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Autore: The Writer Of The Stars    25/10/2014    3 recensioni
“Sai, ci parlo molto …” continua Bulma, la voce incrinata. Chichi capisce: anche lei parla molto con suo marito. Con un marito che non c’è più. Sente Bulma tirare su col naso, e poi riprendere. “Riesco ancora a vedere il suo viso e sento la sua voce così chiaramente …” Bulma alza lo sguardo verso l’alto. “Credi che lo dimenticherò mai?”sospira . “Perché ho paura che un giorno possa accadere…” dice in un sussurro, iniziando a piangere.
One shot durante la saga di Majin Bu ... un'intensa conversazione tra Chichi e Bulma ...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bianco. Ogni cosa lì era bianco. Il cielo, il pavimento, il tempio, al santuario di Dio, tutto era bianco. Cammina così, immersa nel bianco, nella purezza, una purezza quasi utopica, visto ciò che sta accadendo. Goten e Trunks sono rinchiusi nella stanza dello spirito e del tempo, da quanto ormai? Nemmeno lei lo sa. Se pensa che quei due bambini, di appena sei e sette anni, sono l’unica speranza che resta loro per sconfiggere quel mostro … Non può pensare che il suo bambino, la piccola copia del suo Goku, sia costretto a rischiare la propria vita, per salvare quella di tutta l’umanità. Il suo bambino … e Trunks. Il compagno di giochi di sempre, la piccola canaglia combina guai … un bambino che adesso non ha più nemmeno un padre. Sospirò; aveva sempre invidiato Bulma. Andiamo, lei aveva tutto. Soldi,bellezza, una bella casa, un marito e un bambino a riempire quell’edificio a cupola di una parola troppo utopica per lei: famiglia. Aveva sempre creduto che la mancanza del marito, il dover crescere due figli da sola, non rispecchiassero proprio l’ideale della parola famiglia. Credeva che quella di Bulma fosse una vera famiglia perfetta, certo stramba e difficile da comprendere, ma pur sempre una famiglia. Aveva sempre invidiato Bulma. Eppure adesso, capisce di essersi sbagliata. Perché adesso anche Bulma ha perso tutto, perché quella famiglia perfetta che aveva sempre immaginato non è mai esistita; perché Vegeta è morto. Scuote la chioma corvina, dall’impeccabile chignon di sempre sbucano ciuffetti ribelli, il viso stanco, lo sguardo rassegnato.
“Chichi?” sente una voce richiamarla. Alza lo sguardo, puntando gli occhioni neri sul suo interlocutore. “Yamcha. Dimmi.” Risponde stancamente. Lui la guarda. “Hai visto Bulma?” chiede poi. Chichi scuote la testa in segno di diniego. “No, non l’ho vista.” Risponde. Yamcha la fissa per un po’, l’espressione seria. “Credo che dovresti parlarle.” Pronuncia dopo attimi di silenzio. Chichi sgrana gli occhi, confusa. “Io? ma non saprei …” “Chichi, ascolta: so che tu e Bulma non siete mai andate particolarmente d’accordo, avete due caratteri diversi, siete due vulcani incontenibili. Però tu sai cosa significa …” dice, facendo riferimento alla morte. “Solo tu puoi capirla, solo tu sai come comportarti. Solo tu puoi parlarle …” supplica lui. Lei lo guarda, lo fissa negli occhi. “Vado a cercarla.” Proclama infine, voltandosi ed incamminandosi. Alle sue spalle, Yamcha sorride dolcemente.


