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Autore: ReaRyuugu    19/10/2014    0 recensioni
"Ragazzi, mi è venuta in mente l’idea definitiva."
Solo una persona del calibro di Nice può farsi venire in mente di sconvolgere e trasformare il cafe che ha come base in un ritrovo per fanciulle di tutte le età alla ricerca di un po' di "innocente" compagnia: il problema nasce quando il suo piano prevede, da parte di due dei suoi colleghi, una messinscena tutt'altro che usuale.
{Ambientata in qualche punto prima della prima stagione. Il pairing principale sarà la ReshiBasu (RatioxBirthday), ma potranno esserne inseriti altri in corso d'opera. Il rating tenderà probabilmente ad alzarsi.}
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Birthday, Ratio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1. Quando è “no” non è sempre “no”

 

 

 

 

- Ragazzi, mi è venuta in mente l’idea definitiva. –

Quando quelle parole risuonarono tra le mura del cafe Nowhere, tutti seppero che non sarebbe arrivato niente di buono.

Era solito, per Nice, farsi notare tutte le volte che metteva piede là dentro. Che fosse di buon umore o che gli girassero le scatole, che splendesse il sole o che imperversasse la tempesta, non c’era neppure una singola possibilità che il suo ingresso risultasse inosservato. Si piantava al bancone per fare qualche richiesta assurda a Master, oppure si schiantava sulla seggiola del tavolo-agenzia con la musica alle orecchie e un infantile broncio stampato in faccia: a seconda delle emozioni del momento, quelle erano le possibilità più frequenti, ma poteva accadere che se ne presentasse una terza, la più temuta, la più imprevedibile.

Qualcosa che probabilmente avrebbe scosso la relativa calma che si respirava là dentro per… non più di quindici minuti.

Ma sarebbero stati quindici minuti molto intensi.

Cadde il silenzio più completo mentre i presenti fissavano la propria attenzione sul nuovo arrivato. C’erano proprio tutti: Murasaki al bancone accanto ad Hajime, occupata in quello che a occhio e croce pareva essere l’ottavo pranzo della giornata; Ratio e Birthday seduti al solito posto in fondo al bar; Koneko e Master fino a quel momento immersi nelle loro usuali mansioni; Three e Honey a confabulare di qualche incarico davanti ad una tazza di caffè. Ognuno di loro era immobile nello spazio e nel tempo, gli occhi sgranati e la bocca semiaperta come se si fosse presentata davanti a loro l’undicesima inedita piaga d’Egitto.

Adesso che il locale era diventato il suo palco, Nice fece con sicurezza un passo in avanti. Sul suo viso si allargava il più convinto dei sogghigni, mentre le sopracciglia arcuate incorniciavano lo sguardo sicuro. Sbatté teatralmente la mano sul bancone, richiamando di nuovo l’attenzione dei presenti.

- Ti stavamo già ascoltando. – rimarcò pacatamente Master, ma l’altro non lo ascoltò neppure.

- Ho trovato il modo per riempirci le tasche di soldi e per attirare un po’ di clienti in questo bar sempre vuoto. –

- Sempre vuoto perché voi l’avete preso a base segreta e nessuno osa avvicinarsi. – fu nuovamente il legittimo proprietario del posto a parlare, ma anche stavolta le sue parole finirono ignorate e perse nell’aria. Intervenne però Koneko, che appoggiando le mani sul lucido bancone si sporse verso Nice con fare interessato.

- Cos’hai in mente? – cinguettò, un brillio vivace che le luccicava negli occhi. L’altro allargò ancor di più il suo sorriso, incrociando le braccia e tacendo lungamente. Stava cercando di creare suspense? Qualcuno si stava già alzando per cercare di scrollarlo, quando quello si decise finalmente ad aprir bocca.

- Trasformiamo il cafe Nowhere in un Host Cafe. –

L’ambiente sprofondò di nuovo nel silenzio, se non per il sospiro generale che uscì dalla bocca di tutti.

- Per una volta avevo quasi sperato che tu avessi avuto un’idea seria. – lo rimproverò Murasaki, scuotendo gravemente la testa come se fosse esasperato dalla mentalità del compagno d’avventure. L’attenzione generale stava già dissipandosi, motivo per cui Nice, disperato, ricominciò a declamare le sue ragioni a gran voce.

