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Autore: babastrell    22/10/2014    1 recensioni
Jason è in cerca dell'assassino di sua sorella Lottie e per trovarlo dovrà ingoiare il suo odio per la Città Vecchia e addentrarsi a fondo nei suoi vicoli bui, costretto ad affrontare fantasmi del suo passato e orrori della sua mente
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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Ehm... Ok, sono di nuovo qui con la seconda parte. Onestamente, mi ero scordata di dover pubblicare questo capitolo quindi ci ho messo più tempo di quanto volessi, ma ora sono qui e spero che vi piaccia

LA NOTTE DI SANGUE DEL FOLLE BASTARDO - Seconda parte


Sbatto le mani aperte sul legno marcio della porta. Se qualcuno non viene ad aprire probabilmente la sfonderò.

Sento il chiavistello. «Ci serve ancora questa porta» mi accoglie una voce roca.

La pelle nera degli abiti di Seth cigola ad ogni suo passo e il suono si propaga nel corridoio fino a diventare assordante.

Mi fa entrare in una schifosa camera da letto. La porta si chiude alle mie spalle.

Cherry è seduta sul davanzale della finestra, le gambe nude illuminate dalla luce della luna e dai lampioni.

«Ci hai messo tanto». Sorride.

Selvaggia e sensuale Cherry, il ricordo dei tuoi capelli e delle tue mani sul mio corpo è sempre vivido nella mia mente, come nella tua.

«Ma ora sono qui». Questa stanza odora di fumo, di chiuso e di sesso, voglio uscire. «Voglio sapere la verità»

«Mi chiedevo quando avrei sentito queste parole» è il commento di Seth.

Seth, indomabile e sarcastico. Anche nei miei ricordi hai quella grazia felina, disteso su quello stesso letto sgangherato.

Cherry mi si avvicina lentamente, spingendomi sul materasso tarmato dove il fratello mi cinge la vita.

Lei mi abbraccia le spalle, mormorando nel mio orecchio: «Vogliono la guerra, Jason».

«Loro ne uccideranno altre». Seth soffia nell'altro orecchio. «Faranno ricadere la colpa sulla polizia, così il patto si romperà e loro potranno prendere il controllo di Sin City».

Il mio corpo è rigido, non ho intenzione di cedere ai loro attacchi seducenti, non di nuovo. «Non mi importa chi vuole fare cosa» li interrompo.

«Invece dovrebbe importarti» la risata tranquilla di Cherry vibra. «Perché se tu trovi l'assassino di tua sorella, potrai dimostrare alle signore che non è necessario rompere un accordo già così precario»

«Quello che accade qui non è affar mio»

«Però è affar nostro» sussurra lei. «E sappiamo che in fondo di noi ti preoccupi».

Seth si lascia sfuggire una risatina.

«Sapete sempre tutto». Mi stanno stancando e sanno che quando mi stanco non rispondo più di me. «Sapete anche chi ha ucciso Lottie o no?».

Due bocche si accostano al mio viso e bisbigliano un nome.

Un nome che conosco.

Mi sottraggo alle loro moine e mi precipito verso la porta. Prima di uscire, mi volto verso di loro. Ammalianti e combattivi gemelli. Vorrei avervi conosciuti in altre circostanze, ora saremmo felici probabilmente, magari lontani dalla Città Vecchia.

Noi tre.

E Lottie.

Sarebbe stato perfetto.

Ma ora Lottie non potrà più far parte di quel sogno egoista e questo ideale di felicità effimera non si addice ai maledetti come noi. Avete ragione, siamo uguali, ma mai lo ammetterò, preferisco l'ipocrita sicurezza di una falsa sanità mentale.

Sicurezza che sta andando in pezzi ogni secondo che mi avvicino ai quartieri più benestanti di Sin City. La sanità mentale non mi servirà più adesso. Mantieni la calma ancora qualche minuto, folle bastardo, perché tra poco potrai sfogarti. E quando lo farai, la tua vittima ti supplicherà di mettere fine alle sue sofferenze, ma tu non la accontenterai, anzi, godrai nel sentire le sue urla di dolore.

Anche tu hai urlato quando il suo coltello è affondato nella tua pancia, mi sbaglio, sorellina?

La grondaia del palazzo è fredda e scivolosa per via della pioggia e sono appesantito dalle armi sotto la mia giacca, ma continuo ad arrampicarmi. Il mio obiettivo si trova al sesto piano e come se non bastasse ha ricominciato a piovere. Al quarto piano mi siedo su un davanzale per riprendere fiato. Una donna mi vede e si spaventa; grazie al cielo sviene, così almeno non devo farla tacere io.

Finalmente riesco a sbirciare nell'appartamento che cercavo, e lo vedo.

È seduto su una poltrona, gli occhi chiari fissi davanti a sé. Ancora sotto shock, figlio di puttana? Bene. Voglio che i tuoi ultimi pensieri siano per Lottie.

La finestra è chiusa, ma non bloccata. La alzo quel tanto che basta per infilare la canna della pistola.

«Tesoro, sono a casa» sussurro premendo il grilletto. Oh, in questo momento somiglio così tanto a Seth da farmi schifo.

Dal suo ginocchio sgorga una fontana di quel liquido appiccicoso che mi da la nausea e mi manda in estasi. Le sue grida solleticano il mio udito in maniera deliziosa e la vista del suo corpo che cerca di alzarsi ma si abbatte sul pavimento in preda alle convulsioni fa fremere quell'angolo celato nel mio spirito. Spalanco la finestra. Ehi, folle bastardo, ricordi quando ti ho detto di mantenere la calma?

