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Autore: Marauder_    19/10/2014    0 recensioni
Dal capitolo 6: [...] per la seconda volta in pochi giorni, delle labbra si appoggiarono alle sue.
Quel bacio, però, non aveva niente a che vedere con quello che aveva ricevuto sull'Espresso per Hogwarts.
Le labbra di James erano state decise, sicure, come uno Schiantesimo; quelle di Cody, invece, erano esitanti e impacciate, come un giovane mago che prende in mano una bacchetta per la prima volta.
Il bacio di James l'aveva emozionata, l'aveva travolta; il bacio di Cody l'aveva solo sfiorata, come se a darglielo fosse stata una di quelle lontanissime stelle, che, pur essendo bellissima, era solo un misero puntino, in mezzo all'oceano di luce che era il cielo quella sera.
“Cody io.. io devo andare, mi dispiace” bisbigliò Lily, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Si voltò e scappò verso la Torre di Grifondoro, pensando che, alla fine, era stata tutta colpa di James, se si era appena lasciata sfuggire un ragazzo meraviglioso come Cody.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sospetti e sentimenti

 

“Come sarebbe a dire, te ne sei andata?!” strillò Mary, dopo che Lily ebbe raccontato a lei e a Johanne tutto quello che era successo la sera precedente.
“Smettila, Mary! Avrà avuto le sue ragioni!” la difese Jo.
“E allora, sentiamole!”
Lily si chiese se fosse sensato raccontare alle sue compagne che era scappata via da Cody perché il suo bacio non aveva retto il confronto con quello di James.
Tuttavia, la verità non era esattamente quella: Lily aveva rifiutato Cody perché lui non era James.
Si sarebbe comportata allo stesso modo, con qualsiasi ragazzo diverso James.
Questo, però, non era pronta a raccontarlo a nessuno; non era pronta ad ammetterlo nemmeno a se stessa.
“Non è il mio tipo” borbottò infine, sperando che Mary si facesse bastare quella misera spiegazione.

 

Gli ultimi avvenimenti le avevano tenuto la mente talmente occupata, che Lily si era persino dimenticata che il suo vicino di casa era da poco arrivato fino ad Hogwarts sotto l'effetto della maledizione Imperius.
Inoltre, nei giorni successivi, Piton iniziò a tampinarla: ogni volta che se ne presentava l'occasione, si avvicinava e tentava di dirle qualcosa, ma veniva sempre cacciato da qualcuno ancora prima che lei riuscisse a capire che cosa potesse significare il farneticare che usciva dalla sua bocca.
Una mattina, a colazione, ci aveva pensato Sirius a tenerlo lontano dal tavolo di Grifondoro.
“Grazie” sospirò Lily “Si è comportato così anche durante le vacanze.. Sapete, abita nel mio quartiere e quest'estate non mi ha lasciata in pace un attimo, non faceva che seguirmi dovunque andassi!”
A quelle parole, James, che sembrava stesse lanciando sguardi fugaci ad una studentessa di Tassorosso, voltò di scatto la testa verso di Lily.
Dopo qualche istante, esclamò: “Andiamo, o faremo tardi per la lezione di Erbologia”.
Sirius e Remus lo guardarono con aria stranita: “E da quando ti preoccupa arrivare in ritardo?” chiese Sirius.
“Da adesso. Forza, muovetevi!” esclamò James nervoso, costringendo gli amici ad alzarsi.
Peter, che aveva Cura delle Creature Magiche quella mattina, li osservò curioso, allontanarsi.
“Si può sapere che ti prende?” chiese Remus quando i tre raggiunsero l'uscita del castello.
“Credo di sapere chi ha stregato Martins Green”
Remus e Sirius si fermarono di colpo e, all'unisono, esclamarono: “Chi?”
“Piton!”
“Non essere sciocco” rispose Remus, riprendendo a camminare verso la serra di Erbologia.
“Aspetta, l'idea di incolpare Mocciosus mi interessa” disse Sirius.
“Ascoltate: quanti altri maghi in grado di scagliare una maledizione senza perdono vivono nel paese di Lily?”
“Lo dici solo perché non sopporti Severus..” commentò Remus.
“No, James ha ragione. In effetti, è proprio nel suo stile, mandare qualcuno a fare il lavoro sporco al posto suo in modo da rimanere fuori dai guai” esclamò Sirius.
“Non può essere un Mangiamorte” ribatté Remus, che non poteva credere che uno studente di Hogwarts potesse mai schierarsi contro Silente.
“Non bisogna essere per forza un Mangiamorte, per lavorare per Tu-Sai-Chi!”
“Io appoggio James” concluse Sirius.
Remus squadrò gli amici con aria pensierosa, e si avviò a passo veloce verso la serra.
James e Sirius lo osservarono allontanarsi, per poi riprendere a discutere: “Ti ricordi che Lumacorno era stato avvertito da Piton, che noi ci trovavamo nel parco? Secondo me non voleva farci finire in punizione, voleva impedirci di intralciare il suo piano” continuò James.
“Come facciamo a scoprire se hai ragione?”
“Beh, io un'idea ce l'avrei..”

