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Autore: Shiida the BlackLightning    18/10/2008    1 recensioni
Victor, un ragazzo come tanti, trasportato da inaspettati eventi, si trova ad essere un nuovo studente in una scuola del nord circondata dal verde. Scoprirà ben presto che fra le mura del suo nuovo liceo si nascondono segreti antichi e più grandi di lui, ma soprattutto un gruppo di ragazze dalle sembiaze quesi divine con una strana passione per il macabro e le notti di luna piena. Il mondo che conosceva sarà cancellato e sotituito con uno nuovo: un mondo in cui Victor, un ragazzo come tanti, avrà un ruolo da protagonista in quello che si rivelerà essere il più grande scontro fra creature della notte e spiriti della foresta. Lasciate un commentino se vi piace!!! plz
Genere: Generale, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quarto: Amici

 

 

 

Fu la voce squillante di Michael a svegliarlo dal modo dei sogni. Si tirò in piedi come un pezzo di cartone secco, scricchiolando. Si massaggio la tempia, afferrò un paio di mutande dal cassetto e andò in bagno.

<< Buongiorno Vik! >> esclamò solare il ragazzo dai capelli rossi.

<< Si… ‘giorno Mike >> biascicò mentre i suoi occhi color nocciola si dischiudevano. Entrò nel bagno e vi ci si rifugiò. Fece una doccia calda, rapidamente però: non voleva di certo far tardi! Si infilò gli slip e uscì a torso nudo dalla doccia. Spalancò la finestra per far arieggiare la stanza e la vide. Sul tetto del corridoio segreto che portava all’ala nord-est della scuola c’era un’ombra scura. All’inizio pensò ad un gatto visto la posizione accucciata che aveva i guardando meglio vide che era la ragazza dagli occhi azzurri. Se ne stava acquattata in un angolo trafficando con delle tegole poco distanti. Sorrise come un bambino quando vede le caramelle mentre l’impulso gli disse di chiamarla. Ma scartò l’idea e rimase zitto contemplando qualsiasi cosa facesse. Aveva una specie di impermeabile di pelle nera che le arrivava fino ai piedi ma soltanto dietro la schiena; infatti sul davanti era corto e stretto e le terminava perfettamente sotto il petto. Era allacciato grazie a due grossi bottoni bronzei ed aveva un ampia scollatura che lasciava intravedere parte del seno rotondo e perfetto. Sotto l’impermeabile spuntava una timida maglietta color grigio perla morbida fino ali fianchi dove spuntava una cintura nera che sorreggeva un paio di pantaloni attillati di cuoio rosso. Pantaloni a tubino, non molto di moda, ma a parere sua erano come fatti a apposta per lei: le stavano d’incanto. I pantaloni si chiudevano strettissimi alle caviglie coprendo gli stivaletti scuri ma lucenti con tacco alto. Come fosse riuscita a salire li sopra con quelle calzature senza una scala ne aiuto era davvero un mistero ma la sua mente non riusciva a formulare ipotesi troppo complicate visto che era rimasto come rapito da quella giovane creatura.

<< Sam!!>> la chiamò con un sorriso a trentadue denti agitando le mani. La ragazza scattò in piedi e si girò verso di lui. I suoi occhi erano incandescenti come due tizzoni benché fossero allo stesso tempo freddi come il ghiaccio. Si sentì morire quando vide le sue labbra rosee arricciate in una luna storta carica d’odio. Indietreggiò allontanandosi dalla finestra e si appoggiò al lavandino per non svenire a terra. La gola gli bruciava e non riusciva ne a respirare ne a tenersi in piedi iniziò a rantolare cercando disperatamente ossigeno. Gli ci vollero un paio di minuti per riprendersi e come prima cosa si affacciò nuovamente alla finestra vedendo che il tetto del corridoio sotto di lui adesso era completamente deserto. Victor rabbrividì di colpo mentre si guardava le mani: stavano ancora tremando. Strega gracchiò il suo cervello disorientato. Stupidaggini lo corresse prontamente prima di uscire traballando dal bagno.