- Ma non avete neppure finito di ascoltarmi! – si lamentò, gesticolando come un ossesso. Ratio, dall’altra parte della stanza, incrociò le braccia e scosse la testa con fare di diniego.

- Sembrerebbe più un’idea che sarebbe potuta uscire dalla bocca di Birthday, non dalla tua. –

- Oh, questo è rude, Ratiocchi! – replicò quell’altro, punzecchiandogli il ginocchio col piede da sotto il tavolo – Non ha niente a che vedere con le mie idee, io avrei proposto un maid cafe! –

- Se è le maid che servono possiamo infilare anche quelle! – si affrettò a rispondere Nice – Si perderebbe un po’ dell’idea iniziale, ma alla fine che male c’è? Avremmo la meganekko carina, la kuudere irresistibile e la tetton-… -

- Oh per l’amor del cielo Nice non continuare. – fu di nuovo Murasaki a interromperlo, sentendo alle proprie spalle l’ira di Honey nell’essere ridotta a ciò che ospitava sul suo abbondante petto – E poi come diavolo parli? Guarda che non siamo in un anime! Ed è il motivo per cui questa idea non può funzionare! –

- Oh, andiamo, un po’ di ottimismo, un po’ di fantasia! – sbottò, abbandonandosi sullo sgabello accanto a quello di Hajime. Fino ad adesso non aveva detto niente, assorta nel suo pasto ormai quasi al termine, ed era ora che anche lei esprimesse il suo giudizio.

-Vero che sei con me? – la incitò il ragazzo – Tu sei d’accordo che un MaidHost Cafe sia una buona idea, giusto? –

Hajime, in tutta risposta, posò silenziosa il cucchiaio. Osservò il vuoto che si era formato nel piatto davanti a sé, facendo sorgere in tutti il dubbio se, per caso, quel silenzio non fosse tanto dovuto alla sua bocca piena quanto ad una seria e impegnata riflessione.

Rimasero tutti col respiro sospeso quando ella alzò la testa, probabilmente in procinto di pronunciare qualcosa mentre, silenziosa, spingeva il piatto in direzione di Master.

- … ne voglio ancora. – sussurrò, decidendo deliberatamente di ignorare la questione appena presentata. Nice si squagliò sul bancone, deluso e affranto.

- Tu quoque, Hajime! – si lamentò, piangente, ignorando il sogghigno divertito di tutti gli altri.

O quasi, perché un’unica persona seriamente coinvolta da quel discorso c’era, e purtroppo o per fortuna si trovava proprio dal lato del bancone in cui venivano prese le decisioni relative a quel locale.

Koneko si sistemò gli occhiali sulla punta del naso, osservando pensosa l’abaco tirato fuori da chissà dove con cui aveva armeggiato fino a quel momento. Si voltò verso Master, bisbigliandogli qualcosa sulle linee di ‘tanto peggio di come sta andando ora non può andare’, tornando poi a prestare attenzione al povero Nice.

- Senti… cosa avevi in mente per questo Host Cafe? Magari per ora lasciamo da parte le maid, però, hm? – domandò, apprensiva, parlando però con un tono di voce decisamente basso. Che si vergognasse ad appigliarsi a quell’idea per risollevare l’economia del locale? Tristemente probabile.

Ignaro di tutto, il ragazzo alzò la testa. I suoi occhi brillavano nuovamente della stessa determinazione che vi sfavillava poco prima.

- Io penso che potremmo diventare popolari, ok? Abbiamo tutto quello che ci serve. – Affermò, più convinto che mai. Sentendo che il pericolo non era passato del tutto, e che il quarto d’ora di tensione si stava prolungando molto più del previsto, ognuno dei presenti tornò ampiamente sull’attenti.

