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Autore: Just_Sebastian    20/10/2014    2 recensioni
Tratto dal prologo:
Kurt non meritava questo potere. In realtà non l’aveva mai voluto, ma ci era nato e avrebbe passato l’eternità in compagnia di esso, volente o nolente. C’era bellezza in esso, una magia meravigliosa che gli permetteva di fare cose straordinarie. Ma non c’è mai solo un lato positivo nelle cose. E quello negativo poteva veramente rovinare tutto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III
 
 



È un bene che andiamo così d’accordo noi due visto che saremo compagni fino alla fine del liceo.
 
Quelle parole continuavano a rimbombare nella testa di Kurt. Poteva esserci qualcosa di peggio del passare un intero anno nella stessa classe di Sebastian Smythe? Ah già, l’esserci vicino di banco per un intero anno. E (guarda caso) era capitato anche questo!
 
Basta, doveva concentrarsi, aveva un test di letteratura l’indomani e non poteva permettersi un’insufficienza.
 
Si costrinse a scacciare quei pensieri e rilesse per la decima volta la stessa frase di quel dannato libro. Finalmente sembrò che fosse ora di passare alla seconda riga quando sentì uno strillo proveniente dal piano di sopra: “KUUUUUURT! VIENI SUBITO QUI!”.
 
Scese in fretta e furia dal divano, gettando via il libro di letteratura, e corse su per le scale, aspettandosi il peggio. Solo in quel momento si ricordò di un piccolissimo particolare…
 
“Mi vuoi gentilmente spiegare perché la tua camera sembra il Mississippi in piena?” glii urlò in un timpano.
 
Fece un leggero sorriso imbarazzato, sperando che bastasse quello per farsi perdonare.
 
A quanto pare non bastava.
 
“È inutile che fai quella faccia, ora prendi straccio e scopettone e asciughi TUTTO!” gli ordinò.
 
Rassegnato, si rimboccò le maniche e cominciò ad asciugare.
 
Quel ghiacciolo ingigantito stava cominciando davvero a dargli sui nervi. Fino a quel momento si era sciolto solo per metà, quindi chissà quanti altri danni avrebbe fatto. Kurt non voleva neanche pensarci.
 
Tecnicamente avrebbe potuto creare anche un piccolo pupazzetto con otto braccia che lo aiutasse a fare tutto, ma poi si sarebbe sciolto anche quello, quindi sarebbe stato inutile, se non addirittura dannoso. E poi non gli piaceva molto creare delle cose che si muovevano e pochi minuti dopo si scioglievano inesorabilmente. E di certo non poteva far nevicare dentro casa solo per farli “vivere” un’oretta di più. Tralasciando il fatto che Carole rischiava di sfondare la porta con la sua furia se avesse visto un solo fiocco di neve aleggiare per il salone.
 
Decisamente non le piaceva il freddo, era più una donna che avrebbe volentieri passato buona parte dell’anno rintanata in un piccolo angolo dei Caraibi a godersi il mare e il sole.
 
Cose che Kurt, forse per natura, detestava assolutamente.
 
In ogni caso pensare al mare di certo non allietava l’asciugare tutto quel disastro, anzi.
 
Finì circa una mezz’oretta dopo, ricordandosi poi della verifica di letteratura e fiondandosi di nuovo in sala a studiare.
 
La mattina dopo…
 
Aveva studiato tutto il pomeriggio, non era possibile che quel compito gli andasse male. Si avvicinò al suo armadietto, prese i fogli per il compito e si diresse in classe.
 
...dove ovviamente lo aspettava Smythe.
 
Cercò di ignorarlo quando gli rivolse il suo solito ghigno, passando al banco dietro.
 
“Finn posso sedermi vicino a te per il compito?” chiese gentilmente.
 
“Scusa Kurt, ma ho bisogno di Rachel per fare questa verifica, ieri non ho fatto nulla” rispose l’altro.
 
Si, mi pare di aver capito quanto stessi studiando ieri dai rumori assordanti di Call of Duty.
 
“Va bene, come non detto”  e se ne tornò al suo posto vicino all’idiota.
 
“Hey buongiorno, Madame! Cercava di evitarmi per caso?” esclamò l’altro facendo un sorriso a trentadue denti. Decisamente idiota.
 
“Sta zitto Sebastian” lo liquidò l’altro.
 
“Quanto sei agitata mia cara, dovresti essere più rilassata di prima mattina, non ti fa bene tutto quel caffè che ti prendi!”.
 
Idiota al quadrato. Non prendo neanche il caffè. Ti sto per trasformare in una statuetta da mettere in camera, sappilo.
 
Però non sarebbe male avere Sebastian in camera…
 
KURT! Vergognati! Che vai a pensare?! Hai un test di letteratura cavolo, pensa a quello!
 
