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Autore: Siranne    26/10/2014    3 recensioni
Si diresse in cucina, aprì il frigo e prese un piatto coperto da una pellicola. Sopra, troneggiava un post-it giallo con su scritto “riscaldare in microonde per cinque minuti”.
Sospirò lievemente, cercando di ignorare il leggero aumento del battito del suo cuore.
Da quando era stato male, il suo capo aveva colto l’occasione per introdursi sempre più nella vita del giovane editore. Lo costringeva a mangiare con lui almeno un pasto al giorno- la cena preferibilmente, così magari poteva restare anche per la colazione. E quando Takano non poteva mangiare con lui, gli preparava il cibo, scrivendogli delle brevi istruzioni sulla cottura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo peggior rivale viene dal passato...

Perché seguire il cuore è sempre la scelta migliore!

Ritsu uscì deciso. Si voltò e vide Takano che lo fissava con delle buste in mano.
«T-Takano-san!» esclamò spalancando gli occhi per lo stupore.
 
«Stai uscendo?» gli chiese inserendo la chiave nella toppa.
 
«Ah… eh… n-no»
 
Takano lo guardò con un sopracciglio alzato, come a volergli chiedere cosa ci facesse fuori dalla porta.
Ritsu abbassò lo sguardo, mentre Takano fece per entrare a casa. Stava per chiudersi la porta alle spalle, ma Onodera lo fermò.
 
«I-io… vorrei parlarti»
 
Takano poggiò le borse dalla spesa. «Ti ascolto»
 
«Ah, riguardo quello che hai detto questa mattina… un po’ hai ragione»
 
Onodera continuava a fissarsi le scarpe, incapace di sollevare lo sguardo verso Masamune.
 
«Insomma… mi sembra normale che sapere che tu sei il ragazzo che a-amavo mi abbia confuso. Sei diverso da quello che conoscevo… e mi ha spiazzato. Anch’io sono cambiato, infondo… »
 
«Dove vuoi arrivare?» gli chiese, sinceramente confuso dalle parole del ragazzo.
 
«Quello che voglio dire è che sono felice che tu sia cambiato… perché non hai quell’alone di malinconia che avevi addosso»
 
Takano sgranò lievemente gli occhi.
 
«Mi accetti per quello che sono?»
 
Ritsu alzò il volto un po’ offeso per la domanda.
 
«Non ho mai pensato che tu dovessi ritornare come un eri tempo»
 
Takano gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla guancia calda a causa del rossore. Ritsu abbassò gli occhi non riuscendo a sopportare i suoi intensi occhi color oro.
 
«Onodera, sai che ti amo. E ti amerò sempre, anche se cambierai, anche se non mi vorrai, anche se il mondo cadesse a pezzi. Quello che non so è quello che provi tu»
 
«I-io» quanto gli costava dire “ti amo”? «non… ho il coraggio…»
 
Takano si allontanò di qualche centimetro.
 
«Per cosa non hai il coraggio?»
 
«D-di rischiare di perdere tutto… per te. N-non ho la forza…»
 
«Stai dicendo che mi stai rifiutando?»
 
Ritsu rimase in silenzio, lottando mentalmente con se stesso. Cosa doveva dirgli?
 
«Ho capito…» continuò, riprendendo le buste che aveva poggiato a terra.
«Ti dovrei dire che d’ora in poi avremo un rapporto capo-dipendente, ma mentirei. Se non mi vuoi me ne farò una ragione, ma ti prego non mi escludere di nuovo dalla tua vita»
 
Si sfilò le scarpe, dal momento che erano ancora nel genkan e fece per andare a lasciare la spesa.
 
«I-io sono un codardo» Takano si stupì di sentirlo ancora parlare «h-ho paura… ho paura di innamorarmi, perché ho paura di soffrire come allora… »
 
«Onodera, ho capito. Non c’è bisogno che ti sforzi per spie-»
 
«P-però… i-io… a-anche se ho paura…» Ritsu strinse i pungi e prese un ampio respiro «io ti am-»
 
Ring! Ring! Ring!
 
«Oh, il telefono. Aspettavo una chiamata da Ichinose-sensei»
 
«Ah, p-prego è per lavoro, rispondi pure!»
 
‘Di nuovo sono stato bloccato… forse è destino… sarei stato uno stupido se gli avessi detto quella cosa…’
 
Takano si voltò per andare verso il soggiorno a rispondere.
 
