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Autore: Seiya112    21/10/2014    1 recensioni
Il campionato nazionale in cui lo Shohoku è stato sconfitto dall'Aiwa è ormai passato. I ragazzi hanno proseguito con i loro studi. Ora Miyagi frequenta la 3a, ed è ancora compagno di classe di Ayako; il rosso, Haruko, Rukawa, e l'armata Sakuragi sono in 2a, mentre tutti gli studenti anziani si sono diplomati con buoni voti. O meglio, tutti tranne Mitsui che è rimasto bocciato. Un nuovo studente arriva allo Shohoku, giusto in tempo per creare nuovo scompiglio in istituto già pieno di teppisti e teste calde...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII

Seconde possibilità

Hisashi rientrò in casa, rallentando il passo man mano che si avvicinava all'ingresso del soggiorno. Arrivò alle spalle della ragazza senza che lei si accorgesse della sua presenza. Si fermò brevemente ad ammirare il suo profilo e il sorriso che si delineava sulle sue labbra mentre grattava la pancia a "Ranmaru". Io lo chiamavo Barkley, ma ha poca importanza. Tanto non rispondeva mai. Anche Ranmaru è carino. Eppoi è così bella la sua voce mentre lo chiama... La immaginò seduta al tavolo dellla cucina, una bianca tovaglia, le candele accese, lei sorridente che inavvertitamente gli sfiorava la mano. Soffiò l'aria fuori dalle labbra, emettendo un leggero fischio. Devo cercare delle candele. Ma prima devo chiederglilo... E ora cosa le dico per convincerla a fermarsi a mangiare qui?

"Hai impegni stasera?" Stupita dalla domanda alzò gli occhi da terra, smettendo di accarezzare Ranmaru. "No. Perché?"

Dai, chiediglielo! "Ti va di cenare con noi, cioè, con me?" Immediatamente si sentì sciocco per aveglielo chiesto.

"Si, certo!" Si stupì della rapidità con cui lei rispose, quasi stesse aspettando da tanto quella domanda. Lei, mentre fissava lo sguardo nel suo fu felice di essere riuscita a mantenere la voce calma e di non essere arrossita.

"Bene." In pochi secondi il gatto cominciò a miagolare spazientito, e le diede una zampata. "Ranmaru! Smettila!" Riportò l'attenzione al gatto, ignara dello sguardo intenso del ragazzo. Che carina. Quindi qualche possibilità ce l'ho.

Il solo ricordo della scena la faceva arrossire. Un'ultima goccia d'acqua cadde tintinnando sul piatto della doccia. Sara fece un passo sul tappetino, rabbrividendo per il freddo improvviso dell'ambiente esterno. Poi si avvolse in un caldo asciugamano e scrollò i lunghi capelli. Si fermò quindi davanti l'ampio specchio del bagno, osservando preoccupata il proprio aspetto.

Devo essere almeno un po' carina stasera. Non posso credere che hisashi mi abbia invitata a mangiare da lui. Ok, mi ha solo invitata a mangiare. Non devo farmi troppe illusioni. E' solo stato gentile con me. Voleva ringraziarmi per avergli sistemao il pc, è inutile che creda ci sia altro sotto.

Sedutasi sullo sgabello, arrossì di nuovo. Ho deciso.

Prese il phon, e mentre decideva se lisciare i capelli o arricciarli cominciò distrattamente a spazzolarli. Potrei mettere la stessa maglietta che avevo al cinema. Ayako non ha detto che avevo attirato la sua attenzione? Potrei provarci. Cioè, non con lui. Ohhhhh! Sto impazzendo!


Hisashi finì di sistemare la tavola come gli avevano insegnato. Poi cambiò idea e la rimise in disordine. Non gli piaceva l'idea di apparire troppo ossessionato dall'ordine, perquanto il suo perfezionismo si facesse sentire. E' solo una cena informale, non voglio mica mettermi in mostra, o forse si? Ricordandosi che doveva ancora farsi la doccia, corse in bagno sbattendo la porta, fermandosi appena prima di andare a sbattere contro suo padre. Fu investito da un forte odore di dopobarba e di un profumo di incenso. Sbattè e palpebre un paio di volte, sia per lo stupore che per allontanare l'odore che gli faceva lacrimare gli occhi.

"Ma quanto profumo hai messo?"

"Mmmh? Un po'."

