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Autore: Lord Gyber    18/10/2014    0 recensioni
Ispirandomi a Clessidrus, decido di raccontare qualche storia della mia vita. Alcune sono semplici altre...non proprio. Spero che vi piacciano.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le mie grosse e grasse avventure'
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Clessidrus cominciò a bussare incessantemente sulla porta della biblioteca. Ad aprirla venne la sua amata che salutò il suo “Torroncino ripieno”.

- Ciao tesoro. Sei venuto a farmi compagnia? -

- In realtà volevo chiederti se hai qualcosa per le allucinazioni. -

- Allucinazioni? - chiese inarcando un sopracciglio.

- Il problema è che continuo a vedere Gyber da tutte le parti! -

- Credo di non seguirti. - disse ancora più perplessa.

- Vedi stamattina stavo facendo una passeggiata...-

 

* Passato *

Il nostro clessidriano preferito stava camminando tranquillamente quando si vide davanti il suo amico antraliano camminare e saltellare allegramente.

- Ciao Gyber....carini i capelli rosa. -

In effetti, cosa alquanto bizzarra, avevo i capelli rosa chiaro.

- Ciao amicone, oggi l'amore è nell'aria e si sente il dolce odore dell'autunno. Parlerei volentieri con te ma devo andare a portare gioia e tripudio a tutti. -

E così, facendo mosse di danza classica, si allontanò.

- Oggi è davvero contento. -

Come se nulla fosse riprese il suo cammino, ma non fece neanche 5 metri che di nuovo mi parai davanti a lui, ma questa volta i miei capelli erano grigi e camminavo barcollando con il volto rivolto al terreno.

- Che strano, pensavo di averti appena superato. E poi che cosa è successo ai tuoi capelli? -

- Morte, dolore e sofferenza, è questo il destino a cui tutti noi siamo destinati, non c'è via di scampo, possiamo solo deperire e diventare polvere in questo film in bianco e nero che è la vita. -

* Presente *

 

- Più andavo avanti e più Gyber incontravo. -

- Non pensi di stare un po' esagerando? -

Lui si scostò dall'uscio facendo vedere alla sua ragazza che l'intera città era invasa da un sacco di miei copie tutte con i capelli di colori differenti, ognuna delle quali si comportava in modo diverso.

- Questo è davvero strano. - disse con gli occhi sbarrati.

- Errata corrige, io sono strano, questa è magia. - Fece una voce da poco lontano.

I due si voltarono e videro che seduto su una panchina vi era un personaggio che Clessidrus conosceva molto bene, un umano dai capelli neri e gli occhi da rettile.

- D-d-d-DROL REBYG!!! -

La mia controparte se ne stava comodamente seduta a bersi una tazza di the (nel senso che si bevve la tazzina lasciando cadere il liquido a terra).

Twilight guardò il nuovo arrivato con interesse.

- Non mi avevi raccontato che lui è la parte malvagia di Gyber. -

- E siamo al secondo strike. -

Si alzò dalla panchina e si avvicinò ai due.

- Io mi definirei la parte Discordiana, non malvagia. -

- Tu sai cosa sta succedendo? - chiese Clessidrus mettendosi davanti alla sua ragazza.

- E' semplice, è tutta colpa dell'Amuleto dell'essenza. - rovistò nella sua camicia tirando fuori da una tasca un medaglione fatto d'oro con al centro una pietruzza che cambiava colore ogni secondo. - Un artefatto magico che è in grado di far prevalere un tipo di emozione. Gyber ha cercato di usarlo per liberarsi di me, invece è successo che tutte le sue emozioni, il sottoscritto compreso, siamo usciti dal suo corpo in massa. Per metà il suo piano ha funzionato. -

- Vorresti dire che quelle che girano in città sono proiezioni fisiche delle emozioni. -

- Dici bene Testa a cono. -

- Ehi, è un triangolo non un cono! -

- Molto interessante. - disse l'alicorno grattandosi il mento – E dimmi adesso cosa succederà? -

Il mio alter-ego si fece improvvisamente cupo e serio.

- Se non riusciamo a ricostruire il corpo di quella testa bacata prima di domani, tutte le sue emozioni e me spariremo per sempre e il vostro amico vi farà ciao ciao dall'oltretomba. -

Un volto preoccupato si formò sui miei amici.

- A meno che voi non mi diate una mano. -

- Una mano a fare cosa? - chiese il mio amico geometrico.

- Se riusciamo a rinchiudere tutte le emozioni nell'Amuleto riusciremo a ricostruire il suo corpo, e io vi posso dare una mano. -

- E perché mai dovremmo fidarci di te? -

- Avete altra scelta...-

 

 

- Allora, il piano è molto semplice. - disse Drol a Clessidrus – Se tocchiamo una delle copie con il medaglione questa viene assorbita e piano piano il corpo si riforma. -

- Tutto chiaro, da dove incominciamo? -

- Forse da loro? -

Erano arrivati alla piazza centrale della città dove vi era un Gyber dai capelli gialli nudo come un verme che correva in tondo urlando come un pazzo, mentre un altro, dai capelli viola, lo rincorreva cercando di metterli un cappotto.

- FERMI!!! - urlò il clessidriano ai due, mettendosi davanti a loro e bloccandoli - Gentilmente mi direste chi siete? -

- Io sono la Libido. - disse il giallo.

- Ed io il senso del Pudore. - rispose il viola.

Mentre li teneva occupati, Drol arrivò alle loro spalle e li assorbì senza che loro potessero fare qualcosa.

