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Autore: Red Raven    19/10/2014    2 recensioni
La chiamavano Spidey. Se si trattasse della maglietta di Spider-Man che portava quasi tutti i giorni o del set da cucito che sembrava essere incollato alle sue mani non era chiaro a nessuno. Ma per tutti lei era Spidey, al punto che neanche lei usava più il suo nome proprio.
Terza classificata al contest "Dal passato al presente" di Shinkari sul forum di EFP.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aracnophobia



Vento dall’est, la nebbia è là,
qualcosa di strano fra poco accadrà.
Troppo difficile capire cos’è,
ma penso che un ospite arrivi per me…
(Mary Poppins, 1964)



La chiamavano Spidey. Se si trattasse della maglietta di Spider-Man che portava quasi tutti i giorni o del set da cucito che sembrava essere incollato alle sue mani non era chiaro a nessuno. Ma per tutti lei era Spidey, al punto che neanche lei usava più il suo nome proprio.
Lavorava nella merceria di sua nonna: ogni giorno, dopo scuola, andava a casa, pranzava, faceva i compiti per un paio d’ore e poi andava alla merceria. Ogni volta era più di un chilometro a piedi, senza autobus. Lo faceva da quando era piccola.
Sua nonna era disabile: o meglio, quella era la definizione legale. La definizione che si era data lei era “persona con sedia incorporata”. Aveva una malattia che le impediva di stare in piedi per più di un’ora al giorno.
Spidey veniva per aiutarla con i clienti. Avrebbe voluto lasciare la scuola, per aiutarla anche al mattino, ma sua nonna si era imposta: “Vai a scuola e studia. Sei più importante di questa vecchia bacucca” aveva detto, tra le proteste della ragazza. E aveva assunto un assistente per il mattino.
In passato, quando sua nonna riusciva a restare in piedi tutto il giorno, Spidey andava solo per farle compagnia: a volte si portava dietro i compiti, a volte un libro da leggere. Un giorno, in cui era stufa di libri e compiti, sua nonna le aveva prestato un ago, un filo e un grosso pezzo di tela aida bianca. Le aveva messo davanti un fiore rosso disegnato su un foglio quadrettato e le aveva detto “Ricamalo”.
Da allora Spidey aveva trovato se stessa nell’unione di ago e filo: punto croce, punto seta, punto strega, macramè, uncinetto. Qualsiasi occasione di unire tra loro fili di cotone o lana per creare giacche, tovaglie o sacchettini era per Spidey un’occasione da afferrare con entrambe le mani.
I suoi compagni di classe all’inizio l’avevano ritenuta una cosa bizzarra: una come lei, con i capelli scuri così disordinati, mai truccata, vestita sempre con abiti larghi in cui sembrava quasi perdersi, darsi a un hobby così prettamente da signorina? Ma poi Spidey cominciò a creare per loro, e smisero di stupirsi.
Aveva un talento speciale nel ricamo: prendeva anonime magliette bianche e le trasformava in capolavori. Aveva un tale talento nel ricamo, che i suoi pezzi sembravano dipinti.
In breve tempo divenne famosa in tutta la scuola, e da lì, in tutta la città. Al punto che la sua fama raggiunse le orecchie di Mrs. Owl.

Olive Owl era la proprietaria e fondatrice della Owl Mansion, industria di moda di fama mondiale. Figlia di un grande magnate dell’industria del petrolio, Optimus Owl, Olive si era fatta largo nel campo della moda grazie a un fine senso degli affari e una capacità di cucito e ricamo fuori dal comune. Non solo creava abiti splendidi, richiesti dalle maggiori personalità dello spettacolo a prezzi altissimi, ma era in grado di creare ricami di fattura talmente pregiata da sembrare veri. Mentre il suo staff creava merce pret-à-porter per la distribuzione di massa, era la stessa Olive a creare abiti e arazzi personalizzati per i clienti più facoltosi. Perciò, quando Lady de Thule mancò al suo annuale appuntamento per l’acquisto delle tende di lino ricamate da Olive in persona, Mrs Owl cominciò a farsi qualche domanda.
“Chi è questa…Spidey?” chiese, inarcando elegantemente un sopracciglio di fronte ai documenti che le aveva portato il suo segretario.
“Una ragazzina, Mrs. Non più di quindici anni. Frequenta il liceo statale.” Rispose quello, inchinandosi più volte “nessuno di preoccupante, le posso assicurare.”
“Nulla di…preoccupante, dici?” Olive pose i fogli sulla scrivania di fronte a lei e si alzò dalla sedia, osservando l’uomo con tutto il disgusto possibile nei suoi occhi azzurri “Questa…ragazzina…innocua, come la definisci tu…è appena diventata la beniamina di Lady de Thule. La stessa Lady de Thule che fa il bello e il cattivo tempo in fatto di tendenze, qui a Colophon. La stessa, in effetti, che ha fatto fortuna investendo nell’industria della moda. E tu sai quanto sia difficile farlo” concluse portando le mani dietro la schiena e scrutando il segretario.
“Ah…sì…certo…” cominciò a balbettare il segretario, cercando di farsi piccolo piccolo.
Olive gli lanciò un ultimo sguardo carico di disprezzo e tornò a osservare le carte. Alla fine prese il suo cellulare: “Voglio parlare con il dottor Parker.”

