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Autore: wintershield_    17/10/2014    4 recensioni
Dal testo: "L’elettricità del momento si mescolò con la dolcezza del bacio facendo rabbrividire entrambi. Will si staccò solo un momento per sorridere al suo parabatai, all’altra metà della sua anima. Quello era forse il primo sorriso totalmente sincero che il ragazzo faceva da ormai troppo tempo. Ed era solo per Jem."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei Mio
Will & Jem


 

«E’ questo il posto?», domandò Jem guardando davanti a sé con aria preoccupata. Will lo affiancò e sollevò appena un sopracciglio. «Ho visto di peggio», commentò.
«Oh, su questo non ho dubbi.»
Will sapeva che il suo parabatai non era abituato a frequentare i bassi fondi di Londra se non nelle occasioni in cui lo seguiva per qualche missione, e anche in quei casi cercava di tenerlo sempre al più sicuro possibile, perché sapeva che in quelle zone circolavano molte droghe e, ancora peggio, persone drogate. Non voleva che Jem vedesse certe scene, perché ne avrebbe sofferto tantissimo, considerando il suo problema con lo yin fen. Notò subito, infatti, che lo sguardo di Jem si era posato su due individui intenti a scambiarsi una busta contenente della polvere bluastra. Il ragazzo si irrigidì e Will gli posò una mano sulla spalla, stringendo appena. «Purtroppo il demone che dobbiamo uccidere è solito trascorrere le notti in questo posto ma, Jem, io sono qui, lo sai.»
«Sto bene, Will, davvero. Andiamo ora.»
Will lo guardò entrare e, con una stretta al cuore, lo seguì. Sapeva che non gli aveva detto la verità, che non stava affatto bene perché mai avrebbe voluto sembrare un peso. Will comprendeva il suo stato d’animo, e solitamente non diceva nulla, lasciando semplicemente credere all’altro che si bevesse quelle bugie, ma quella sera non riusciva proprio a lasciar correre, anche se ignorava il perché. Voleva confortarlo, voleva stringerlo a sé, voleva dargli la sua forza e cancellare le sue sofferenze.
Il mondo era stato così ingiusto ad imporre quel dolore alla persona che meno di tutte lo meritava. 
Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era accorto di aver percorso gran parte del locale. Si fermò dietro a Jem, che si stava guardando intorno in cerca del loro obiettivo. «Riesci a vederlo?»
Will fece passare lo sguardo sulle creature presenti, cercando di riconoscere le caratteristiche del demone che stavano cercando, e alla fine lo individuò in un angolo, diretto ad una porticina che dava sul retro. Lo indicò al suo parabatai e insieme partirono al suo inseguimento. Ucciderlo fu un gioco da ragazzi, lui e Jem erano sempre stati un’ottima squadra ed erano in grado di coordinare le loro mosse in maniera eccezionale, grazie ai loro allenamenti e al legame che avevano. 
Jem respirò un po’ affannosamente, non era al massimo della forma e Will sperò che avesse preso un po’ di yin fen prima di partire, come faceva di solito. «E anche questa è fatta, torniamo all’Istituto? Oppure tu vuoi restare qui?» Aveva pronunciato quelle parole con un tono che doveva essere leggero, ma Will vi lesse un fondo di nervosismo. 
In effetti, sarebbe stato da lui accompagnare Jem alla carrozza e poi starsene in giro per quei quartieri tutta la notte. Era il siparietto che organizzava sempre. Ma quella sera era diverso, sentiva che Jem aveva bisogno di lui. Scosse la testa e scrollando le spalle disse: «No, non c’è molta gente interessante qui. Meglio tornare.»
«Va bene.» ora Jem era palesemente sollevato e Will non poté trattenersi dal sorridere. 