<< Ehy Vik, pensavo ci fossi morto nel bagno! >> disse Michael con brio.

<< anche io >> bisbigliò Vik prima tornare a vestirsi. Si infilò la divisa della scuola e seguì Micheal e un silenziosissimo Kevin per la scuola fino alla sua aula. Ora di storia, decisamente poco interessante me Michael sembrava come rapito delle parole della professoressa che quasi lo fece vomitare. Victor non era mai stato un sostenitore accanito dello studio, ma vedere un’attenzione così forte in un suo pari lo faceva a dir poco sorprendere. Si mise a guardare fuori dalla finestra sperando che un meteorite la distruggesse e colpisse in pieno la prof facendo concludere la lezione. I suoi occhi caddero poi su una ragazza seduta nel banco davanti a lui. Capelli corti fino alle spalle, lisci e con un cerchietto sulla sommità della testa. Non aveva nessun compagno di banco, proprio come lui. Senza farsi beccare dalla prof radunò tutti i suoi oggetti e con un passo strisciato comparve seduto di fianco alla ragazza facendola spaventare.

<< Scusa, non volevo >> esclamò cortesemente mostrando un sorriso impacciato. La ragazza rimase sulle sue per qualche minuto poi ritrovo la calma e gli rispose.

<< e solo che mi hai proprio ,ehm, spaventato… >>

<< Colpa mia >> bisbigliò Victor << mi chiamo Vik e tu? >>

<< Amelia >> disse lei porgendogli la mano destra, il ragazzo gliela strinse con gentilezza e sorrise.

<< Tu sei quello che sta nella camera con mio fratello? >> domandò timidamente.

<< sei la sorella di Mike? >> esclamò lui non trovando in lei nessun particolare che li facesse essere almeno simili. La mora sorrise e le sue guance si colorarono di rosso.

<< no, sono la sorella Kevin >> disse tutto d’un fiato.

<< casa?! >> quasi urlò Victor facendo voltare la professoressa che lo rimproverò.

<< davvero voi due siete parenti? >> mormorò cercando di non farsi sentire.

<< Certo!! Ti ho appena detto che è mio fratello >>

<< incredibile! >>

<< che cosa? >> domandò Amelia ancora ridendo.

<< Non gli somigli per niente, a parte i capelli certo! Ma lui è uno bhè, tu sei più gentile e simpatica ecco ! >>

La ragazza arrossì vistosamente e si portò una mano sul viso.

<< Grazie >>

<< e di che? >> ricambiò il sorriso.

<< E che di solito nessuno mi fa dei complimenti, sai qui ci sono delle ragazze bellissime ed io.. >>

<< sei nella norma >> affermò Vik alzando il viso e facendo finta di seguire la lezione.

<< Si >> confermò lei tristemente.

<< No, cioè non che tu non sia carina certo.. >>

<< ma loro sono un’altra categoria, lo so non ti preoccupare >> lo rassicurò la mora sorridendo lievemente. Victor si rese conto di non essere stato poi così carino e cercò di cambiare immediatamente argomento. Parlarono per tutta l’ora e per quella successiva e per quella ancora. Scoprì che avevano quasi tutte le lezioni insieme tranne un paio. Amelia gli raccontò che era nata a Green Valley e che avrebbe passato la sua vita fra i boschi: voleva fare al guardiacaccia. Amava ogni animale e voleva rendere il loro habitat naturale perfetto e privo di sgradevoli sorprese. Raccontò lui che da quelle parti c’erano dei bracconieri che uccidevano gli animali molto spesso e che a volte lasciavano anche le bestie massacrate nella foresta. Disse che all’inizio si pensava fosse un orso bruno o altri animali grossi e feroci ma avevano trovato anche questi ultimi dilaniati per la foresta e quindi tutto ciò doveva essere colpa dell’uomo. Victor si fece raccontare della sua casa e soprattutto della sua città.

