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Autore: Ehris    27/10/2014    7 recensioni
Dal Capitolo 1:
-Che cosa vuoi?- domandò Musa con un po’ di freddezza nel tono di voce.
-Sei preoccupata?- osò allora il giovane.
-No…- negò dapprima Musa -Cioè…- proseguì poi, voltandosi verso Riven e mostrando finalmente il volto.
-Se ci fossi andato io questo non sarebbe mai accaduto- esclamò Riven con decisione ma Musa si limitò a stringersi nelle spalle.
La fata e lo specialista si guardarono per un altro istante poi Musa crollò: si gettò fra le braccia di Riven, in lacrime, spezzando il filo di pensieri del ragazzo e anche il silenzio.
Dal capitolo 2:
-Sei sempre lo stesso! Pensi di bastare a te stesso e di non avere bisogno di nessuno. Non hai capito niente, come al solito!- Il tono di Musa era tutt’altro che pacato.
-Fermati!- Disse Riven esasperato, catturandola poi in un abbraccio che sapeva di sicurezza e di amore -Musa voglio sentirti dire che tornerai, che tornerai da me... Ti amo
Dal Capitolo 3:
-Riven aiutami, ti prego!- Lo aveva implorato Musa, credendo di aver trovato finalmente la sua ancora di salvezza. Colui che l’avrebbe tirata fuori da quel pasticcio.
-E perché dovrei?- Le aveva risposto lui, incrociando le braccia al petto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un tradimento che brucia

 
Musa era sotto la doccia. Aveva completamente perso la cognizione del tempo: infatti non avrebbe saputo dire da quanto tempo ormai si trovasse lì. Il getto d’acqua calda la cullava mentre la sua mente vagava fra i cassetti della memoria, riproducendo una lunga serie di immagini che, veloci, le scorrevano davanti agli occhi come un vecchio film muto.

Gli eventi di quella giornata erano stati molti, frenetici, ma soprattutto rivelatori. Gli eventi di quella giornata le avevano causato una profonda ferita nel petto, tanta delusione e una sensazione di infinita tristezza. Gli eventi di quella giornata erano stati come un ferro rovente: le avevano semplicemente segnato il cuore causandole un enorme dolore.

Musa, quella mattina, non aveva creduto a Stella quando la fata le aveva sbattuto in faccia che Riven non la guardava neppure e che dalla festa della rosa era interessato unicamente a Darcy. Aveva pensato che come suo solito fosse lì a dare aria alla bocca per il semplice piacere di farlo, tuttavia una parte di lei era comunque cosciente del fatto che Stella non le avrebbe mai rivolto quelle parole per il gusto di ferirla. Loro erano amiche e le amiche si proteggono e si difendono, non si abbattono.

Musa aveva gridato che non le importava niente mentre usciva di corsa dalla stanza, sconvolta e in lacrime, in cerca di un luogo nel quale potersi isolare, ma la verità era che le interessava eccome.

Senza pensarci era corsa alla fermata dell’autobus e aveva raggiunto Magix. Desiderava distrarsi e prendere un po’ d’aria fresca ma se avesse saputo a cosa stava andando in contro probabilmente sarebbe rimasta ad Alfea, rinchiusa in una qualche aula buia e vuota a meditare, in compagnia dei suoi pensieri.

Le immagini nella mente della fata continuavano a torturarla senza tregua così come il getto d’acqua calda, che iniziava a farle ogni momento più male: picchiava con forza e senza sosta sulla sua pelle delicata, arrossandola.

 
Riven
Darcy
Lo schiaffo ad Icy

 
Musa scosse la testa per cercare di eliminare quella scena dalla sua memoria; quello schiaffo le aveva causato una lunga serie di problemi: infatti le streghe avevano iniziato a rincorrerla per tutta Magix; la inseguivano; la braccavano, come fosse un animale. Per loro quello era soltanto un gioco, un passatempo divertente chiamato “la caccia alla fata” ma la giovane si era sentita spaventata, impaurita, persa, fino a quando non aveva svoltato l’angolo e si era trovata davanti Riven.

Musa tentò nuovamente di scacciare quelle immagini dalla sua mente perché le facevano ancora troppo male. La ferita era aperta e lei era sicura che ci sarebbe voluto del tempo prima che si rimarginasse. La ragazza cercava con tutto il suo cuore di eliminare quei fotogrammi dalla sua testa ma questi continuavano a riaffiorare con forza e prepotenza, senza lasciarle nemmeno una via di fuga.

-Riven aiutami, ti prego!- Lo aveva implorato la giovane, credendo di aver trovato finalmente la sua ancora di salvezza. Colui che l’avrebbe tirata fuori da quel pasticcio.
-E perché dovrei?- Le aveva risposto lui con un sorriso beffardo dipinto sul volto mentre si portava le braccia all’altezza del petto.  

Quelle parole erano state come una pugnalata in pieno petto per Musa. Il suo cuore aveva perso un battito e un’ondata di debolezza mista a delusione e incredulità l’aveva travolta. Perché? Perché lui l’aveva trattata così?

La fata aveva ripreso la sua corsa, sempre rincorsa, inseguita, braccata. Era disperata, gli occhi le si erano velati di lacrime che però lei aveva immediatamente respinto con rabbia perché non era disposta a cedere. Lei voleva reagire, combattere, essere forte in quanto questo era quello che le era stato insegnato sin da bambina.

