Film > Inception
Ricorda la storia  |      
Autore: earlgreytea68    21/10/2014    0 recensioni
Due criminali di prim’ordine. Un topo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Arthur, Eames
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Di Topi e Creature Mutanti Demoniache

 

 

autrice: earlgreytea68
traduzione di miseichan

 

Riassunto: Due criminali di prim’ordine. Un topo. 

 



 

Arthur lavorava da ore quando Eames alla fine si degnò di farsi vivo. 
Come al solito, andò dritto alla scrivania di Arthur e si accalcò nel suo spazio, piegato su di lui, le labbra vicino al suo orecchio. La cosa più eccezionale, pensa spesso Arthur, dell’aver iniziato una relazione con Eames e dell’aver deciso di provare a tenerla nascosta, è che il tutto non abbia affatto richiesto a Eames di cambiare il proprio comportamento.
Eames continua a negare ad Arthur una qualsivoglia idea di spazio personale, flirta con lui in maniera oltraggiosa e nessuno nel dreamsharing batte ciglio perché Eames è fatto così e continuerà a provarci con Arthur fino al giorno della sua morte. 
E’ Arthur che si occupa di tutta la recita, pensa. Arthur che deve resistere all’impulso di placcare Eames e strappargli i vestiti di dosso quando fa qualcosa di brillante, Arthur che deve inventare modi di zittirlo quando diventa insopportabile, diversi da quelli così eccezionali che ha recentemente avuto modo di scoprire. Ed è tutto davvero fastidioso perché, fra di loro, è Eames il vero attore.
Quando Arthur una volta lo fece presente a Eames, Eames disse, Ma, caro, tu hai sempre finto di non avere disperate, oscene fantasie su di me, è la stessa situazione per te, non è cambiato nulla, e Arthur aveva provato a rompere con lui, una delle migliaia di volte in cui aveva tentato infruttuosamente di lasciare Eames, perché Eames è stupido e affascinante e Arthur scioccamente lo adora. 
In questo particolare momento, Arthur non adora Eames. Arthur è infastidito da Eames, e non il baciami-e-hai-risolto tipo di fastidio. Perché Eames aveva ignorato i diciassette diversi tipi di sveglie con cui Arthur ha cercato di farlo alzare in orario quella mattina; perché nell’opinione di Eames era Arthur che si impegnava troppo su stupidi, semplici lavori e Eames derideva il motto di Arthur Non c’è un lavoro troppo semplice da non andar fatto alla perfezione perché il motto di Eames è Non c’è alcun bisogno di fare alcunché alla perfezione e specialmente non un lavoro che riusciremmo a fare bendati e legati quando potremmo invece impegnare il resto del nostro tempo a letto per un po’ di sesso mattutino, possibilmente bendati e legati. 
“Così generoso da parte tua unirti a noi, Mr. Eames,” dice Arthur, senza guardare la sua irritante faccia mentre compie un riferimento incrociato da un fascicolo al successivo.
“Abbiamo una situazione grave.” Eames gli mormora all’orecchio.
Il cervello di Arthur passa automaticamente in modalità crisi, pianificando il possibile elenco di cosa vada fatto a seconda della tragicità della situazione. Alza lo sguardo su Eames e dice: “Cosa?”
“C’era un topo,” dice Eames.
Arthur lo fissa. 
L’espressione di Eames è completamente seria. Arthur non ha idea di cosa farsene. 
Dopo un secondo, dice, “Questa è... la parola in codice per qualcosa?”
“E’ la parola in codice per topo,” mormora Eames a denti stretti. “Per disgustoso, sudicio, piccolo roditore, portatore di rabbia, peste e probabilmente sifilide.”
“Non sapevo fosse possibile prendere la sifilide da un topo. E, se dovesse capitarti, sarei davvero molto preoccupato dalle tue attività ricreative.”
“Non hai afferrato il punto,” sbraita Eames.
“Sono completamente d’accordo,” dice Arthur, perché, come di consueto con Eames, non ha idea di come siano arrivati a parlare di sifilide e topi. “Qual è il punto che stavi cercando di fare?”
“C’era un topo. Nella nostra casa.”
“Non la nostra casa,” lo corregge Arthur. “Quel triste piccolo tugurio è tuo, non mio, e quante volte ti ho detto che era sporco e disgustoso?”
“E’ autentico,” protesta Eames.
“Con tanto di autentico topo.”
“Devi andare a ucciderlo,” annuncia Eames, con tale veemenza da cominciare ad attirare occhiate dagli altri componenti della squadra. 
Arthur mostra loro un sorriso teso che spera risulti totalmente rassicurante. 
“Non andrò a uccidere il topo. Parla a bassa voce.”
“Perché non vuoi uccidere il topo? Ti vedo in continuazione uccidere altre cose.”
“Lo stesso vale per te. Ed è il tuo topo nella tua casa.”
“E come tutti sappiamo, dalle regole del Dr. Seuss, questo mi rende forse responsabile dell’uccisione del topo?” ribatte Eames. 
“Chiama un disinfestatore.” sibila Arthur “E lasciamene fuori.”
“Il topo era sul tavolo della colazione.”
“Se fossi venuto a lavoro con me questa mattina come un adulto, non avresti mai dovuto vedere il topo,” gli fa notare Arthur, ragionevolmente.
“Hai messo lì il topo per tormentarmi?”
Eames,” dice Arthur, esasperato. “Non c’è nessuna crisi in corso qui. C’è un topo. Un topolino piccino piccino.”
“Ritiro tutto. Credo fosse un ratto. Era sicuramente grande quanto la mia mano. No, quanto la mia testa.”
“Chiama un disinfestatore,” gli dice Arthur, fermamente. 
“Va tutto bene?” chiede l’architetto, le sopracciglia inarcate per la confusione.
“La galanteria è morta,” Eames annuncia a tutti, piattamente, prima di lasciare la stanza annunciando, “Compro un gatto!”
“Sono allergico ai gatti!” gli grida dietro Arthur a mo’ di promemoria, e poi si gira verso gli altri ancora intenti a fissarlo. “E’ tutto sotto controllo,” li rassicura Arthur, quindi lavora con diligenza tutto il giorno per confermarlo.