<< Questo sabato c’è una festa alla discoteca, ti va se ci andiamo?? Sarà sicuramente più divertente delle mie storielle sui bracconieri! >> disse scherzando.

<< Certo, perché no >> acconsentì lui facendo illuminare gli occhi chiari della ragazza. Victor per la prima volta da quando era arrivato a Green Valley si sentì un ragazzo normale in una normale scuola di suoi pari. Si rilassò e sorrise di cuore mentre Amelia arrossiva vedendolo spavaldo e sereno. Peccato che la sedia messa sbilenca si piegò su se stessa e si ruppe facendolo atterrare bruscamente sul pavimento. Le risate del resto della classe rimbombarono in tutta l’aula e fecero infuriare la professoressa che come castigo gli diede una ricerca ulteriore da fare rispetto a quella che aveva dato al resto della classe ovvio. Lesse e rilesse l’elenco quasi supplicando che la lezione di scherma sparisse dal foglio come per magia. Ma nulla cambiò e la scritta nera rimase li secca e acida sul pezzo di carta bianca. Entrò a testa china cercando di coprire il suo viso con il ciuffo ribelle che si era rivelato avere degli utilizzi molto positivi. Non servì a nulla e Victor venne subito riconosciuto dei compagni che cominciarono a ridere fra di loro e a soprannominarlo coniglio. James se ne stava seduto da una parte circondato dal suo gruppo di amici che sembrava lo stessero supplicando per chi sa quale nuova burla. Il biondo si alzò sorridendo e raggiunse Vik prima che potesse rifugiarsi negli spogliatoi.

<< che fa novellino? Non li saluti i tuoi amici? >> chiese sfottendolo.

Victor rimase in religioso silenzio cercando di evitare lo sguardo del nemico.

<< non dirmi che sei ancora arrabbiato con me per quello scherzetto di ieri? Suvvia non fare il bambino >>

<< vaffanculo >> riuscì a balbettare alzando il viso. Il sorriso spavaldo di James si contorse in un ghigno rabbioso. Lo afferrò per le spalle e lo alzò di terre facendolo sbattere contro il muro.

<< Ripeti quello che hai detto se hai il coraggio >>

Victor si sentì quasi svenire dalla paura di prenderle veramente che sbarrò gli occhi aspettando un pugno che però non arrivò. La presa sulle sue spalle si dissolse in un attimo e scivolò a terra aprendo gli occhi. Un ragazzo sulla ventina aveva afferrato James per la maglia e lo aveva staccato da lui. Aveva i capelli mossi neri raccolti in una coda morbida. Dalle tempie scivolavano due ciuffi lunghi e riccioli, ancora troppo corti per essere raccolti con resto dei capelli. I suoi occhi di tenebra rilucevano come diamanti mentre fissavano severi James.

<< Che ci fai tu qui? >> chiese lo studente aggiustandosi la giacca.

<< Il professor Black è malato e quindi da oggi fino a nuovo avviso la lezione di scherma verrà sostituita con quella di equitazione >> disse con una voce profonda senza però smettere di fissare il ragazzo di fronte a lui.

<< Tsk, un guardiacaccia che fa da professore… Siamo caduti davvero in basso.. >> commentò il biondo andando a spogliarsi. Il resto della classe lo seguì e Michael preferì iniziare ad uscire dall’aula. Così Vik si ritrovò tutto solo con quell’individuo. Il guardiacaccia si voltò di scatto e lo squadrò da capo a piedi. Lo studente si lasciò esaminare senza fiatare: dopo tutto lui era il suo salvatore.

<< tutto apposto? >> chiese con una freddezza a lui nota. Victor annuì e si alzò vacillando da terra.

<< Come ti chiami novellino? >> domandò il moro.

<< Vik >> rispose l’interpellato.

<< Andiamo, gli altri ci seguiranno più tardi >>

non gli sembrava vero, allora i miracoli esistevano sul serio!! Era riuscito a saltare la lezione di scherma e a non essere massacrato di botte da James e adesso si stava dirigendo in compagnia di questo tipo un po’ losco verso le stalle dove forse avrebbe potuto incontrare Sam. Si sentì di colpo elettrizzato a quel pensiero ed aumentò il passo. Varco l’entrata della scuderia con un salto e si ritrovò davanti la ragazza dagli occhi azzurri.

