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Autore: Martha_Herondale    17/10/2014    5 recensioni
Salve, bella gente! Questa è la seconda fanfiction che scrivo su Death Note e avrà per protagonista un personaggio non molto popolare (io lo amo invece), ovvero Near. La storia ruota attorno al suo rapporto con una certa ragazza (nuovo personaggio) e ad un nuovo intricato caso. La fan fiction è divisa in due parti: i primi capitoli sono sulla loro infanzia alla Wammy's House, mentre per il resto indagano sul caso.
"Si era sempre chiesta, come possono due cuori di ghiaccio scaldarsi a vicenda? Ma in realtà, i loro cuori si erano scontrati con un tale violenza, da andare in frantumi, sciogliendosi quindi con facilità."
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lyem fece il suo ingresso nella sua nuova classe preceduta da Near. Era grande e luminosa, le pareti tinte di un azzurrino chiaro: era proprio bella. I banchetti verdi due posti erano già quasi tutti occupati, così si sedettero in terza fila, sempre sotto gli sguardi di tutti. Diciamo che Lyem non passava inosservata anche a causa del suo aspetto: quei capelli scarlatti e quegli occhi blu elettrico risultavano piuttosto singolari.
Lyem accavallò nervosamente le gambe sotto il banco, mentre notava con stupore un particolare alquanto insolito. Nessuno dei suoi compagni indossava alcuna divisa, ognuno era vestito in modo diverso. In effetti, nel suo guardaroba, non aveva trovato nessuna divisa... però, se da una parte si sentiva un po' a disagio senza la sua uniforme, doveva ammettere che era molto piacevole da guardare quel miscuglio di colori. Quel giorno indossava una semplice maglietta nera a collo alto, una giacca verdeacqua di lana, un paio di aderenti jeans scuri e ai piedi stivaletti neri scamosciati. Near, seduto accanto a lei, portava invece il solito completo bianco.
A poco a poco, cominciò a fare la conoscenza di tutti i suoi nuovi compagni e degli insegnanti. Le lezioni non erano più difficili di quelle che frequentava prima, nella sua vecchia scuola.
 - Ehi, Near... - lo chiamò sottovoce verso la fine della seconda ora. - Considerato che questo è un orfanotrofio per piccoli geni, non dovreste seguire un programma scolastico più avanzato rispetto alla norma?
 - Per ora non c'è nessuna differenza, ma, una volta passati alle medie, si andrà decisamente a un ritmo più veloce. - fu la risposta inespressiva dell'altro.
 - Capisco.
L'attimo seguente la campana della ricreazione trillò sonoramente, mentre tutti gli studenti si precipitavano fuori dalle classi. Near, a differenza degli altri, in tutta calma tirò fuori dallo zaino il suo sandwich con tonno, maionese e lattuga e iniziò a scartarlo, senza scollarsi dalla sedia.
 - Non esci fuori? - chiese Lyem, risedendosi e addentando il proprio sandwich. Ogni mattina ce n’era un vasto assortimento in sala mensa a colazione, ed erano deliziosi.
 - Non ne ho voglia. Tu vai, se vuoi.
Improvvisamente Lyem si ricordò del bel prato inglese che aveva scorto quel giorno dall'ufficio di Roger.
 - Ma io non ho ancora visto il cortile, e inoltre non so orientarmi, quindi accompagnami e fammi da guida, su! - lo incitò Emily, strattonandolo per una manica. - E poi un po' d'aria fresca ti farà bene, anche se è autunno. Dai, andiamo!
 - Adesso che sei completamente ristabilita, non ho più il dovere di assisterti. - disse freddo Near, liberandosi della stretta dell'altra.
 - Near, ma noi... siamo amici, vero? - domandò seria Lyem, nonostante dentro di sé tremasse dalla paura per la risposta che avrebbe potuto ricevere.
Per un lungo istante si fissarono negli occhi, uno scontro di blu e grigio.
La bambina avrebbe tanto voluto che dicesse qualcosa, ma sapeva già che non avrebbe mai parlato, così fu lei a farlo.
