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Autore: Placebogirl_Black Stones    25/10/2014    7 recensioni
Nami, figlia di un noto politico e ribelle nata, in continuo conflitto con il padre.
Tashigi, ragazza per bene che scopre il suo lato più sexy e lo usa per sfuggire alle regole.
Boa, giovane pop star egocentrica che nasconde una solitudine incolmabile.
Tre ragazze che si ritrovano alle prese con i problemi della loro età, costrette a passare sei mesi in un istituto di rieducazione. Lì scopriranno che dentro ogni bambina cattiva, c'è una brava ragazza....
- Ispirato all'omonima telenovela colombiana -
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Boa Hancock, Nami, Tashiji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con gli occhi lucidi, in parte per la rabbia e in parte per il pianto che premeva per uscire, continuava a camminare avanti a indietro per la stanza, stringendo spasmodicamente il cellulare fra le mani.

Faceva ripartire il video per poi stopparlo subito dopo, incapace di guardare ancora il suo fidanzato fare il cascamorto con due sgualdrinelle.

Tutto in quella camera parlava di lui, ovunque si girasse c’erano foto di loro due che lei stessa aveva messo, credendo che la loro storia fosse importante.

Ora sapeva che lo era solo per lei.

Stanca, più psicologicamente che fisicamente, si abbandonò sulla poltrona davanti alla specchiera, premendo di nuovo play sul cellulare.

Ed ecco che il video ripartiva.

Stavolta si concesse di osservarlo più a lungo, ma non riuscì a terminarlo.

Presa da un impeto che la smuoveva contro la sua volontà, si alzò nuovamente in piedi, riprendendo a camminare velocemente da un capo all’altro della stanza.

Si soffermò con lo sguardo su una foto che li ritraeva in un giardino rigoglioso, sorridenti e apparentemente felici.

Le aveva riservato una cornice d’argento, sulla quale passò un dito sfiorandola.

Spostò lo sguardo sul display del cellulare, che ritraeva un fermo immagine di Law che abbracciava una bionda.

Mordendosi il labbro, spinse la cornice fino a farla cadere, così come cadeva una lacrima silenziosa lungo la sua guancia.

Senza forze, si accomodò nuovamente sulla poltrona, fissando la sua immagine riflessa nello specchio.

Dove aveva sbagliato?

Che cosa c’era di sbagliato in lei?

Non era abbastanza carina, interessante, colta o intelligente?

No…Non era questo il problema.

La verità era che non era abbastanza sexy.

Law non si sentiva attratto da lei, che continuava a comportarsi come una suora: ed ecco che cercava di “spegnere il suo fuoco” con ragazze senza vergogna.

Fu allora che si ricordò di ciò che le avevano detto le amiche durante il pomeriggio appena trascorso…

 

Lozioni per il corpo…

 

Gettò un’ultima occhiata al video, prima di posare il cellulare sul ripiano del mobiletto con la specchiera davanti al quale era seduta.

 

Preservativi…

 

Girò il capo verso il collage di foto che li ritraeva in diversi momenti trascorsi insieme in quell’anno di fidanzamento, anche se in realtà non ne vide nemmeno una.

La sua testa era altrove, in quel locale con Law.

 

Si divertirà guardando i porno su internet…

 

Piegò le labbra in una smorfia di dolore, lasciando che le lacrime uscissero da quegli occhi che avevano appena assistito al peggiore degli spettacoli.

 

Reggiseni e ragazze che ballano…

 

Senza rendersene conto, guidata dalle voci che risuonavano nella sua testa come colpi di martello, lasciò che le sue mani si infilassero nella busta del negozio che Violet e Kalifa avevano lasciato lì.

Si accorse che c’erano diverse cose al suo interno, e ovviamente ne conosceva bene la natura.

Cose sexy, cose che fino a quel momento per lei erano state un tabù.

 

Gli mostrano la loro mercanzia…

 

Con la mano tremante, estrasse la prima cosa che le capitò a tiro: una parrucca nera.

Il taglio era come quelli che andavano di moda in quel periodo, un caschetto più lungo sul davanti.

Troppo moderno per una ragazza all’antica come lei, che i capelli li aveva sempre portati solo in un unico modo durante i suoi diciassette anni.

 

E tu, Tashigi?

 

Desiderosa di conoscere quel mondo che le era stato negato dal suo grado sociale e che tanto affascinava il suo uomo, continuò a cercare dentro quella busta.

Tutto ciò che ne usciva era una scoperta, orribile e al contempo affascinante.