<< Ciao Sam >>la salutò con un sorriso vivacissimo ma la ragazza si limito a guardarlo sottecchi e ad andarsene.

<< va con lei ti aiuterà a montare a cavallo >> lo informò il guardiacaccia. Victor dopo essersi ripreso dallo shock si mise all’inseguimento di Sam.

<< ti ricordi di me? Sono Vik quello di ieri >> ripeté con un enfasi molto simile a quella di Michael. La giovane gli rivolse un’occhiataccia ed entrò nella stalla senza rispondergli. Prese un cavallo dal manto maculato; bianco con una spruzzata di lentiggini ogni tanto. Lo fece fermare proprio davanti a lui e rimase in attesa.

<< Sali >> ordinò secca.

Victor si vergogno troppo nel chiederle aiuto e decise di arrangiarsi da solo. Mise un piede nella staffa con molta fatica e poi provò a salire aiutandosi con le mani. Nessun risultato positivo: non riusciva nemmeno a sollevare l’altra gamba da terra ma il suo orgoglio di uomo gli impediva di domandare aiuto. Cambiò piede e si aggrappò con una mano alla criniera del cavallo che nitrì di scatto facendolo impaurire e cadere a terra. Sam scoppiò a ridere portandosi entrambe le mani sulla bocca provando di coprire i suoi denti bianchissimi. Il ragazzo si rimise in piedi con un broncio colossale.

<< ti aiuto io? >> propose lei sorridendo.

<< No >> strillò lui << faccio da solo >>

Sam continuava ridere sotto i baffi anche se Victor aveva capito che non era contenta di ridere di lui.

<< scusami, sono stata scortese: dico davvero! Lascia che ti dia una mano >> insisté la mora mentre i suoi occhi di cielo diventavano luminosi e vivaci. Vik si sciolse come un ghiacciolo al sole e la sua collera svanì di botto.

<< Grazie >> riuscì a mormorare come assuefatto del suo sorriso. La ragazza montò a cavallo e si sistemò dietro la sella e gli pose la mano destra, quella senza guanto. Victor la afferrò e si sentì cuocere il viso mente lei, una donna, lo tirava quasi di peso sul cavallo. Gli mise le briglie in mano e spiegò velocemente come dare i vari comandi all’animale.

<< Fammi vedere prima tu >> chiese in un sussurro. Sam acconsentì felice e non so com’egli sgattaiolò davanti. Adesso erano entrambi sulla sella vicinissimi. La schiena di lei era schiacciata contro il suo petto che aveva preso a sudare. Sentiva la gola fondere e le mani farsi sudate ma non tolse le mani dalle briglie. La mora mise le sue poco più in alto e fece partire il cavallo. Quando arrivarono sul prato il resto della classe li stava aspettando. Tutti i ragazzi repressero un urlo di disappunto vedendo Sam seduta fra le gambe di Victor. James diventò quasi nero come il suo cavallo per la rabbia. La ragazza mostrando agli studenti un sorriso accennato dei suoi prese le mani di Vik e ci si cinse la vita. Da paonazzo il giovane divenne quasi viola per l’imbarazzo me cercò di sorridere verso i suoi compagni. Michael da terra gli alzava i pollici entusiasta della sua conquista. Fecero un giro largo, una passeggiata calma come prima lezione. Al calar della sera tornarono nella stalle e come lezione diedero da mangiare alle loro cavalcature. Victor fece cadere l’acqua del suo cavallo più volte e fece un disastro con il fieno, ma non riusciva a smettere di sorridere. Diede una pacca molto timorosa al destriero prima di chiudere la stalla e andare a cercare Sam. La bellissima mora se ne stava da una parte a parlare con il guardiacaccia, ma la loro più che una chiacchierata sembrava un discussione molto accesa. Si accucciò in un angolo come solo una vera spia sa fare o come un lombrico e si mise in ascolto.