Neanche due secondi dopo la professoressa Donovan entrò in classe e distribuì i compiti a tutti.
 
Ok, poteva farcela, era piuttosto semplice e ce l’avrebbe fatta… Oddio mio…
 
Spiega il significato del finale del libro “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, illustrandone tutte le caratteristiche.
 
Merda. Quella parte non l’aveva neanche letta…
 
“Sei una povera damigella in difficoltà per caso? Sei sbiancato!”.
 
Figurarsi se Sebastian perdeva l’occasione di fare una MERAVIGLIOSA battuta.
 
“Per la seconda volta, sta zitto Smythe!” gli disse lanciandogli un’occhiata di fuoco.
 
Doveva risolvere al più presto quel problema.
 
Rachel era in competizione con lui dall’asilo, non gli avrebbe mai dato una mano.
 
Finn poteva avere tutte le buone intenzioni possibili, ma sarebbe stato molto più preparato su tutta la storia della Nintendo.
 
Puckerman? Ma ci aveva mai parlato?
 
Santana? Troppo stronza, sarebbe stata capace di suggerirgli sbagliato.
 
Brittany? Gli avrebbe probabilmente consigliato di disegnare l’impronta di una zampa di un gatto al posto della risposta, mettendoci tutti cuoricini attorno.
 
Sebastian? Neanche se fosse stato l’ultimo essere vivente nell’universo.
 
Per circa un’ora e quarantacinque si dedicò alle altre domande, ma poi arrivò il momento dell’ultima, ed aveva solo un quarto d’ora per farla.
 
Cominciò a pensare a tutte le possibilità, ma nessuna era plausibile e di certo non poteva inventarsi il finale di un libro senza neanche averlo letto e dare un’interpretazione così a caso.
 
“Guarda che posso anche darti una mano eh!” gli sussurrò Sebastian in un orecchio.
 
“Grazie, ma non voglio il tuo aiuto Smythe! Anche perché vorresti qualcosa in cambio e di certo non sono disposto a fare patti di alcun genere con te!”
 
“Non può essere semplicemente un atto di pura generosità?” sorrise l’altro.
 
“No Smythe, non può esserlo. Sarebbe contro le leggi vigenti della fisica” lo guardò male.
 
“Come non detto, per qualunque cosa io sono qua, tanto ho consegnato venti minuti fa!” rispose appoggiandosi alla sedia con fare annoiato.
 
Mancavano solo dieci minuti.
 
Diamine, ma non poteva capitargli un’altra domanda? Che sfortuna…
 
Continuò a ragionarci ma non riusciva proprio a ricordare nulla di nulla che fosse anche vagamente ricollegabile a quello stramaledettissimo libro.
 
Ancora cinque minuti.
 
Stava arrivando al limite della disperazione. Doveva per forza fare quella domanda, una B nella sua media non sarebbe stata affatto carina.
 
“La mia offerta è sempre valida!” annunciò il compagno.
 
“E va bene, e va bene! Dimmi come devo rispondere!”.
 
Sebastian scrisse un bigliettino e glielo passò.
 
Grazie mimò con le labbra.
 
Scrisse la risposta così come gliel’aveva suggerita l’altro e poi consegnò.
 
Un minuto dopo suonò la campanella che annunciava la fine dell’ora.
 
Kurt si alzò per sgranchirsi un po’ le gambe in corridoio, quando una mano lo bloccò.
 
“E visto che ora sei in debito, oggi pomeriggio verrai a studiare da me, visto che sembra che ti servano ripetizioni di letteratura!” esclamò tutto felice Sebastian.
 
“Non contarci, Mangusta!” gli rispose l’altro, guardandolo male.
 
“Oh invece ci conto, visto che qualcuno potrebbe dire alla professoressa che l’ultima risposta te l’ha suggerita un uccellino! Una convocazione dal preside starebbe da favola sul tuo fascicolo scolastico!”
 
“Non osare, Sebastian”
 
“Invece oserò se non ti presenterai da me alle quattro con i libri che ci servono!”





SPAZIO AUTOREEEEEE!!!!

Punto uno: SCUSATEEEEEEEEE SONO IN RITARDISSIMOOOOOOO >.<
Punto due: sclero time, yeah!
Punto tre: stavo praticamente dormendo quando mi sono messo a scrivere il nuovo capitolo, ergo potreste trovarci 30000 errori di grammatica (soprattutto perchè il mio Word è impazzito e non mi sottoliea più gli errori) e 50000 ripetizioni. Perdonate. 
Punto quattro: ringrazio quella sclerata che mi ha dato retta e mi ha fatto compagnia mentre scrivevo quest'obbrobrio e sopratutto ringrazio quelli che stanno anche solo leggendo questa storia, vi adoro, sappiatelo!
Punto cinque: ho sonno quindi concludo qui, ciaoooooo

- Just_Sebastian
  
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