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Autore: _Takkun_    25/10/2014    2 recensioni
Ed eccolo ancora lì, seduto davanti a quella scrivania intento a scrivere chissà cosa su quei fogli bianchi.
Si chiudeva dentro la propria cabina e non si faceva sentire per delle ore, immerso totalmente nel suo mondo, e la curiosità di una giovane rivoluzionaria non faceva che crescere di volta in volta.
Che cosa aveva da scrivere dopo aver completato tutti i rapporti?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Koala, Sabo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Dear Ace and Rufy...



Ed eccolo ancora lì, seduto davanti a quella scrivania intento a scrivere chissà cosa su quei fogli bianchi.
Si chiudeva dentro la propria cabina e non si faceva sentire per delle ore, immerso totalmente nel suo mondo, e la curiosità di una giovane rivoluzionaria non faceva che crescere di volta in volta.
Che cosa aveva da scrivere dopo aver completato tutti i rapporti?
Koala aprì di un altro po’ la porta socchiusa, sbirciando con un occhio la figura del biondo.
Riusciva a vederlo di profilo, il volto illuminato da una lampada ad olio sopra la scrivania, una mano appoggiata sulla guancia sinistra a reggergli il capo e un costante sorriso a piegargli le labbra.
La castana strinse a fessura l’occhio, come a voler provare a capire dai movimenti della penna che tipo di parole stesse scrivendo Sabo.
“Essere una rivoluzionaria ti ha portata ad avere brutte abitudini.”
Un’improvvisa quanto familiare voce le fece prendere un mini infarto.
“Hack!” Lo riprese la ragazza mantenendo un tono basso. “Sei impazzito?! Mi hai spaventata!”
L’uomo-pesce roteò gli occhi al soffitto, guardandola poi con un sopracciglio alzato.
“Cosa stavi facendo?” Le chiese, incrociando persino le braccia al petto con fare severo.
Koala aprì la bocca per parlare poi, però, decise di richiuderla.
“Anche se gli dessi una motivazione so che mi sgriderebbe comunque.” Pensò, sorridendo innocente all’amico.
“Non sorridere in quel modo, Koala, sai che non si fa.”
La castana sospirò, premendosi le palpebre con le dita. “Lo so, lo so, scusa.” Disse. “È solo che…”
“Solo che cosa, Koala?” Le sussurrò all’orecchio, da dietro, il secondo comandante dell’Armata Rivoluzionaria. La ragazza sobbalzò per la sorpresa e l’uomo-pesce si ritrovò a rialzare gli occhi al cielo una seconda volta. Alla fine finiva sempre così.
“Sabo-kun!” Si voltò di scatto verso di lui, tirandogli con forza le guance, neanche fosse lui il vero possessore del frutto Gom-Gom. “Volevi vedermi morta?! Non farlo mai più!”
“Shei tuh che non dhovevi shpiarmi!” Fece il biondo, con il viso tirato in un’espressione che, secondo il parere di Hack, doveva essere scocciata.
“Se tu mi dicessi che cosa scrivi, io non ti spierei! Andiamo, Sabo-kun, per favore.” Lo pregò, lasciando andare la presa sulle guance ormai arrossate per congiungere le mani.
Sabo scosse la testa, afferrandola poi per le spalle e spingendola leggermente verso l’uomo-pesce.
“Te l’ho detto e te lo ripeto, testona…” Cominciò, ritornando nella sua cabina. “… quando avrò finito tu sarai la terza persona a cui farò leggere ciò che sto scrivendo.” Assicurò sorridendole. “Ma fino ad allora vedi di tenere a bada la tua curiosità e lasciami lavorare in pace. Hack, per favore, cerca di tenerla impegnata per un po’.” Chiese gentilmente al compagno che annuì.
“Ci si vede quando ho finito, possibilmente senza interruzioni.” Concluse, chiudendo a chiave la porta.
Koala sospirò rassegnata, abbassando il capo. “E va bene, lascerò in pace il signorino.” Incrociò le braccia sotto al seno, arrendendosi, facendo increspare le labbra dell’uomo-pesce in un sorriso soddisfatto.
“Ma deve mantenere la promessa.” Disse, lanciando un’ultima occhiata alla porta in legno della camera del ragazzo, accennando un sorriso.
“Scusa, mi ero dimenticata di loro.” Pensò, dirigendosi insieme al compagno verso il ponte della nave, insieme a tutti gli altri.
 
****
 
Sabo ritornò seduto sulla propria sedia, stiracchiandosi a dovere e riprendendo tra le dita la fedele penna.
“Allora, dov’ero rimasto?” Si chiese, tornando a scrivere attento ogni singola parola, senza dimenticare nessun dettaglio.
Adorava buttare su carta ogni sua singola avventura, le emozioni provate e tutti i pensieri che gli erano passati per la testa. Lo trovava liberatorio e, soprattutto, un giorno anche loro sarebbero stati partecipi delle sue missioni, in un certo senso.
Alzò uno sguardo verso la parete, Sabo, incontrando i volti dei fratelli.
Il ghigno di Ace e il sorriso raggiante di Rufy.
“Ci incontreremo ancora.” Mormorò il rivoluzionario, ridacchiando fra sé e sé nel lanciare un’occhiata al cumulo di fogli messi uno sopra l’altro scritti negli ultimi anni.
“Prenderà un infarto a entrambi quando verranno a sapere quanto dovranno leggere.” Si lasciò andare sullo schienale della sedia, prendendo tra le mani il foglio su cui stava lavorando.
Forse una rilettura veloce non avrebbe guastato, pensò, posando la penna sopra al legno della scrivania.
Sorrise e cominciò a ricontrollare.
 

“Cari Ace e Rufy…”
 
  
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