 - In ogni caso, non m'importa se adesso non mi consideri un'amica, farò di tutto per diventarlo... e non m'importa neanche se non sei d'accordo, io sarò lo stesso tua amica.
Silenzio.
"Accidenti, Near! Sei così stupido... ma io riuscirò a scovare le emozioni e i sentimenti che mi tieni nascosti."
 - Non ho nient'altro da aggiungere. - concluse Lyem.
Detto questo, lo afferrò per un braccio e iniziò a correre decisa verso l'uscita, trascinandoselo dietro.
 - Ehi! No, aspetta! - protestò l'albino, cercando inutilmente di bloccarla.
Lyem lo ignorò bellamente, mentre varcava finalmente la soglia che dava sul cortile, ridendo fra sé e sé. Anche quando furono fuori, continuò a correre, calpestando il prato morbido e assaporando lo scricchiolio delle foglie secche che cedevano sotto le suole delle scarpe. Il cielo minaccioso era di un grigio scuro e compatto, e non prometteva nulla di buono.
Near ebbe appena il tempo di sentire l'aria fresca carica di pioggia invadergli le narici, prima che Lyem lo spingesse improvvisamente a terra.
 - Aaah... che meraviglia! Visto che bello? Ne valeva la pena, vero? - disse lei con un sorriso, distendendosi al suo fianco.
Near non rispose, si limitò a strappare un filo d'erba e a rigirarselo con aria svogliata fra le dita.
 - Se ti aspetti sul serio una risposta soddisfacente da lui a una domanda del genere, non hai ancora capito niente. - commentò una voce beffarda sopra di loro.
 - Matt, - sbuffò infastidita Lyem. - quand'é che riuscirai a dire qualcosa d'intelligente?
 - Cosa?! Io dico sempre e solo cose intelligenti! Non per niente sono il terzo in classifica... - si pavoneggiò quest'ultimo.
 - Complimenti, ti sei fatto insultare. - affermò un'altra voce, chiaramente soddisfatta. - Te l'avevo detto che era una mocciosa impertinente.
Poco dopo un caschetto biondo apparve nella sua visuale accanto alla testa rossa di Matt: Mello.
Lyem strinse gli occhi in due sottili fessure e ghignò malefica.
 - Nonostante tutto continui ad insistere?
Le labbra di Mello si strinsero in una dura linea di rabbia repressa, mentre le gote si tingevano appena di rosso e la fulminava con lo sguardo furioso.
La bambina ridacchiò divertita.
 - Be’, vorrei poter dire che è stato un piacere rivedervi, ma mentirei. – disse, liquidandoli con un gesto di superiorità della mano.
 - Che spiritosa! – rispose Matt ridendo e chinandosi su di lei per sussurrarle qualcosa all’orecchio. – Per me invece lo è stato.
Detto questo, le scompigliò affettuosamente i capelli, per poi allontanarsi seguito da un gelosissimo Mello.
Passarono così i giorni, finché due settimane dopo non ci fu il primo test. I test, differenti dai compiti in classe, erano basati sulla logica, venivano effettuati ogni mese ed erano uguali per tutti, senza nessuna differenzazione per età. Erano proprio quei test che stabilivano la classifica.
Lyem non aspirava a diventare L, anche perché sapeva che la concorrenza era spietata: non avrebbe mai potuto superare Near. Perciò fece il test tranquillamente, senza la minima ansia o preoccupazione. E forse fu proprio questo a farle ottenere un punteggio così alto, quasi il massimo.
Il giorno seguente, quando furono affissi i risultati, venne afferrata senza nessun riguardo per un braccio da un esaltatissimo Matt, che la trascinò letteralmente davanti la classifica.
 - Straordinario, straordinario! – esclamò lui, saltellando sul posto con uno sguardo folle negli occhi che sembravano brillare come stelle. – Tu sei straordinaria, Lyem!
 - D-di cosa stai parlando? – balbettò confusa Emily, avvampando.