 

***

 

Arthur porta a casa con sé i file di Eames perché da bravo fidanzato qual è perdonerà Eames per essere stato assente dal lavoro tutto il giorno, contribuendo inoltre a numerose sessioni informative. 
Trova l’appartamento buio e deserto, si acciglia e chiama Eames. 
Eames risponde con, “Il topo mi ha mangiato.”
“Chiaramente non lo ha fatto.”
“Mi ha tagliuzzato in tanti piccoli pezzi e mi ha mangiato e spero che tu pianga la mia perdita per sempre, corroso dal senso di colpa, e che tu sia infestato dai topi per il resto della tua vita.”
“Non perseguitato da te?” chiede Arthur.
“No, sarebbe essere troppo buono con te, io ti mancherei e tu vorresti essere perseguitato da me.”
“Oh, ovviamente, sì, assolutamente, è il mio più caro desiderio essere infestato da te,” replica Arthur. “Dove sei?”
“In un posto senza topi.”
“Hai intenzione di dirmi dove o devo venire a cercarti?”
“Hmmm,” dice Eames, tirandola per le lunghe come se stesse seriamente considerando le opzioni. “Trovami. Sei più sexy quando ti dimostri spaventosamente abile.”
“Ho portato tutti i tuoi fascicoli a casa per te,” lo avverte Arthur.
“Caro, ti amo quando mi dici sconcezze. Cosa c’è in quei fascicoli?”
“Fogli di carta,” dice Arthur, chiudendo quella topaia di appartamento e facendo marcia indietro verso le scale, perché Eames per Arthur è diventato prevedibile quanto il tempo (vale a dire: quasi completamente, fatta eccezione per le volte in cui fa qualcosa di così inaspettato che Arthur non riesce a spiegarsi) e Arthur riuscirà a trovarlo nel giro di pochi minuti e lo sanno entrambi. 
“Mmm, continua,” lo incoraggia Eames. 
“Con delle cose scritte sopra. Parole.”
“La tua scrittura?”
“A volte.”
“Bene, ora, vedi, sei riuscito ad eccitarmi e se non mi troverai nei prossimi dieci minuti andrò a rimorchiare un ragazzino giovane e carino in un bar e sarà un peccato per te, e tutto questo perché non hai voluto uccidere il topo.”
“Sto attaccando,” Arthur gli dice.