<< ascoltami Sam >> esclamò il giovane uomo afferrandola per un braccio ma la ragazza lo ritrasse fulminandolo con i suoi occhi di ghiaccio.

<< Falla finita Gabriel, so badare a me stessa! >>

<< lo so perfettamente, ma ti ripeto non è una buona idea quella che ti frulla nella testa >>

<< che fai leggi anche i pensieri adesso? >> sbottò lei adirata.

<< Solo se necessario >>

<< e quindi sempre visto che per te io sono in costante pericolo >>

<< Sam.. >> la chiamò lui cercando di essere dolce e comprensivo.

<< No, non puoi impedirmi di parlare con qualunque persona ci sia in questa scuola!! >>

<< potrei sempre tagliarti la lingua >> scherzò il moro mentre il suo viso acquistava un aria bonaria e simpatica.

<< Provaci >> lo intimò Sam con voce collerica. Lo sguardo pacato del guardiacaccia svanì in un soffio e torno duro e inflessibile.

<< ascoltami Sam, te lo chiedo con le buone: smettila di parlare con quel novellino o sarò costretto a legarti con delle catene in camera tua e non è una metafora >>

<< ascoltami tu Gabriel, ti rispondo con le buone: smettila di dirmi cosa devo fare e preoccupati di te stesso che io bado magnificamente alla mia persona! >>

Gli occhi scuri di Gabriel si acceso d’ira.

<< Samantha Van Kraulen, sei stata avvertita >> la minacciò tempestivamente prima che la mora girasse i tacchi e con un gestaccio della mano lo salutasse. Victor ce la fece a scomparire dal suo nascondiglio, fortunatamente senza inciampare o farsi male.

<< Sam >> la chiamò con fare tranquillo, la ragazza si voltò e lo raggiunse cercando di sorridere.

<< Allora ehm… ti è piaciuta la cavalcata? >> domandò facendogli segno di seguirla fuori delle scuderie.

<< meglio del previsto. Non sono caduto e non ho nemmeno vomitato >> scherzò burlandosi di se stesso e centrando in pieno il bersaglio visto che Sam rise di gusto.

<< Un’ottima giornata per te quindi? >>

<< la migliore da quando sono qui >>

<< però… >>

<< posso farti una domanda? >> chiese lui raggiante.

<< Dipende >>

<< Di solito si risponde si o no >>

<< si ma io sono fuori dal comune >>

<< l’avevo notato >> bisbigliò Victor arrossendo un poco.

<< Scusa? >>

<< niente! Ehm allora la domanda, posso? >>

<< Spara >> esclamò lei rivolgendogli il suo sguardo incredibilmente ipnotico.

<< Quanti anni hai? >>

<< Mmm… quasi diciannove >>

Il cielo cascò sulla testa di Vik all’improvviso. Più di due lunghi anni li separavano. Si sentì irrimediabilmente piccolo e stupido per una come lei. Si era davvero illuso di poter piacere ad una ragazza più grande?

<< Aaah… >>

<< E tu? >>

<< Diciassette >> mentì di qualche mese.

<< penultimo anno quindi? >>

<< Esatto! E tu lavori qui? >>

<< Non si vede? >> chiese sarcasticamente indicando i vestiti e facendogli notare che non indossava nessun tipo di uniforme scolastica.

<< si certo, scusa >>

<< tu ti scusi troppo novellino >> lo riprese Sam prima di sedersi a gambe incrociate sul prato proprio davanti alla finestra/specchio del corridoio che portava all’ala nord-est del castello.

<< Scusa >>

<< Ecco, visto? >>

Ma era diventato improvvisamente deficiente? Il cervello gli si era ristretto nell’istante in cui aveva aperto bocca? Sveglia Victor, gli urlò la solita vocina nella testa, di qualcosa! sembri scemo se stai davanti a lei con la bocca spalancata!! E vedi di non pronunciare la parola scusa per almeno, ehm diciamo dieci anni?

