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Autore: futacookies    19/10/2014    3 recensioni
{Quinta classificata al contest: "I'd die to be where you are", indetto da Stareem sul forum di Efp.}
{Post!TASM2 - tanto, tanto angst}
Fallo. Raggiungila.
No, non voglio.
Non perché non morisse dal desiderio di poterla raggiungere, in qualunque cosa ci fosse dopo la morte – in effetti, il suo corpo moriva letteralmente per questo –, ma piuttosto perché, se le cellule da cui era composto si stavano lentamente consumando – per lei, per lei, solo per lei, sempre per lei, lei che era la ragione per cui alzarsi e quella per cui andare a dormire, anche se era nella terra fredda, nella terra negra, anche se il sole non la rallegrava, né riscaldava più.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a xitsgabs. Ti voglio bene, parabatai!

Sottopelle

 
Fallo. Fallo. Fallo.
Erano mesi che sentiva ripetersi queste parole, che se le sentiva dentro, come una specie di fastidioso formicolio.
Lui non lo voleva fare.
Fallo. Fallo. Fallo.
Erano parole che gli venivano comunicate da un corpo che viveva passivamente, da un cuore che batteva per forza d’inerzia, da una volontà debole e altrettanto forte.
Fallo. Fallo. Fallo.
No.
Aveva un così grande dono, una così grande possibilità – offrire le sue capacità per aiutare gli altri –, così tante vite che contavano in lui – e la sua vita non vedeva l’ora di arrivare al capolinea.
Fallo. Fallo. Fallo.
Perché?
Quel formicolio gli aveva preso le braccia, le gambe, aveva raggiunto ogni santissima terminazione nervosa, gli aveva annebbiato la mente, facendogli credere di vivere in una notte eterna. Il sole se n’era andato cinque mesi prima. Cinque mesi.
Fallo. Fallo. Fallo. Raggiungila.
No, non voglio.
Non perché non morisse dal desiderio di poterla raggiungere, in qualunque cosa ci fosse dopo la morte – in effetti, il suo corpo moriva letteralmente per questo –, ma piuttosto perché, se le cellule da cui era composto si stavano lentamente consumando – per lei, per lei, solo per lei, sempre per lei, lei che era la ragione per cui alzarsi e quella per cui andare a dormire, anche se era nella terra fredda, nella terra negra, anche se il sole non la rallegrava, né riscaldava più – la sua coscienza – lei, che era anche questo – gli suggeriva fermamente di restare attaccato a ogni respiro, a ogni battito, perché se anche lui fosse morto, nessuno l’avrebbe mantenuta in vita, non con la sua stessa intensità, non con la stessa forza del suo amore. Una forza distruttiva.
Fallo. Fallo. Fallo.
E c’era andato vicino tante – troppe – volte, mentre portava il costume dell’uomo dalle molte maschere, per desiderare di farlo davvero. Ecco, forse c’era qualcosa, oltre Gwen, a tenerlo ancora in vita: la paura. Lui, che si lanciava da un palazzo all’altro senza pensarci due volte, lui, che aveva affrontato il suo migliore amico, reso folle per colpa sua – lui, che aveva pelle sporca di errori che non se ne sarebbero mai andati lui, che – piccolo, grande uomo – era cresciuto senza i suoi genitori, aveva superato la morte di suo zio – quante macchie c’erano, sul suo eroico mantello? –, lui che sentiva la morte sottopelle, come un sussurro maligno, come un respiro dolcissimo – come se fosse lei a chiamarlo lui, aveva paura. Aveva paura di morire.
Fallo. Fallo. Fallo. Per lei, solo per lei.
Forse.
Lo sapeva, – maledizione! – lo sapeva benissimo, che prima o poi non l’avrebbe più trovato, un valido motivo per resistere, perché il tempo era tiranno, il tempo passava – le cellule morivano – e lei non tornava, non sarebbe mai tornata. Ed era convinto di morire un po’ anche lui, giorno dopo giorno, con quella volontà che abbandonava la mente e raggiungeva la pelle, insinuandosene all’interno. E sarebbe stato così facile, chiudere gli occhi la sera e non svegliarsi più.
Fallo. Fallo. Fallo.







Note dell’autrice:
ero tanto depressa e ho sfogato la mia depressione su carta.
No, è che la mia parabatai voleva scrivere una storia su un Peter suicida, e a me è venuta l’ispirazione. Il bello di avere una migliore amica che ti fornisce le storie da scrivere.
Due parole per fare chiarezza, anche perché sono a pezzi e probabilmente ho scritto una marea di cavolate.
Allora, alla fine non si sa se Peter si suicida davvero, perché proprio non riuscivo a trovare in fine degna di Spider Man (davvero, ce lo vedete Peter che si taglia le vene, si ficca una pallottola nella tempia oppure si avvelena, si strozza o qualunque altre cosa? Io NO.)
Poi ci sono un paio di cit., quindi vediamo di fare ordine: [era nella terra fredda, nella terra negra, anche se il sole non la rallegrava, né riscaldava] viene da ‘Pianto antico’, meravigliosa poesia di Giosuè Carducci, mentre [luomo dalle molte maschere] viene da TMS1, precisamente dall’epica battuta del Capitano Stacy: “Il tuo boyfriend è un uomo dalle molte maschere”.
E poi basta, anche se credevo di averne messe di più xD.
Quindi non ho altro da aggiungere, se non recensite!
Fede ♥


 
  
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