 

Un fidanzato eccitato che cerca qualcuno che accenda la sua passione…

 

Un bustino nero in latex con le stringhe, talmente stretto che avrebbe rischiato di soffocarci dentro.

 

Tashigi, se vuoi puoi venire con noi…

 

Un paio di stivali lunghi fino a sopra il ginocchio, anche quelli in latex nero con una fila di stringhe incrociate al centro e tacchi talmente alti da sembrare trampoli.

 

Ti insegneremo come accendere la sua passione…

 

Un paio di calze a rete a maglia molto larga, roba che avrebbe classificato solo come indumento da donnina di strada.

E molto, molto altro.

Eppure, il suo fidanzato la voleva proprio così, libertina e senza candore.

Doveva fare una scelta, forse la più dura che avesse mai affrontato.

Doveva scegliere se essere Tashigi, la ragazza pudica e di sani principi, oppure una donna nuova senza regole e piena di sensualità.

Tashigi avrebbe perso Law, l’altra donna lo avrebbe conquistato.

Si morse il labbro, guardando la sua immagine riflessa nello specchio.

Per la prima volta nella sua vita, non si riconobbe.

Non sapeva più chi era.

 

 

 

…………

 

 

Il locale era pieno zeppo di gente.

D’altra parte, il “Limite” era il posto più in voga del momento in cui trovarsi a far baldoria la sera, bevendo, rimorchiando e ascoltando musica a tutto volume.

Ci si poteva perdere in mezzo a quella folla scatenata, accecati dalle luci psichedeliche.

Tutti erano nessuno, volti che si mescolavano gli uni agli altri come in quadro astratto.

Gente che trovavi e che riperdevi subito dopo, inghiottita dalla pista stracolma.

In tutta quella confusione, una figura avanzava lentamente, distinguendosi senza fatica dalla massa.

Le cose accattivanti non passano mai inosservate.

Gambe snelle e sinuose, avvolte da calze a rete a maglia larga, culminanti in un paio di lunghi stivali di pelle lucida e nera, decorati con stringhe incrociate.

Un vestito succinto in finta pelle nera, stretto in vita da una cintura recante delle borchie, che lasciava poco all’immaginazione data la “lunghezza”.

Per non parlare della scollatura, che regalava la visione di un petto florido nonostante la giovane età.

Capelli neri, con un taglio a caschetto che si allungava sul davanti, incorniciavano un viso truccato pesantemente.

Ombretto viola scuro, rossetto in tinta con quest’ultimo, facevano risaltare la pelle chiara come poche.

Una ragazza da non farsi sfuggire.

Camminava verso il centro della pista, cercando di combattere la pesantezza di quegli sguardi tutti rivolti a lei.

Non poteva permettere che il nervosismo rovinasse i suoi piani.

Cercando dentro di sé una sicurezza che non aveva mai avuto, iniziò ad atteggiarsi in maniera provocante, ricambiando maliziosamente gli sguardi dei ragazzi che le ammiccavano, sorridendo e scostandosi i capelli dal viso con sensualità.

Lasciandosi guidare dal ritmo della musica, prese ad ancheggiare sinuosamente, piegando di poco le ginocchia e ripercorrendosi il costato con il dorso delle mani, portando le braccia verso l’alto.

Chiunque l’avesse guardata avrebbe pensato che era avvezza a quell’ambiente e a quel genere di cose.

Lanciando occhiate a destra e a manca, in realtà cercava una sola cosa in quel locale.

Fu proprio allora che la vide, grazie a un faro che aveva illuminato il punto in cui si trovava.

Il ragazzo, il suo ragazzo, stava ridendo e ballando con un’altra donna, toccandola più del dovuto.

Trattenendo la rabbia, finse di continuare a ballare, mentre si avvicinava sempre di più a lui.

Un altro ragazzo, che probabilmente l’aveva adocchiata, le si parò di fronte, porgendole con fare ammiccante un drink appena preso.

I consigli delle due amiche stavano dando i loro frutti.

Forse era davvero necessario essere una poco di buono per avere attenzioni.

Sorridendo allusivamente, prese il drink e ne bevve un sorso, senza staccare gli occhi da quelli del ragazzo.

E in quel momento, come per scherzo del fato, il suo presunto fidanzato la scorse tra la folla.

Rimase pietrificato a guardarla, senza più dare attenzioni alla ragazza che ballava con lui.

Non che l’avesse riconosciuta, era impossibile dato il rivoluzionario cambiamento, ma per un donnaiolo come lui una simile tentazione era come oro colato.