<< fa piacere sentirselo dire però >>

<< Non lo metto in dubbio, ma pochissimi ricambiano la cortesia >>

<< Tu l’hai fatto >> disse il ragazzo trovando finalmente la forza dentro di se per sedersi di fianco alla mora. Gli occhi fieri di Sam si sciolsero lievemente e il suo viso serio si colorò di un accennato color rosa pallido.

<< Sei strano novellino >>

<< Chiamami Vik >> mormorò lui cercando di non farla arrabbiare.

<< Vik, ok… Di solito qui la maggior parte delle persone se ne frega degli altri. Gli studenti per esempio, pensano solo a loro stessi e sfruttano gli altri che non considerano loro eguali come spazzatura! >> disse lei con filo di rabbia nella voce.

<< l’ho notato, ma vedi anche da dove vengo io succede.. Soltanto che io ero nel gruppo degli strafottenti ed ora nei…. novellini >>

<< Sarà ma io non ti ci vedo nei panni di James Hawk a sfottere gli altri >>

Victor per un secondo ebbe la visione di se stesso con l’aria da figo che prendeva a cazzotti James mentre Sam lo adulava per le sue gesta. L’immagine sparì di colpo quando la ragazza gli posò il palmo aperto a pochissimi centimetri dalla sua mano facendolo saltare sul posto. Era così chiara e perfetta: nessun taglio, abrasione o callo sul palmo o sul dorso. Non sembrava nemmeno lavorasse con dei cavalli.

<< posso farti io una domanda ora? >>

<< certo! >>

<< perché sei venuto qui all’ Emerald? >>

<< A dir la verità sono qui contro la mia volontà, mio padre mi ha dato un ultimatum: o la scuola militare o questo >>

Sam sorrise divertita.

<< ti ci vedo come militare, preso di mira da tutti i compagni e costretto a lavorare in cucina perché inservibile in battaglia >> scherzò lei senza curarsi di poterlo offendere o meno. Victor non pensò lontanamente a quelle parole come un insulto; lo avrebbe potuto anche mandare a quel paese e lui sarebbe rimasto li a sorriderle come un idiota e ad annuire di continuo. La sua mente viaggiò e si fermò nel paese dei sogni e là vide come sarebbero potuti essere i giorni successivi. Avrebbe passato tutto il tempo libero a parlare insieme a Sam, a cavallo forse, ma soprattutto a parlare. Sarebbero usciti e lei si sarebbe innamorata di lui che magari sarebbe diventato più popolare frequentando una ragazza così bella. Pensò alla festa di fine anno e si vide ballare insieme a lei.. Poi ebbe l’illuminazione.

<< Sabato! >> urlò facendo irrigidire di colpo la mora.

<< Cosa c’è sabato?? La fine del mondo? >>

<< No, c’è una festa credo… In una discoteca a Green Valley: in città suppongo >>

La ragazza dagli occhi di ghiaccio sospirò una a per almeno dieci secondi e poi con un sorriso storto riprese a parlare.

<< La festa di mezzanotte al Blue Absinthe >> parlò sommessamente lei.

<< la conosci? >>

<< Si, ma a dirla tutta non ci sono mai andata; mio fratello dice sempre qualcosa a riguardo… Ah! Ecco: Se vuoi tornare a casa sulle tue gambe non dovresti andarci, i ragazzi impazziscono quella sera e non riescono a controllarsi soprattutto se una ragazza come te se ne sta tutta sola in un angolo >>

<< Davvero un bel posto.. >> sibilò Victor sorridendo.

<< No, non credere… Mio fratello ha sempre le scarpe strette quando si parla della mia incolumità fisica e morale >> scherzò Sam.

<< Allora potremmo andarci insieme se ti va? >> propose mentre sentiva il cuore battergli all’impazzata.

<< Venerdì >> affermò lei alzandosi in piedi.