‘Ma… io non voglio che si allontani da me… perché… non c’è cosa di cui abbia più paura che stare senza di te… io…’
 
«… ti amo…» disse con un filo di voce, praticamente sicuro che non l’avesse sentito.
 
Il telefono continuò a squillare per altri secondi prima di fermarsi.
 
Takano si voltò lentamente indietro, per guardare il viso di Onodera che quel giorno doveva trovare particolarmente interessante fissarsi le scarpe.
 
Rimase un attimo indeciso, se chiederglielo o meno. Forse lo aveva solo sognato, poco prima lo stava respingendo, no?
 
«Cosa hai detto?» si decise a chiedergli a bassa voce, quasi a non volere illudersi.
 
«I-io ho paura ad averti accanto, ma ho ancora più paura di non averti accanto»
 
Takano sgranò gli occhi. Aveva capito bene o le parole confuse di Onodera lo stavano ingannando?
 
Onodera con uno sforzo immane si costrinse a guardare Takano. L’espressione del suo volto lo rassicurò in qualche modo.
Poteva vedere che quell’espressione imperturbabile che indossava ogni giorno, aveva lasciato spazio  ad un misto tra lo sconvolto, lo stupito e il confuso.
Per lo meno non era l’unico nervoso ed emozionato.
 
Era consapevole di stare parlando senza alcuna coerenza logica, stava cercando di essere sincero e di esporgli i suoi dubbi e i suoi sentimenti.
 
«Quindi, io non rigetto i tuoi s-sentimenti e nemmeno i miei p-perché…»
 
Ritsu di portò una mano alla bocca, pregando il cielo che le sue gambe non cedettero per il troppo imbarazzo.
 
«… ti amo» l’aveva detto, per una seconda volta in una manciata di minuti.
 
Takano restò paralizzato, le mani persero involontariamente la presa sulle buste, facendole cadere per terra con un tonfo rumoroso.
 
Si fissarono per alcuni secondi, senza dirsi una parola, senza quasi respirare per paura di rompere quel silenzio.
 
«Takano-san… »
 
Lo richiamò Ritsu. Ancora una volta la sua reazione lo aveva spiazzato. Si aspettava che gli si gettasse addosso a peso morto. Era evidente che non lo conoscesse poi così bene.
 
«… anch’io… » aveva mormorato, quasi come se stesse lentamente riprendendo vita.
 
«Come?»
 
«Volevo dirti queste parole fin da quando ti ho rivisto…» Takano si avvicinò, fin quando non lo raggiunse.
Mise una mano dietro la nuca del castano e lo avvicinò fino a far toccare le loro fronti.
 
«Anch’io… ti amo» disse con il sorriso più dolce che Ritsu abbia mai visto in vita sua.
 
Onodera si sciolse come neve al sole. Aveva mai avuto dubbi su quest’uomo? Be’ se ne aveva mai avuti, era stato un perfetto idiota.
 
Takano sfiorò le labbra di Ritsu con le proprie, il bacio si approfondì appena i due schiusero la bocca. Le loro lingue si intrecciarono, si toccarono, si gustarono per un tempo che non riuscirono a quantificare. Pochi secondi, oppure minuti, ore, eternità…
 
La paura che Ritsu scappasse da un momento all’altro era scomparsa, la fretta di dover cogliere i suoi attimi di debolezza aveva lasciato spazio… all’amore, semplicemente.
Non più solitudine, non più lacrime, non più cuori spezzati, non più fughe, solo amore.
 
Takano fu il primo a staccarsi, per riprendere aria. Lo prese per le spalle e se lo portò al petto. Lo strinse forte, sperando che non fosse un sogno.
 
«Ritsu…» mormorò tra i capelli castani.
 
Ancora maggiore fu la felicità, quando sentì le mani tremolanti del più giovane sulla sua schiena, indecise se stringere a loro volta o se stare semplicemente lì, poggiate.
 
Sapeva che non poteva aspettarsi, che lui ricominciasse a dirgli “ti amo” ogni volta che apriva bocca, ma non gli importava. Non gli importava più nulla dal momento che Ritsu era lì.
Lo prese per mano e lo condusse in camera da letto.
 
Takano iniziò a baciargli il collo e a spogliarlo.
 
«T-Takano-san, la mangaka…»
 
«Può aspettare»
 
«Ma…»
 
«Ancora protesti?» disse prendendolo in giro «Smettila di pensare a questi dettagli»
 
‘Dettagli?! Da quando in qua, il lavoro è un dettaglio per lo zelante capo editore dell’Emerald?’
 