Finalmente anche lei si accorse di aver attirato la sua attenzione, proprio come desiderava.

Adesso era lui a camminare ipnotizzato verso di lei.

Continuò a dare corda al ragazzo che le aveva portato il drink, fino a quando il suo fidanzato (ignaro di trovarsi davanti alla sua promessa sposa), si fermò a pochi centimetri da lei.

Sorridendo con fare beffardo e snob, ignorò bellamente entrambi, sorpassandoli e avviandosi sicura verso i cubi sopraelevati popolati di belle ragazze che mettevano in mostra le loro gambe.

Facendosi aiutare dall’ennesimo ragazzo, salì anche lei, riprendendo la danza fatta di mosse sensuali che aveva iniziato poco prima in pista.

Inutile dire che la folla era tutta per lei, le altre non esistevano più.

Quella ragazza dark e misteriosa era diventata la regina della serata.

Tashigi era noiosa, nessuno si accorgeva di lei in mezzo alla gente.

Lolita era accattivante, una dominatrice indiscussa.

Poteva essere due persone al tempo stesso?

In fondo, tutti nascondiamo un lato oscuro.

Più Law la fissava, più lei gli sorrideva lanciando sguardi maliziosi e allungando un braccio in sua direzione puntandogli il dito contro.

Guardami Law, ora sono esattamente come mi vuoi? Ti piaccio, vero?” gli stava dicendo nel silenzio della sua mente.

Non l’aveva mai guardata in quel modo quando era solo Tashigi.

Avrebbe dovuto essere distrutta da quel fatto, perché ciò significava che il suo uomo non la apprezzava per quello che era; invece si sentiva piena di energie, come se quello fosse il posto esatto dove doveva trovarsi quella sera.

Lei che odiava i locali pacchiani e rumorosi, si sentiva a suo agio mettendosi in mostra in quel modo, come se una parte di lei fosse nata per fare quello.

Forse, la vera Tashigi non era la ragazza per bene che credeva.

Ballava senza perderlo di vista, controllando ogni minima espressione sul suo volto, fino a quando un ragazzo, che riconobbe come il suo migliore amico, gli si avvicinò, mettendosi anche lui a fissarla.

Vedeva le loro bocche muoversi, segno che stavano avendo una conversazione.

E dal modo in cui la mangiavano con gli occhi, non era difficile intuire l’argomento.

 

- Ehi, Law! Hai visto quella tipa?-lo affiancò Penguin, con due drink in mano.

- E’ divina…La conosci?- si interessò subito.

- No, però mi attira parecchio…- confessò.

- Una così chi non attirerebbe?- gli fece notare, ghignando con quel suo fare strafottente.

 

Desiderava conoscere le parole che si stavano dicendo, solo per il gusto di sentirsi dire dal suo fidanzato quanto fosse sexy.

Poteva farlo solo in quell’occasione, perché il giorno dopo sarebbe tornata ad essere la ragazza di sempre.

Nell’alta società il suo ruolo era Tashigi Kendo, appartenete a una famiglia dal nome illustre e di raffinati costumi, che non poteva certo andare in giro vestita a quel modo.

Per questo quella sera voleva essere solo Lolita, ragazza libera di fare tutto quello che voleva.

Non aveva fatto i conti con gli scocciatori, però.

Si sentì sfiorare ripetutamente una coscia, e spostando lo sguardo verso il basso si accorse di un ragazzo che tentava di toccarla salendo sempre più in alto.

Voleva essere sexy, ma non una sgualdrina che si faceva palpare da chiunque.

Aveva comunque una dignità anche dietro chili di trucco, una parrucca e vestiti praticamente inesistenti.

Non poteva fare una scenata da bambina capricciosa, però, o tutti avrebbero scoperto la sua vera identità.

Così, fece la cosa più “cool” che le ragazze importunate nei locali erano solite fare: rovesciò il drink rimastole in mano da prima sulla testa del molestatore.

Il tutto con un sorriso malandrino rivolto alla folla, ovviamente.

Un boato di esultanza si protrasse nel locale, accompagnato anche da alcuni applausi.

Sul volto di Law si materializzò uno dei suoi ghigni migliori, e lei stessa si concesse di mostrare i denti per la prima volta in quella folle nottata.

Si stava divertendo, contrariamente a ciò che aveva sempre pensato.

Ballava, ballava e ballava, presa dal ritmo di quella musica da discoteca che non aveva nulla a che vedere con ciò che ascoltava solitamente.