- Ci sono io, quello allegro e simpatico; Murasaki è il quattrocchi intelligente e un po’ serioso; poi Three… -

- … credo che il Signore mi capirà se dico che non voglio avere niente a che fare con questa iniziativa. –

- Ci bruciamo il tipo tosto e muscoloso. – sbuffò Nice, ma questo non spense il suo entusiasmo – Però abbiamo l’esuberante donnaiolo, Birthday; e infine il maturo e responsabile Ratio! È la formula perfetta, capite? Verranno da tutti gli angoli della città, no, del Paese per passare un po’ di tempo con noi! E non è tutto! –

- Già, c’è da aggiungere che a me non piace granché che sia tu a scegliere gli appellativi. –

- Perché no? A me donnaiolo piace. –

- Vogliamo commentare sul quattrocchi? E poi capisco l’autostima alta, ma addirittura da ogni parte del paese? E poi- allegro e simpatico? – Ratio, Birthday e Murasaki iniziarono a parlare praticamente uno sopra all’altro, contestando le parole del loro compagno senza lasciargli nemmeno un attimo per intervenire. Fu Koneko, improvviso direttore di quella situazione, a zittire i clamori, restituendo la parola a Nice.

- Quello che voglio dire è che già così saremmo perfetti, ma abbiamo bisogno di qualcosa di davvero esplosivo per accrescere il numero di clienti. Dobbiamo giocare col gusto del proibito, capite? – spiegò, e viste le espressioni che si dipinsero sulle facce degli altri era palese che ognuno avesse capito a modo suo, figurandosi in testa gli scenari più svariati e carichi di perdizione.

- … e quindi? – la domanda arrivò all’unisono.

- E quindi, le stuzzicheremo ancora di più con del fanservice! Basterà che anche solo due di noi si comportino in modo leggermente ambiguo tra di loro e ci spianeremo la strada verso il successo! –

Concluse così il suo discorso, fiero e sicuro di sé come il leader di chissà quale movimento innovativo. I tre che erano stati trascinati in quel delirio si scambiarono un’occhiata fugace, finché fu Ratio, cautamente, a porre la domanda che tutti si stavano chiedendo ma che nessuno aveva il coraggio di porre.

- … e chi dovrebbe essere questo… duo ambiguo, prego? –

L’altro sorrise, soddisfatto: - Chiaramente, tu e Birthday. –

Se fosse scoppiata una bomba, probabilmente avrebbe fatto molto meno rumore: i due diretti interessati si catapultarono dalla loro postazione fino a quella di Nice, vociando le loro ragioni in modo così prorompente che per qualche secondo persino la cristalleria elegantemente allineata dietro al bancone tremò in modo tutt’altro che rassicurante.

- Cos’è questa storia?! Perché non lo fate tu e Murasaki, piuttosto? –

- E poi che diavolo, non ero il donnaiolo, io?! –

- Nice, te l’ho detto anche prima, smetti di ragionare con la logica degli anime. Non è così che funziona il mondo. –

Di nuovo, le proteste e le contestazioni dei tre si accavallarono l’una sopra l’altra nel modo più violento, assieme stavolta alla voce di Nice che disperatamente tentava di spiegare la sua posizione.

- Perché non mi sento adatto per questa parte- e poi che vuol dire, il mondo non è tutto o bianco o nero! Potrai flirtare con le clienti e rimanere credibile anche mentre voi due vi perdete in situazioni vagamente fraintendibili… e poi nessuno ha detto che dovete fare sul serio! Il mondo di un host è una recita continua, quindi non vedo proprio il problema! –

Stava cercando di arrampicarsi sugli specchi, o davvero pensava che quella fosse una spiegazione plausibile? Ratio e Birthday si scambiarono un’occhiata tra l’incredulo e il beffardo prima di tornare con gli occhi puntati sul ragazzo davanti a loro.

Era davvero così tanto fiero di quell’idea da non capire quanto fosse assurda? Certe volte si domandavano cosa gli passasse per la testa, se fosse piena solo di vaneggiamenti o se ci fosse un fondamento logico che facesse da base a quelle idee folli.

Qualunque fosse il caso, comunque, la risposta poteva essere una sola.

- No. – esclamarono, stupiti nel vedere l’altro ghignare soddisfatto immediatamente dopo.

