Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |      
Autore: EricNorth    21/10/2014    0 recensioni
...Nella sala c’era una capsula di stasi abbandonata sul pavimento, all'interno un giovane che sembrava semplicemente addormentato. Aveva un leggero sorriso sul viso dai lineamenti decisi, per un momento Aiden rimase a fissarlo come incantato senza muoversi.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Ma che cazzo.» Il suono acuto e penetrante dell’allarme lo aveva fatto sobbalzare facendogli sbattere la testa contro la parete della cuccetta troppo piccola «Cinque minuti di pace era chiedere troppo vero?»
«Solo cinque minuti? Allora le voci che girano sul tuo conto non sono vere, peccato.» Il giovane sotto ufficiale mezzo nudo si era girato sul letto appoggiandosi su un gomito e lo stava guardando divertito rivestirsi in tutta fretta.
«Non puoi neanche immaginare quello che posso farti in cinque minuti.» Il tenete comandante Aiden Weiss, capo della sicurezza, si era già dimenticato il nome del ragazzo e stava maledicendo la sirena che non sembrava intenzionata a smettere di fracassargli i timpani. «Non dovresti presentarti a rapporto da qualche parte anche tu?» Ormai aveva acquisito una certa esperienza nel liberarsi dei suoi compagni anche se di solito li allontanava dopo che entrambi erano pienamente soddisfatti di aver fatto reciproca conoscenza.
«Ho finito il mio turno due ore fa e non ho nessuna intenzione di tornare a lavoro a meno che questa carretta non sia in rotta contro un buco nero.» Il ragazzo si lasciò andare sul letto sbuffando e iniziò ad accarezzarsi con una mano il petto e l’addome facendo scorrere morbidamente l’altra fra le gambe. «Aspetterò il tuo ritorno con impazienza tenente.»     
Nei due anni passati a bordo dell’incrociatore imperiale di classe Delta ‘Athena’ Aiden si era scopato un buon numero di cadetti, sotto ufficiali e passeggeri nonché qualche ufficiale e non era il tipo da lasciarsi sfuggire un’occasione quando gli capitava. «Non ci vorrà molto, sarà un'altra incursione nella zona neutrale. Cerca di non divertiti troppo mentre non ci sono.» Disse rivolgendo al sotto ufficiale un sorriso complice prima di uscire dall’alloggio.

‘R146 P-E’ aveva memorizzato il codice della stanza del biondino e contava di ritornarci di corsa una volta risolto il problema che stava causando quel fracasso insopportabile.
 «Ponte di comando» Disse a voce alta dopo essersi infilato nel primo ascensore del corridoio. Rimorchiare un ragazzo per spassarsela qualche ora insieme non era mai stato un problema per lui. Aveva iniziato a scuola per poi continuare all’accademia militare e dopo sulla nave. Visto che la sua vita era stata programmata senza lasciargli scelta non vedeva il motivo per non divertirsi nel tempo libero. Ormai aveva perso il conto delle sue conquiste e dimenticato la maggior parte dei loro volti. Li puntava nella sala ristoro, al bar o negli spogliatoi della palestra e dopo 20 minuti erano già in un alloggio a baciarsi con foga e strapparsi di dosso i vestiti prima ancora di arrivare a letto. Stava attento a scegliere sempre persone di passaggio o che stavano per essere trasferite e non li portava mai nella sua stanza.
Capì che non si trattava di una semplice incursione appena le porte dell’ascensore si aprirono sul ponte di comando, il capitano era sul ponte insieme al comandante e a metà degli ufficiali anziani della nave.
«Capitano» Aiden salutò l’ufficiale annunciando la sua presenza rivolgendo un cenno anche agli altri ufficiali e rimanendo in attesa di ordini e spiegazioni.
«Tenente Weiss, abbiamo un problema.» Il capitano Randall era un uomo di mezza età con i folti capelli grigi sempre perfettamente pettinati all’indietro e lo sguardo acuto. Aveva combattuto in prima linea durante la Separazione e ne portava ancora i segni sulla pelle e nell’anima. Non era una persona facile da impressionare e se aveva ritenuto opportuno di usare la parola ‘problema’ anziché ‘fastidio’ o ‘seccatura’ come era solito definire le scaramucce sul confine la situazione doveva essere grave.