 

Il giorno successivo, arrivò al castello un uomo dall'aspetto davvero curioso: zoppicava, per via di una probabile gamba di legno, mentre il suo viso, coperto da cicatrici, presentava un inquietante occhio finto, di color blu elettrico, che si spostava in tutte le direzioni, completamente indipendente dai movimenti dell'altro occhio.
“Io so chi è!” aveva esclamato un ragazzo di Tassorosso che si trovava accanto ai Malandrini “E' Alastor Moody, un Auror! Mio padre mi parla sempre di lui!”
“Certo, l'ha convocato Silente, ricordate?” chiese Remus agli amici.
Moody si guardò attorno con circospezione, facendo roteare all'impazzata l'occhio finto, e si avviò verso la professoressa McGranitt, che si trovava accanto alla scalinata nella Sala d'Ingresso.
“Buongiorno, Minerva” sussurrò con voce roca “Scusa il ritardo, ma sai com'è, di questi tempi; abbiamo molto lavoro da fare”.
“Non preoccuparti, Alastor. Vieni, ti accompagno da Silente”.
La presenza di un Auror nella scuola aveva messo in agitazione molti degli studenti: per quanto fosse piuttosto comune, di quei tempi, incontrarli e sentirne parlare, mai ci si sarebbe aspettati di vederne uno varcare le porte Hogwarts, che era uno dei pochi posti rimasti che veniva ancora considerato sicuro, da quando la Guerra Magica contro Lord Voldemort era cominciata.
Per fortuna, la presenza del Preside permetteva agli alunni di vivere e studiare in tranquillità, nella consapevolezza che, finché Silente fosse rimasto nel castello, né il Signore Oscuro né nessuno dei suoi seguaci avrebbe mai osato tentare di penetrare nel territorio della scuola.
Questa era la certezza che aveva aleggiato tra i ragazzi, almeno fino al giorno della scomparsa del Cappello Parlante: da quel momento, molti sembravano aspettarsi di veder sbucare un Mangiamorte dietro l'angolo da un momento all'altro.
La presenza di Moody pareva aver confermato che, forse, Hogwarts non era più un luogo sicuro: la notizia del suo arrivo fece tanto scalpore che, con la posta del mattino, arrivarono alcuni gufi che portavano lettere di genitori che chiedevano ai propri figli di tornare a casa.
Nessuno, però, pareva intenzionato ad andarsene; in fondo, la situazione fuori dalla scuola non era affatto rassicurante.
Era molto più semplice rimanere a Hogwarts e fingere che stesse andando tutto bene, piuttosto che tornare a casa e vedersi sbattere in faccia la dura realtà degli eventi.

 

