugino James! Ogni volta che si vedevano era una gara a che aveva il padre più forte e spesso si finiva anche in una rissa… non che a suo padre e allo zio Harry dispiacesse!

“Ryan, vorresti forse dare la soddisfazione a Miss-So-Tutto-Io-Black di essere una frana completa senza qualche sventolio di bacchetta?”. Occhi colore della tempesta si voltarono verso i due bambini sul pavimento. “Sebastian, Ashleigh, tesorini quelle cose non si mangiano”. Era inutile, districarsi da quei nastri sembrava dannatamente impossibile! “Ryan, prendi la bacchetta…ma non dirlo a tua madre!” lo aveva detto in un sussurro cospiratorio, mentre un’ombra minacciosa gli si era silenziosamente avvicinata da dietro.

“Draco Lucius Black! Spiegami cosa sta succedendo in questa stanza!”. Hermione era rimasto sbalordita innanzi al macello regnante nel salone. Maia immediatamente le aveva lasciato la mano per andare a giocare con i suoi fratellini più piccoli seduti sull’enorme tappeto persiano vicino all’immenso albero di Natale che lo zio Hagrid aveva mandato da Hogwarts. La donna aveva raggiunto il marito alle spalle, troppo concentrato con i nastri che lo avvolgevano per accorgersi di lei. Si era voltato di scatto, cercando di porre riparo al disastro che aveva combinato. Sfoderò il suo sorriso più accattivante e si preparò ad affrontare quello che alla Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts era stata il suo rivale più grande, ma anche la persona che aveva da sempre conquistato il suo cuore: Hermione.

“Mya, amore, come va?”. Se riusciva a distrarla era fatta.

“Oh, benissimo, è una splendida giornata, ho terminato il mio libro ed entro nel salone di casa per trovare mio marito impacchettato con dei buffi nastri rossi”. Gli aveva risposto con quella vocina da So-Tutto-Io che sapeva lo faceva scoppiare in una sonora risata. Era bello sentirlo ridere. Non se ne stancava mai. Ridere ora gli era così naturale… prima, invece, ogni volta che lo fissava vedeva solo un muro di cinismo e freddezza che molto spesso l’aveva fatta scoppiare in lacrime. Ma quello era il passato.

“Sul serio, tesoro? È fantastico!”. Si era chinato per baciarla mentre tentava inutilmente di liberarsi le braccia. Era davvero buffissimo. “Mya”, e qui cercando di mostrarle il più tenero, e profondo sguardo da cerbiatto che poteva fare, “Mya, amore, non è che potresti aiutarmi?”.

Ora era arrivato il suo turno di ridere. Non riusciva più a trattenersi. Scostandosi, d’improvviso, aveva fatto sì che Draco perdessi l’equilibrio e cadesse rumorosamente a terra. Ora anche i bambini ridevano di cuore. Un sorriso malizioso comparì sul volto del giovane. “Tesoro, devo ammettere che il rosso ti dona”. Non si era riuscito a trattenere. Insomma: si può levare un ragazzo dai Serpeverde ma mai il Serpeverde da un ragazzo.

 In un primo momento Hermione non aveva capito a che rosso si riferisse, insomma gonna e pullover erano entrambi verdi quando…

“Dracoooo!!!” Sguardo corrucciato, voce ferma e mani ai fianchi…brrr!!! Dopo tanti anni insieme Draco aveva imparato che con la sua leonessa non c’era da scherzare. Meglio correre subito ai ripari.

“Scusa, scusa, scusa”. Aveva chiuso gli occhi, pronto a ricevere un ceffone, insomma ne aveva avuto un assaggio già al terzo anno… ma niente. Aprì lentamente un occhio per sbirciare se la situazione era ancora critica. Sembrava tutto normale e questo sì che lo fece rabbrividire.“Piuttosto sai se mio padre e il mio adorabile ed eroico fratellino verranno?”. Padre, solo la morte di Voldemort era riuscito ad avvicinare Draco all’unico uomo che Narcissa aveva amato. Il suo vero padre…Sirius Black. Non era stato facile ma Sirius era riuscito a dargli in pochi anni tutto quell’amore paterno che aveva sempre cercato di conquistare negando se stesso.

“Si, non preoccuparti. Sirius sarà qui tra poco insieme a Remus ed Harry e Ginny saranno qui nel pomeriggio con i bambini e Ron e Lavander. Contento? Intanto” facendo ora un occhiolino ai bambini “mi dica, l’impavido Ragazzo-furetto soffre forse il solletico?”

Non poté avere nemmeno il tempo di reagire quando Hermione, Ryan, Maia e i gemelli gli si fiondarono addosso solleticandolo fino alle lacrime. Sebastian aveva infilato addirittura la testa sotto il maglione, liberandolo sebbene in parte da quegli odiosi nastri, prima di fermarsi di colpo e fissarlo con grandi occhi dorati.