- Avete visto? Siete già perfettamente coordinati, solo voi potete… -

- Quando è NO è NO! –

 

~~~

 

 - Se è possibile credo che quella sia stata l’idea più folle uscita dalla sua bocca. E per essere io a dirlo ce ne vuole. –

Ratio non poté che annuire, osservando di sfuggita Birthday mentre quest’ultimo reclinava il sedile su cui era comodamente appostato, non facendosi problemi ad appoggiare entrambi i piedi avanti a sé. Non erano in partenza, e neppure avrebbero avuto alcun lavoro da svolgere quel pomeriggio: rifugiarsi nell’abitacolo era qualcosa che facevano spesso per non stare tra i piedi e occupare posto al cafe, anche se in quel momento stare lì era quasi più una necessità che altro.

Dire che l’insistenza di Nice era un qualcosa di immensamente fastidioso sarebbe stato fargli un complimento. Volevano bene al loro compagno, naturalmente, ma quando si ficcava in testa certe cose era un inferno cercare di sfuggire alle sue idee.

Ecco perché erano scappati là dentro, chiudendo tutti gli sportelli e concedendosi un po’ di sacrosanto silenzio: laggiù non sarebbe arrivata la sua voce, e nemmeno i suoi tentativi di convincerli a seguirlo nella sua follia. E dire che avrebbero potuto anche accettare l’idea di partecipare per un po’ a quell’Host Cafe, visto che ormai entrambi erano abituati a fare le cose più strambe per tirare avanti, ma cosa diavolo gli era venuto in mente di spingersi così in avanti con le sue farneticazioni? Non poteva giocare con certi argomenti con tutta quella semplicità, soprattutto non quando a finirci in mezzo non era lui!
Ratio sospirò, incrociando le braccia e abbandonandosi contro lo schienale del sedile.

- Dobbiamo solo aspettare che gli passi, immagino. – constatò, grave – E butta giù quelle zampe. –

- Uffa, Ratiocchi, non mi trattare come un cane! –

- Ti tratto come un cane quando ti atteggi come un cane. –

- Rude… -

Lo guardò imbronciarsi mentre obbediva, borbottante, alla sua richiesta, sebbene quella facciata fosse chiaramente destinata a non durare. Infatti, dopo poco Birthday sorrise, e lo stesso fece di riflesso anche Ratio: non era raro che si perdessero in fuggevoli battibecchi, ma ognuno di esso lasciava sempre il tempo che trovava, permettendo alla loro intesa di rimanere in ogni caso salda come sempre.

Che il dottore ricordasse, non era mai successo che tra i due scaturisse qualche rancore che durasse per più di una manciata di secondi. Si becchettavano a vicenda, certo, ma nessuno rimaneva mai realmente offeso: che fosse anche questa, in un certo senso, la ‘coordinazione’ di cui parlava Nice?

Aggrottò le sopracciglia, guardando fuori. Esattamente quanto era evidente il loro legame per far arrivare qualcuno a pensare che sarebbe potuta essere un’ottima base per fingere un… rapporto di stampo completamente diverso? In ogni caso, era e continuava ad essere un’idea completamente fuori dell’altro mond-…

«SPLAT»

Il suono di qualcosa che si spiaccicava violentemente contro il vetro del finestrino lo distolse bruscamente dai suoi stessi pensieri, costringendolo a voltarsi verso la fonte del rumore mentre un Birthday terrorizzato si aggrappava alla sua manica.

Con sollievo di entrambi, tuttavia, si trattava semplicemente di Koneko pressata contro la superficie trasparente: Ratio abbassò il finestrino, rivolgendole un’occhiata un po’ biasimante, un po’ interrogativa.

- Potevi… non so, semplicemente bussare. –

- Posso parlare un attimo con voi, ragazzi? – balbettò, quasi insicura, congiungendo ritmicamente le punte degli indici – Vi prendo giusto cinque minuti e poi potete fare quello che volete… e giuro che non sono inciampata. –

I due si guardarono per un attimo, perplessi, prima di tornare con gli occhi verso di lei.

- È per quella storia di prima, scommetto. – azzardò il biondino. L’altra annuì, sospirando appena

- Già… vorrei non dover essere qui a parlarvi di queste cose, ma il punto è che il Nowhere ora come ora non se la sta passando proprio… benissimo. –

