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Autore: Ocram89    17/10/2014    1 recensioni
Estate 1940, è proprio in quell'anno che Joker fece la sua prima apparizione nei fumetti di Batman. Un criminale psicopatico che si veste da clown con seri disturbi della psiche, non è una proposta molto allettante ma nonostante ciò Joker è il nemico principale di Batman. Nessuno ha mai spiegato le sue origini se non una storia in cui si dice che Joker sia così per via delle sostanze chimiche, ma è una storia breve e non adatta al Joker visto nel Cavaliere Oscuro.Quindi è tempo di rimboccare le maniche e iniziare a scrivere, mi scuso per eventuali errori.La mia trama si basa su traumi che Joker ha subito sin da piccolo e che con l'avanzare del tempo hanno portato alla distruzione della sua psiche.Si narrerà d'ogni fascia d'età del Joker partendo dall'infanzia fino a divenire il principe del crimine di Gotham City
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 2- Il paziente 0. Copper arrivò in ospedale su di un’ambulanza, non era in condizioni gravi ma dovevano intervenire in fretta per evitare l’infezione delle cicatrici. Copper era in coma sdraiato sul lettino in una stanza desolata e buia, talmente buia che se avesse aperto gl’occhi non si sarebbe accorto della differenza, il coma era stato causato dalla paura che alzando la temperatura e la pressione sanguigna ha causato una grande perdita di sangue. Ma il vero problema che Copper doveva superare non fu la condizione fisica ma la sua condizione mentale, nella sua mente adesso stava accadendo una lotta tra il bambino appassionato di chimica ed elettronica e lo psicopatico con disturbi della personalità che diverrà il rinomato Joker. Nella sua mente si ripeteva all’infinito la scena rivista subito prima del coma…l’uomo che ride per aver ucciso la donna, solo che questa volta il marito non si accorgeva di Copper e continuava a ridere. Dopodichè l’uomo si girava e nel suo volto vi erano le cicatrici che ha Copper , lo guardava fisso in faccia e gli domandava “Sai perché rido?”. Questa scena andava avanti all’infinito finche Copper non avrebbe risposto alla domanda e avrebbe fatto qualcosa, ogni scelta che esso avrebbe fatto era di vitale importanza perché una avrebbe rafforzato lo spirito del bambino mentre l’altra l’avrebbe fatto diventare un folle. Dopo 5 giorni di coma il corpo diede i primi segni di vita, ma purtroppo non erano segni positivi, il bambino iniziò a ridere . Alle 4 della notte la prima risata, potete immaginare la reazione spaventata delle persone nella stanza accanto alla sua, gl’infermieri corsero ad aiutarlo e provarono con tutto: anestetici, sonniferi, colpi alla testa ; ma lui non smetteva di ridere. Era una risata che rimbombava in tutto l’ospedale, una risata raccapricciante e da paura. Solo dopo dieci minuti di risata pura Copper diede un altro segno di vita, aprì gli occhi. Guardava fisso il soffitto e rideva, la situazione si faceva sempre più grave ogni minuto più perché come molti non sanno è possibile morire dal ridere. Arrivarono i medici e subito gli fecero respirare una dose elevata di gas soporifero attraverso la maschera per l’ossigeno, ma a causa della sua resistenza alle sostanze che possono alterare il suo stato fisico anche questo tentativo fu nullo. Un bambino di 5 anni può al massimo ridere conseguentemente per 25 minuti e a Copper il tempo stava per finire, dopo 24 minuti il suo cuore cedette…dopo aver raggiunto l’apice di 200 battiti al minuto il suo cuore si fermò. Nella sua mente ora vi era solo buio, ma a un tratto la scena iniziò di nuovo. L’uomo rideva e Copper immobile lo guardava ed a un tratto l’uomo si girò e chiese “Sai perché l’ho uccisa?”…questa volta però Copper gli rispose e reagì “Hahahhahah no, non so perché tu l’abbia uccisa ma so perché io ucciderò te, hahahahhahaha!!” e con uno scatto tirò fuori dalla tasca un coltello e saltò sull’uomo che atterrato gli chiese “E allora perché mi uccidi?” Copper non rise più ma con un sorriso sulla faccia gli disse “Perché lo trovo dannatamente divertente. Hahahahhahahhaaha!”. Il suo cuore ricomincio a battere, e lui ricominciò a ridere fissando il soffitto e questa volta la sua non era una risata da paura ma una risata da pazzo, da folle, da chi guarda il mondo bruciare e compiaciuto inizia a ridere. I dottori rimasero sbalorditi dall’accaduto, ma soprattutto rimasero impauriti, un bambino di 5 anni che non subisce nessuno effetto se sottoposto a sostanze soporifere e che dopo 5 giorni di coma incomincia a ridere e a fissare il soffitto sfiorando i 200 battiti al minuto senza morire non è certo un bambino normale e sano. Copper smise di ridere solo due ore dopo la sua presunta morte, i medici in tutto quel tempo non fecero altro che sedersi e guardare impalliditi il bambino. Il giorno dopo il dottor Copp avrebbe dovuto risanare le cicatrici riaperte dalla risata del bambino, ma non tutto andò come doveva andare…”Buongiorno Dottor Copp” disse il direttore dell’ospedale in cui era ricoverato Copper “Buongiorno? A lei sembra che questo sia un buon giorno? E’ una settimana che lei rinvia la mia bustapaga!” rispose con violenza il dottor Copp, era un uomo onesto e abile nel suo mestiere, “Suvvia non si agiti, sappiamo entrambi che il governo ha fatto molti tagli alla sanità. Di conseguenza un direttore deve sapere dove e quando risparmiare i soldi” disse il direttore con un senso di superiorità “I tagli? La mancanza di denaro non è colpa dei tagli ma è del suo stesso sperpero di denaro!” Urlo il dottore togliendosi violentemente gl’occhiali e sbattendo il pugno sul tavolo “Lei è un bravo medico ma una persona stupida dottore, non deve intromettersi nei fatti che non la riguardano. Lei è licenziato, non avrà nessuna liquidazione e, per il bene di sua madre, spero non voglia portare la questione in tribunale.” enunciò il direttore con tranquillità dopo di che prese in mano una penna e incominciò a scrivere. Il dottor Copp rimase lì a fissarlo ed a immaginare mille modi per ucciderlo ma non fece niente, senza dire una parola si rimise gl’occhiali aprì la porta e “Ah un’altra cosa…prima d’andarsene deve andare nella stanza 0 a finire il suo lavoro con quel bambino” disse il capo prima che il dottore uscisse, Copp si guardò dietro e poi con molta violenza chiuse la porta. Dentro di se aveva molta rabbia, troppa, aveva intenzione di liberarsene subito e sapeva già come. Arrivò nella stanza zero e aprì la porta, controllò il corridoio e infine chiuse la porta a chiave. Aprì il referto medico di Copper trovato sul tavolo e si mise a studiarlo per una buona mezz’oretta, non voleva curarlo ma solamente sfogarsi. Chiuse il referto, si alzò ,prese dalla carpetta che portava con se un bisturi e infilandosi i guanti disse fra se e se “Mi dispiace tanto ma adesso io mi divertirò un po’ con te…paziente 0”. All’arrivo degl’infermieri Copper aveva le labbra piene di sangue e le cicatrici totalmente aperte e molto più grandi di prima, non si poteva fare più niente ormai, quelle cicatrici lo dovranno accompagneranno fino alla fine dei suoi giorni.
   
 
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