Dalla sua postazione Aiden poteva controllare ogni angolo dell’immensa nave e dopo aver ordinato alle squadre di sicurezza di prendere posizione si preparò al salto ripensando a quello che il capitano gli aveva appena detto. Un convoglio imperiale era stato attaccato lungo il confine, tutte le navi disponibili nel quadrante stavano convergendo in quella posizione ma loro erano i più vicini e per almeno un’ora sarebbero stati gli unici a trovarsi lì. Aiden non aveva mai visto un simile spiegamento di forze in soccorso a una singola nave, né tanto meno aveva mai assistito a un vero e proprio sconfinamento.
Come sempre trattenne il respiro l’attimo prima del salto, una vibrazione intensa attraversò l’intera nave e un flash di luce lo costrinse a chiudere gli occhi. Nel tempo che impiegò a riaprire le palpebre erano a destinazione, esattamente 3,71 anni luce dal punto di partenza.
La nave diplomatica imperiale davanti a loro era ridotta male, non sarebbe sopravvissuta a un altro colpo. Le capsule di emergenza erano sparse tutto intorno e continuavano a venire espulse dalla nave che stava facendo del suo meglio per proteggerle dai colpi delle navi nemiche, più piccole ma meglio armate e più veloci.
«Travis, trovami la navetta HMS-02. Subito! Owen rispondi al fuoco con tutto quello che abbiamo, li voglio tenere occupati più a lungo possibile» Il capitano stava urlando contro i guardiamarina che stavano facendo del loro meglio per eseguire i suoi ordini al più presto.
«Capitano dobbiamo imbarcare le capsule, non resisteranno sotto il fuoco incrociato.» Il comandante sembrava stupito che la priorità del suo superiore non fosse quella di mettere in salvo le persone che stavano abbandonando la nave semidistrutta.
«Gli ordini sono di trovare e mettere in sicurezza la navetta HMS-02. Poi ci occuperemo dei civili, fino ad allora dovranno cavarsela da soli.» Era evidente quanto gli fosse costato dare quegli ordini ed era altrettanto evidente che non fosse stato informato di cosa c’era di tanto importante in quella navetta da giustificare quello che probabilmente sarebbe stato un massacro.
«L’ho trovata signore, la navetta è sul ponte di lancio secondario della ’Merìdian’. È danneggiata, non credo che possa muoversi.» Il guardiamarina continuava a snocciolare informazioni sui danni senza accorgersi che il capitano non gli stava più prestando attenzione.
«Tenente Weiss, prenda una squadra e una navetta. Recuperate il carico e portatelo qui, cercheremo di tenere a bada i Fremm fino all’arrivo dei rinforzi.» Disse il capitano.
«Sissignore.» Aiden si alzò dalla sua postazione e scattò fino all’ascensore infilandosi dentro mentre il capitano ordinava ai caccia di attaccare.

Quella mattina alzandosi non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi in mezzo a una vera battaglia, la guerra dopo la Separazione era finita poco prima della sua nascita. Negli ultimi 25 anni c’era stata la pace, per quanto precaria, entrambe le fazioni avevano sfoggiato la propria potenza militare in più occasioni ma sempre nella zona neutrale e in ogni caso senza colpirsi mai direttamente. Come due belve feroci che si danzano intorno studiandosi a vicenda prima di azzannarsi al collo.
Preparare la squadra e la navetta richiese pochi minuti e i suoi uomini non fecero domande quando li ebbe informati della missione. Era stato solo due volte a bordo di una navetta come quella, durante l’addestramento e quando era stato trasportato a bordo dell’Athena due anni prima. Non era mai sceso dalla nave da allora e credeva che non l’avrebbe fatto per almeno altri tre anni. Aiden sfruttò il breve tragitto fino alla Meridian per dare ai suoi uomini le ultime istruzione sulla missione. Avrebbe preferito pilotare la navetta anziché essere circondato dai visi con l’espressione incredula dei suoi uomini sconvolti quanto lui da quello che, probabilmente, sarebbe stato il primo vero scontro a fuoco della loro vita.
«Stiamo per atterrare, signore.» Un soldato avvisò il tenente che erano quasi a destinazione.