 

***

 

“Cos’è questa storia di te e del topo?” gli chiede Arthur. 
Eames geme sonoramente sul petto di Arthur. “Nella tua testa,” dice “hai questo adorabile calendario con tanto di codice a colori, non è vero? E ogni giorno è diviso in sezioni. E subito dopo la sezione segnata come ‘sesso con Eames’...”
“Sì, dopo quei quindici minuti che metto da parte,” Arthur acconsente. 
Eames lo ignora. “...la sezione successiva per te riporta sempre, ‘Menziona l’argomento più noioso al modo così da rovinare la radiosità di Eames’.”
“Ti rendo radioso?” domanda Arthur. 
Eames si sposta quel tanto da permettere ad Arthur di vedere la sua faccia. “No,” dice. “In realtà, sei piuttosto terribile. E se non hai intenzione di uccidere roditori per me, non vedo a che pro continuare a tenerti.”
“Odi i topi, Eames?”
Arthur. Alle volte fai delle domande davvero stupide e mi preoccupo seriamente per le tue facoltà mentali, caro.”
“Sto solo dicendo che ogni volta che stiamo in una delle mie case, passi tutto il tempo a lamentarti di come io sia troppo ‘pulito’ e ‘ordinato’ ed è assolutamente necessario per te girovagare lasciando ovunque briciole e capi d’abbigliamento, senza contare che non riesco nemmeno a capacitarmi di come tu possa avere così tanti calzini, sono convinto che tu li sferruzzi mentre dormo o qualcosa del genere, e ti ho sempre visto indossare le stesse tre penose paia ancora e ancora finché sono rivoltanti...”
“Quelli sono i miei calzini fortunati,” lo informa Eames, offeso. 
“E ogni volta che dico, ‘Eames, ti dispiacerebbe non trasformare il nostro spazio vitale in una discarica?’ tu mi accusi di essere pignolo e arrogante...”
“Non è quello che dico. Io dico che sei puritano e adorabile e poi ti scopo così da incasinarti un po’.”
“Okay. Sì. Giusto. Bene. Sto solo dicendo. Credevo che tu fossi abituato a vivere con periodiche infestazioni di cose disgustose, considerando lo stato dei tuoi appartamenti e delle tue case e cose.”
“Non mi piacciono i topi,” dice Eames. “Mi danno i brividi. Non hanno le ossa.”
“Hanno le ossa.”
“Be’, si comportano come se non avessero le ossa. E’ raccapricciante. Hanno delle strane ossa senza ossa.”
“Non so mai decidere se c’è qualcosa di sbagliato in te per essere, sai, te, o qualcosa di sbagliato in me che sono qui con te.”
“C’è sicuramente qualcosa di sbagliato in te,” gli dice Eames con convinzione. 
“Chiama un disinfestatore,” dice Arthur. 
“E avere sconosciuti che girovagano per tutto il nostro appartamento, chiedendo come mai abbiamo un deposito segreto di semi-automatiche nascoste nel cesto per la biancheria?”
“Digli che è quello a cui credi servano i cesti per la biancheria, visto che certamente non ti ho mai visto usarne uno per qualcos’altro.”
“E non puoi mai saperlo, potrebbero mettere delle cimici. Non accusarmi di essere paranoico: abbiamo dei nemici. No, mi libererò semplicemente del posto.”
Arthur inarca le sopracciglia. “Ti libererai dell’appartamento?”
“Non ti piace, comunque.”
“Sì, ma a te piace. Sei ossessionato da quella stupidissima parte rotonda del muro della camera da letto dove nessun mobile può entrare.”
“Ci sistemerò una scultura un giorno,” gli ricorda Eames, perché hanno già avuto quella discussione. 
“Non se ti libererai del posto,” gli fa presente Arthur, arrivando alla logica conclusione. 
“Be’, non possiamo più vivere lì in ogni caso. E’ infetto.”
“Infestato?”
“Qualcosa di brutto.”
“Era solo un topo.”
“Caro, sei incaricato di fare i bagagli.”
“Io sono incaricato di cosa?”
“Di imballare tutto.”
“E’ compito mio?”
“Be’, non puoi certo aspettarti che io vada e impacchetti le mie cose.”
“Perché no? Sono le tue cose.”
“Principalmente ciò che c’è lì è l’inutile quantità di vestiti che porti con te ovunque. Perciò immagino abbandonerò semplicemente tutto e ridurrò il posto in cenere.”
Arthur si lamenta. 
Eames dice, con spropositata innocenza, “A meno che quei vestiti non siano di valore, vero caro?”
Arthur esce dal letto in modo agitato, segno di quanto sia irritato, perché normalmente Arthur è molto ordinato e preciso nei suoi movimenti. “E’ un fottuto topo,” informa Eames, cominciando a vestirsi. 
“Cosa stai facendo?”
“Sto andando a uccidere quel fottuto topo così che tu possa tornare a comportarti come il  vero pericoloso criminale che sei.”
“E’ il mio gilè che stai indossando, in realtà...”
“Taci,” scatta Arthur.

