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Autore: Vahly    19/10/2008    9 recensioni
Watanuki passa la notte al tempio dove vive Domeki, e la mattina dopo, durante una discussione, gli urla contro qualcosa che non avrebbe voluto che sapesse... Spoiler volume 7, Domeki/Watanuki
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki , Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Anatawa suki desu.

Parte 1
Ambientata subito dopo il volume 7. Non tiene conto dei numeri successivi. Slas, Domeki/Watanuki.

Scritta per la mezzatabella, prompt “risveglio”



Yuko era andata via, con il suo solito sguardo enigmatico. Aveva detto a Watanuki di riflettere sul fatto che quando c’era Himawari di mezzo, si presentava sempre qualche complicazione, ed il ragazzo non aveva saputo ribattere. Qualche tempo prima l’avrebbe difesa a spada tratta, ma ora… perché per qualche ragione non sembrava più poi così importante?
Domeki sembrava esserci rimasto molto male per l’accaduto, e Watanuki se ne accorse subito. Non appena Yuko ebbe varcato la soglia per portare i libri al negozio ed esaminarli meglio, gli si avvicinò mormorando mesto:
- Era il libro di tuo nonno… era prezioso, vero? Vedrai che Yuko lo sistemerà.
Il ragazzo si sforzò di sogghignare.
- È forse un modo carino per dirmi che ti dispiace?
- SCEMO! - ribattè Watanuki, - NON È STATA COLPA MIA SE C’ERA QUEL COSO IN GIRO!
- Quel coso - ripeté Domeki mentre si tappava le orecchie, sottolineando il termine utilizzato. - Comunque non importa. Non è per il libro che mi preoccupo.
Watanuki intuì che l’altro si sentisse in colpa per il suo occhio. Finalmente avevano trovato una soluzione e l’avevano persa… era per quello che Domeki ci era rimasto così male? Era strano vederlo preoccuparsi per lui, nonostante l’avesse salvato molte volte. In genere nonostante fossero legati da quella sorta di strana amicizia, infatti, non perdevano mai occasione per litigare… per questo Watanuki non sapeva come reagire.
- È il caso che ora vada.
Si limitò a dire. Ma Domeki lo bloccò prima che potesse alzarsi.
- Aspetta.
Watanuki lo guardò confuso.
- Lì fuori… sarà pieno di quegli spiriti che ti danno sempre fastidio, no? Non è il caso che tu vada in giro a quest’ora, e per giunta da solo.
Aggiunse Domeki.
- Cos’è, vorresti riaccompagnarmi per caso?
Scherzò lui, non aspettandosi in risposta di essere fulminato dall’altro.
- Non ci penso nemmeno. Hai idea di che ora sia?
- Quindi?
- Resta qui per stanotte.
Affermò tranquillamente.
- Cosa?! Stai scherzando?
Watanuki era sbigottito. Davvero Domeki lo stava invitando a restare?
- Ho dei futon in più, per i viaggiatori. E delle stanze libere. Sai, un tempio deve essere sempre pronto ad accogliere i forestieri in cerca di un posto per la notte…
Sembrava quasi che volesse convincerlo. Certo, da una parte aveva ragione: quegli spiriti l’avrebbero senz’ombra di dubbio infastidito se si fosse avventurato per strada a quell’ora. Ma il pensiero di restare a dormire da Domeki… perché gli faceva venire il batticuore?
- Va bene.
Rispose infine, con un tono che trasmetteva una lieve incertezza.
Domeki sembrò soddisfatto della risposta ricevuta, e lo guidò fino ad una stanza libera. Tirò fuori il futon e delle coperte, poi si rivolse a Watanuki.
- Puoi cominciare a metterti a letto, se vuoi. Vado a prenderti un asciugamano pulito e uno spazzolino per domani mattina. Il bagno è in fondo a destra.

Watanuki annuì, ed osservò in silenzio l’amico allontanarsi. Si tolse gli occhiali e la benda, dopodiché, non vedendo l’altro arrivare si stese, socchiudendo gli occhi.

Si rese conto quasi subito dell’errore commesso: essendo senza benda, una volta tornato Domeki l’avrebbe di nuovo visto in quello stato… lui non voleva. Non voleva trovarsi di fronte quello sguardo arrabbiato ma pieno di sensi di colpa, non di nuovo. Ma non fece in tempo ad afferrarla per rimettersela che udì dei suoni fuori della porta. Fu per questo che decise di fingere di dormire.
Il ragazzo entrò con gli asciugamani e lo spazzolino in mano, e li posò accanto all’amico disteso sul futon. Sul suo volto si formò un sorriso triste nel vederlo lì, con l’aria così innocente e vulnerabile. E lui aveva permesso che lo ferissero… non riusciva a perdonarselo.
Con una mano gli sfiorò l’occhio, mormorando in modo appena percettibile:
- Scemo, non dovevi farlo…
Dopodiché uscì, richiudendosi la porta alle spalle.
Watanuki non poté evitare di portarsi una mano sull’occhio, scusandosi mentalmente con Domeki per tutte le preoccupazioni che gli stava dando e maledicendolo in parte per come lo faceva sentire. Se solo non fosse finito nella tela di quel maledetto ragno…
Troppo preso da questi pensieri, quasi si scordò del calore che aveva sentito quando Domeki l’aveva sfiorato. Dopotutto, erano solo amici. Sì, era per questo che si preoccupavano l’un l’altro e non riusciva a smettere di pensare a… No. Watanuki non provava nulla per lui, se non un vago sentimento di gratitudine ed amicizia.
O almeno questo era ciò che voleva credere.