«Bene, siete stati addestrati per affrontare situazione come questa, porteremo a termine la missione e torneremo sull’Athena. Per l’Impero!»
«Per l’Impero!» Gridarono gli uomini prima di uscire ordinatamente schierati sul ponte di lancio della Meridian. Dietro l’espressione rilassata che si era imposto di mantenere davanti ai suoi uomini Aiden sperava solo che ne sarebbero usciti tutti vivi.
La HMS-02 era piegata su un fianco in posizione e pronta per il lancio ma non si sarebbe mossa di un centimetro.  Il fianco destro della navetta era stato centrato da un colpo di artiglieria che l’aveva quasi sventrata. Non c’erano uomini dell’equipaggio ancora vivi sul ponte della Meridian, tutti quelli ancora in grado di camminare avevano abbandonato la nave lasciando solo i morti a vegliare sulla navetta.
«Tu e tu, con me.» Ordinò «Voi schieratevi intorno alla nave, non voglio che si avvicini nessuno. Noi entriamo.» Aiden dava comandi semplici e concisi che gli uomini eseguirono senza battere ciglio anche in mezzo a quel caos di morte e distruzione.
Le luci all’interno della navetta erano fuori uso e l’unica fonte di luce erano gli squarci sulla paratia, i tre uomini procedevano cautamente nell’oscurità. La stiva come in tutte le navette di quella classe si trovava dietro l’ultima porta sul corridoio centrale. Gli uomini rimasero sorpresi nel vederla completamente vuota, Aiden pensò che l’equipaggio forse non aveva fatto in tempo a caricare la navetta, se le cose stavano così significava che non avevano nessuna speranza di completare la missione. Non potevano perlustrare l’intera nave perlopiù senza avere idea di cosa cercare. Stavano riattraversando la navetta per uscire e tornare a mani vuote a bordo dell’Athena quando nel corridoio immerso nell’oscurità una mano afferrò Aiden per la caviglia.

«Cazzo! C’è qualcuno ancora vivo qui.» Il tenente non si aspettava di trovare superstiti.
«Stiamo cercando qualcosa di molto importante. Che cosa è successo qui soldato? » Aiden cercava di avere qualche informazione ma non sapeva come spiegare a quell’uomo agonizzante, che si teneva una mano premuta su uno squarciò all’addome, quello che voleva sapere.
«Siamo stati... attaccati. Devi portarlo via… Sto... morendo vero?.» Il soldato respirava a fatica.
«Tranquillo i soccorsi stanno arrivando. Cosa dovevate caricare sulla navetta?» Chiese ancora Aiden. Il soldato lo tirò per l'uniforme e si avvicinò al suo orecchio.
«È nella sala passeggeri, devi portarlo via!» Gli aveva detto poi si era accasciato come svuotato e non si era più mosso.
«È morto.» Disse Aiden al soldato che era tornato con un kit d’emergenza, per un momento rimase fermo a pensare alle parole di quell’uomo.
«Signore dobbiamo andare via!» gli stava dicendo uno dei suoi uomini.
«Merda! Non c’era nessun carico.» Gridò
«Come signore?»
«Non c’è nessun carico, voglio dire che il carico è una persona. È nella sala passeggeri!» Non aspettò che i suoi uomini lo seguissero.
Nella sala c’era una capsula di stasi abbandonata sul pavimento con all’interno un giovane che sembrava semplicemente addormentato, aveva un leggero sorriso sul viso dai lineamenti decisi. Per un momento Aiden rimase a fissarlo incantato senza muoversi. Le imprecazioni dei soldati che erano arrivati dietro di lui lo riscossero. Non sarebbero mai riusciti a portare fuori dalla navetta semidistrutta la capsula, doveva tirare quel ragazzo fuori di li.
Normalmente dopo aver dato il comando di risveglio bisognava aspettare che la persona in stasi riprendesse i sensi prima di spostarla ma non aveva tempo di rispettare la procedura.  L’avrebbe portato in spalla ed era sicuro che il ragazzo avrebbe preferito un po’ di nausea da risveglio precoce a una morte sicura lì dentro.
«Aiutatemi a portarlo fuori.» Ordinò ai soldati alle sue spalle.