Tra vento e pioggia, arrivò Novembre, che portò l'inizio delle partite di Quidditch.
Moody, ormai soprannominato da tutti Malocchio, non aveva dato ancora alcuna notizia sul colpevole che aveva inflitto la maledizione Imperius a Martins Green, ma nessuno sembrava averci fatto caso, perché l'imminente incontro tra le squadre di Serpeverde e Grifondoro teneva tutti occupati in pronostici e scommesse.
James, che era Cercatore nonché capitano della squadra della sua Casa, era talmente esausto per via degli allenamenti che aveva persino smesso di infastidire Lily chiedendole di uscire con lui.
Lei, dal canto suo, aveva deciso di andare alla partita, quel sabato: in fondo James era davvero bravo a volare e valeva la pena andarlo a vedere.
Era molto freddo e nuvoloso, quando suonò il fischio d'inizio: quattordici giocatori presero il volo e scomparvero nel cielo bianco.
La Pluffa venne subito conquistata da Serpeverde, che segnò facilmente i primi dieci punti.
Mentre Julie, la Cacciatrice di Grifondoro, riportava il punteggio in pari, James e il cercatore di Serpeverde continuavano a percorrere il campo in tutta la sua lunghezza, in cerca del Boccino d'Oro.
Dopo mezz'ora in cui nessuna delle due squadre era più riuscita segnare, il Battitore di Serpeverde sparò un Bolide proprio addosso a Julie, che precipitò a terra svenuta, mentre la Pluffa, tra i fischi furiosi dei tifosi rosso-oro, veniva fatta passare attraverso gli anelli di Grifondoro.
La squadra di Serpeverde continuò a giocare sporco, cercando di danneggiare quanti più avversari possibili.
Quando ormai Grifondoro era in svantaggio di sessanta punti, finalmente James riuscì a vedere il Boccino, che stava gironzolando tra gli anelli della porta della squadra avversaria.
Si tuffò verso la fine del campo, scartando quattro giocatori di Serpeverde e passando a pochi centimetri dal viso del loro portiere, mentre il sibilo di entrambi i Bolidi si faceva sempre più vicino.
Allungò la mano e quando sentì la superficie fredda del Boccino toccare le sue dita, si lanciò subito in picchiata, lasciando i due Bolidi schiantarsi uno contro l'altro, qualche metro sopra alla sua testa.
Sollevò il braccio trionfante, facendo esplodere lo stadio in urla e applausi, mentre l'intera squadra di Serpeverde si scagliava rabbiosa contro il proprio Cercatore, che non si era nemmeno accorto che James aveva posto fine alla partita.
Lily era rimasta davvero stupita dalle sua abilità, tanto che si disse che sarebbe andata a congratularsi con lui, non appena l'avesse incontrato.
Scese dagli spalti seguita da Remus, che era seduto affianco a lei, e raggiunse l'entrata degli spogliatoi, dove James era appena stato sollevato dagli altri compagni di squadra, che gridavano festanti il suo nome.
Lo lasciarono scendere, e subito un gruppo di ragazze del sesto anno ne approfittò per accorrere e fargli i complimenti.
Una di loro, davanti agli sguardi sbalorditi delle altre, gli gettò le braccia al collo e gli diede un lungo e sonoro bacio sulle labbra: Sirius prese ad applaudire, mentre Lily, che aveva sgranato gli occhi, sentì l'improvviso bisogno di allontanarsi subito da lì.
Si voltò e, con gli occhi che pizzicavano, camminò verso l'entrata del castello; quando il portone si fu chiuso alle sue spalle, iniziò a correre verso la Torre di Grifondoro.
Con il viso ormai bagnato per via delle lacrime, si raggomitolò su uno dei divani della Sala Comune.
“Lily!” esclamò Remus, che l'aveva inseguita fino alla torre.
Si sedette accanto a lei, che singhiozzava silenziosa, ed iniziò ad accarezzarle i capelli.
Lily, di slancio, si gettò tra le braccia di Remus, che, un po' imbarazzato, la accolse stringendola al suo petto.
“Che succede?” Le chiese, anche se era certo di sapere perché stesse piangendo.
“Io.. Non lo so” sussurrò sincera Lily, che ancora non riusciva a credere di sentirsi così male per colpa di quella stupida ragazza: insomma, non era una novità che James fosse sempre circondato da studentesse, anche se non l'aveva mai visto baciare nessuna..
“Quella ragazza non conta niente per James” disse Remus con tono rassicurante, quasi come se avesse letto nella sua mente.
Lily alzò la testa: in effetti, era proprio quello che voleva sentirsi dire.
“Remus.. Ti prego.. Non dirgli che io..”
“Non ti preoccupare” la interruppe, sapendo perfettamente che cosa intendesse.
“Grazie” rispose Lily, che si asciugò le lacrime e si alzò, diretta all'uscita della torre.
Stava per spingere il retro del ritratto, quando qualcuno, che stava entrando, la precedette.
“Togliti” sbuffò, spingendo James da parte.
“E adesso che ho fatto?” chiese lui rivolto a Remus, che era ancora seduto sul divano.
“Oh, niente. Piuttosto, hai fatto conquiste?”
“Ma chi, quella di prima? Non so nemmeno come si chiama.. Mi è saltata addosso così, dal nulla!”
Remus ridacchiò, pensando a quanto fossero stupidi Lily e James, che, pur essendo palesemente innamorati uno dell'altra, sembravano fare di tutto per starsi lontani.


Quella notte Sirius venne svegliato da un eccitato James, che iniziò a sventolare il Mantello dell'Invisibilità e la Mappa del Malandrino davanti al suo naso “Hei, sbrigati, dobbiamo andare!”
“C-cosa? Che succede?” chiese Sirius confuso.
“Il piano, ricordi? Muoviti, prima che si sveglino anche gli altri!”
Sirius, che aveva finalmente capito cosa intendesse James, saltò fuori dal letto e precedette James giù per la scala del dormitorio e oltre il ritratto della Signora Grassa, dove i due si infilarono sotto al Mantello.
Controllando assiduamente la Mappa, raggiunsero indisturbati il corridoio dei sotterranei.
Camminarono fino alla porta dell'aula di incantesimi, dove Sirius sussurrò “Alohomora”; una volta entrati e dopo essersi richiusi la porta alle spalle, i due Malandrini si sfilarono il mantello.
Sirius iniziò a frugare tra gli armadi, mentre James ispezionava i cassetti della scrivania di Lumacorno.
“Speriamo che l'abbia preparata come si deve” commentò Sirius.
“Sicuramente avrà fatto un lavoro da E”
“Perché non prendiamo quella di Lily? E' lei la migliore della classe”
“Prenderebbe una T. Sarà molto più divertente vedere la faccia di Mocciosus, quando Lumacorno dirà che non ha consegnato il compito!” rispose James, che non riusciva a smettere di chiedersi perché Lily fosse di nuovo arrabbiata con lui.
“Eccola qui!” esclamò dopo qualche minuto Sirius, che stava sollevando, trionfante, una piccola boccetta contenente un liquido trasparente, che presentava un'etichetta che diceva “Veritaserum – Severus Piton”.

  
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