"Incenso? E' troppo forte! Un profumo così intenso piace solo a mam... Esci con mamma?"

L'uomo si allontanò velocemente prendendo le chiavi dell'auto, per evitare ulteriori domande. "Vedi di fare il bravo stasera,"

Mentre chiudeva la porta di casa si sentì raggiungere dalla voce del figlio. "In bocca al lupo, papà!" Sorrise un po' imbarazzato.

Il ragazzo controllò per l'ennesima volta la disposizione delle posate. Alla fine aveva deciso di usare le maniere occidentali, anzichè le bacchette come pensava all'inizio. Non voleva che si sentisse in alcun modo fuori posto. Sistemò un'ultima volta il cucchiaio. Non lo convinceva. Non doveva stare a sinistra? Frenò il moto di nostalgia che tornava spontaneo ai momenti passati in famiglia prima dell'incidente, prima che tutto gli crollasse addosso. Prima di rovinare il matrimonio dei suoi genitori. Questo prima che il suono del campanello lo facesse affrettare alla porta, controllandosi un'ultima volta il colletto della polo sportiva. Tirò un unico lungo respiro, per calmarsi e aprì. La ragazza gli sorrise.

"Prego, accomodati."

"Grazie."

Con un gesto si offrì di toglierle la giacca, al chè lei si girò di spalle per facilitargli il compito. Scostando il tessuto, il profumo di lei lo avvolse come un caldo mantello, facendogli tremare le mani solo un momento. Un brivido che si dissipò rapido com'era giunto, lasciando a lei l'impressione di esserselo appena immaginato.

"Vorresti vedere un film?", chiese, più per scacciare il la tensione che lo pervadeva che perchè gli interessasse veramente. "La cena sarà pronta tra 10 minuti."

"Si, certo." Hisashi percorse sicuro il corridoio, andando ad aprire l'ultima porta. L'agitazione aumentò quando lei capì che il compagno non si dirigeva verso l'illuminato soggiorno ma la portava verso una stanza che si affacciava sul corto corridoio, completamente buia. Tenendo a freno strani e contorti pensieri che le si assiepavano nella mente, lo seguì dubbiosa.

"Scusa un attimo...", e detto questo si allontò.

Questo sarebbe sicuramente il momento ideale per un bacio galeotto. Cercò di seguire i movimenti del ragazzo ascoltando i suoi passi, e rimase delusa quando la luce si accese troppo presto. Che cavolo mi vado ad immaginare. Ignaro dei suoi pensieri Hisashi si era diretto rapidamente verso l'angolo opposto della stanza, dove una piccola libreria di legno color mogano stava addossata alla parete. Sullo scaffale più alto facevano bella mostra di sè tre coppe ben lucidate, che brillavano sotto la luce artificiale. Mitsui le ignorava, cercando qualcosa negli scaffali sottostanti. Guardando il profilo del ragazzo, Sara non potè fare a meno di ammirare il gioco di luci nell'oscurità dei suoi capelli corvini, profilo definito, la piccola cicatrice all'angolo della bocca, i bicipiti.... e un gran bel sedere.

"Mi stai ascoltando?" Il ragazzo non sembrava spazientito dal non aver ricevuto risposta alla domanda, quanto più divertito dall'averla beccata a fissarlo. Ottimo, beccata.

"Scusa. Puoi ripetere?" Con un sorrisetto stampato sulle labbra il ragazzo tornò a spostare la prima fila di DVD. Ora che ci penso è la prima volta che mi fa entrare nella sua stanza. E se non la smetto di fare pensieri cretini sarà anche l'ultima e rovinerò tutto.

"Pensavo che potremmo vedere un film che ti faccia comprendere qualcosa di più sulla cultura giapponese. Come tuo mentore ci devo pensare."

"Mentore? Da quand'è che lo saresti diventato?"

"Da stasera."

"Se hai già deciso tu, come posso contraddirti."

"Difatti." Di nuovo uno scambio di sorrisi. "E quale film migliore di Hachiko per farti comprendere il nostro significato della parola fedeltà". L'impressione di aver colto un senso nascosto sotto la superficie delle parole venne subito accantonata.

"No, ti prego. Risparmiami. Se guardassimo i sette samurai?"

Hisashi corse ai ripari. Un film di guerra non avrebbe dato il tono giusto alla serata. "No, non mi sembra adatto. Che ne dici di questo?"