Bene, dimenticatelo.

Non si è ancora accorto di me, troppo preso a fermare la fuoriuscita di sangue. Sfortuna vuole che a me non piaccia essere ignorato. Punto ancora la pistola e premo il grilletto. Il proiettile lascia un bel buco sul costoso tappeto ricamato, a pochi centimetri dalla sua testa di cazzo. Almeno adesso mi sta guardando.

«Jason...». La sua voce trema.

«Ti ricordi di me?». Mi avvicino e gli schiaccio il torace contro il parquet di legno scuro. Roba da ricconi qui a Sin City. «Allora sei ancora più scemo di quanto ricordassi. Uccidere Lottie senza tener conto del suo fratellone squilibrato»

«Tu non capisci» rantola.

Sorrido sentendo il suo sterno scricchiolare sotto il mio scarpone. «Spero che sarai così gentile da spiegarmi».

Si divincola e cerca di strisciare lontano da me. Sembra un verme e sono tentato di schiacciarlo e chiudere la questione. Però mi sto divertendo troppo.

«Prenderanno la Città Vecchia» esclama. Si aggrappa al piano del tavolo per sollevarsi. «L'accordo si romperà e quelle dannate puttane si troveranno faccia a faccia con la vera giustizia».

Riconosco quel bagliore maniacale nei suoi occhi: somiglia a quello dell'uomo che vedo quando guardo nello specchio.

Povero ingenuo. È pazzo, non ci sono dubbi, ma io lo sono di più.

«Dovresti essere dalla mia parte» tossisce miseramente. «Tu odi quelle strade tanto quanto me, se non di più. Anche tu vuoi la distruzione di quel luogo, da quando nelle sue spire è stata intrappolata anche Charlotte!».

Il nome di mia sorella, pronunciato da quella bocca stirata in una smorfia agghiacciante, mi fa salire qualcosa di amaro per la gola.

«Lascia che ti dica qualcosa». La canna della mia pistola si appoggia sulla sua fronte quasi per caso. «A me non importa della Città Vecchia. Lottie ha scelto di sua iniziativa di entrare nei suoi giri. Ma tu, ragazzino, hai usato la mia sorellina per alimentare il tuo delirio. E mi hai fatto incazzare».

Allontano il ferro e reinserisco il cane. Non ti farò certo il favore di una morte così rapida.

Anche le nuvole cariche di pioggia si diradano, come se fossero spaventate dalla mia pazzia. La luna piena mi illumina blandamente attraverso la finestra aperta, un pallido riflettore sul truce spettacolo che sto dando.

Ha urlato, almeno. Non so esattamente quando quella schifezza in decomposizione che chiamava cuore abbia smesso di pompare; forse quando ho usato l'attizzatoio del camino per giocare con i suoi organi interni, oppure quando gli ho adornato quel collo rinsecchito con le sue stesse budella. So solo che quando finalmente abbandono l'appartamento l'aria fredda della notte mi ricorda uno schiaffo in piena faccia. Non posso riportarti indietro, Lottie, ma spero che il casino che ho combinato sia bastato a vendicarti.

Giro l'angolo, solo per trovarmi davanti due paia di occhi color ghiaccio che mi aspettano.

«Come sta Dade?» chiede Seth, un ghigno trattenuto sul viso pallido.

«Sicuramente meglio di come stava prima» cantilena Cherry con la sua risata sadica.

Il sospiro a cui mi abbandono contiene tutta la tensione accumulata in questa notte troppo lunga. «Non mi era mai piaciuto quel tizio. Nemmeno quando stava con Lottie».

Mi avvio verso la Città Vecchia. Ora non la sento più tanto ostile, soprattutto perché adesso che ho ucciso un uomo non c'è altro posto dove possa rifugiarmi. E poi ci sono loro.

Una attaccata al mio braccio destro e l'altro al sinistro, le nostre ombre sull'asfalto sembrano una strana unica entità a tre teste.

«Quindi ci sarà la guerra?». La voce bassa di Cherry scivola su di me e sana le ferite del mio animo.

«Non credo». Infilo la mano in tasca e le mostro un involto insanguinato. «È il coltello di Dade. Quello schifoso non ha avuto neanche la decenza di pulirlo dal sangue di Lottie. Sono sicuro che Gail saprà cosa farne». Loro ridono.

Cherry e Seth. Seth e Cherry. Per quanto ci abbia provato non sono mai riuscito a cancellarvi completamente dalla mia testa scombussolata. Adescatori, depravati gemelli venuti da una strada deserta. Angeli decaduti e diavoli fuggiaschi. Siete come il sangue: viscidi, appiccicosi e mortiferi.

E come il sangue, vi aborro e vi disprezzo.

E come il sangue, siete la mia dipendenza.

Siete come il sangue, ho detto.

Siete come me.

Siete come Lottie.

Oh, bene. Non mi sento di dover aggiungere altro, visto che ritengo che questa storia senza troppe pretese parli da sola. Tuttavia mi farebbe decisamente sapere cosa ne pensate, soprattutto perchè Sin City è uno dei miei film preferiti in assoluto e ci terrei a sapere se ho fatto un buon lavoro o no a rendergli omaggio. Quindi in breve chiedo di lasciare recensioni, positive o negative che siano
  
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