Un’altra occhiata reciproca, stavolta decisamente preoccupata. Quella premessa era più che necessaria a far loro intuire dov’è che il discorso voleva andare a parare, ed entrambi si stavano già preparando ad esclamare l’ennesima negazione quando Koneko mise le mani avanti.

… figurativamente e letteralmente, visto che si sporse così tanto oltre il portellone della macchina che per poco non vi cadde dentro.

- Aspettate, aspettate… ! – si affrettò a dire, risistemandosi gli occhiali squadrati sulla punta del naso – Abbiamo bisogno di fare un tentativo o la nostra attività fallirà miseramente! –

- Nuh-huh, avete bisogno di fare un tentativo, visto che Ratio ha già un suo lavoro. E io posso comodamente vivere sulle sue spalle, heh! –

- Questo non… ti rende affatto gloria, Birthday. E non credo ne debba parlare come se non fossi qui accanto. –

La ragazzina s’imbronciò, stringendo i pugnetti e sbattendo un piede per terra.

- Quello che voglio dire è che nessuno vi costringerà a fare niente di strano, nel senso- è chiaro che Nice abbia esagerato, ma tutto il resto è fattibile, o sbaglio… ? – proseguì, diretta e imperterrita – Sono già riuscita a convincere Murasaki, se solo vi uniste anche voi due potremmo davvero fare una prova e vedere se le cose possono prendere una piega migliore… no? –

Nei suoi occhi brillavano le sfumature più lucenti di speranza e buoni proposti, ma sia Birthday che Ratio parevano essere ancora perplessi. Avrebbero dovuto fidarsi? Per qualche motivo, la cosa puzzava ugualmente di vile trappola.

- … vi lascio qualche minuto per pensarci, hm? Vi aspetto dentro… -

Furono le ultime parole di quell’altra prima che si defilasse, ma loro a malapena ci prestarono attenzione. Il biondo si sdraiò di nuovo contro il sedile, pensoso, sospirando quasi in contemporanea ad un Ratio con le braccia nuovamente conserte.

Come già detto, se solo non ci fosse stata l’implicazione buttata in mezzo da Nice avrebbero pure accettato il lavoro – eppure, ora che l’offerta era stata modificata, c’era ancora qualcosa che li frenava. Che fosse semplice scetticismo o vero e proprio istinto di sopravvivenza, sapevano entrambi che le cose non sarebbero mai e poi mai state semplici come Koneko aveva cercato di palesare.

Il dottore chiuse gli occhi, appoggiando arreso il capo sul poggiatesta.

- … oi, Birthday. –

- Dica. –

Ratio inspirò ed espirò prima di proseguire, riordinando i pensieri che gli si erano accavallati in testa. Sapeva che se fossero rimasti in silenzio non avrebbero compicciato niente, ma talvolta era difficile per lui cercare un confronto di opinioni su certi argomenti – anche se l’altra persona era l’amico che gli stava di fianco da una vita.

- Esattamente perché… abbiamo rifiutato la prima proposta? –

- Eheh, cosa fai, cadi nell’esistenziale, adesso? – ridacchiò l’altro, sporgendosi verso lo sportello portaoggetti, frugandoci dentro e tirandovi fuori un paio di batterie – Personalmente, ho rifiutato per salvaguardarti. Saremmo partiti con la finzione, e tu saresti finito per rimanere folgorato dal mio irresistibile fascino… !

- Dai, era una domanda seria! –

- Eheh, lo so, non t’arrabbiare! – replicò subito ridacchiando, portandosi le pile alla bocca e dilettandocisi con le labbra. Ormai era diventata talmente tanto un’abitudine, quella, che Ratio aveva persino deciso di arrendersi e di evitare di schiaffargliele via dalla bocca di volta in volta con l’accusa di scarsa igiene – A parte gli scherzi- non posso dire perché tu abbia rifiutato, non sono nella tua testa, ma sapevo benissimo che l’avresti fatto. Quindi che avrei dovuto fare, mettermi contro il mio migliore amico per una stronzata simile? Nah… molto meglio evitare casini inutili. –

L’altro sbatté le palpebre, sorpreso. Erano davvero questi i motivi dietro la sua negazione, dunque? E lui, di fatto, perché aveva deciso di dire di no?

Più se lo domandava, meno la risposta diventava chiara. Aveva agito per puro amore del buon senso, ma quante altre volte si era gettato in avventure tutt’altro che consone? Pensandoci, quella sarebbe stata una bazzecola in confronto ad altro – anche se continuava a preferire la proposta di Koneko, senza implicazioni ambigue di sorta.

