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Autore: KuriyamaMiraik    19/10/2014    0 recensioni
“Scusa, so che probabilmente potrei crearti disturbo ma..”
“Dimmi pure.”
Un tono così freddo ed una voce così forte che mi fecero rabbrividire.
“Ecco.. Vorrei sapere un po’ di cose su questo gioco. Perché sei qui? Insomma.. Perché noi siamo qui? Qual è lo scopo di questo gioco?”
Lo vidi un po’ sorridere quasi a compassione.
“Il motivo è che, probabilmente ,non eravamo più degni di vivere come umani.”
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Tom era il mio migliore amico, io e lui ci conoscevamo dai tempi delle elementari. Un ragazzo che andava in giro sempre un po' spettinato, con qualche graffio sulla pelle e un po' di lacca per tentare di sistemare la capigliatura indomabile. Passavo molto  tempo insieme a lui, ci divertivamo .
Quel pomeriggio eravamo a casa sua, una casetta normalissima:con un soggiorno, una cucinetta, due camere da letto ed un bagno. Era un’abitazione davvero normale.
Stavamo facendo degli esercizi, ultimamente le lezioni diventavano sempre più difficili.. Tom si alzò per andare in bagno e decisi di continuare senza lui. Il tempo passava e Tom non tornava ancora, erano già trenta minuti che stavo da sola in camera sua.. Decisi di andare a vedere se si fosse sentito male: appena raggiunta la porta del bagno bussai senza pensarci due volte "Tom, tutto bene?". Non udì nessuna risposta , così iniziai a preoccuparmi. Andai a cercare qualcuno in cucina, speravo ci fosse sua madre in casa, in genere non la vedevo mai, si chiudeva nella prima e ci preparava qualcosa che poi Tom andava a prendere, non si faceva nemmeno salutare.. Così non sapevo se ci fosse o meno in casa.
In cucina non c'era nessuno. Preoccupatissima andai a vedere nelle altre camere , cercai ovunque, tranne in una stanza.

C'era una stanza che utilizzavano come ripostiglio, chi mai avrebbe pensato a controllare un ripostiglio? Siamo seri! Eppure ,in preda alla disperazione ,l'aprì senza pensarci..
Quella stanza era completamente vuota, non conteneva nulla, se non una maniglia. Che cavolo se ne facevano di una stanza per metterci dentro solo una maniglia?! 
L'avevo già afferrata ,incredula ,quando, nel cercare di sollevarla pensando non fosse attaccata a nulla, si alzò una specie di botola. Non era molto pesante, infatti la tirai su quasi senza accorgermene. Un grande e lungo tunnel si lasciava percorrere da una scalinata a chiocciola.
Piede dopo l'altro, gradino dopo gradino , percorsi la grande scala, arrivando in una sala enorme.
Guardandomi intorno non vidi altro che un lungo corridoio con tantissime porte alle pareti.
Le mura erano tutte grigie e tristi, non prospettava niente di buono. Sentivo un odore sgradevole che mi faceva prudere il naso. Un po' tremante mi incamminai, una volta li non potevo mica tornare indietro , volevo sapere.
Alla fine del corridoio una enorme fontana a che ricordava un fiore stava al centro di una stanza rotonda. Appoggiato ad essa riconobbi una figura.

"Forse ci ho messo più del previsto" , disse con un sorrisetto.
"Che cos'è questo?"
"Ti faccio vedere"

Mi invitò a seguirlo e pian piano andò aprendo le porte. In ogni stanza c'era un uomo a terra con sopra un poster, erano uomini sfiniti, ridotti ad una forma non degna di essere definita umana.
La paura e lo sdegno si impossessava del mio viso.. Tom se ne accorgeva e faceva per avvicinarsi di più per dispetto.

"Bene, ora che hai visto sei al corrente di quello che succede dopo che finirò di spiegarti tutto."
"Spiegarmi tutto?"
"Purtroppo i partecipanti al mio gioco cominciano a scarseggiare, per rimpiazzarli ho bisogno di altre persone. Quelli che vedi sono i partecipanti che hanno perso , ma con "fortuna". In genere un partecipante muore, loro sono stati salvati da coloro che li ha uccisi, riscattati con i punti che avevano guadagnato,dopo ti spiegherò anche questo. Sono proprio i più crudeli coloro che sacrificano i loro punti per far vivere una persona , perché tutti sanno che.. Chi sopravvive passa la vita chiuso in una di queste celle, torturato da tutti i piccoli abitanti di essa ,e.. da me ,ovviamente!  Queste persone sono tenute a forza in vita, alimentate di tanto in tanto contro la loro volontà, costrette ad ingurgitare per sopravvivere e continuare a soffrire.. Alcuni di loro vomitano per evitare di mangiare, sono loro che si scelgono il destino, fargli riassumere il loro prodotto è nostro compito. Non lo sprechiamo mica il cibo!"
Impietrita non riuscivo a pronunciare neanche una parola.
"Quindi Elizabeth, non sei onorata di prendere parte a questo gioco?"
Indietreggiai di qualche passo prima di rendimi conto che le gambe cominciavano a tremarmi e che i movimenti ormai mi erano impossibili.
"Le tue gambe vogliono restare! Molto bene, ti spiegherò realmente in cosa consiste il gioco. Non temere, non è solo barbarie come detto prima. " facendo un grosso sorriso continuò "Lascia che ti spieghi: ogni concorrente ha diritto ad una lente speciale che vi consente di capire i movimenti da compiere e i punti dove vi conviene attaccare. Ha molte altre funzioni che scoprirai col tempo.. Una di esse è che questa lente , nel momento della perdita, fa sopraggiungere la morte , a meno che, come detto prima, l'avversario non vi faccia il grandissimo piacere di lasciarvi in vita. Gli incontri si svolgeranno due volte al mese, avrai dei giorni prestabiliti, gli altri saranno di riposo. Ad ogni vittoria conseguita vi vengono assegnati due punti a seconda di come avete sconfitto l’avversario. Allora, sei pronta?"