Spidey e sua nonna stavano cucendo quando due uomini fecero il loro ingresso nella merceria.
“Signorina Idmon, venga con noi, per favore” dissero.
Spidey fece un salto a sentire il suo cognome –non lo usava da una vita- ma seguì i due energumeni senza fare troppe domande. In macchina non cercò neanche di sapere dove fossero diretti: si limitò a continuare il ricamo che aveva iniziato quella mattina. I fili rossi e blu si intrecciavano sulla stoffa, mentre le case passavano veloci davanti al suo sguardo distratto.
Quando la macchina si fermò di fronte alla sede principale della Owl Mansion, Spidey non fece alcun commento: si limitò a incurvare le labbra in un lieve sorriso.
Tutto questo Olive lo sapeva grazie alle telecamere di sorveglianza della Mansion e della limousine che aveva mandato alla merceria, e non aveva contribuito a migliorare il suo umore. Guardò la fialetta che il dottor Parker le aveva consegnato di malavoglia. Il liquido era completamente trasparente, inodore e, soprattutto, insapore: Olive si era raccomandata che fosse totalmente impossibile rinvenirne la presenza. Fece un sorrisetto, e schiacciò un pulsante sull’interfono: “Fate salire la signorina Idmon.”

Spidey si sentiva vagamente a disagio, ma non volle mostrarlo: sedette sulla poltrona di velluto che Mrs Owl le aveva indicato e incrociò le gambe: “Posso sapere perché mi ha invitato qui?” chiese, senza neanche un saluto preliminare.
Olive sorrise: “Per farle i miei complimenti, signorina Idmon. Che altro?” disse, allargando le mani con grazia “Ho saputo del suo successo e volevo farle i miei complimenti di persona. Soddisfare Lady de Thule è notoriamente un compito arduo.”
Spidey alzò un sopracciglio: “Tutto qui?”
Mrs Owl ridacchiò: “Lei è una ragazza sveglia, signorina Idmon. In effetti l’ho invitata qui anche per farle una proposta” soffiò dalle sue labbra a cuore.
Spidey socchiuse gli occhi blu: “Che proposta?”
Olive ebbe un lampo di compiacimento sul volto: “Vorrei proporle un posto nella nostra Mansion. Aiuto sarta, per cominciare. Se lavorerà duro…chissà, potrebbe anche diventare capo sarta. Che ne pensa? Naturalmente avrà un orario adeguato ai suoi impegni scolastici” disse, con una certa soddisfazione.
Spidey si portò una mano alle labbra: “Aiuto sarta, dite?” chiese.
“Naturalmente avrete uno stipendio più che adeguato. E viste le condizioni di sua nonna, potrebbe esserle di maggiore aiuto con un impiego fisso” disse Olive con tono suadente.
Spidey rimase in silenzio per un po’, chinando la testa e nascondendo il volto con i lunghi capelli. A Olive parve che stesse pensando, fino a che notò che le tremavano impercettibilmente le spalle: con suo grande scorno, Spidey alzò la testa e mostrò che stava ridendo di gusto.
“Sta scherzando, vero? Questo non può che essere un magnifico scherzo, Mrs Owl. Siete davvero così disperati da venire a chiedermi aiuto?” Spidey continuò a ridere, mentre Olive lottava per non metterle le mani alla gola.
“Io non sputerei così in fretta su questa proposta, signorina Idmon” sibilò furente.
“Oh, vi prego. Lo sanno tutti che state navigando in cattive acque. Voi avete paura del mio talento, e volete cercare di catturarmi: spiacente, ma non ho intenzione di accettare. E per quanto riguarda mia nonna, sono perfettamente in grado di prendermi cura di lei da sola.”
Spidey si alzò in piedi e si appoggiò alla scrivania con tracotanza: “Ho io una proposta per lei invece: che ne dice di una sfida?”
Olive rimase interdetta: “Una sfida?”
“Sì” disse Spidey “Al ricamo migliore. Se lei vincerà, io entrerò nella sua azienda e sarò ai suoi ordini. Se vincerò io…lei mi darà la Owl Mansion.”
Olive non mosse un muscolo. Non si era aspettata una mossa del genere.
“Che ne dice?” fece Spidey
Mrs Owl rispose al suo sorriso: “Accettato”.