Fecero per dirigersi verso l’uscita quando due fate vennero verso di loro. «Cosa porta due bei Nephilim come voi qui?», chiese una di loro.
«Cose da Nephilim.» rispose Will sbrigativo. «Ora se volete scusarci…»
«Quanta fretta. Non capitano spesso quelli come voi da queste parti…lasciatevi ammirare.»
«Le fate non ammirano i Nephilim, al contrario.» intervenne Jem.
«Normalmente no, ma guardatevi: lui con quegli occhi blu e tu con questi capelli argentati…», prima che Will potesse accorgersene la fata si era già avvicinata a Jem e aveva allungato una mano verso il suo viso. Lui si scostò appena e guardò Will, ma la distrazione  permise alla fata di raggiungere le labbra del ragazzo con le proprie.
Non seppe come, ci fu una sorta di black out nella mente di Will, ma si ritrovò a puntare una lama angelica alla gola della fata, dopo averla allontanata rudemente da Jem. «Non ti azzardare mai più.» sibilò. 
«Will!», lo riprese Jem, sorpreso dalla sua reazione.
«Scusa angioletto, non sapevo che lui fosse il tuo ragazzo…»
Quelle parole furono come una doccia fredda per Will, che ritrovò la lucidità e abbassò la spada. Stava per uccidere qualcuno solo perché aveva baciato Jem, ma che cosa gli era preso? Eppure il solo pensiero gli provocava una rabbia cieca che partiva dalla bocca dello stomaco. Si allontanò di scatto e corse verso l’uscita, arrabbiato con se stesso per le sensazioni che stava provando. Perché l’idea che qualcuno toccasse Jem gli faceva perdere la ragione? 
Si ritrovò fuori, con l’aria fredda e pungente della notte a colpire il suo viso. Percorse qualche metro prima di appoggiarsi ad un muro e chiudere gli occhi. Sapeva per certo che Jem lo avrebbe seguito, e infatti non si stupì quando la sua voce lo raggiunse. «Will, ma si può sapere cosa ti è preso? E perché sei fuggito così?» disse con il fiato corto per lo sforzo compiuto. 
«Mi dispiace, Jem. E’ solo che…quella ti ha baciato.»
«Lo so.»
«E io non ci ho visto più.»
«Perché?», il tono di Jem era incerto. 
«Non lo so.» rispose Will, quasi soffiando fuori le parole.
«Io non…non avrei mai voluto che succedesse.» mormorò Jem. Il rossore sulle sue guance si notava tantissimo data la sua carnagione pallida. «E lo sai. Conosci i miei sentimenti, conosci me.»

