Oh, come sei bello!
Ti osservo muoverti per il castello.
Fiero, elegante, impettito, come un vero re.
Vorrei poterti guardare senza arrossire.
Vorrei che tu mi notassi.
Ma so che ciò non può capitare.
Tu sei il re d'Inghilterra.
Ed io solo la dama di compagnia di tua moglie, la regina.
Però ti voglio.
Ti desidero ardentemente, con passione bruciante, come il fuoco più vivo e scoppiettante di una fucina.
Ripeto continuamente il tuo nome, e il suo suono sulle mie labbra mi fa tremare.
Devo cercare di non tradirmi, di non farmi scoprire da nessuno, in particolare non dalla tua sposa, Caterina.
Perchè se ciò avvenisse, sarebbero guai seri per me.
Verrei accusata di Alto Tradimento e Incesto e sarei giustiziata alla Torre di Londra.
Ma io sono ancora così giovane, ho tutta la vita davanti, e non voglio sprecarla.
Sono talmente persa nei mie pensieri che neanche mi accorgo di essere rimasta indietro.
La regina e le altre dame di compagnia sono già sparite lungo il corridoio.
Non le vedo più.
Devo affrettarmi a raggiungerle, se non voglio essere punita.
Mi immobilizzo di colpo.
Sento qualcuno dietro di me, delle labbra sfiorarmi i capelli e delle dita forti ma delicate accarezzarmi il collo.
C'è un uomo, alle mie spalle, il corpo muscoloso premuto contro il mio.
Fremo.
< E' da un po' che ti osservo. Sei bellissima. >, sussurra l'individuo.
E a me sembra di svenire.
Ho riconosciuto quella voce.
Bassa, calda, sensuale.
Appartiene all'uomo che amo, al mio re.
Enrico VIII Tudor.
Mi è così vicino che riesco a sentire il suo respiro affannoso solleticarmi l'orecchio destro.
Tremo.
Di desiderio, di eccitazione.
Di imbarazzo.
< Come ti chiami? >, mi domanda con voce roca.
Ritrovo la voce.
< Anna. Anna Bolena. >, rispondo in un sussurro.
< Mi ricorderò di te. Ora và, altrimenti quella strega di mia moglie inizierà ad insospettirsi. E' sempre così gelosa... >, esclama, lasciandomi andare, liberandomi dalla sua stretta.
Io scappo via.
Ho ancora addosso il suo profumo mascolino, riesco ancora a percepire la voglia di me nella sua voce.
Corro, e mi perdo nel buio del corridoio.
< Ti amo, Enrico, mio re. >, mormoro a me stessa, pianissimo.
Rabbrividisco.
E sorrido.

Enrico VIII, rimasto solo nel corridoio, continuava a pensare alla ragazza.
Erano giorni che la guardava, la scrutava in ogni sua mossa, la ammirava, la desiderava con intensità quasi dolorosa.
Ma lei non aveva mai incrociato il suo sguardo.
Forse era troppo timida per farlo.
Ora, comunque, gli si era presentata l'occasione giusta e lui l'aveva colta al volo.
Anche lei lo voleva ardentemente.
Lo aveva percepito nel tremore della sua voce e nel fremito del suo corpo.
< Anna Bolena, Anna Bolena... >, ripetè sottovoce.
< Ti sposerò, vedrai. >, mormorò a se stesso.
E sorrise.




Da Wikipedia.
Notizie storiche.
Il 25 gennaio 1533 si celebrarono le nozze di Enrico VIII Tudor e Anna Bolena.
Dal 1536 Anna cominciò a perdere il favore di Enrico, in parte per il proprio carattere altezzoso e indisponente, in parte per lo sfavore sempre manifestatole persino dai cortigiani più stretti e, soprattutto, perché non riuscì a dare alla luce un erede maschio.
Anna venne accusata di aver usato la stregoneria per spingere Enrico a sposarla, di avere amanti (tra i quali un musicista di corte d'origine fiamminga, Mark Smeaton, oltre al proprio stesso fratello), di essere colpevole di incesto, di ingiuria verso il re e di cospirazione per ucciderlo.
Durante il processo, fu insinuato che Anna avesse confidato ai propri amanti - nonché a varie dame di compagnia ed altri cortigiani - che il re era in realtà impotente.
La corte giudicò Anna Bolena colpevole e la condannò a morte, nonostante ella avesse giurato più volte di non essere mai stata infedele al suo re.
Fu giustiziata per decapitazione il 19 maggio 1536.