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Autore: Devil_Herondale99    26/10/2014    1 recensioni
"Ma cosa mi stava succedendo? Cioè, non mi potevo innamorare di uno sconosciuto! Anche se aveva dei bellissimi capelli rossi, gli occhi grigi e il suo essere ribelle, non potevo...vero?"
Red, costretta a passare l'estate lontana dai suoi amici, dal suo migliore amico, dai suoi genitori che l'hanno mandata in quella fattoria giovanile, deve fare i conti ora con dei nuovi amici ma sopratutto con un ragazzo dal carattere un po' difficile. L'amore non arriva mai una volta sola, lo si sa, ma lei sente che ciò che prova per il rosso non è una semplice cotta estiva e non tutto va secondo la sua idea d'estate. Lontana da casa, è tra persone sconosciute.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Don't forget me...





Il mio primo anno al liceo stava per finire. Speravo in un'estate magnifica, con i miei amici. Sognavo alle notti passate sotto le stelle a suonare la chitarra, a cantare canzoni, a scherzare. Mi spalmai sulla sedia con il foglio con i compiti delle vacanze sul banco. Guardavo fuori dalla finestra e sentivo il calore dei raggi del sole accarezzarmi il viso. Sognavo, alle giornate passate a fare i gavettoni, sorrisi. Avevo la testa completamente fra le nuvole e non prestavo tanta attenzione a ciò che mi succedeva intorno, in classe. 
"-Avete capito ragazzi? I compiti delle vacanze d'estate sono importanti perché..."
"-Prooof! Ma tanto non frega a nessuno!" interruppe un mio compagno di classe l'insegnante, che si arrabbiò parecchio. Lo sgridò e il ragazzo si calmò. 
Suonò la campanella che mi sveglio dai miei sogni ad occhi aperti. Presi lo zaino e sgattaiolai via dalla classe. La mia attenzione a dove mettevo i piedi era talmente bassa che andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno.
"-Ehi! Stai più...Red?" mi disse. Alzai lo sguardo e mi trovai davanti a Kentin.
"-Ciao Ken...tin." risposi leggermente imbarazzata.
"-Dove vai così di fretta? Pensavo che saremo tornati a casa insieme, ricordi?"
"-Ehm, si, hai ragione. Scusa...andiamo?" sorrisi. Mi guardò e a guance rosse espose un sorriso a 34 denti. Lo presi per il braccio e tornammo a casa. Le lezioni erano finite, o almeno per quel giorno, ne mancavano altri due e sarei stata libera, la libertà assoluta dell'estate.
Sulla strada di casa scherzavo e ridevo con Kentin come facevamo sempre, da migliori amici. Mi prese in braccio e mi fece girare come fossi una bimba con il suo papà. Mi poggiò a terra e ci mettemmo a posto i vestiti sgualciti. Mi guardò e sorrise.
"-Red, cosa farai quest'estate? Hai già dei piani? Esci con qualcuno?" mi chiese un po' più rillassato.
"-Non so, avevo intenzione di andare al mare con mio padre ma non so che piani abbia mia madre. Mi ha detto che ha una sorpresa per me ma non so cosa sia e ha detto anche che ha paltato con papà e sono entrambi d'accordo." gli risposi.
"-Ah...capisco...ma appena lo saprai me lo dirai, vero?"
"-Certo!"
Il suo sguardò per un'attimo sembrò triste ma tornò subito di buon umore come prima il che mi indusse a credere che la sua tristezza fosse soltanto un'illusione ottica.
"-Sai, volevo uscire con te quest'estate...passare una bella vacanza insieme a te." disse in fine.
"-Ma abbiamo sempre passato l'estate insieme, sono state tutte stupende!"
"-Io...non intendevo quello...so che durante le vacanze siamo sempre stati insieme."
"-Allora?" gli chiesi. Abbassò lo sguardo e si fermò davanti una casa. Non disse niente. Quando alzò lo sguardo i suoi occhi verdi erano più lucidi del solito, sulle labbra aveva stampato un lieve sorriso, quasi nullo.
"-Stare insieme...siamo sempre stati insieme ma mai...INSIEME." disse quasi sussurrando. Lo guardai dritto negli occhi con un certo nodo allo stomaco. "-Red...siamo davanti casa tua. Sei arrivata a casa."
Rivolsi lo sguardo confuse verso la porta d'ingesso e il numero era proprio quello di casa mia.
"-Beh " dissi "forse è ora che vada." Mi girai verso la casa pronta a dirigermi verso di essa quando due braccia forti mi avvolsero da dietro seguite poi da una risatina amichevole.
"-Vedi di non tardardare a scuola come stamattina perchè io poi non dico più alla bidella che è stata colpa mia, chiaro?"
"-Yes my Lord!" risposi con voce servile. Kentin mi stampò un bacio sulla guancia e io feci ugualmente con lui.
"-A domani, Red."
"-A domani...Kentin."
Dall'ingresso, sul portice, lo guardai allontanarsi fischiettando per poi girare l'angolo. Entrai in casa.