Si sedettero ai telai simultaneamente: erano piccoli telai da tavolo di ultima generazione. Si guardarono per un secondo e cominciarono.
Olive si mosse con sicurezza: l’ago entrava e usciva dalla stoffa, fila dopo fila, pezzo dopo pezzo. Il disegno si formava alla velocità del pensiero, e più ricamava, più Olive sentiva l’eccitazione crescere. Disegnò uno dei suoi soggetti preferiti: Colophon vista dal suo ufficio, in un giorno di primavera. Il porto luccicava lontano, mentre i ciliegi del parco erano in fiore. I fili del suo ricamo sembravano spruzzi di colore, il disegno prendeva forma sotto il suo sguardo come un dipinto sotto quello del pittore. Quando terminò, sembrava un disegno: i colori si intersecavano l’uno nell’altro, mescolandosi come i colori dell’arcobaleno. Soddisfatta, si alzò dalla sedia e si avvicinò a quella di Spidey. Quando la ragazza si tirò su, vide il suo ricamo e rimase di sasso: aveva ricamato lei, Olive, al telaio. La stessa identica scena che Spidey poteva vedere dalla sua postazione, ora era immortalata sulla tela. Ogni particolare, ogni linea, ogni colore, era più che dipinto: sembrava vero. Olive aveva di fronte a sé una fotografia di se stessa.
“Carino il vostro schema” disse Spidey, che intanto aveva aggirato il tavolo e stava osservando il suo lavoro.
Olive deglutì: le sembrava di avere un rospo incastrato in gola.
“Allora?” disse Spidey.
Mrs Owl Si alzò lentamente in piedi e la guardò negli occhi: “Mi dichiaro sconfitta” disse semplicemente.
Spidey sorrise: “Bene. Dunque la sua azienda è mia” disse con aria raggiante.
Olive annuì solenne: “Prima però” disse, avvicinandosi al suo frigobar e tirando fuori una bottiglia di champagne “Che ne dice di un brindisi, signorina Idmon?”
Versò lo champagne in due bicchieri e ne offrì uno a Spidey: “Alla sua nuova vita” disse.
Spidey accettò il bicchiere e lo alzò “Cin cin” disse, prima di bersi tutto lo champagne in un sorso solo. Per un attimo fu solo lo champagne, le bollicine e il sorriso perfido di Mrs Owl. Poi Spidey cadde, e fu il buio.

“Avevo una nipotina una volta, sai?” disse l’anziana signora alla creaturina sotto il suo tavolo.
“Era tanto cara. Veniva sempre a trovarmi e mi aiutava con il mio negozio. Aveva un grande talento sai?” La donna teneva i ferri da uncinetto con le mani tremanti, mentre il lieve vento della primavera spazzava l’erba del giardino della casa di riposo. La creaturina sembrava indifferente ai racconti dell’anziana.
“E’ sparita, sai? Un giorno è uscita dal mio negozio e non è più tornata. La polizia l’ha cercata tanto ma inutilmente. Ma non se ne è andata. Non sarebbe mai sparita così. No no. Lei è ancora qui con me. Da qualche parte.”
Un’infermiera si avvicinò da dietro e prese la sua sedia a rotelle “Signora Idmon, è l’ora della sua medicina. Non starà mica parlando di nuovo da sola?” disse, mentre la spingeva dentro la struttura.
“No, parlavo con lui. E’ un amico di mia nipote. Lui la aiuterà” bisbigliò al vuoto, la voce che si abbassava sempre di più.
Sotto al tavolino, un ragno rosso e blu continuò a tessere la sua tela mossa dal vento.


Note di Red: ommieidei non pensavo di potercela fare a finirla sta storia. La stavo rileggendo ora e mi rendo conto che la parte finale è una schifezza, non c’è pathos. Mi viene da piangere ç_ç In ogni caso, questa storia partecipa al contest “Dal passato al presente” di Shinkari che potete trovare qui. Io ho scelto come mito Aracne, sia perché mi piace molto, sia perché avevo da studiare il pezzo di Ovidio su di lei per l’esame di latino, quindi mi sono scatenata ^^ Chi conosce il mito ovidiano noterà che ho messo un paio di riferimenti (Colophon come Colofone, la citàà dove è nata Aracne, Idmon perché il padre di Aracne si chiamava Idmone), più alcuni riferimenti al mito (Olive Owl = Oliva Gufo, che sono due dei simboli di Athena, Optimus, padre di Olive, viene da Ottimo Massimo, uno degli epiteti di Giove) e a opere più moderne (Lady de Thule viene da Saint Seiya, dove nella versione italiana Isabel Thule è il nome di Atena, e il dottor Parker…dai ragazzi, Spiderman non vi dice niente? XD). Comunque il contest scadeva ieri sera e ho dovuto spedirlo in fretta e furia, e quindi è venuto così ç_ç Fatemi sapere cosa ne pensate, sinceramente, con il riquadro lì sotto. Io vi saluto e torno a scrivere XD
Alla prossima!
   
 
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