Si arrese, lasciandosi andare tra le braccia del suo primo amore.
 

 
Ormai era giunta la sera e Ritsu passava il tempo a farsi viaggi mentali. Masamune era sdraiato accanto a lui, dormiva beatamente e, nonostante ci fosse a malapena il lieve chiarore della luna a fare un po’ di luce, poteva giurare di vedere un sorriso sul suo volto.
 
Forte era l’impulso di scappare via nel suo appartamento, al riparo da quei sentimenti così  travolgenti e così dannatamente complicati.
 
Ancora più forte però era la voglia di rimanere, di stare accanto a lui e di affogare completamente nell’amore.
 
Voltò lo sguardo alla finestra. Qualcosa, trasportato dal vento, entrò in camera, attirando l’attenzione di Ritsu. Rimase qualche secondo in aria, prima di scendere e cadere per terra. Si alzò, incuriosito, per vedere cosa fosse.
 
‘Una foglia? No… un petalo di ciliegio’
 
«Cosa stai facendo per terra?» gli chiese Takano, che si era appena svegliato, accendendo l’abat-jour e facendo quasi venire un infarto a Ritsu.
 
«Posso farti una domanda? Come fai ad avere il sonno così leggero?!»
 
«Ma chi diavolo ti ha insegnato l’educazione? Non sai che è scortese rispondere con una domanda?»
 
«Parli tu che ne hai appena fatte due…»
 
Takano decise di far da sé, dal momento che Ritsu non sembrava in vena di rispondere. Si inginocchiò accanto al ragazzo, fissando per qualche secondo il petalo.
 
«Tutto questo mistero per un petalo?» chiese Takano in tono canzonatorio.
 
«Non è troppo tardi, per i fiori di ciliegio intendo? Inoltre qui vicino non crescono alberi di ciliegio»
 
Masamune spostò lo sguardo dal petalo a Ritsu. Gli prese una mano e gli baciò il dorso.
 
«Non importa quanto tempo ci metta per fiorire o quanto lontano sia vissuto, l’importante è che abbia raggiunto questo posto»
 
Ritsu fissava confuso e imbarazzato l’uomo. Lui voleva davvero sapere come quel petalo avesse raggiunto il loro condominio, dal momento che quelli più vicini crescevano a parecchi isolati di distanza ed erano già sfioriti da tempo.
 
Takano prese il petalo in mano.
«Questo sarà il simbolo del nostro amore»
 
«Eh?»
 
«Infondo i fiori di ciliegio erano già il simbolo del nostro amore, no?»

‘Un momento… ma quando mai i fiori di ciliegio sono stati il simbolo del nostro amore?...’
 
Onodera si domandava come quell’uomo, grande e grosso, potesse uscirsene con quelle idiozie che si leggevano negli shoujo manga.
 
Si chiese, anche, come poteva solo immaginare di avere una relazione con un uomo del genere. Dopo quello che gli aveva detto poche ore prima, per il giovane editore era davvero troppo tardi per tornare indietro. Non che volesse tornare indietro, alla fine.

«Torniamo a letto, domani dobbiamo lavorare» disse dopo aver poggiato il petalo sul comodino.

Timidamente il castano si ridistese accanto al moro e sprofondò in un sonno pesante nell'abbraccio di Masamune.
 


 
Note dell’autrice:
Konnichiwa, minna-san! Eccomi giunta alla fine di questa fanfiction :) (wow è la prima long che porto a termine XD)  
Finalmente Ritsu ha ammesso il suo amore sia a Takano che a se stesso. Be’ spero che vi sia piaciuto il modo in cui ho descritto la scena, sinceramente non ho idea di come potrebbe reagire Takano ad una dichiarazione di Ritsu. Non mi pare il tipo di personaggio che piange o che sviene dall’emozione XD
Ho qualche dubbio sull’ultimissima parte, ho lasciato una specie di finale aperto, questo perché in un futuro lontano potrebbe venirmi in mente di scrivere un sequel, qualche ideuzza ce l’ho, ma per adesso niente di sicuro XD
Ringrazio chi ha recensito/preferito/seguito/ricordato/letto, grazie per avermi accompagnata in questo breve viaggio di 6 capitoli :D
La prossima fic che ho intenzione di aggiornare è “Fear is the heart of love” http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2764245&i=1, ovvero la traduzione di una fanfiction del fandom di Sekai, se siete in vena di storie tristi e malinconiche vi consiglio di leggerla XD
Bene, detto questo, vi saluto :)
Alla prossima :3

 
   
 
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