Il santuario non è un luogo dove è possibile giocare a nascondino, poiché di nascondigli non ce ne sono. Perciò non si stupisce di trovarla subito, in quel luogo che sta ospitando tutti loro, in attesa e nella speranza che Majin Bu venga sconfitto. Bulma se ne sta seduta in terra, le spalle appoggiate alla colonna, la testa abbandonata all’indietro. Non ci aveva mai fatto caso prima d’ora, ma in quel momento, Chichi si rende conto che dalla  notizia della morte di Vegeta, Bulma non ha versato una sola lacrima. Vaga come un fantasma per le bianche mura del palazzo, lo sguardo spento e lucido. Eppure non piange. E non sa se esserne sollevata o preoccupata. Ognuno gestisce il dolore a modo suo: c’è chi piange e si dispera senza contegno. E ci sono persone come lei; persone che piangono dentro, che soffrono senza dire una parola, che tengono tutto il proprio dolore all’interno del loro cuore. In questo, lei e Bulma sono molto simili:  entrambe forti, entrambe coraggiose, entrambe cercano di non mostrare apertamente il loro dolore. Ed entrambe, ora senza l’amore della loro vita. Si avvicina lentamente, i passi delle sue scarpette risuonano per il freddo pavimento del palazzo. Eppure Bulma non guarda, non apre gli occhi verso colei che si sta avvicinando. Chichi si appoggia all’altra parte della colonna, si lascia scivolare fino a trovare il pavimento. Si siede come la donna dall’altra parte, e come lei chiude gli occhi. Nessuna delle due parla, e per un tempo indefinbile non si ode alcun rumore intorno a loro. “Come stai?” poi la voce di Bulma, solitamente cristallina e allegra, ora roca e spenta. Chichi sorride amaramente. “Sto bene. Tutti quanti continuano a chiedermi come sto … sto bene. Voglio dire, non sto davvero bene, ma … sto bene.” Pronuncia sospirando. “Ma cosa più importante: come stai tu?” riprende poi. Sente la donna alle sue spalle sospirare. “Non ne ho idea …” dice poi in sussurro. Altro silenzio. “Sai, ci parlo molto …” continua Bulma, la voce incrinata. Chichi capisce: anche lei parla molto con suo marito. Con un marito che non c’è più. Sente Bulma tirare su col naso, e poi riprendere. “Riesco ancora a vedere il suo viso e sento la sua voce così chiaramente …” Bulma alza lo sguardo verso l’alto. “Credi che lo dimenticherò mai?” dice. “Perché ho paura che un giorno possa accadere…” dice in un sussurro, iniziando a piangere. “Di cosa gli parli?” chiede Chichi. Bulma sospira. “Di tutto. Voglio dire, quando era vivo principalmente ero io a parlare e lui fingeva di ascoltare, perciò non è poi così diverso …” dice, sorridendo amaramente. Chichi si lascia sfuggire una risatina triste.  “Avevo pianificato tutto … sai, mi sembrava incredibile che stesse andando tutto bene. Vegeta era rimasto con me, con Trunks. Stava crescendo suo figlio, e a modo suo lo amava, e amava me …” sospira pesantemente. “Avevo pensato che forse un giorno ci sarebbero stati dei momenti critici, come escluderlo con Vegeta … eppure sapevo che un giorno sarebbe sempre tornato da me e da nostro figlio. E magari rientrando in casa mi avrebbe guardato, io gli avrei chiesto cosa ci faceva lì e lui avrebbe risposto semplicemente “Sono a casa.” E avremmo vissuto per sempre insieme …” termina Bulma, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. Chichi annuisce tristemente. “è un bel piano … glielo avevi detto?” chiede Chichi. “Non avevo bisogno di farlo. Lui lo sapeva, sapeva quali erano le mie speranze, i miei sogni, i miei pensieri …” risponde Bulma. “E adesso?” azzarda Chichi. Bulma abbassa lo sguardo, le lacrime le inondano il viso. “Non lo so, qualcosa di diverso …” Chichi riprende: “Magari qualcosa di migliore?” Sente Bulma sospirare. “è che, non credo che sia possibile … lui era tutto …” sospira tra le lacrime. “Sai Bulma, so cosa vuol dire. La morte fa paura, tanta paura. Quando ero una ragazzina, non avevo mai pensato al fatto che avrei potuto perdere i miei affetti più cari, così, da un momento all’altro. Sentivo in giro le storie tragiche di orfani, madri che perdono i propri figli … io cercavo di non ascoltare, di cambiare argomento, perché andiamo, non penseresti mai che potrebbe accadere anche a te. E mi chiedevo: ma come fanno? Come fanno coloro che perdono qualcuno ad alzarsi ogni mattina? Come riescono a vivere, come riescono a respirare? Ma poi ti alzi, continui a respirare. E ogni volta che ti svegli, dimentichi tutto per un secondo … ma poi la realtà torna, e ti ricordi tutto. Ma per un solo momento, dimentichi di essere una moglie che non ha più un marito …” continua lei, piangendo. è strano, perché solitamente non piange di fronte agli altri. teme di mostrarsi debole, lei che invece è una donna forte, lei che ha cresciuto due figli da sola … eppure adesso, di fronte, anzi di spalle, a Bulma, sta confidando tutto quello che mai avrebbe pensato di dire apertamente. Si sente sollevata, quasi. Ha confidato le proprie emozioni, ad una donna che fino a quel giorno non aveva mai considerato con troppa confidenza. Eppure, adesso lei è l’unica che può comprenderla. Entrambe stanno soffrendo, entrambe sanno quanto bastarda sia la morte, entrambe hanno perso l’amore della loro vita. Ed entrambe, sono forti. “Ma ti posso assicurare una cosa, Bulma” continua Chichi, dopo aver preso un profondo respiro. “Andrà tutto bene …” Bulma annuisce, tra le lacrime. “Andrà tutto bene …” ripete in un sussurro.

Nota autrice:
buon sabato gente! Che si dice? Eccomi qua, con una nuova one shot. Premetto che l’idea mi è venuta questa mattina e l’ho buttata giù durante un’ora di supplenza oggi a scuola … rileggendola poi a casa, ho pensato di ricopiarla al computer e pubblicarla … ed eccola qua! È una storia ambientata durante la saga di Majin Bu, poco dopo la notizia della morte di Vegeta. Ho sempre pensato che Chichi e Bulma in quel momento fossero più simili che mai, perciò ho immaginato un loro eventuale dialogo al palazzo del supremo, ovviamente prima della sconfitta di Majin Bu e del ritorno di Vegeta. Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere che ne pensate! ;)
Alla prossima
TWOTS

P:S: per coloro che seguono la mia long: purtroppo in questi giorni non sono riuscita a scrivere il capitolo e di conseguenza a pubblicarlo … vi chiedo perdono, ma il tempo è sempre poco … spero di rimediare presto, in ogni caso come sempre grazie per la vostra comprensione! ;) 
   
 
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