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Autore: alaskha    29/10/2014    3 recensioni
Victoria è sola, finalmente, si ritrova a pensare. Ne ha bisogno, ha bisogno di quel viaggio, non ne può più delle solite vecchie cose che ha lasciato a Liverpool. Ha bisogno di scoprire, di scoprirsi, di capire cosa vuole da questa vita, se vuole questa vita e cosa c’è in serbo per lei. La vita non è a Liverpool, pensa Victoria, sopra le note dei Westlife, il gruppo preferito di Steph. Victoria sente che la sua vita sta iniziando adesso, solo adesso che è seduta su quel maledettissimo posto C13 dell’aereo. Cazzo, l’aereo atterra e la sua vita comincia, e Vic non può che essere contenta ed elettrizzata. Non ha paura, non ne ha mai avuta, o almeno, non si è mai ritrovata a doverlo ammettere.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Aereo
  
 


Nuovo sogno: prendere un aereo con un biglietto di sola andata.
Victoria non è mai stata troppo pessimista, ma il suo spirito libero e la sua voglia di avventura, quelli sono più forti di tutto l’ottimismo che possa esserci in lei, e di tutta la voglia che ha di restare a casa. Non che Londra le stia stretta, Victoria ama ogni singola sfaccettatura della sua città. Ma proprio perché è la sua città, proprio perché è casa sua e proprio perché non ne può più, ha bisogno di qualcosa di nuovo e diverso. Ed il suo nuovo sogno non potrebbe essere più bello di così, per Victoria.
Sempre le stesse lamentele, le stesse facce, gli stessi occhi visti, rivisti, stra visti e stra sentiti. Victoria non ne può davvero più, non ne può più degli occhi verdi, dei capelli ricci pettinati all’indietro, del modo insistente di grattarsi la guancia destra e delle magliette bianche. Ha bisogno di riprendersi la sua vita , di darci un taglio, di sconvolgersi, di prendere un aereo e partire, salutare tutti e sparire, forse per sempre, chi lo sa.
“Non è giusto”
Victoria alza di scatto la testa dal suo trolley nero, in fila con le altre valigie, all’ingresso del piccolo appartamento che dalla fine del liceo condivide con Mary Jane, la sua amica storica, compagna di avventure e fedele sorella ubriaca del sabato sera.
“Jane, ne abbiamo già parlato, dannazione, non farmi sentire più in colpa di quanto già io non mi senta”
“Credo di aver perso il filo” ammette, confusa.
Vic scuote la testa, rassegnata a quella che è la sua migliore amica.
“Non puoi abbandonarmi qui, a Londra, in questo schifo di appartamento e con questo schifo di pavimento da sistemare – Jane saltella con gli stivaletti nuovi sulle piastrelle vecchie di molti anni, facendole scrostare un po’ più del dovuto – vedi? Cade a pezzi!”
“Se tu la smettessi di spendere soldi in stivaletti nuovi di Moschino, ne avremmo abbastanza per riparare questo schifo di appartamento, come lo chiami tu” dice Victoria, imitando la sua amica e portandosi la borsa alla spalla.
Mary Jane alza gli occhi al cielo, afferrando le sue cose ed il piccolo beauty dell’amica, in partenza, e Victoria si ritrova a sorridere, un po’ per le sue, da sola, nel suo mondo. Victoria è così: dice partiamo, andiamo, facciamo, disfiamo.. ma poi guada il sorriso di Mary Jane, che le è sempre sembrata l’unica cosa sincera che il mondo abbia da offrirle, e tutto quello che sogna o anche solo immagina, svanisce nel nulla.
“Quindi sei pronta? Stiamo uscendo?” chiede Jane.
La James annuisce, infilando distrattamente la sua giacca di pelle nera ed un cappellino di lana direttamente da Amsterdam, in regalo da suo fratello, Steph. Forse Steph è l’unico che, insieme a Mary Jane, le mancherà realmente di Londra. Steph James è la persona più contraddittoria che Vic e Mary conoscano: è capace di passare un esame con voti eccellenti sotto l’effetto narcotico dei loro venerdì sera.
“Andiamo?” chiede Victoria, alla sua migliore amica.
“Che palle! – impreca la Thirlwall, con una coda alta disordinata ad incorniciarle il bel viso truccato – pensavo che nella preparazione per questo stupido viaggio ti avrei convinta  a non fare stronzate”
“Ehi! – ribatte offesa Victoria – questo viaggio non è stupido, chiaro?  Questo viaggio è la svolta della mia vita, e porta un po’ di rispetto, che cazzo!”
Mentre Mary Jane fa girare faticosamente per la terza ed ultima volta la chiave nella serratura di quello che per quattro mesi era stato il loro rifugio più sicuro da “tutti quei matti londinesi”, come li definiscono le due amiche, Victoria ha già una delle sue Marlboro incastrata tra i denti.
“Dammene una” fa Mary, e Vic sfila dalla tasca dei suoi skinny jeans il pacchetto quasi del tutto intatto di sigarette, porgendone una alla sua migliore amica.
Che se Steph le vedesse, sarebbero cazzi amari per entrambe. Un’altra contraddizione del fratello di Victoria e del ragazzo di Mary: Steph è il fumatore più accanito di Londra, il consumatore più incallito di Diana che la capitale inglese abbia da offrire, eppure odia vedere le sue due donne con quella “mostruosità strappa vita” stretta tra le labbra, o le dita.