 

***

 

Eames sta imbrogliando contro se stesso a poker quando Arthur è di ritorno. 
E’ carico di borse porta abiti e regge, assurdamente, un’antica lampada che era stata il loro primo comune acquisto, frastornati dalla scoperta di quanto perfetti fossero insieme non solo durante il sesso (cosa che avevano previsto e che dunque non aveva provocato scoperte da cui essere frastornati), ed è un’orribile lampada, e la odiano entrambi, e hanno da tempo riconosciuto che la loro perfezione è applicabile nella maggior parte delle cose eccetto per le compere da sbronzi nei mercati di Istanbul, e ciò nonostante sono destinati a conservare quella lampada veramente orrenda per il resto delle loro vite. 
Eames inarca le sopracciglia e dimentica anche di fingere di star esaminando i documenti di Arthur invece di star giocando a carte. Semplicemente dice, laconico, “E’ andata bene?”
“Quello non è un topo,” dice Arthur, piattamente, lasciando cadere le borse con un’inconsueta mancanza di interesse per il loro benessere. “Quella è una creatura mutante demoniaca.” Arthur posiziona con cura la lampada sul comodino. 
Eames mischia le carte e finge di comportarsi come se non stesse per collassare in una risata isterica di lì a un minuto. “Davvero?”
“Non ho rotto la lampada,” dice Arthur.
“Stiamo semplicemente dichiarando l’ovvio adesso?”
Arthur dice, “Potrei aver rotto altre cose nell’appartamento.”
Eames non può farne a meno. Ride perché si è trattenuto anche troppo. 
“Era una creatura mutante demoniaca,” ribadisce Arthur. 
“Lo hai ucciso, caro?” chiede Eames, a corto di fiato per il gran ridere. 
“L’ho sicuramente spaventato,” dice Arthur, e poi, dopo un momento, “Penso, non lo so.”
Eames ride più forte. 
“Smettila,” lo rimprovera Arthur. 
“Il mese scorso hai fatto piangere Gurvev il Sanguinario Macellaio Cannibale,” commenta Eames, e ulula di gioia. 
Lui non era una creatura mutante demoniaca. Avresti dovuto dirmelo che era una creatura mutante demoniaca. Mi hai completamente tratto in inganno, affermando che era un topo,” dice Arthur, aspramente, per poi lasciarsi cadere con fare imbronciato accanto ad Eames sul letto. 
“Hai finito per dar fuoco al posto?” chiede Eames, affettuosamente, passando le mani nei capelli di Arthur a mo’ di scuse per aver riso di lui. 
“No,” borbotta Arthur contro il materasso. “Mi sono ricordato che hai degli esplosivi conservati nel finto freezer.”
“Oh, Cristo, mi ero dimenticato di quelli,” dice Eames.
“Ma credo che adesso sia una scena del crimine.”
“E’ una cosa?”
“Qualcuno ha chiamato la polizia a causa mia.”
Eames valuta il tutto per un momento. E poi dice, “Arthur. Hai sparato al topo?”
“Non era un topo, Eames. Non era coinvolto nessun topo. Ti sto dicendo che era...”
“Una creatura mutante demoniaca, sì, lo hai già detto.”
“Ti comprerò un altro orribile appartamento.”
“Va bene così. Non è che passiamo tanto tempo in questa città, comunque. E almeno hai tratto in salvo la lampada, tu inguaribile romantico. La lampada, e i tuoi vestiti. Davvero un inguaribile romantico*.”
“Hey, sono appena andato in guerra per te. Ti rinfaccerò questo gesto romantico per il resto della mia vita.”
“I fidanzati degli altri comprano mazzi di rose. Tu hai svuotato il caricatore di una Glock contro un topo.”
“Le rose muoiono,” gli dice Arthur. “Un caricate vuoto è per sempre.”
“Dovresti scrivere le carte dei Baci Perugina.”
“Come fai a sapere che non lo faccio già da libero professionista?”
“Ah, perciò è così che riesci a permetterti tutti i Givenchy.** E io che credevo fosse la nostra vita da criminali a pagare i tuoi completi su misura.”
“No, sono le trite frasi romantiche che scrivo. Assolutamente.”
Eames abbassa lo sguardo su Arthur e pensa, non per la prima volta, che ama il fatto di essere l’unico ad avere la possibilità di vedere Arthur sparare senza risultato a dei topi, e a scherzare sullo scrivere le frasi dei Baci Perugina. 
Pensa, non per la prima volta, a quanto incredibilmente stupido era stato credendo di essere innamorato dell’Arthur che aveva trascinato a letto, quando invece questo Arthur era stato lì ad aspettarlo per tutto il tempo, nascosto sotto l’Arthur che tutti gli altri vedevano, migliore di qualsiasi cosa Eames avrebbe mai potuto immaginare. Pensa che non smetterà mai di innamorarsi di Arthur. Pensa che, in giorni come oggi, sente di star innamorandosi di Arthur sempre di più ogni minuto che passa. 
“Grazie per aver provato a uccidere il topo per me,” dice, intendendo Ti amo e Arthur sa sempre leggere fra le complicate linee che Eames concepisce invece di dire Ti amo
“Racconta a qualcuno questa storia e ti uccido,” replica Arthur. 
Intendendo, Eames lo sa, Ti amo anch’io.