Si dimenticò persino di Law, distogliendo lo sguardo da lui.

Senza saperlo, però, aveva già innescato la bomba.

Il suo piano era più che riuscito.

Penguin, provolone almeno quanto Law, si fece largo tra la folla, fermandosi proprio sotto di lei.

Abbassò lo sguardo, cercando di capire cosa volesse.

Lo vide tenderli una mano, invitandola a scendere dal cubo e andare con lui.

Poteva essere un’ottima occasione di far ingelosire Law, ma Penguin non era decisamente il suo tipo.

Inoltre, era lì solo per dimostrare al suo fidanzato che anche lei poteva essere sensuale, non certo per concedersi a un qualunque ragazzo a caso solo per vendetta.

Assumendo un’aria snob che non ammetteva repliche, scansò la sua mano, ignorandolo.

Qualcuno, però, aveva assistito alla scena pochi metri più indietro, concedendosi l’ennesimo ghigno della serata.

Inutile dire che anche lui, ora, aveva tutta l’intenzione di mettersi in gioco.

Ricevere le attenzioni della donna più bella e desiderata del locale sarebbe stato motivo di vanto, qualcosa da raccontare a tutti il giorno dopo.

Deciso, si avvicinò anche lui, ripetendo la scena dell’amico: si fermò davanti a lei e gli porse la mano.

Cosa doveva fare adesso?

Una mossa azzardata le sarebbe potuta costare cara.

Se si fosse avvicinata o esporta troppo, di certo uno furbo e scaltro come Law l’avrebbe riconosciuta subito.

Lo fissò negli occhi, cercando di nascondere la tensione e la paura che iniziavano a uscire dopo essere rimaste nascoste per tutta la sera.

Vedendola esitare, Law si fece più audace, sfiorandole una coscia con i polpastrelli e alzando l’arcata sopraccigliare, piegando di poco la testa da un lato, come a volerle dire “Allora? Ci stai?”.

Bastò quello per riportarla alla realtà.

Il suo ragazzo non avrebbe perso l’occasione di tradirla.

Non sapeva nemmeno il nome di quella ragazza che stava guardando ora, eppure le proponeva di fare l’amore con lui.

La loro storia felice era solo una bugia, così come lo era Lolita, l’alter ego nel quale si era trasformata quella notte.

Lei non era così, la ragazza che si era inventata non esisteva.

La libertà apparente che aveva provato in quei pochi minuti aveva lasciato spazio ad un peso soffocante.

Tutte le sue certezze crollavano, e l’unica che ne sentiva il rumore rimbombarle nella testa era proprio lei.

Sconvolta dall’amara verità del suo mondo perfetto, scese velocemente dal cubo, scostando Law e scappando via, disperdendosi tra la folla della pista e lasciandolo indietro a cercarla inutilmente.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Salve! Era un po’ che non la aggiornavo questa, perciò ho voluto darle spazio come ultima pubblicazione (almeno su questo fandom) prima della mia partenza per Lucca prevista fra 4 giorni.
In questo capitolo è tornata la vostra adorata Tashigi, contente? XD Come vedete si è lasciata andare, ma non ne è rimasta soddisfatta…
Vi metto alcune precisazioni che sono doverose, poi il resto lo lascio ai vostri commenti se vorrete lasciarmene:

 - sopra viene detto che Tashigi ha diciassette anni. Lo so benissimo che nel manga ne ha 23 (dopo il time skip), ma per questa storia mi serve che, come nella telenovela, le tre protagoniste siano tutte adolescenti. Altrimenti i loro problemi di ribellione non avrebbero senso se fossero già donne mature. Per questo vi dico già le età di ciascuna di loro: Nami ha 18 anni, Boa ha 18 anni e Tashigi è la più piccola e ne ha 17. Le altre ragazze del centro avranno la stessa età.

 - nella realtà della telenovela il nome dell’alter ego di Tashigi, Lolita, non viene svelato durante la scena che ho raccontato ma più avanti. Ho però voluto dirlo subito, visto che nei suoi pensieri probabilmente la protagonista aveva già pensato a un nome fasullo. E poi questo nome ricomparirà di nuovo nella storia, perciò voglio che lo teniate bene a mente! (piccolo spoiler che vi regalo perché è sabato e siamo tutti più buoni! ;-) )

 E questo è tutto!
Attendo con piacere le vostre recensioni e ci sentiamo al più presto!
Baci
Place

 

   
 
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