Vic sorride, al pensiero di suo fratello.
“Steph non viene?” domanda la bruna, alla sua amica.
Mary fa sventolare la sua coda di cavallo bionda al vento, mentre prende una boccata di fumo e si stringe nelle spalle, ormai nell’aria fredda di fine ottobre di Londra. Fa tintinnare il piccolo beauty che tiene stretto nella mano sinistra, quasi potesse trattenere con sé anche la sua migliore amica, insieme a quel suo bagaglio.
“Ha detto che ci aspetta all’aeroporto – butta per terra il mozzicone di Marlboro, voltandosi verso l’amica – non partire” prega, per l’ultima volta.  
“Devo, e lo sai”
“Non c’è scritto da nessuna parte, nessuna legge sancisce che tu all’età di diciannove anni debba abbandonare Londra, tua madre, Steph ed anche me”
“Jane, vaffanculo, mia madre non la devi neanche nominare – bercia Vic, spegnendo con forza ciò che resta della sua sigaretta fumata con velocità ed adrenalina in corpo – non si accorgerà neanche che parto”
“Certo che se ne accorgerà, ma non ho voglia di star qui a farti bei discorsi su quanto Camille non sia una cattiva donna – dice Mary Jane, facendo poi una pausa, concedendosi un lungo sospiro - Vic, cazzo, come farò senza di te?”
Victoria alza gli occhi al cielo, ridendo, portandosi dietro inevitabilmente anche Mary. Perché quando ride una, l’altra non sta mai a guardare.
“Non fare l’egoista, adesso – le fa notare, mentre sono ormai giunte alla vecchia stazione – tu hai Steph, adesso che me ne vado verrà lui a stare con te, sono io, che senza di te non saprò come fare”
“Tu ci sai vivere senza di me – replica – ci sai vivere senza tutti noi, ci sai stare da sola, ci sai stare, Vic”
Victoria lo capisce quando Jane sta per scoppiare in lacrime, ha assistito a quel triste spettacolo tante di quelle volte, che saprebbe elencarne i dettagli a memoria: fiato corto, vomito di parole, verità liberata al vento.
Steph arriva proprio in quel momento, per lasciare un bacio sulle guance fredde di Jane e guardare la sua sorellina dritto negli occhi.
Stephan T. James, dove la T. sta per Thomas, ma a lui non sono mai andati troppo giù i secondi nomi, è per questo che si fa chiamare da tutti Steph. Ventiquattro anni, fratello maggiore e fidanzato iper protettivo, piercing al labbro con cui non smette mai di giocare e tanti tanti sogni costretti a restare chiusi nel cassetto. Jeans stretti neri, cappellino al contrario in testa, ciuffi di capelli biondi che si divertono a fare capolino un po’ ovunque ed occhi che gelano il sangue nelle vene.
“Ci ha già pensato Jane a dissuaderti, vero? Sarei superfluo e ripetitivo, se ci riprovassi?”
Victoria non può fare a meno di buttarsi a capofitto tra le sue braccia, che allenate da una vita, non si fanno trovare impreparate. Steph stringe forte sua sorella, e Jane si ritrova a dover guardare da un’altra parte, per non scoppiare a piangere. Così il ragazzo allarga l’abbraccio, acchiappando la sua ragazza per il cappuccio della sua felpa, stringendo a sè le sue due donne. È così che le chiama lui, quelle due.
Victoria e Mary Jane sono le cocche di tutti quanti, è impossibile non amarle. Quando le vedi in giro per Liverpool, fianco a fianco, con le loro risate nell’aria, i vestiti trasandati, colorati, il lucidalabbra, le sigarette spente con le converse e le dita intrecciate.
Non puoi non amarle, quelle due.
“Vi odio, non potete lasciarmi andare e basta? Stronzi”
Victoria si libera dall’abbraccio, mentre si costringe a trattenere le lacrime. Vic non è una che piange, almeno non davanti a tutti, non davanti a Mary, non davanti a se stessa.
“Okay, sorellina, che ti ho detto un miliardo di volte?”
“Che il the freddo si beve solo nel Long Island?”
Steph la guarda male, mentre Jane trattiene le risate, suo malgrado.
“Che non puoi dare dello stronzo e della stronza a tutti quelli a cui vuoi bene, è da malati”
Vic trattiene un sorriso e Steph fa per stringerla ancora tra le sue braccia protettive.
“No – ma lei lo blocca – adesso devo andare, e se continuate a fare così, non so come lo raggiungo il continente nero”
Steph scoppia a ridere, senza più trattenersi.
“Tu ce l’hai in testa, il continente nero, sorellina”
Victoria alza gli occhi al cielo, raccogliendo la sua valigia da terra, ma lasciandola poi a Steph, che ha insistito per comportarsi da gentleman con sua sorella, almeno una volta nella sua vita.
“Non mi saluti, puffa?”
Jane non può che sorridere, davanti a quel soprannome ideato dalla sua migliore amica, in uno dei sabati sera in cui si erano ritrovate per strada, ubriache, a ridere e straparlare.
Si stringono in un forte abbraccio, l’ultimo.
Steph aiuta la sorella con le valigie e poi la guarda salire. Non è più la ragazzina che lo guardava dalla rete del campo di calcio, quando erano bambini, e c’erano rimasti solo loro due a farsi da famiglia. Victoria è una donna, pensa, è una donna bellissima e forse questo viaggio le farà davvero bene, sì, è come dice lei, cazzo, Victoria stavolta ha ragione, deve partire.
 