Sara ignorò del tutto il titolo proposto e si piegò in avanti, mettendo direttamente lei mano nella videoteca. Ne estrasse il primo DVD della serie Evangelion. "Beh, anche questo parla del Giappone."

Imbarazzato dall'essersi fatto trovare con DVD di anime in camera, cercò di trovare rapidamente un'alternativa, proponendole un film d'azione americano. Non esattamente il genere che voleva, ma in mancanza d'altro...

"Chi ti piace?" Colto alla sorpresa, lasciò la custodia che aveva in mano metà inserita nello scaffale.

"Cosa?" Lui arrossì. Mi ha quasi beccato in pieno.

"Di Eva, intendo. Aspetta, lo so: Asuka, vero?” Il silenzio di lui le diede la conferma che cercava. Lo prese quindi in giro: “Magari per i capelli rossi.." Di nuovo un silenzio imbarazzato. Battendo le mani come un bambina, lei ridacchiò "Ottimo, 10 punti a tassorosso."

"Che matta che sei."

"Lo prendo come un complimento."

"Dovresti."

Lei continuò a cercare, arrivando ai DVD disposti sulla seconda fila.

"Oh, Arma Letale 2! Non pensavo ti piacesse. E' un bel film!"

Hisashi cominciò improvvisamente a sudare freddo. Ti prego non aprirlo. Ti prego non aprirlo. Ti prego non aprirlo.

"Non so. Nnormalmente mi piacerebbe guardarlo..."

Nonononono

"Però cerco qualcosa di differente questa volta."

Fiu, meno male, l'ho scampata per un pelo. Ma tra tutti i DVD che c'erano, proprio la custioda di Arma Letale 2 doveva andare a beccare?

"Comunque, faremmo prima a scegliere sapendo i tuoi gusti. Ad esempio se sapessi il tuo film preferito."

Il matrimonio del mio migliore amico, ma col cavolo che te lo dico. "Non ricordo, non ne ho uno in particolare."

"Ma non è possibile. A me ad esempio piace molto Harry ti presento Sally, ma non penso che tu l'abbia mai visto."

"Si invece, anche se è..."

"Vero?"

"Una boiata?"

"Dai, con la storia che uomini e donne non possono essere amici."

Una macchia di colore rosa attirò la loro attenzione. "E questo cos'è?" Prima che Hisashi riuscisse a depistarla su qualcos'altro Sara aveva spostato i due pesanti volumi di letteratura giapponese sul ripiano più basso ed estratto uno dei DVD che si trovavano nascosti dietro di essi. Un'intera collezione di commedie romantiche americane si trovavano allineate ordinatamente.

"Tu guarda... mi sa che abbiamo scelto il film per stasera.", disse lei prendendo l'ormai consunta custodia di "Harry ti presento Sally."

Avrei preferito commuoverla con Hachiko, ma anche questo può dare l'atmosfera giusta alla serata. Sempre meglio che se avesse aperto "Arma Letale 2"

Sara riprese il discorso. "Eppoi, come non possono essere amici? Io e Kenji lo siamo."

"Ah beh, un ottimo esempio." disse infastidito. E aggiunse sottovoce "Non siete amici. Non da parte sua."

"Ma, sei geloso per caso? Beh, non ne hai motivo. A me non interessa in quel senso."

"Una ragazza così carina non dovrebbe dare confidenza ai ragazzi.", sbuffò spazientito.

"Mi trovi carina?"

Questa volta mi ha beccato, è impossibile negare. "Molto."



Pochi minuti dopo essere usciti dalla stanza, una zampa affusolata si infilava nello spiraglio della finestra, spingeva leggermente l'anta per poi sgusciare all'interno con tutto il corpo. Si guardò attorno. La luce era spenta, ma lui riusciva a vedere chiaramente nella stanza. Saltò sulla moquette e si stiracchiò, approfittandone per rifinirsi le unghie. Innervosito dall'ennesimo movimento, depose il suo dono nelle scarpe del giovane essere umano.

La cena trascorse in fretta, e Sara si stupì ancora di più dell'abilità in cucina del ragazzo quando le presentò uno sformato al cioccolato.

"Sai che sei davvero bravo?"

"Grazie. E non sono bravo solo in questo.", disse con un sorriso ammiccante.

Senza farsi prendere dall'imbarazzo, contrattaccò.

"Stai forse cercando di sedurmi, MVP?"