Avevo la vista un po' offuscata, dovevano avermi fatto qualcosa ,perché non ricordavo nulla dalla fine delle spiegazioni di Tom.. Mi ritrovai con una tuta addosso ed una lente in mano che mi incitavano ad indossare: così feci. 
Un ragazzo cominciò a spingermi  e mi ritrovai in una grande arena dal pavimento in pietra  e del pubblico che guardava. Non sapevo  proprio cosa fare.. Un uomo alto un po' più di me mi venne incontro con fare deciso ma maldestro, forse anche per lui era una delle prime volte.. Ad un tratto visualizzai dei punti rossi, capì che erano quelli che dovevo colpire. Non volevo ne morire ne finire in quella prigione..
Mi spostai rapidamente quando l'uomo si avvicinò. Vidi la sua testa pelata cominciare a sudare e capì che forse sarebbe stato meglio farlo stancare ancora un po'. Non fu’ difficile schivare quei movimenti e appena lo vidi esausto azzardai un calcio. Sapevo di non avere la forza necessaria per sconfiggerlo brutalmente, dovevo buttarlo giù dal ring. Poco prima mi avevano spiegato che se qual’ora il concorrete fosse caduto sarebbe stato squalificato, così ci provai.

La fine dello scontro era arrivata, e con se anche quella della persona che avevo battuto.
Innanzi ai miei occhi vidi la lente diventare rossa e una valanga di scariche elettriche infestare il corpo esausto dell’uomo che fino a due minuti prima si dimenava sul luogo che sarebbe poi divenuto il suo patibolo.
Mi tappai le orecchie, quel lamento divenne un suono atroce che non avevo più la forza di sentire.
Mi riaccompagnarono in camera e mi rintanai a lungo in bagno, cercai di liberare il mio corpo dalla repulsione.
*DING DING DING*
ELIZABETH VS MIROSLAV
PUNTEGGIO:  ELIZEBETH- 1 PUNTO PER CALCIO.
                          MIROSLAV- 0 PUNTI.


Erano passati diversi giorni, vivevo in una stanza che dava un corridoio dove altre persone “soggiornavano”.
Dall’altro lato del corridoio stava sempre un ragazzo, sbuffava un po’ ed aveva una pettinatura al quanto stramba. Riportava diverse cicatrici su diverse parti del corpo, capì subito come se le fosse procurate..
Appoggiata al davanzale, immaginando di respirare l’aria pulita di cui si poteva gioire dalla mia finestra ,rimasi un po’ a guardarlo. Chissà come c’era finito lui qui, in base a quale criterio venivano scelte le persone che dovevano far parte di quel gioco malato? Queste due domande ne scatenarono altre nella mia mente. Erano quesiti che non potevo soddisfare da sola, dovevo trovare informazioni. Potevo iniziare chiedendo a lui ,no?

“Scusa, so che probabilmente potrei crearti disturbo ma..”
“Dimmi pure.”
Un tono così freddo ed una voce così forte che mi fecero rabbrividire.
“Ecco.. Vorrei sapere un po’ di cose su questo gioco. Perché sei qui? Insomma.. Perché noi siamo qui? Qual è lo scopo di questo gioco?”
Lo vidi un po’ sorridere quasi a compassione.
“Il motivo è che, probabilmente ,non eravamo più degni di vivere come umani.”

Non sapevo come reagire a quelle parole.
Sentivo solo.. Paura.

Mi lasciò nelle mie perplessità ed iniziò  a camminare. 



[Non ho ricontrollato il testo, quindi scusate se ci sono errori.. Comunque sia, questa è una storia ispirata ad un sogno che ho fatto.. Speravo venisse più corta, ma a quanto pare ci vorranno più capitoli. Spero di essere più veloche che nell ff di Op.. ]
   
 
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