 

§

 

 

*In Inglese era presente un gioco di parole: Eames definisce Arthur un ‘closet romantic’ che in Italiano equivale a ‘inguaribile romantico’. Closet però in inglese significa anche armadio, da cui il gioco di parole perché Arthur ha salvato sì la lampada (gesto romantico) ma anche i completi (armadio). 

 

**Givenchy è un’azienda francese che produce capi d’abbigliamento, accessori, profumi e cosmetici. Attiva dagli anni cinquanta e fondata dal conte Hubert de Givenchy.


 




 

Note:
Inception. Arthur & Eames. 

Dunque, probabilmente la maggioranza di voi sta pensando: “Ehi, ho visto il film, ma non ricordo l’esistenza di questa coppia.” 
Avete ragione. Questi due baldi giovani condividono lo schermo per un totale di sì e no 2 minuti (in un film che ne dura 148), ma ciò non ha impedito a noi fangirl di creare un vero e proprio fandom solo per loro. 
Perché sono dolci, adorabili e si incastrano alla perfezione. 
(E Eames con il suo accento inglese e i suoi darling ci ucciderà tutte)
Io me ne sono innamorata e spero con tutto il cuore di riuscire a farli amare anche a voi. 

 

Ovviamente sono alle prime armi in quanto a traduzioni, per qualsiasi nota, consiglio, correzione o lavata di capo, non stateci neanche a pensare: scrivetemelo. Del tipo: prima sparate, poi fate domande.
E, sempre ovviamente, se ve la cavate con l’inglese la storia originale resterà sempre e comunque migliore: ci sono giochi di parole, frasi e concetti a cui l’italiano, purtroppo, non può rendere giustizia. 

 

Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/2192868/chapters/4802451?page=2&show_comments=true&view_full_work=false
Link account autrice: http://archiveofourown.org/users/earlgreytea68/pseuds/earlgreytea68
Link account traduttrice: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=87678

 

Grazie a tutti per l’attenzione, 
Miseichan

 



 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Inception / Vai alla pagina dell'autore: earlgreytea68