- Meno 2. – disse felice – Andiamo a cercare gli altri. -

 

Percorsero un altro po' di strada e trovarono una copia dai capelli rossi che picchiava selvaggiamente quella dai capelli rosa che Clessidrtus aveva incontrato prima.

- Il tuo cuore è pieno di rabbia, lascia che l'Amore di pervada. -

Purtroppo per lui, venne zittito con un calcio sul mento.

- Non si può ragionare con la Collera. -

Si lanciò contro di lui per colpirlo di nuovo, ma Drol si mise in mezzo e lo assorbì. Poi si voltò verso l'altro.

- Mi hai salvato, cosa posso fare per sdebitarmi? -

- Tocca il medaglione. - disse lanciandoglielo.

- D'accordo. - Lui lo prese con entrambe le mani e finì anche lui assorbito.

- Ahah, troppo facile. -

- Smettila di tergiversare. – lo rimproverò il compagno – abbiamo del lavoro da fare. -

 

Arrivarono davanti al cinema dove una puledra ed uno stallone se ne stavano uscendo parecchio frustati.

- Com'era fastidioso quel tipo! - urlò lei.

- Già, quello spilungone ci ha rovinato il film! -

Il nostro eroe e Drol (ehi, anch'io devo essere preso in considerazione!) entrarono nella sala dove un Gyber dai capelli arancioni, indossante un sombrero e suonante due trombette da stadio stava dando fastidio a tutti gli spettatori.

- AHAH, TANTO ALLA FINE MUIONO TUTTI!!! - gridò ridendo come un pazzo.

I pochi spettatori rimasti se ne andarono imprecando, lasciando ai due la possibilità per catturarlo.

 

* 2 ore e 17 minuti dopo *

- Allora, abbiamo preso la Libido, il Pudore, l'Amore, la Collera, la Frustrazione, la Gioia, la Depressione, la Villania, l'Invidia e molti altri. - sentenziò Drol con il fiatone, rivolto a Clessidrus che era nello stesso stadio. - Dovremmo averli presi tutti. -

Neanche il tempo di confermarlo che un altro Gyber, dai capelli azzurri, spuntò alle loro spalle.

- E tu chi sei? - chiese Clessidrus.

- Io sono la Lussuria. -

- E dove sei stato? -

- Ah, dove NON sono stato, vorrai dire? -

Neanche una frazione di secondo per rispondere che anche lui finì inghiottito nell'Amuleto dell'essenza.

Clessidrus fece un sorriso trionfale.

- Bene ora possiamo salvare il mio amico, giusto Drol?....Drol? -

Si voltò verso di lui, proprio una attimo prima che incastonasse l'amuleto nel petto e venire ricoperto da un'aurea dorata.

- Si...- disse cominciando a volare – Ora sono io l'unica mente dominante! -

- Aspetta, vuoi dire che l'hai fatto solo per prendere il controllo del corpo, quindi mi hai ingannato! -

- Ma certo che ti ho ingannato, io sono Drol Rebyg. Ed hai anche creduto alla frottola che ti ho raccontato. Sono stato io a fare in modo che quello sciocco di Gyber usasse l'amuleto prendendo temporaneamente il controllo sulla sua mente. Purtroppo non sapevo che vi erano degli effetti collaterali e quindi ti ho usato per raggiungere i miei scopi. -

- Sono stato buggerato...- disse preso dallo sconforto.

- Eh già, e ora...-

Non poté finire la frase che il medaglione cominciò ad illuminarsi ad intermittenza.

- Cosa? Significa che manca ancora una parte, pensavo di averle assorbite tutte!?! -

- Ehm – fece Clessidrus terrorizzato indicando alle sue spalle – credo che tu abbia dimenticato quella? -

Drol si voltò, e per poco non morì dallo spavento quando vide dinanzi a sé un essere enorme: aveva le fattezze di un verme di colore nero e possedeva una bocca rotonda piena di denti affilati. La bestia si lanciò contro di lui per cercare di inghiottirlo.

- Terzo strike, eliminato...-

La creatura serrò le fauci su di lui, masticandolo ed inghiottendolo.

Emise un ruggito di vittoria ed incominciò ad illuminarsi. Divenne via via sempre più piccola e si compattò assumendo le sembianze del Gyber originale.

- Oooohhhh, questo mi rimarrà sullo stomaco. -

 

Il mio caro amico triangolare fu molto gentile a riaccompagnarmi a casa e a spiegarmi ciò che era successo.

- ….e poi sei ritornato normale. -

- Wow, non mi immaginavo che un simile casino potesse sul serio accadere. -

- Solo una cosa non mi torna, come mai avei quella forma da verme? -

- Dimmi Clessidrus, cos'è un essere senza emozioni, come lo ero diventato io ? -

- Ehm, strano? -

- Un mostro, un semplice e normale mostro. -

Lui si bloccò alla mia risposta ed io rientrai a casa.

- Buona notte, Clessidrus. -

 

 

Era ormai sera inoltrata e mi infilai sotto le coperte del mio letto.

- Ora che l'amuleto è andato non mi devo più preoccupare...Drol non è più...un...problema. - dissi prima di addormentarmi serenamente.

Passò qualche minuto e mi alzai dal letto. Mi diressi in bagno e mi misi davanti allo specchio. Come gli fui davanti aprì gli occhi. Occhi gialli da rettile.

- HELLO BOYS, I'M BAAAAAAAAAAAAAAAAAACK!!!! -

  
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