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Autore: yua    18/10/2008    3 recensioni
Non aveva, la Pietra, il diritto di rimanere tale? Non aveva il diritto di scegliere, rinnegando per sempre il Cuore? piccola one-shot su Fay e Kurogane
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il cuore della pietra

Il Cuore Della Pietra

 

 

Non aveva, la Pietra, il diritto di rimanere tale?

Non aveva il diritto di scegliere, rinnegando per sempre il Cuore?

Oh no, per quanto la Pietra potesse credere di essere decisa, ferma nelle sue posizioni, sola, ma lontana dal dolore che deriva dalla perdita di una gioia troppo grande e conosciuta troppo poco, un giorno arrivò un Parassita che, pian piano, la trasformò.

Il parassita si impose  nell’esistenza della Pietra, ma questa se ne rese conto solo quando ormai era tropo tardi, quando ormai sentiva di nuovo quel Cuore che aveva provato a scacciare, pulsare di nuovo nel suo petto.

Il parassita crebbe ignaro, nutrendosi dei sentimenti che la Pietra scoprì di provare, e non si rese conto di tutto il dolore che il suo ingenuo egoismo avrebbe fatto riemergere: il Parassita non comprese che la Pietra aveva solo nascosto le sue ferite, ancora dolorose, ancora sanguinanti.

E il Parassita  non capì nulla, non all’inizio, fino a che non fu preda solo di nuove emozioni, estranee alla sua natura, sentimenti che non fu in grado di gestire.

La Pietra, però, comprese subito la fragilità del suo Parassita, e proteggerlo divenne la sua ragione d’essere¸ in fondo, anche una Pietra ha bisogno di una motivazione per trascinarsi attraverso anni di dolore, no?

E la Pietra fu felice quando poté adempiere al suo scopo, anche se la consapevolezza del suo Cuore diventava sempre più concreta: batteva forte, in modo furioso, e solo in funzione di quel Parassita che ormai vi abitava.

La Pietra conosceva la natura labile della gioia, ed attendeva con orrore il giorno in cui questa splendida Dea avrebbe preteso l’adeguato pagamento da suo Cuore.

Infine, la Dea colpì.

Minacciò di strappargli per sempre quel Parassita che gli era così caro, e lo fece ghignando crudelmente, mostrando la sua doppia faccia di amante traditrice.

Lei pretendeva un pagamento, ed il parassita era solo il più semplice ed alto da ottenere. Ma la Pietra scelse diversamente, sacrificando se stessa, stupendo la Dea e facendo inorridire il Parassita, morendo, alla fine, come un Essere Umano.

Anche se il Parassita avrebbe desiderato solo morire, per raggiungere la Pietra e perdersi ancora una volta nei suoi occhi scarlatti, non poteva, sapeva di non poterlo fare, perché proprio la Pietra glielo impediva.

Il Parassita fu così costretto a strisciare attraverso i giorni che rimanevano della sua vita, con la certezza schiacciante di averla uccisa proprio lui, la Pietra.

Non tornò a nutrirsi di altri sentimenti, non scelse un’altra dimora; il Cuore della Pietra era l’unica alla quale sentisse di appartenere, il Cuore di quella Pietra alla quale aveva ridato vita e poi ucciso.

E poi, la Dea ebbe pietà di lui, e chiuse per sempre i suoi occhi stanchi, ormai velati, nei quali brillava solo un pallido riflesso della luce che aveva ricevuto dalla Pietra, permettendogli, alla fine di tutto, di raggiungere l’unica cosa che nella sua vita avesse avuto un qualche valore.

 

 

 

 

Va bene, sclero concluso. È un esperimento, non so se rende bene l’idea… la mia mente malata l’ha concepito in autobus, mentre andavo a scuola e, in teoria, studiavo chimica, quindi, visto il quadro generale, ditemi bene che cosa ho scritto.

 

  
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