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Autore: misslittlesun95    19/10/2014    3 recensioni
É la sera di Capodanno ma sul tavolo della cucina di casa di Manuela non ci sono dolci, cotechino, lenticchie, spumante.
Non c'è nulla che possa lasciar intendere che giorno sia.
Loro sei sono amici, ex compagni di liceo che si sono trovati per passare l'ultima sera dell'anno non da soli.
Sì, non sono insieme, sono diversamente soli.
Ed è da anni che non si vedono in modo regolare, che non condividono le loro vite.
Se hanno organizzato questa serata è stata per idea della padrona di casa, che scorrendo la bacheca del suo Facebook ha visto la mancanza dei piani degli altri e li ha chiamati.
Cibo ce ne è.
Non è cibo da Capodanno, è vero, ma qualcosa c'è.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il vuoto e l'abisso.

Manuela ha messo suo figlio a letto dieci minuti fa.
Simone stringe il bicchiere in modo morboso e le poche volte che lo lascia gioca con le sue mani in modo quasi autistico.
Alessandra fuma. Fuma nervosa, fuma isterica, fuma arrabbiata. Fuma. Alessandra fuma.
Giorgio controlla lo smarphone un minuto sì e l'altro pure, non si comprende se aspetti qualcosa o desideri ardentemente che qualcosa non arrivi.
Alice, che è sempre stata mezza matta come l'Alice della canzone di De Gregori, gioca con i suoi capelli come quando era ragazzina, acconciandoli ogni dieci secondi in un modo diverso.
Luca e Giulia si baciano come adolescenti in preda agli ormoni, ma quando hanno proposto di giocare a carte lui ha rifiutato e lei gli ha sorriso baciandolo in un modo diverso dal solito.

É la sera di Capodanno ma sul tavolo della cucina di casa di Manuela non ci sono dolci, cotechino, lenticchie, spumante.
Non c'è nulla che possa lasciar intendere che giorno sia.
Loro sei sono amici, ex compagni di liceo che si sono trovati per passare l'ultima sera dell'anno non da soli.
Sì, non sono insieme, sono diversamente soli.
Ed è da anni che non si vedono in modo regolare, che non condividono le loro vite.
Se hanno organizzato questa serata è stata per idea della padrona di casa, che scorrendo la bacheca del suo Facebook ha visto la mancanza dei piani degli altri e li ha chiamati.
Cibo ce ne è.
Non è cibo da Capodanno, è vero, ma qualcosa c'è.

Quando andavano al liceo non facevano gruppo, per nulla.
Anzi, i tre ragazzi – Giorgio, Simone e Luca- nei cinque anni delle superiori erano arrivati alle mani più di una volta.
Le ragazze invece si parlavano raramente, a parte al terzo, quando per caso si erano trovate a dormire insieme durante la gita e avevano passato due notti totalmente insonni a raccontarsi tutto il possibile.
Erano rimaste amiche fino all'estate, poi tornati a scuola a settembre era come non si fossero mai conosciute.
Anche il viaggio di maturità l'avevano fatto tutti separatamente, ognuno col pezzo della classe con cui andava d'accordo.
Poi s'erano del tutto persi di vista, tranne ovviamente Luca e Giulia, fino alla telefonata di Manuela.

Questo Capodanno è il loro ultimo Capodanno da ventenni, nel giro dei prossimi dodici mesi compiranno tutti trent'anni, e se fanno due conti è molto diverso dal Capodanno che separò i diciannove anni dai venti, il Capodanno successivo alla maturità.
Erano diversi, avevano voglia di fare di uscire, di divertirsi.
Non sentivano addosso nessun peso, nessuna responsabilità, nessun dovere.
Erano anzi convinti che per i dieci, sì, proprio dieci, anni successivi non si sarebbero trovati davanti a nessuna vera responsabilità.
Credevano che tutto sarebbe cambiato nel momento in cui avrebbero compiuto trent'anni, proprio come prima credevano nel gran cambiamento dei diciotto.
Illusi.
Illusi e delusi da una vita che non li voleva, che non è mai stata dalla loro parte.
Perché altrimenti non sarebbero qui, in questa triste cucina guardandosi negli occhi e domandandosi che senso abbia tutto questo.

- Questa nostra cena mi ricorda Immaturi,- Dice a un certo punto Manuela. - quel film di quel gruppo di liceali che si rincontra dopo anni perché deve rifare la maturità.-
Alice scoppia a ridere. - Hai totalmente ragione! Ho sempre adorato quel film, soprattutto la fine, quando passano con sessanta e, non sapendo i nuovi metodi di valutazione, credono di aver preso il massimo.-
- Ridere? Una cosa del genere ti fa ridere?- Commenta sarcastico Giorgio. - Cosa c'è da ridere? Voglio dire, se uno di quelli fosse entrato all'università o nel mondo del lavoro perché uscito dal liceo con un certo voto a quel punto avrebbe dovuto riconsiderare da capo la sua vita, se quella fosse stata la realtà e non un film.
Non c'è niente che faccia ridere in tutto questo.-
- Giorgio rilassati, Alice scherzava. - Risponde Giulia.
- Ma lui è sempre stato così, fin dalle superiori, quando era preciso in tutto e per tutto.- Ricorda Alessandra.