Lui resse il gioco "Avrei speranze?".

"Chissà."

Il suono di un messaggio interruppe la conversazione. Hisashi prese il cellulare dalla tasca, lo guardò un istante, poi lo rimise nei pantaloni con la bocca distorta in una smorfia spazientita.

Se devi rispondere fai pure.

No, non è nulla di importante. Dell'altro dolce?

Si, grazie.

Neppure si accorsero di essere fissati da due sfavillanti occhi felini, fino a che il gatto non decise che si era stufato di aspettare, e saltò direttamente sul tavolo palesando la sua presenza. Quasi contemporaneamente, da sotto la porta della camera del ragazzo sgusciò una lucertola, attraversando a grande velocità la stanza e scomparendo poi altrettanto rapidamente alla vista.

Penso che quell'animale mi abbia portato qualcosa.”, commentò perplesso.

Che carino!!!!”, commentò lei felice.

E' una lucertola! Ha portato una lucertola viva in casa!” Era più sconvolto dalla reazione entusiasta di lei che dal fatto in se che il gatto gli avesse portato un animale vivo in casa.

Si, è un ringraziamento!

Non aveva la coda, sono sicuro di aver già visto una scena del genere nel Padrino.

Ma no, è un gatto. Dai, prova ad accarezzarlo?

Mitsui allungò una mano verso di lui, e il gatto inarcò la schiena per ricercare il tocco del giocatore. Poi lo fissò, e capì dal suo sguardo perplesso che il messaggio era stato recepito.


Si spostarono in salotto, andando a sedersi sul divano a due posti che ne occupava gran parte dello spazio. Il poco spazio avrebbe fatto in modo che stesero vicini. Impaurita all'inizio da quella possibile vicinanza, Sara ci si rassegnò. Ranmaru decise di andarsi ad accoccolare sulle ginocchia della ragazza, guardando lui con un'espressione sorniona. Quando Sara cominciò ad accarezzarlo sotto la gola, si mise voluttuosamente a fare le fusa. Hisashi nel frattempo aveva acceso il televisore, e i titoli iniziali cominciavano a scorrere sul teleschermo. Quando andò a sedersi mollemente dal lato opposto del divano, con le gambe a sfiorare accidentalmente quelle della ragazza, Ranmaru andò ad occupare esattamente lo spazio trai due, costringendolo a spostarsi verso il bordo.

Maledetto gattaccio, pensò, non sapendo che i sentimenti erano corrisposti. Non mi piace come la guardi. Lei mi sfama e mi fa i grattini, è mia. Trovatene un'altra che ti faccia le coccole.


Assorta nella visione del film, poco alla volta Sara si stese più comodamente sul divano. Ma non diede molta attenzione alle immagini che le scorrevano davanti, perché quella sera non riusciva assolutamente a distogliere gli occhi da quelli del ragazzo. E più volte il suo sguardo fu ricambiato. Perché spesso anche lui la scrutava, quasi fosse più interessato a guardare lei piuttosto che a seguire la trama. Cercando di avviare un minimo di conversazione, gli disse.

"Ah, quasi dimenticavo, arrivando ho visto una luce accesa di sotto."

"Non è niente, sarà il vicino che sta lavorando." Poi, distraendola, "Questa parte te la ricordi?" Il modo in cui cambiò repentinamente discorso, attirando la sua attenzione su una scena che non aveva alcuna importanza le sembrò strano, ma presto perse completamente interesse all'argomento, tornando a guardare il film. Di a poco Ranmaru si stufò dei due, e decise che fosse più proficuo per la serata andare a caccia. Tanto non sarebbe successo nulla in sua assenza. Il ragazzo quasi non si accorse della fuga dell'animale, ormai abituatosi al suo pelo ispido contro la caviglia. Lo dovrò spazzolare alla prima occasione, maledetto gattaccio.

Sai stavo pensando... che è stata proprio una bella giornata.

Serata.Lo corresse lei, continuando a guardare lo schermo.

Quello che è.

Si, certo.Poi, cambiando tono di voce in una imitazione “Sire, ecco il vostro coltello.

Spada.rispose prontamente il ragazzo, divertito e un po' sorpreso.