- Quindi, fammi capire. – continuò dopo quel momento di silenzio, corrugando pensoso la fronte – Se fossi stato il genere di persona che avrebbe detto di sì, avresti detto di sì anche tu? –

- E che ne so? Sì? Forse? – ribatté quell’altro ridendo – Magari se tu fossi stato quel genere di persona, avrei reputato un incarico del genere al tuo fianco la cosa più noiosa del mondo. Però ammetto che per quanto sia un’idea assurda e folle, se il Ratio attuale fosse stato d’accordo allora non avrei esitato un momento a seguirlo. Magari sarebbe stato divertente. –

Di nuovo, Ratio rimase sbigottito da quelle parole. Era come se Birthday non si stesse facendo alcun problema a riguardo, sia che l’avventura che gli era stata proposta fosse ‘casta e pura’, sia che fossero stati costretti a fingere chissà quale verità nascosta. Insomma, pareva proprio che tutto ciò che lui volesse fosse, in ogni caso, stare con lui – a prescindere dalla decisione presa, dalla volontà o meno di partecipare.

E lui, avrebbe fatto altrettanto? Non riusciva a capire se Birthday facesse così per una mancata voglia di prendere una posizione autonoma, o se stesse sacrificando le sue preferenze per lui. In quest’ultimo caso, sarebbe stato davvero giusto da parte sua negare la propria partecipazione? Sarebbe stato corretto precludere proprio a lui, dopo avergli promesso più e più volte di seguirlo in ogni sua ridicola e non idea, l’opportunità di divertirsi un po’?

Ma soprattutto, poi, valeva davvero la pena farsi così tante domande esistenziali per uno sciocchissimo Host Cafe? Diavolo, non stavano mica discorrendo sul destino del mondo!

Si stropicciò gli occhi tra pollice e indice, improvvisamente stufo di tutto quel pensare.

- … allora facciamolo. –

- … eh? Huh? –

- Voglio dire, non abbiamo nulla da perdere, no? Forse neppure la dignità se le cose rimangono davvero come ha promesso Koneko. – proseguì, guardandolo dritto nei sorpresi occhi color indaco - Allora proviamoci. Magari così male non va - anche se non ci farei aspettative così alte. È pur sempre un’idea di Nice, e sappiamo come vanno queste cose di solito. –

Il biondo ascoltò in silenzio, decisamente colto alla sprovvista da quello sconvolgersi degli eventi. Che non se lo aspettasse? Probabilmente era così: trascinava sempre Ratio ovunque, ma cercava sempre di evitare cose che avrebbero potuto metterlo a disagio. Ma quella, di fatto, era forse la primissima volta che era l’altro a decidere di buttarsi a capofitto nella loro ennesima disavventura. Che stesse diventando un po’ meno “pensa prima di agire” e un po’ più “vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l’ultimo”? Forse a forza di stare con lui era riuscito a contagiarlo con il suo stile di vita, chissà.

- Se ne sei sicurissimo, allora anch’io ci sto. – ghignò, allegro – Giuro che farò del mio meglio per non sedurti troppo~                  ! –

- … oh, andiamo. –

 

 

 

 

 

Salve a tutti!
Ho sempre avuto una relazione complicata con le longfic. Per quanto avessi tutti i buoni propositi del mondo nel volerle portare al termine, non mi è mai riuscito – mai – di scriverne una fino in fondo.

… quindi perché diavolo ci sto provando di nuovo… ?
Questo è il risultato di un tribolare mentale che mi porto dietro da un mesetto/due, e sebbene tuttora non abbia la più pallida idea di come far svolgere davvero gli eventi, siccome ho bisogno di qualcosa che mi motivi a scrivere per non perdere la mano un mese sì e un mese no ho deciso che forse posso provare a mettere un po’ di impegno in questa storia, fregandomi con le mie stesse mani nell’atto di pubblicarne il primo capitolo.

… se non altro mi sono uscite 3500 parole tonde tonde

Spero vogliate seguirmi in questa avventura, con l’augurio di non scivolare eccessivamente in prevedibili cliché e situazioni fastidiose. Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, ogni recensione è sempre bene accetta ~
A presto, spero!

   
 
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