- Simo a che pensi? - Fa Luca al ragazzo notando che è come assente.
- Ai nostri altri compagni, a come stanno passando il Capodanno loro.-
- Uh, allora. Federica Biletti ha tre figli e un marito, lo passa in famiglia. Adriano invece è single e si diverte a fare il Dongiovanni, quindi deve essere in giro a con amici. Gli altri hanno praticamente tutti amici o parenti con cui stare, almeno quelli che ho rintracciato su Facebook.-
Gli altri cercano nella loro memoria chi sono i due che la padrona di casa ha nominato.
Lei è l'unica che li ha cercati, ma forse dovrebbero ringraziarla.
Senza di lei che li ha portati ad unire le loro solitudini questo Capodanno sarebbe stato anche peggio.
Non che più solitudini unite siano un vero e proprio gruppo, ma è meglio di niente di sicuro.
- E quindi siamo gli unici che non si sono realizzati nella vita?- Domanda Giorgio.
- Ma se è tutta la sera che guardi lo smartphone, come fai a dire di non esserti realizzato?- Chiede Luca.
- Faccio lo schiavo in un'azienda che mi chiede di essere reperibile anche l'ultima sera dell'anno, come fai a chiamarla realizzazione?-

- Sapete cosa c'è? C'è che siamo caduti tutti nel vuoto abissale della vita dopo il liceo. Abbiamo lottato, e questo lo ricordo bene, per anni pur di non farci bocciare, perché non volevamo rimanere tra le mura di quell'edificio un solo giorno più del necessario, e adesso capiamo che, forse, quello era l'unico e l'ultimo posto sicuro che avremmo mai incontrato nella nostra vita.-
La frase seria, serissima, di Alice stupisce tutti e tutti la sottoscrivono tacitamente.
Tutti meno Simone, che replica alla ragazza.- Sì, sì hai ragione ma non parlare per ossimori, è una cosa che mi ha sempre dato fastidio.-
- Quale ossimoro, scusa?-
- Vuoto abissale. Dai, l'abisso non è vuoto neanche in senso fisico, quando parliamo dell'abisso del mare, figurati in senso astratto.-
- Sono d'accordo.- Dichiara Giulia. - Ma penso che abisso e vuoto, quando fai il liceo, siano una la descrizione errata dall'altro.-
- In che senso?- Le domanda il fidanzato.
- L'abisso che ci immaginiamo davanti a noi, fatto della vita da adulti liberi, l'abisso che ci appare davanti alle superiori, è completamente vuoto. E noi lo dimostriamo bene, no?-

Dopo la frase di Giulia sono stati tutti zitti.
L'abisso e il vuoto.
L'abisso che si sono immaginati quando stavano per uscire dal liceo, il futuro che sognavano ad occhi aperti, e il vuoto in cui in realtà si sono ritrovati.
Fanno un viaggio indietro nel tempo con la testa e si rivedono seduti ai banchi di scuola, all'ultimo anno.
Diversi, divisi, tutt'altro che amici, ma qualcosa gli accomunava.
Erano gli unici ad avere già deciso del tutto la loro vita futura.
Ecco perché erano rimasti fregati.
Avevano creduto troppo nell'abisso, avevano trovato il vuoto.

Manuela ha messo suo figlio a letto dieci minuti fa.
È una madre single e il suo stipendio è bassissimo.
Simone stringe il bicchiere in modo morboso e le poche volte che lo lascia gioca con le sue mani in modo quasi autistico.
Ha avuto problemi di alcol e non vuole ricaderci.
Alessandra fuma. Fuma nervosa, fuma isterica, fuma arrabbiata. Fuma. Alessandra fuma.
Sua madre sta morendo di cancro ai polmoni e, paradossalmente, solo fumare la rilassa.
Giorgio controlla lo smarphone un minuto sì e l'altro pure, non si comprende se aspetti qualcosa o desideri ardentemente che qualcosa non arrivi.
Fa lo schiavo in un'azienda che gli chiede di essere reperibile anche l'ultima sera dell'anno e non vuole che lo chiamino.
Alice, che è sempre stata mezza matta come l'Alice della canzone di De Gregori, gioca con i suoi capelli come quando era ragazzina, acconciandoli ogni dieci secondi in un modo diverso.
La causa di tutta l'insensatezza dei suoi gesti e della sua vita è ed è sempre stata l'insicurezza, anche quando era ragazzina.
Luca e Giulia si baciano come adolescenti in preda agli ormoni, ma quando hanno proposto di giocare a carte lui ha rifiutato e lei gli ha sorriso baciandolo in un modo diverso dal solito.
Si amano davvero tanto, così tanto che lui vuole smetterla di sputtanarsi i pochi soldi degli stipendi col gioco d'azzardo per mettere su una famiglia.

É la sera di Capodanno, l'ultimo prima dei trent'anni.
Davanti a loro vedono solo il vuoto.
Chissà, magari grazie a questo troveranno un abisso.



Sun's corner.

Nulla di eccezionale, si tratta di una vecchia shot scritta per un lavoro su facebook tempo fa e, ripensandoci oggi, ho deciso di metterla qui si Efp.
Spero vi sia piaciuta e, se avete voglia, lasciatemi un commentino :)

   
 
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