 - Guarda qui! – strepitò l’altro, sbattendo una mano sul foglio e facendo trasalire tutti gli altri lì intorno. – Sei terza! Sei arrivata terza al tuo primo test! Siamo pari!
 - Cosa?!  Non mi sono neanche messa troppo d’impegno… com’è possibile?
Matt si bloccò di colpo e la fissò serio negli occhi per un attimo. Poi scoppiò a ridere a crepapelle, mentre le batteva colpi amichevoli sulla schiena.
 - Cosa c’è da ridere?! – protestò Lyem, scostandosi infastidita.
 - Be’, dici che non ti sei neppure impegnata… pensa quanto avresti preso, se invece lo avessi fatto! – spiegò Matt fra una risata e l’altra. – Mi fai morire, Lyem!
Lyem stava giusto per ribattere, quando una mano l’afferrò per la gola e la sbatté dolorosamente al muro. Gemette, mentre Mello stringeva la presa, togliendole il fiato e facendola annaspare disperatamente in cerca d’aria.
 - Hai rubato il posto di Matt! – le ringhiò contro, avvicinando il viso al suo. – Non te lo perdonerò mai, piccola disgustosa usurpatrice!
 - Smettila… non… respiro… mi fai male… - mugolò con voce soffocata Emily, cercando di liberarsi delle mani di Mello, ma era troppo forte.
L’altro stava giusto per ribattere con qualche risposta sprezzante, quando un grido lo interruppe.
 - Lasciala! – ordinò Matt.
 - Ma non capisci? Di questo passa ti supererà e ti ruberà il posto, proprio come ha fatto Near con me! – spiegò rabbioso Mello.
 - Se succederà, io sarò semplicemente felice per lei, perché è mia amica! – urlò l’altro sull’orlo di una crisi isterica.
Mello puntò i suoi spietati occhi di ghiaccio in quelli disperati dell’amico. Matt vide qualcosa in quello sguardo, qualcosa che gli disse che lo avrebbe ignorato e che non si sarebbe fermato dallo strangolare Lyem.
Quindi, con una mossa fulminea, mollò un pugno allo stomaco di Mello, sperando di non averci messo troppa forza. Questo barcollò indietro, lasciando la presa su Lyem, la quale si accasciò a terra semi svenuta.
Dopo aver gettato un’occhiata a Mello per accertarsi che stesse bene, si precipitò da Lyem.
 - Ehi, ehi, non svenire! Va tutto bene, okay? – mormorò, prendendola fra le braccia.
 - Tutto bene un corno. – rispose una voce inespressiva e pacata sopra di loro.
 - N-Near… - sussurrò debolmente Lyem.
Near s’inginocchiò silenziosamente accantò a Matt, mentre studiava più da vicino la bambina.
 - Mello la stava per strangolare, non va bene per niente.
 - Ti sbagli! Lui non lo farebbe mai! – esclamò offeso l’altro, pur sapendo di sbagliarsi.
 - Ѐ la verità invece. Questi ne sono la prova. – affermò l’albino indicando i segni rossi sul collo di Lyem. – La porto in infermeria.
 - Ti accompagno.
 - No. – disse secco l’altro. – Sarebbe meglio se restassi con Mello e ti assicurassi delle sue condizioni, fisiche e mentali.
Matt non seppe cosa replicare, semplicemente stette a guardare stordito, mentre Near aiutava Lyem ad alzarsi e si allonatanavano insieme.
Non potè fare a meno di senitrsi inutile e impotente.
 
Lyem camminava lentamente, appoggiandosi a Near, il quale la teneva sottobraccio per sicurezza. Da quando si erano allontanati da Matt e Mello, nessuno dei due aveva più spiccicato una parola, si erano limitati a dirigersi, fianco a fianco, verso l’infermeria.
E forse, non c’era davvero niente da dire.
Stavano giusto per svoltare l’angolo, quando Lyem andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Si ritrovò ad annusare una familiare maglietta bianca, mentre Near alzava il capo e osservava il nuovo arrivato.