 
Gli occhi vivi di Mary Jane ed il sorriso increspato di Steph sono scomparsi dalla vista di Victoria da tempo, ormai. La James è sola, finalmente, si ritrova a pensare. Ne ha bisogno, ha bisogno di quel viaggio, non ne può più delle solite vecchie cose che ha lasciato a Liverpool. Ha bisogno di scoprire, di scoprirsi, di capire cosa vuole da questa vita, se vuole questa vita e cosa c’è in serbo per lei. La vita non è a Liverpool, pensa Victoria, sopra le note dei Westlife, il gruppo preferito di Steph.
E per quanto lui, Mary e tutti gli altri possano mancarle, Victoria sente che la sua vita sta iniziando adesso, solo adesso che è seduta su quel maledettissimo posto C13 dell’aereo. Cazzo, l’aereo atterra e la sua vita comincia, e Vic non può che essere contenta ed elettrizzata. Non ha paura, non ne ha mai avuta, o almeno, non si è mai ritrovata a doverlo ammettere.
Ha preso molto seriamente questa storia del viaggio, vuole cavarsela da sola e quant’anche Mary Jane dica che suo padre sarà comunque lì con lei, Victoria ha giurato e spergiurato che lui non interferirà mai neanche una volta, nella sua nuova vita.
“Capirai, scappi da Liverpool e da tua madre, e te ne vai da Travis”
“Travis si fa sempre i cazzi suoi, lo sai, è peggio di Camille”
Avevano detto le due amiche, in una domenica pomeriggio come le altre, e Jane, dopo cinque anni e passa di amicizia non si è ancora abituata a sentire Victoria riferirsi ai suoi genitori con i loro nomi di battesimo. Ma Victoria non crede che Camille e Travis siano più i suoi genitori, la sua famiglia sono Steph e Mary Jane, sono Claire e Sebastian, i proprietari del locale dove lavora tutti i giovedì sera e sono tutte quelle persone che, come lei, sperano in qualcosa che ancora deve arrivare.
Victoria è in cerca di quel qualcosa e lo sa che sta arrivando, perché l’aereo è atterrato, e la sua nuova vita sta per iniziare.






 

ciao a tutte le mie ragazze preferite :)
lo so non ve lo aspettavate, non me lo aspettavo neanche io, figuratevi. Il fatto è che sto leggendo delle cose, ascoltando delle canzoni e parlando con delle persone che mi portano a scrivere cose nuove, sono ispirata soprattutto dal nuovo album della mia cantante preferita, Taylor Swift.
è uscito 1989, che è appunto il nome della storia, ed io mi sono riempita di idee. Per adesso non c'è ancora nessuno dei ragazzi, ma il protagonista sarà Zayn (strano, no?!), Steph, il fratello di Vic, ha il volto di Luke Hemmings, ma ho voluto dargli un nome mio.
Giuro e stavolta lo giuro che in questa storia ci metterò l'anima, spero che voi mi accompagnerete anche in questo viaggio, per restare in tema con la storia :)
So che non si capisce nulla, ma è solo il prologo. E nulla, cosa posso dire di più? State sempre con me :)
alaskha

vi presento Victoria James e Mary Jane Thirlwall:




 
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