Quello che aveva imparato era che la vita a volte si prende ciò che vuole senza guardarti in faccia. La vita gioca brutti scherzi e ti piega in due se tu con grinta e coraggio non reagisci. Lei aveva avuto modo di sperimentare le sue perfidie molto presto, quando era ancora una fanciulla: sua madre infatti se n’era andata, portata via da una malattia terribile, mentre suo padre era rimasto al suo fianco anche se avvolto da un alone di tristezza e solitudine. Ho-Boè aveva continuato a prendersi cura con amore della sua cucciola; tuttavia Musa aveva visto come la scintilla che segnava la gioia di vivere e che brillava come una stella negli occhi di suo padre si fosse ormai spenta.

Era ancora una bambina quando aveva compreso l’importanza di farsi coraggio e di rialzarsi dopo ogni sconfitta e questo aveva imparato a farlo da sola perché quella vita tanto amara di certo non rimaneva lì con una mano tesa verso di te per aiutarti, dopo che miseramente ti aveva fatta crollare.

L’acqua calda batteva ancora sul suo corpo, come una frusta, e faceva male. Le sembrava che volesse punirla per essere stata tanto sciocca e tanto ingenua.
 
Riven
Darcy

-No basta!- gridò la fata chiudendo gli occhi e coprendosi il viso con le mani.

Cosa aveva quella maledetta strega più di lei? Forse astuzia, fascino, sensualità. Era scaltra, senza scrupoli, giovane ma già molto potente… probabilmente anche troppo. Era riuscita ad incastrare Bloom, a mettere Riven contro i suoi compagni specialisti, contro le Winx, contro di lei.

Darcy era pericolosa ma attraente; chissà cosa aveva promesso a Riven per avvicinarselo tanto… e chissà quanta sofferenza dovesse aver subito il ragazzo in passato per cedere alle menzogne di quella perfida strega. Quanta disperazione e quali tormenti lo avevano portato a stringere un patto di alleanza proprio con lei?

Per Musa Riven possedeva già una lunga serie di qualità che lo rendevano valoroso, non gli occorreva l’aiuto di Darcy per diventare più potente. Il suo animo conosceva già la forza, il coraggio, la tenacia e la determinazione; lui avrebbe dovuto credere solamente in sé stesso e tirare fuori quelle doti che lo rendevano uno specialista tanto perfetto, almeno agli occhi della fata, anziché cedere al suo lato oscuro.

L’immagine delle mani di Darcy e Riven intrecciate come fossero un cosa sola era come un martello che continuava a picchiare nella testa di Musa, con violenza. Era un ricordo amaro, presente, incredibilmente reale. Un ricordo che lei, malgrado gli sforzi, non riusciva ad allontanare.
 
Riven
 
Fonterossa era piena di specialisti, alcuni anche molto carini allora Musa si domandava per quale motivo si era sentita tanto attratta proprio da Riven. Lei non aveva mai guardato i ragazzi; aveva altri interessi, come la musica e lo studio, che riempivano le sue giornate e i suoi pensieri. Tuttavia con quello specialista era diverso e lei non era in grado di dare una spiegazione a tutto quello che le accadeva dentro quando lo vedeva.

I suoi occhi. I suoi occhi erano magnetici. I suoi occhi l’avevano rapita già la prima volta che lo aveva incontrato, nella palude di Melmamora. Quelle iridi viola erano come una calamita. L’avevano catturata nel profondo dell’anima e la tenevano prigioniera con prepotenza.

Musa non lo aveva raccontato nemmeno alle sue migliori amiche ma vedeva quegli occhi meravigliosi quando la sera chiudeva i suoi per addormentarsi.  

Il suo fisico, perfettamente scolpito, l’attraeva e la stordiva; le trasmetteva un senso di sicurezza. Nella sua mente, la fata, vedeva le braccia dello specialista come un forte appiglio in grado di sorreggerla, al quale potersi aggrappare nei momenti di difficoltà.

Le braccia di Riven però quel giorno avevano aiutato la sua rivale a rialzarsi. Il suo corpo aveva recuperato e portato via la strega ferita mentre lei non aveva potuto far altro che rimanere lì, ferma, in piedi, ad osservare la scena. Ad osservare come Riven le avesse voltato le spalle e deciso di allearsi alle Trix, al male. Lui l’aveva tradita, aveva tradito i suoi compagni, i suoi amici e quello era un tradimento che nel cuore di Musa bruciava come il fuoco.

-Musa ci sei ancora? Va tutto bene?- La voce di Tecna riportò la fata velocemente alla realtà.

-Sì, sì, scusa. Ho finito, ora esco!- Musa chiuse l’acqua e uscì dalla doccia. Si soffermò un istante a guardare il riflesso del suo volto nello specchio leggermente appannato dal vapore. L’unica cosa che vedeva era il suo sguardo triste e una lacrima sfuggire al suo controllo. Quello sguardo lei lo conosceva molto bene perché nasceva nel profondo del suo animo, da sentimenti tormentati. Un animo che però continuava a credere nell’esistenza di giorni migliori.

A chi le domandava avrebbe continuato a rispondere che Riven aveva perso anche l’ultimo briciolo di fascino che aveva, tuttavia nel profondo del suo cuore lei sapeva che non era così e il suo tradimento sarebbe stato un demone che avrebbe dovuto sconfiggere e oltrepassare prima o poi. Solo in questo modo avrebbe trovato dentro di sé la forza di andare avanti e soltanto così sarebbe riuscita lottare contro il male per far sì che il bene prevalesse.

Soltanto così sarebbe tornata a sorridere.





Note dell'autrice: Buonasera popolo di EFP! Questo è il nuovo capitolo della mia raccolta di Missing Moments dedicata a Musa e Riven. Spero sia all'altezza :) e spero che mi farete sapere ciò che pensate :)
Grazie a tutti i recensori, ai lettori silenziosi ed infine a chi ha inserito la storia fra le preferite, le ricordate o le seguite :) ... Per me sono piccole soddisfazioni :)
Un abbraccio e a presto
Ehris

 


 


 
  
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