Quello che è*.I due non poterono fare a meno di guardarsi negli occhi, mentre scoppiavano a ridere. Non era la prima volta che si facevano battute, anche se le era parso per tutta la sera che le volesse dire qualcosa di serio ogni volta che finiva per fare qualche battuta. Le piaceva quella sintonia. E poco male se ciò che lei sperava di sentirsi dire non arrivava. Riportando l'attenzione al televisore, si accorse dei titoli di coda che cominciavano a scorrere. Mi sono persa il finale. Beh, pazienza. Sospirò delusa, sapendo che la serata era ormai finita. E che sarebbe tornata a casa senza aver capito se ciò che provava per il ragazzo fosse ricambiato. E questo le diede una stretta al cuore. Non voglio non sapere. Adesso glielo chiedo.

Ma subito tornò sui suoi passi. No, non voglio sentirmi umiliata da un rifiuto. Se solo ci fosse un modo per avere con un gesto una risposta...

Non sapendo se facesse bene a comportarsi così, si stiracchiò, subito imitata dal ragazzo. E intensificando i segnali di una stanchezza che davvero sentiva in corpo, finì con l'appoggiare la guancia sulla sua spalla, aspettando un gesto romatico, come una mano ad accarezzarle i capelli. Non accadde nulla e lei sentendosi una stupida si rialzò velocemente, arrabbiata con se stessa e con il ragazzo che non capiva dei segnali ovvi. Rigida, si scostò maggiormente, man mano che il nervosismo saliva.

"Cosa c'è ora?", chiese Hisashi, che poco aveva capito del gesto della ragazza. Perchè appoggiare la testa volutamente sulla sua spalla e poi arrabbiarsi come se fosse stato lui ad attrarla. Non aveva proprio fatto nulla, lui.

"Niente." rispose non riuscendo a contenere la stizza.

"Dai, non fare così." Le sue parole ebbero leffetto contrario. Vedendo che la ragazza non reagiva, lasciò vagare lo sguardo per la stanza, spazientito. Ecco cosa succede ad essere onesto con una ragazza. Avrei fatto meglio ad imparare ad essere uno stronzo. Mi sarei risparmiato tanti dolori, e me li risparmierei tuttora. Ma alla fine non lo sono. E non voglio che la serata finisca male. Allora senza pensarci le sfiorò la mano, e la lasciò vicina alla sua. Come se un nodo si fosse sciolto, Sara prima guardò la propria mano, poi riluttante sfiorò quella del ragazzo a sua volta, sorridendo.

Hisashi non si aspettava questa reazione, e ne uscì fortificato. Si avvicinò di più, pregando che Ranmaru non avesse la geniale idea di tornare proprio in quel momento. Mangiandosi le parole, le chiese.

"....Come reagiresti se un ragazzo.... se ti chiedessi... non io, si intende." Ma non aveva bisogno di dire esplicitamente quello che sentiva, perchè si ritrovò a fissare due occhi che lo fissavano con la stessa intensità, e con lo stesso desiderio. Lei gli strinse la mano.

"Si."

"Si?"

"Se fossi tu a chiedermelo."

Felice, le accarezzò la guancia. "Vuoi essere la mia ragazza?"

"Si." Hisashi le cinse le braccia attorno al corpo, e lievemente la attirò più vicina a sè.

Scusami. E' che non posso starti lontano.

Sara alzo la testa. Lui non allentò la presa, anzi la intensificò attorno a lei, e abbassò il viso verso il suo.

E la baciò. Un bacio a fior di labbra, appena accennato.

Lo guardò a lungo negli occhi. “Dovresti chiuderli

Anche tu. Lei arrossì intensamente, non sapendo come trattenere la gioia che la pervadeva.

Non arrossire, mi rendi le cose più difficiliLei arrossì ancora di più. “Ci rinuncio.”

Gli occhi di lui splendevano al buio, seri, in attesa che lei lo respingesse. Invece lei gli si avvicinò, e gli sfiorò le labbra con le sue, timida. Sorridendo felice la trasse sulle sue gambe, e ricominciò a baciarla molto più intensamente. La seconda volta andò meglio



*Robin Hood – Un eroe in Calzamaglia

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Ringrazio tutte le lettrici che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino ad ora, e ancora leggono questa fanfiction nonostante la lentezza nella pubblicazione. D'ora in avanti la situazione si normalizzerà e tornerò a pubblicare con cadenza mensile, pena ripercussioni da parte del mio editor e fidanzato (come se non ce ne fossero già).

Alla prossima.

   
 
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