<< che cosa? >>

<< Ti darò la conferma venerdì, prima voglio informare la famiglia e chiedere ecco… il permesso diciamo >>

<< ok, allora a venerdì >>

<< Guarda che non scappo mica, possiamo vederci anche domani se non hai nulla di meglio da fare… >>

A Vik venne quasi un collasso per la troppa felicità.

<< allora a domani >>

<< Stessa ora stesso posto? >> domandò lei con aria maliziosa inclinando il capo e lasciando che il ciuffo di ricci fuori dalla pettinatura le coprisse l’occhio destro.

<< Ehm.. Si ok >> farfugliò prima di controllare l’ora sul suo orologio da polso.

<< Alle sette quindi? >> ripeté ma Sam sembrava essersi già volatilizzata nel nulla come era di routine ormai. Micheal lo aspettava sull’uscio della camera con l’aria di uno che ha appena vinto alla lotteria. Il ragazzo dagli arruffati capelli rossi e le mille lentiggini sul volto lo tempesto di domande a cui Victor cercò di sottrarsi ma che poi fu costretto a rispondere visto l’insistenza dell’amico.

<< Allora sabato uscite insieme?? >> esclamò quasi più eccitato di lui per l’evento.

<< non è proprio un uscita.. >> sviò mentre le guance gli si coloravano di rosso.

<< Mi sono solo offerto di accompagnarla >>

<< ricapitoliamo: tu la vai a prendere, insieme andate al Blue Absinthe. Passate la serata a parlare, ballare e magari a bere e poi magari te la porti in camera… >>

Un colpo di tosse molto poderoso da parte di Kevin che se ne stava nel suo solito angolo di poltrona li interruppe. Il moro stava sorseggiando della birra e sembrava aver sentito il loro discorsetto privato.

<< Quindi è così che sarà organizzata la tua serata? >> domandò rivolgendogli uno sguardo inquisitore.

<< non esattamente >> precisò Victor.

<< Con Sam ci troveremo alla discoteca visto che io vado fin là con Amelia, poi staremo tutti e tre insieme.. >>

<< Cosa hai detto? >> chiese Micheal stupito.

<< Che ci vado con Amelia >>

<< Amelia, Amelia?? >> domandò sconcertato il rossino.

<< Mia sorella? >> ripeté Kevin alzando un sopracciglio.

<< Si, sempre se posso.. sai te lo volevo anche chiedere ma.. >>

La faccia dura del moro si raddolcì all’istante e un sorriso vivace si disegnò sulle sue labbra.

<< certo! Certo, va benissimo anzi spero ti diverta >>

disse con entusiasmo prima di venirgli incontro e dargli un’energica pacca sulla schiena come segno d’approvazione.

<< io vado a letto, ci vediamo domani mattina Vik >> salutò con la mano e andò tutto contento nella stanza di fianco a quella di Victor che rimase di sasso.

<< Ma sta bene vero? >> chiese spaventato.

<< hai fatto colpo amico, sei una volpe!! >>

<< Io non ho fatto nulla!?! >>

<< ma si, sei appena entrato nelle grazie di Kevin! Sai Amelia non ha nessuna amica nella scuola e di amici bhè, ci siamo io e suo fratello. E prima d’ora lei non si erma mai avvicinata a nessun’altro. Diventi amico di Amelia e Kevin in un colpo solo ed esci con Sam, sei davvero fortunato Vik!! Non sai quanto t’invidio! >> strepitò Mike agitando le mani. Victor d aperte sua stentava anche a credere che tutto ciò fosse reale. Per tutta la giornata non era stato ne picchiato ne deriso troppo e soprattutto ora aveva una nuova amica ed un amico muscoloso che lo difendesse e non lo uccidesse. Ma soprattutto aveva potuto parlare con Sam, e questo lo rendeva incredibilmente felice. Andò a letto e si dimenticò persino di dare uno sguardo al cellulare nel disperato tentativo di vedere un messaggio di chiamata persa da parte dei suoi vecchi amici.

 

 

*** Spero che la storia piaccia!!! lasciate un commentino please!! ***

  
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