 - Non sapevo saresti venuto in visita oggi, L.
“L?!” pensò sorpresa Lyem, arretrando di qualche passo per guardare con i suoi stessi occhi.
Sì, non c’erano dubbi: era proprio L.
Aveva il solito aspetto trasandato: occhiaie chilometriche, vestiti sgualciti, capelli spettinati e piedi scalzi. Li fissava incuriosito, mordicchiandosi pensieroso il pollice.
 - Ciao, Near. Vedo che sei in compagnia della nuova arrivata… Lyem, giusto?
La bambina annuì timidamente, stringendosi incosciamente a Near.
 - Non potevi sapere della mia visita, perché non ho avvisato neppure Roger. – spiegò L, tornando a rivolgersi all’albino. – Sono venuto per vedere come se la cava Lyem nei test.
 - Allora ti risparmio la fatica di andare a controllare la graduatoria. – rispose l’altro, arricciandosi una ciocca di capelli e studiando attentamente L con i suoi gelidi occhi grigi. – Si è classificata al terzo posto con Matt.
 - Ammirevole. Davvero. – commentò il detective, spostando la sua attenzione nuovamente su Lyem, la quale distolse lo sguardo imbarazzata.
 - Chi è che ha provato a strangolarti?
Emily non rispose, arrossendo per la vergogna.
 - Fammi indovinare… è stato Mello?
Lei si ostinò a restare in silenzio, sorprendendosi che anche Near facesse lo stesso.
 - Suvvia, non c’è niente di cui vergognarsi. Conoscendolo, chissà quante altre persone avrà provato a uccidere. Perché non chiedi a Near?
 - E ti sembra una cosa normale questa?! – saltò su Lyem, sentendo pronunciare il nome di Near.
 - Mmh… - mugugnò L, riflettendo. – Non saprei…
 - Te lo dico io: no, non lo è! Neanche un po’! Anzi, è completamente squilibrato! – esclamò l’altra. – Matt ha dovuto dargli un pugno per farlo smettere! Se non ci fosse stato lui, a quest’ora sarei già morta!
 - Ce l’ha con Near senza motivo, solo perché lui è più intelligente! E per questo lo maltratta sempre! – continuò sull’orlo delle lacrime. – Lo odio, lo odio, lo odio! – gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
 - E se considerate normale il suo comportamento, è soltanto un vostro problema, non mio!
Detto questo, girò sui tacchi e scappò via.
Aveva finalmente dato sfogo a tutta la sua rabbia repressa.
 
Emily corse e corse, incurante degli sguardi allarmati che gli lanciavano gli altri, sbandando nei corridoi e urtando persone senza neppure scusarsi. Corse e corse, mentre gli occhi si facevano umidi e lucidi, ma non pianse, perché lei era forte. Corse finché non si ritrovò fuori, sotto un cielo plumbeo e minaccioso, ma non si fermò, neanche quando gelide e sottili gocce di pioggia cominciarono a cadere dal cielo, bagnandole il viso. Corse finché non ebbe più dove andare, finché non finì la strada davanti a lei, finché il massiccio cancello di ferro non le si parò davanti, impedendole di proseguire. Si sentì in gabbia.
Strinse forte le mani sulle sbarre ghiacciate, quindi vi poggiò anche il viso e guardò attraverso. Era novembre inoltrato, faceva un freddo cane e la pioggia cadeva copiosa e scrosciante, bagnando tutto e tutti, senza nessuna distinzione. Non era una strada molto affollata quella, ma di tanto in tanto, qualche persona sprovvista di ombrello passava di corsa.
“Se scavalcassi questo cancello, se me ne andassi, potrei continuare la mia corsa all’infinito, nessuno mi fermerebbe… perché a nessuno importa di me…”
Era vero, ormai non le era rimasto più nessuno, ormai non c’era più nessuno che l’amasse.