“Pappa, bua sul pancino?”.  L’aria si era fatta d‘improvviso gelida a quella semplice esclamazione. Draco, liberatosi ora completamente, aveva preso il bimbo fra le braccia. Cicatrici, sottili linee pallide gli solcavano il petto. Cicatrici, molte delle quali Hermione sapeva essere state inflitte da un bastone. Un bastone che Lucius Malfoy amava portare sempre con sé. Ma la donna sapeva che ve ne erano molte altre. Molte altre inflitte in anni di tortura, molte altre invisibili ma sempre presenti come un marchio indelebile nell’animo di Draco. 

“È stato tanto tempo fa, piccolo, tanto tempo fa.” Draco posò un lieve bacio sulla testolina bionda che si teneva stretta a lui, cercando in ogni modo di ricacciare indietro i ricordi. Ricordi di quando era ancora un Malfoy, a cui era impedito di provare la più misera emozione.

 Gli occhi di tempesta si erano fatti plumbei e in quell’istante Hermione capì che innanzi a sé non aveva più Draco Black, felice ed amato, ma Draco Malfoy, la rabbia e il dolore. Due facce così diverse dello stesso uomo che amava tanto. Gli posò un lieve bacio sulla guancia e tanto sembrò a rasserenarlo. I bambini erano troppo piccoli per capire la fortuna che avevano. Nessuno avrebbe mai dovuto patire tutto il dolore che Draco aveva sopportato. Un dolore così grande che aveva creato quella maschera di ghiaccio che lo aveva reso così temuto ed odiato a Hogwarts e che lo aveva spinto quasi a togliersi la vita se lei, in quella sera di tempesta, non gli avesse mostrato che c’era amore anche per lui.

Ryan non aveva capito cosa stesse succedendo fra i suoi genitori ma si sentì invadere da una strana sensazione... dolore, tristezza e rimpianto misti in un qualcosa di confuso che sembrava avvolgerlo come un'immensa coperta nera. Suo padre non gli aveva mai parlato molto di quelle cicatrici. Sapeva solo che gliele aveva procurate un uomo molto cattivo. Capì che era un momento privato, solo per Mama e Papa.  Prese per mano i gemelli, Maia che trotterellava dietro di loro, andando in cucina all'assalto di biscotti. Chissà, magari Dobby aveva preparato i loro preferiti, quelli al cioccolato.

Draco era rimasto seduto sul pavimento, le braccia di Hermione che lo stringevano forte. Il ghiaccio del suo cuore sembrava sciogliersi come neve al sole solo stando insieme a lei.

"Stai bene?" Mya gli sussurrò all'orecchio prima di baciargli delicatamente il lobo. Il pensiero di non aver quasi avuto la possibilità di conoscere quel ragazzo straordinario la faceva star male anche dopo tutti quegli anni di matrimonio. Si erano sposati molto giovani ma non se ne era mai pentita. Essere la signora Black era la cosa più bella che le era mai capitato.

"Credo di sì". Lui l'aveva fatta accomodare sul suo grembo mentre lei posava il capo sul suo petto muscoloso. "Sai, è strano. Alle volte vorrei che le cose fossero andate diversamente. Vorrei che quel bastardo di Lucius non fosse mai entrato nella mia vita o in quella di mia madre. Ma poi penso che non avrei mai incontrato te o avere questa splendida famiglia. Lo so che sembra un cliché ma siete davvero il mio bene più prezioso".

Hermione gli sorrise teneramente prima di cimentarsi in una smorfia sarcastica ...beh, alla Draco.

"Ma come siamo teneri. Mi spiace, caro mio, ma saresti comunque appiccicato a me anche se le cose fossero state diverse. Tu sei tutto mio, mio soltanto!". Detto questo avvicinò le labbra a quelle del giovane stuzzicandolo con baci piccoli e sensuali.

"Mi piace quando sei gelosa!". Aveva ribattuto lui prima di iniziare a rispondere alla sua provocazione con baci sempre più passionali.

"Noi non possiamo non stare insieme". Gli occhi della ragazza sembravano due pozze d'oro. "Il destino ci ha fatto incontrare e non ci separerà mai. Possiamo esistere solo stando insieme". Le loro mani si strinsero in un gesto che voleva promettere l'eternità. Sorrisero nel vedere le loro fedi nuziali brillare quasi in segno d'approvazione.

La loro era stata una storia iniziata nel sangue dalla quale si erano liberati solo con la morte di Voldemort e del nemico più grande di quello che, allora, era stato il principe dei Serpeverdi: quel mostro di Lucius Malfoy. Una morte che aveva segnato la fine di Draco Malfoy e la liberazione del suo adorato Drago Dorato... Una morte di cui lo stesso Draco si era macchiato…

 

P.S: questo era il prologo, scusate se un po’ mieloso tenterò di fare meglio. Vorrei dividere la storia in tra sezioni, tanto per darle un certo indirizzo: “Il segreto di Draco”, “La vendetta di Lucius” e “la fine di Voldemort”. Non so quanto sarà lunga e quando avrò il tempo di scrivere ma farò del mio meglio. Nel prossimo cap si tornerà nel presente, credo verso il sesto anno, dopo questa breve parentesi nel futuro. Non temete cercherò di restare fede le ai personaggi e i fare dei capitoli piuttosto lunghi. Alla prossima.

 

 

 

 

 

  
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