Misi lo zaino a terra e mi lanciai sul letto di camera mia. Socchiusi gli occhi e pian piano le palpebre mi si chiudevano. Le aprii di scatto quando il cellulare iniziò a squillare.
"-Oh, ciao papà!" risposi.
"~Cia cucciola! Come va?". La voce di papà era scherzosa come sempre quando mi chiamava cucciola ma stavolta riuscii a sentire una lieve sfumatura di stanchezza.
"-Sono arrivata a casa e mi stavo per addormentare finchè mi hai chiamata tu e ora non ho più sonno."
"~Non devi dormire! Sei giovane e forte, va' fuori e divertiti!"
"-P-Papà?! Sei stato rapito dagli alieni e ti hanno fatto qualcosa di male? Ti prego dimmi che stai bene!" 
"~Si, sto bene cucciola. Sono solo stanco. Ti ho chiamata per chiederti se dopodomani ti andava di passare la sera con me a giocare ai videogiochi o guardare un film con una pizza davanti, come facevamo un tempo, che ne dici? Sono pur sempre il tuo papà!" rise.
"-Certo papà!...ora però devo andare, ci sentiamo dopo o domani se vuoi."
"~Esci con Kentin? Mi piace quel ragazzo, potrebbe diventare tuo marito un giorno." mi disse. La cosa che mi fece rabbrividire fu che la sua voce sembrava abbastanza seria.
"-Ma anche no!" risposi con un certo tono di voce e le guance rosse dall'immbarazzo. "-Kentin e io siamo amici, non lo sposerei mai!"
"~Perchè no? È un bravo ragazzo e..."
"-Categoricamente no!" lo interruppi. Sbuffò divertito.
"~Avete litigato per caso? Ne parli come se non foste amici da una vita."
"-No, è che siamo amici e...non mi va di guardare il futuro in questo modo, specialmente se si tratta del mio migliore amico."
"~Va bene cucciola, ora vado perchè sono ancora al lavoro. Parliamo nei prossimii giorni e ci vediamo sabato. Cia!"
"-Ciao papà!"
Riattaccai. Misi il cellulare sul letto e lo fissai finchè lo sfondo non si spense. In quel momento mi alzai dal letto e mi cambiai mettendome dei vestiti più comodi per stare in casa. Ripresi il cellulare e scesi le scale per andare in salotto.
"-Ooook, da dove comincio?"
Guardai la lista che la mamma appese al frigo, le faccende di casa toccavano a me quel giorno. Da quando mamma e papà avevano divorziato io decisi di vivere con lei e andare da lui ogni tanto. La mamma lavorava spesso e facevamo a metà i compiti da svolgere in casa. Quando andavo da papà trovavo sempre buste di patatine per terra e qualche popcorn, a volte anche della verdura e lo aiutavo a mettere in ordine. Erano completamente diversi eppure sono nata io. Con papà mi divertivo un sacco a giocare ai videogiochi o a guardare dei film insieme mangiando la pizza o ordinando il cinese o chissà cos'altro, c'erano però volte quando andavo da lui e capitava che mi aiutasse coi compiti o cucinava lui. Quando tornavo a casa e raccontavo tutto alla mamma lei iniziava a ridere e a dire che papà era rimasto il solito. Scherzavamo su quanto fossero pazzi alla mia età per poi aiutarla a cucinare la cena. La sera lei si metteva sul divano a guardare la tv e io in camera mia su internet o a leggere, non che non passassi anche con lei del tempo.
Presi l'aspirapolvere e iniziai a spazzare casa. Passai lo straccio, lavai i piatti e misi un po' in ordine la casa. Mi tuffai stanca sul divano aspettando solo che mia madre rientrasse. Stavo per accendere la tv quando feci cadere una foto di me e Kentin da piccoli. La presi in mano e la fissai intensamente pensando a cosa successe poche ore prima. Riflettevo sulle sue parole senza arrivare effettivamente a un dunque però continuavo a tenere quella foto. Lui e io siamo sempre stati amici fin da piccoli, alle elementari era un bambino abbastanza piagnucolone e io continuavo a rinfacciarglielo ogno giorno per poi vederlo arrossire e provare a far,i stare zitta. Alle medie era il tipico topo da biblioteca mentre io rimanevo la solita ragazzina con la testa fra le nuvole. Passavamo tanto tempo a leggere e a giocare insieme. Al primo anno di liceo, che stava già per concludersi, era diventato uno dei ragazzi più guardati dalle ragazze. Vestiva con una canotta nera e i pantaloni mimetici che si intonavano a meravigliia con i suoi stupendi occhi verdi. Camminando con lui sui corridoi vedevo come le femmine lo mangiavano con gli occhi ma lui non sembrava farci caso finchè un giorno non glielo dissi.
"-Ehi, casanova! Gattine in vista che vogliono solo te."
"-Eh?" guardò stupito "Ah, loro. Sono delle mie compagne di classe ma non mi interressano più di tanto."
"-Cosa?! Non ci credo! Tu hai delle ragazze stupende in classe e non le degni di uno sguardo? Ma pensa te come sei messo!" lo sgridai amichevolmente. In quel momento mi guardò negli occhi sorridendo come fosse rimasto incantato.
"-È perchè a me piace già qualcuno."