Will sollevò di scatto gli occhi a guardarlo. Conosceva i suoi sentimenti, ma come? Conosceva a malapena i propri. Eppure conosceva Jem, quello era vero. E conosceva il modo in cui lo guardava quando gli leggeva i libri e le poesie ad alta voce, vicino al fuoco del camino. Conosceva le loro giocose competizioni quando si allenavano insieme, conosceva il suono del violino di Jem quando lo sentiva dal corridoio. Conosceva il modo in cui stringeva il ragazzo quando stava male e come il suo cuore sanguinasse insieme a lui. 
Lasciò andare indietro la testa, stordito.
«William, guardami. Sei geloso?»
Will riprese a guardarlo e si avvicinò a lui lentamente: «Se intendi che mi dà fastidio che qualcun altro ti tocchi, allora sì, sono geloso.»
Il rossore sul viso di Jem si intensificò: «Allora toccami tu.»
Tre semplici parole che ebbero un effetto devastante su Will. Alzò le mani fino a prendere con esse il viso di Jem e gli sussurrò contro le labbra: «Sei mio, James Carstairsprima di baciarlo. 
La risposta di Jem fu piacevolmente inattesa: emise un basso gemito e rispose al bacio con enfasi, circondando i fianchi di Will con le braccia. Il moro invertì le posizioni e incastrò il corpo di Jem tra il proprio e il muro sul quale fino a poco prima si appoggiava. 
La bocca del suo parabatai era incredibilmente morbida, con quel leggero sapore dolciastro derivante dalla droga. Alzò una mano per passarla tra i suoi capelli, mentre quella dell’altro risalì sulla sua schiena da sotto la camicia. 
Jem gli aveva chiesto di toccarlo, e così Will fece. La mano che aveva ancora sul viso di lui scese ad accarezzare il collo, poi il braccio e quando arrivò al polso ne toccò le terminazioni nervose in modo delicato e solleticante, facendo emettere a Jem un altro gemito mentre il loro bacio diventava sempre più intenso e appassionato. 
La mano di Will riprese il suo percorso, accarezzando il petto dell’altro, poi l’addome e l’inguine, dove si fermò un secondo, esitante. Quando il ragazzo prese coraggio e la fece scendere ancora di qualche centimetro, Jem sussultò. «Will…»
Le loro labbra si staccarono e Will ritrasse la mano, completamente imbarazzato. «Mi spiace, io non…»
«Non era un rimprovero. Mi…insomma, mi piace, molto. Solo che…cosa stiamo facendo?», balbettò, il viso imporporato. 
«Io ti stavo baciando fino a pochi secondi fa…»
«Will, lo sai cosa intendo.»
«Lo so, ma francamente non mi importa. Mi sono negato troppo nella mia vita, mi sono negato tutto. Ma tu sei il mio grande peccato, James Carstairs, e non voglio più proibirmi niente con te, voglio prendere ciò che desidero, e desidero te. Chiamami irresponsabile, ma non sarà una stupida regola dell’Enclave a farmi cambiare idea.»
«Hai ragione, sei un irresponsabile. Ma lo sono anche io, perché così come io sono tuo, tu sei mio, William Herondale.»
Will portò una mano sulla runa parabatai di Jem. «Questa è la runa che ci unisce, la nostra runa. Non voglio che sia anche quella che rischierebbe di separarci.»
«Non ci separerà. Nessuno lo verrà a sapere e niente ci dividerà se non sarai tu a volerlo.», coprì la mano di Will con la propria, accarezzandone dolcemente il dorso.
«E come potrei volerlo? Sarei perso senza di te, non sarei nulla. Sei la mia anima.»
«E tu sei la mia forza, Will.»
Questa volta fu Jem a baciarlo, ma fu un bacio più delicato, un bacio dolcemente solenne. 
«Will…questo era il bacio che volevo. Che ho sempre voluto.»
«E ne avrai fino a quando vorrai.»
«Potrebbe essere molto tempo, tutto quello che mi rimane.»
«Spero che sarà molto tempo.» concluse Will catturando nuovamente le labbra dell’altro.

Dopo parecchi minuti fecero ritorno alla carrozza che li avrebbe riportati all’Istituto. Salirono e si chiusero dentro, tirando le tende. Sedevano uno accanto all’altro nell’oscurità, e i loro respiri non erano ancora tornati del tutto regolari, così come non lo erano i battiti accelerati dei loro cuori. Dopo alcuni minuti di silenzio Will allungò la mano in direzione di Jem, scontrandosi a metà strada con quella dell’altro. Evidentemente avevano avuto la stessa idea. Intrecciarono le loro dita e Will sentì Jem sporgersi verso di lui. Fece lo stesso in cerca della sua bocca, che trovò quasi immediatamente.
L’elettricità del momento si mescolò con la dolcezza del bacio facendo rabbrividire entrambi. Will si staccò solo un momento per sorridere al suo parabatai, all’altra metà della sua anima. Quello era forse il primo sorriso totalmente sincero che il ragazzo faceva da ormai troppo tempo. Ed era solo per Jem.


-Angolo autrice-
Dunque, che dirvi...avete assistito alla mia resurrezione nel mondo di EFP *partono applausi da non si sa dove* e sono qui solo per loro..la mia nuova OTP, ma che dico otp, la mia nuova ossessione <3 Will e Jem, Jem e Will, i miei Heronstairs. *occhi a cuore*

Ho messo AU ma potete considerarla pre-Angelo o quello che volete, insomma l'importante è che non ci sia Tessa a rompere le cosiddette :DDD 

Piccola OS senza pretese, è la prima Heronstairs che scrivo, si spera la prima di altre. Questa è la conseguenza di una mini role improvvisata su facebook con la mia compagna di ship e scleri, Antonella, che non so se sia su efp o meno, ma che se passa di qua saluto e le mando un bacio! Le battute di Jem sono per buona parte merito suo! <3

Pace, amore e Heronstairs a tutti! 
Vale

  
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