Erano arrivati all’ingresso della navetta quando iniziarono a piovere i colpi d’arma da fuoco. Due droni e una squadra di Fremm erano appena sbarcati sul lato opposto della pista e stavano sparando contro i suoi uomini rimasti a presidiare la navetta.
«Lo prendo io, mi serve copertura.» Aiden si caricò il ragazzo esanime in spalla e si diresse di corsa verso la navetta. A prima vista non avrebbe detto che era così pesante, correre con un altro uomo sulla spalla non era una cosa facile, i proiettili che fischiavano alle sue spalle però erano un ottimo incentivo. Anche il pilota era sceso dalla navetta per coprire la ritirata dei soldati rimasti indietro. Poggiò il ragazzo su uno dei sedili e torno indietro per unirsi alla mischia. Era appena arrivato all’ingresso quando l’esplosione lo scaraventò di nuovo all’interno della navetta, qualcuno aveva colpito i motori della HMS-02 facendoli saltare in aria. Si rialzò stordito e si sporse cautamente per osservare la situazione all’esterno, le orecchie gli fischiavano terribilmente. La scena all’esterno era raccapricciante, il braccio del pilota stringeva ancora in mano l’arma ma non c’era traccia del resto del suo corpo. Uno dei droni nemici si muoveva senza la parte superiore del corpo calpestando i corpi straziati dei suoi uomini e dei Fremm senza distinzione. Non riusciva a vedere bene a causa del fumo ma non credeva che ci potessero essere superstiti. Un’altra navetta nemica si stava atterrando proprio in quel momento.

«Cazzo!» Doveva allontanarsi subito da li. Sperava solo che la sua navetta non fosse rimasta danneggiata dall’esplosione. Poteva pilotarla, era stato addestrato per farlo ed era anche bravo, il migliore del suo corso.
«Posso farcela, niente copilota, niente navigatore una passeggiata.» Aiden parlava da solo mentre attivava i comandi e aspettava con il fiato sospeso che la navetta si muovesse.
Uscire dall’hangar non era stato difficile, ora doveva evitare di essere colpito fino ad arrivare sulla Athena e poi si sarebbe preso una settimana di permesso.
«Athena, qui è il tenente comandante Weiss, ho il carico.» Disse Aiden dopo aver attivato un canale di comunicazione criptato. Non aveva specificato che il carico era una persona di proposito, voleva prima discuterne con il capitano.
Dall’interfono arrivavano solo scariche elettrostatiche. “Merda!”
«Athena, qui Weiss. Potrei avere qualche problema al sistema di comunicazione. Chiedo il permesso di salire a bordo.»  Aiden sapeva bene che se la nave non aveva ricevuto il suo codice di sicurezza correttamente i sistemi automatizzati di difesa lo avrebbero fatto a pezzi se si fosse avvicinato troppo.
La nave Fremm che si frappose fra lui e la Athena fece passare in secondo piano il suo timore di essere colpito dal fuoco amico. Aveva visto le didascalie degli incrociatori Fremm all’accademia ma non gli rendevano giustizia, mentre aspettava di morire pensò che era bello e terribile proprio come le grandi navi da guerra imperiali. La Athena era solo una nave da trasporto e ricognizione, era ben armata e poteva fronteggiare anche molti piccoli vascelli Fremm ma era inerme di fronte all’incrociatore. Aiden lo osservò con orrore puntare i cannoni dritti contro la sua navetta, ce l’aveva proprio con lui.
Era rassegnato ad essere polverizzato all’istante invece a quanto pareva non era quello il suo destino. La Athena si era lanciata contro l’incrociatore schiantandosi, l’esplosione aveva distrutto la nave più piccola e danneggiato gravemente l’altra che non si aspettava una mossa come quella e non aveva potuto spostarsi abbastanza velocemente. Oltre la Merìdian i pochi caccia imperiali rimasti stavano tenendo occupata la flottiglia di vascelli Fremm anch’essa in rotta e nessuno il quel momento stava facendo caso alla sua navetta.
«Merda! Devo allontanarmi prima che arrivino altri Fremm.» Disse preparando la navetta per il salto. Sperava che almeno i sistemi di guida fossero a posto, impostò la distanza e la direzione e incrociò le dita.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: EricNorth