Sentii la chiave nella serratura e mi svegliai dai ricordi in cui stavo vagando. Mia madre era tornata.
"-Ciao mamma." la salutai. "-Finalmente a casa?"
"-Ciao rossa! Sono finalmente a casa." mi salutò buttandosi sul divano accanto a me e stampandomi un bacio sulla guancia. La mamma mi chiamava spesso 'rossa' per via dei miei capelli rossi fuoco il che mi sembrava strano, perchè non se la prendeva con i miei occhi visto che uno era verde come quelli di papà e l'altro azzuro come i suoi? "-Cosa si mangia?" mi chiese.
"-Ho pensato di preparare i basto cini di pesce, sono quasi pronti. Hai il tempo di cambiarti e poi vieni a mangiare." le risposi. Ci alzammo dal divano e metre lei andava in camera sua io preparai il tavolo per cenare. Dopo qualche minuto scese avvolta da un pigiamino estivo che su di lei stava una meraviglia. Si sedette al tavolo e cominciammo a mangiare.
"-Com'è andata oggi?" le chiesi.
"-Come al solito." disse sbadigliando "-Stessa stanchezza di sempre. Tu? Che hai fatto di bello oggi?"
"-Niente. Ho fatto le pulizie in casa, ho guardato la tv e ho fatto una lista di cosa vorrei fare quest'estate."
"-Oh...a proposito di questo " poggiò la forchetta sul piatto " dovrei parlarti."
"-Di cosa?"
"-Ho comprato un biglietto per un viaggio in campagna. Andrai a vivere da una signora e suo marito in una fattoria fatta apposta per i giovani, conoscerai altre persone della tua età, in quel villaggio ci sono 5 fattorie che fanno così: prendono ragazzi di città e insegnano loro come occuparsi degli animali e così via. Ti divertirai, vedrai! Il posto non è uno dei più grandi ma..."
"-Mamma. Fermati." la interruppi con tono severo. "-Perchè hai comprato un biglietto per un posto dove io neanche ci voglio andare?!" finii per dirle con voce molto alta.
"-E invece ci andrai, passerai tre mesi lontana dalla città e imparerai anche un'altro stile di vita." la sua voce diventò molto seria e severa.
"-Ma io non ci voglio andare! Io voglio passare l'estate con Kentin e con i miei amici! Non mi manderai in un posto dove non ci voglio andare!" le urlai. Mi alzai dal tavolo e andai in camera mia correndo per le scale con il cellulare in mano. La mamma mi urlò dietro qualcosa che non capii bene ma non le risposi. Mi sdraiai nel letto non durò tanto che mi addormentai.

"-Quindi tua madre vuole mandarti in una fattoria, da due vecchietti che neanche conosci, per tutta l'estate?" mi chiese Kentin dopo che gli raccontai cosa successe la sera prima. Stavamo facendo merenda nel giardino della scuola.
"-Si, secondo lei sarebbe un'estate stupenda, lontana dai rumori della città, immersa nella natura. Ma io non ci voglio andare! Voglio passare le vacanze con te!" risposi. Lui mi guardò e arrossi lievemente.
"-Ne hai parlato con tuo padre?"
"-No, vado da lui sabato sera, ne parlero e magari riesce a dire alla mamma di non farmici andare."
"-E se si fossero messi d'accordo?"
"-Impossibile! Papà è sempre dalla mia parte!" dissi azzannando il panino che mi ero preparato quella stessa mattina.
"-Calma. Sembri un lupo! Che ti ha fatto quel panino?" mi domandò guardandomi in modo strano.
"-Niente, è che sono arrabbiata con mia madre." gli risposi masticando.
"-Va bene ma non sputare."
"-Scusa."
Suonò la campanella e dovemmo rientrare nelle nostre classi e finire quel che rimaneva dell'anno scolastico.



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Ciao! Io sono Keiko e questa è la mia prima fanfiction su EFP, beh, la prima che posto. Non è perfetta ma spero vi piaccia e cercherò di migliorare capitolo dopo capitolo. I capitoli non li posto una volta ogni tot di tempo, li posto quando ho l'ispirazione u.u Scusate >///<
Questa fiction è basata su una piccola idea che ho cercato di sviluppare al meglio possibile. Non dico niente di più del seguito, sta a voi leggere ahahahah... Se vi piacerà ( ^ω^ )
  
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