La mattina dopo giunse presto, ma Watanuki si sentì incredibilmente riposato. Chissà se dipendeva dall’aura benefica del tempio, che impediva a qualunque spirito di avvicinarsi a lui mentre dormiva. O forse aveva solo avuto un sonno particolarmente profondo per la stanchezza.
Si sarebbe aspettato che Domeki lo svegliasse, ma ciò non avvenne.
Così, una volta essersi lavato e sistemato, andò lui stesso a cercarlo: immaginava dove potesse essere. Ed infatti lo trovò subito: era ancora a cercare soluzioni sui libri, con l’aria corrucciata di chi non crede più che serva a molto ma non può e non vuole arrendersi.
Watanuki lo vide sbattere un pugno sul tavolo, prima di palesare la sua presenza.
- Ben svegliato.
Disse senza troppe cerimonie Domeki, continuando a leggere. Così Watanuki, irritato, gli sfilò il libro da sotto gli occhi.
- ADESSO BASTA! È INUTILE, LO VUOI CAPIRE O NO?!
Domeki si coprì le orecchie, infastidito dalle urla, poi tentò di riprendersi il proprio libro.
- Non è inutile. Non lo è stato ieri e non lo sarà oggi.
Disse con la calma che gli era usuale, nonostante i suoi occhi sembrassero infuocati.
- INVECE SÌ CHE LO È! PERCHÉ NON LO ACCETTI? L’HO FATTO IO, PUOI BENISSIMO FARLO ANCHE TU!
- PERCHÈ NON È GIUSTO!
Sbraitò, afferrandolo per il colletto. Era la seconda volta che Watanuki lo vedeva perdere la calma, ma questa volta sembrava davvero infuriato… rimase impietrito nel vederlo così. Era davvero tanto in pensiero per lui?
- È stata colpa mia. Tu… mi hai solo liberato dalla ragnatela. Non era giusto che se la prendesse con te, quindi, non sarebbe stato giusto se io non avessi fatto nulla. Ma questo… insomma, non devi preoccuparti, perché ho fatto quello che dovevo. E mi va bene così, per cui smettila di angustiarti.  
- Ma non va bene a me.
Disse semplicemente, lasciandolo andare.
- MA TU MI SALVI SEMPRE, DOVE STA IL PROBLEMA SE PER UNA VOLTA LO FACCIO IO?
- Non è questo il punto. Hai pagato un prezzo troppo alto, e non ti rendi nemmeno conto che io…
- Che tu cosa? COSA?! Che hai il complesso dell’eroe, che non puoi permettere che qualcuno ti salvi? Eh, sarebbe un’onta, non è vero?
Domeki assottigliò gli occhi.
- Sei davvero uno stupido, vedi solo ciò che vuoi vedere e non ti preoccupi nemmeno di come gli altri possano sentirsi per le tue azioni.
- Perché, come dovresti sentirti? Scusami tanto se ho osato aiutarti scatenando il tuo senso di colpa, sai?
Ribatté Watanuki, i pugni serrati e le braccia tenute rigidamente lungo i fianchi. Sembrò fermarsi un attimo a riflettere, prima di continuare:
- Hai ragione, avrei dovuto lasciarti così e far finta di non vederti star male.
Mormorò, con tono stanco. Era palese che non credesse in ciò che diceva.
- Forse sarebbe stato meglio. Lo capisci ora in che situazione mi trovo, come mi sento? Come ti saresti sentito tu se Yuko non avesse potuto aiutarti, e se non avessi trovato altro modo?
- Non lo so, e non mi interessa! Io…
Avrebbe voluto continuare, ma fu interrotto da Domeki, che aveva un’aria sempre più cupa.
- Già, tipico. Non ti preoccupi di pensare prima di agire, vero? Fai sempre così, con chiunque. Almeno in genere lo fai per chi senti vicino, ma io non ti sono nemmeno simpatico, quindi perché lo hai fatto?!
- LO SO CHE NON MI SEI SIMPATICO, COSA CREDI? NON MI SEI SIMPATICO E NON LO SARAI MAI, MA NON È COLPA MIA SE MI PIACI, DANNAZIONE!
Immediatamente si portò le mani alla bocca, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto. Poi si allontanò di qualche passo verso la porta, biascicando un:
- È ora che io vada… scusami.
Per poi scappare a gambe levate.
Domeki rimase immobile, come stordito da quella rivelazione inaspettata. E quando si mosse, era troppo tardi: Watanuki era già uscito, e non gli sarebbe stato possibile raggiungerlo.



[continua]



Note dell’autrice



Ringrazio moltissimo  KawaiiSai, Yusaki e Lav_92 per aver commentato la oneshot “Reminescenze”… mi ha fatto davvero tanto piacere che vi sia piaciuta.
Per la long fic su Xxxholic che sto traducendo, mi sono un po’ bloccata perché il pc ha dato problemi, ma presto (spero) la inserirò su EFP.

 

 

   
 
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