Proprio mentre questi pensieri la colpivano come una pugnalata al cuore e iniziava a prendere seriamente in considerazione l’idea di scappare, una mano si poggiò sulla sua spalla, facendola trasalire. Era L, e al suo fianco stava Near, che la squadrava attentamente con i suoi occhi grigi, incurante della pioggia che lo infradiciva.
 - Dove credi di andare? – le chiese serio.
“Dove credi di andare?”
Quelle parole echeggiarono nella mente di Lyem, finché non ricordò quella promessa fatta una notte…
“- Sì, ma non piangere più, ci sono io con te.”
Spalancò gli occhi: come diavolo aveva potuto dimenticare una così importante? Riportò lo sguardo su Near e sorrise debolmente.
“Scusami…” pensò dispiaciuta.
 - Da nessuna parte. – rispose invece, prima di crollare esausta sulle ginocchia.
“Allora anche le emozioni sciupano energie…”
 
Lyem aprì prima un occhio e poi l’altro, mentre riprendeva contatto con la realtà. Si trovava nella camera di Near e sulla sedia stava appollaiato L, intento a ripulire con meticolosa precisione la forchetta sporca di panna. Non poté fare a meno di ricordare quel giorno, il giorno del suo arrivo alla Wammy’s House, che era stato insieme il più terribile e il più fortunato della sua vita.
 - Dov’è Near? – chiese Lyem, richiamando l’attenzione del detective, ancora alle prese con il suo dolce.
 - Ѐ ritornato in classe. – rispose l’altro con la bocca piena.
 - Capisco… - sospirò lei con una nota di tristezza nella voce. – Che ore sono?
 - Le 10. Aspetta solo un altro quarto d’ora. – la incoraggiò L.
Emily mugolò un “sì” in risposta.
Per un po’ nessuno dei due parlò, il silenzio interrotto soltanto dal tintinnare della forchetta.
 - Ѐ inusuale. – borbottò L di punto in bianco fra sé e sé, quando finì di mangiare.
 - A cosa ti riferisci? – domandò curiosa la bambina.
 - Il comportamento di Near nei tuoi confronti. In genere non si relazione con nessuno… invece con te sembra quasi avere un rapporto di amicizia. Non era mai successo prima.
 - Me lo dicono in tanti. – commentò lei, sentendosi lievemente a disagio. – Ma è davvero così strano avere degli amici?
 - Non per le persone comuni, ma per Near, che non è affatto nella norma, lo è.
 - In effetti…
 - Mmh… chissà che effetto gli fai… - disse meditabondo L, torturandosi il labbro inferiore con il pollice.
A quel punto Lyem non poté fare a meno di diventare di un assurdo color fragola.
“Come diavolo fa a dire cose tanto imbarazzanti senza il minimo pudore?! Con che faccia questo tizio giudica le persone al di fuori della norma?”
 
Angolo autrice
Buonasera, cari lettori! ^.^ Ebbene sì... sono ancora viva. Viva per modo di dire, infatti ho gli occhi che mi si chiudono solo e sono anch'io sull'orlo di una crisi isterica a causa della scuola -.- Come al solito spero apprezziate questo capitolo (di cui non sono troppo convinta) e recensiate in tanti u.u Giuro, avrei voluto scrivere qualcosa di un po' più lunghetto, ma fra i compiti, il pianoforte e il disegno, ci sto un sacco a scrivere anche solo una pagina! :( Sappiate comunque che non ho assolutamente intenzione di abbandonare questa ff, quindi dovete solo avere un po' di pazienza ;) Ah, un'altra cosa... il prossimo capitolo sarà l'ultimo dell'infanzia di Lyem e poi si inizia con la seconda parte della storia! Yuppiiii >.<
Baciuzzi <3
 
P.S.
Domandina per lo stato conosciamoci: come sono i vostri capelli? I miei sono ricci e castani con rimasugli di un vecchio shatush ramato xD Li adoro! Be', buonanotte da me e dalla vocaloid Lily, della quale sto ascoltando una splendida canzone proprio adesso! *.*
   
 
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