Winter has come for me, can't carry on.
The chains to my life are
strong but soon they'll be gone.
I'll spread my wings one more time.
Is it a dream?
All the ones I have loved calling out my name.
The
sun warms my face.
All the days of my life, I see them passing me by.
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L'inverno è arrivato, per me.
Le catene alla mia vita sono forti,
ma presto si spezzeranno.
Aprirò le ali per un'ultima volta...
E' un sogno?
Tutti quelli che amo stanno chiamando il mio nome.
Il
sole riscalda il mio volto...
Vedo tutti i giorni della mia vita passarmi
davanti...
Within Temptation – The Swan Song
Odorò l'aria, prima di gettarsi quasi a peso morto su di me.
Riuscii a
scansarmi di poco, stringendo ancora i due neonati al mio petto.
Pensai a
quanto ero stata incosciente ad averli portati con me. Avrebbero potuto vivere
molto di più, se fossero rimasti con Jake, oppure con Edward...
E invece?
Invece la loro vita era destinata a durare solo poche ore, per colpa di una
madre incosciente e giovane e inesperta.
Cercai di poggiare i neonati per
terra, e di scappare, così che Laurent mi avrebbe inseguita e li avrebbe
lasciati perdere. Edward o qualcun altro dei Cullen li avrebbe di sicuro
trovati, non sarebbero morti.
Decisi di fare come avevo pensato, ma Laurent
mi prese per un piede e non riuscii a muovermi di un centimetro.
-Sei
sola... - disse, odorando di nuovo l'aria. - Questa volta possiamo davvero farla
finita – continuò con tono sprezzante.
Io ero ammutolita, e non riuscivo
quasi nemmeno a respirare.
Laurent riprese – Non ci vorrà nulla, non
sentirai niente – disse.
I bambini piangevano.
Laurent non sembrava
affatto infastidito dal loro pianto, e capii quanto era caparbio in quello che
stava facendo adesso. Voleva uccidermi, non importava se aveva nelle orecchie le
urla di due piccoli infanti. Bastava fare fuori me.
Ero stesa sul manto di
foglie e lui si avvicinava enfaticamente sempre più vicino a me.
I suoi
occhi dorati – che tra un po' sarebbero nuovamente divenuti cremisi -, mi
fissavano in modo famelico.
Non stavo affatto tremando, non temevo per la
mia vita. Già una volta stavo per morire, forse questo era davvero il mio
destino.
Non avevo affatto paura.
Cercai di rialzarmi, ma la stretta del
vampiro era ancora forte che non riuscii a muovermi. Intanto lui sorrideva
scaltro, pronto ad affondare i suoi denti nel mio collo.
“Ultimo desiderio,
ragazzina?” mi chiese, ed i suoi occhi si accesero di gloria. Aveva vinto.
Decisi di tentare. “Posso alzarmi, almeno?” dissi, con l'affanno “I bambini
piangono troppo. Vorrei lasciarli lì, per terra. E, per favore... Uccidi solo
me” Fui sincera.
Laurent iniziò a ridere. “Io... Lasciare te? Mi prendi in
giro? Sono solo due neonati... Non sentiranno nulla, proprio come te...”
Si
avvicinò ancora di più, sempre sentendo il mio odore forte. Poi parlò di nuovo.
“Beh, se vuoi morire in piedi, allora lascia che esaudisca questo tuo
desiderio...” disse, sembrando assorto per qualche secondo nei suoi pensieri, e
poi lasciando la presa. Mi alzai di scatto.
Corsi più in fretta che potevo,
girandomi senza guardare mai indietro, ma purtroppo non ero troppo veloce per
lui... Mi fu subito davanti che mi bloccai all'istante. Sorrideva ancora, e non
prometteva nulla di buono.
“Eh, no, Bella... Avevo ragione a dire che mi
stavi prendendo in giro... Accetta semplicemente la verità...”
Trasalii.
Pensavo che non poteva finire così, no... Non poteva. Cercai di trovare qualche
stratagemma per salvare i bambini.
“Almeno... Vorrei che loro...” indicai i
neonati “Loro...”
Laurent li osservò, poi mi rispose. “Sono troppo deboli,
per i miei gusti” disse, quasi disgustato. “Il sangue di un bambino... Non è
prelibato come quello di una donna...”
“Almeno... Posso lasciarli qui? Per
favore... E' l'ultima cosa che ti chiedo...” dissi, cercando di farmi dire
almeno un sì. Lascia morire me, ma loro no!
Laurent annuì, e poggiai alla mia
destra i due neonati, avvolti in una piccola copertina bianca. Li osservai per
pochi secondi, prima che mi scendesse una lacrima da entrambe gli occhi. Avevamo
passato troppo poco tempo assieme.
Nemmeno all'inferno me lo sarei
perdonata. Ero una madre deplorevole.
Mentre mi apprestavo ad alzarmi, un
calcio mi colpì in pieno stomaco. La mia fine era vicina.
Il calcio fu
davvero forte che andai a finire in un albero lì accanto.
Sentii un forte
male alla testa, ed anche alle spalle. Lui era ancora lontano, e piano si stava
avvicinando peggio di un cacciatore.
Mi toccai la nuca, e avevo le mani
piene di sangue. Ci siamo, è finita.
Quando vidi il sangue copioso sulla mia
mano, iniziai subito a sudare freddo. Non era una novità che odiassi il sangue.
Mi accasciai accanto all'albero, mentre Laurent si scagliò di nuovo su di me,
facendomi scontrare di nuovo contro il tronco.
Cercai di tenere gli occhi
aperti e di vedere qualcosa, ma vedevo tutto oscurato.
Sembrava essere
sott'acqua, quando la pressione ti tappa le orecchie e non senti più nulla.
Laurent continuava a farmi del male, ma io, debole ed umana com'ero, non
riuscivo a controbattere.
Nell'oscurità del momento, sentivo solo lievemente
il pianto dei miei figli. Figli che non avrebbero avuto mai più una madre.
Improvvisamente, però, sentii altre voci.
Qualcuno era arrivato...
Oppure no? La mia vista era troppo offuscata per vedere.
Sentivo Laurent
affaticato. Forse... Forse.
Passarono cinque o più minuti, in cui sentii
solo urli di strazio e di attacco, ma non capii se effettivamente c'era
qualcuno.
Qualcuno disse “Il fuoco! Accendetelo!”, ma non capii chi fosse.
Chiusi gli occhi e cercai di dormire. Oppure ero già nell'oblio, e quello
era un gesto di fine? Non avevo idea di ciò che avrei trovato dall'altra parte.
Di sicuro, Edward no. Lui avrebbe vissuto per sempre, ed io sarei vissuta in un
altro mondo, senza di lui. E senza i nostri bambini.
Nel dolore che mi
faceva la testa, sentii una lacrima bagnarmi il viso.
“Presto! E'
ferita!”
“Bisogna portarla subito a casa”
“A casa? Ci sono tanti vampiri
famelici, a casa! Qui, Carlisle, per forza!”
“Hai ragione. Aiutami, dobbiamo
darle dei punti... La ferita alla testa è molto grave...” disse qualcuno, che al
momento non riconoscevo.
Sentii qualcosa nel braccio, e non capii di cosa si
trattava. Poi, fui davvero nell'oblio.
Non sentivo più dolore, ed ero
sollevata. Almeno questo era quello che mi suggeriva la mia mente. Era la
realtà? Possibile che nel mondo ultraterreno ci si potesse sentire così
bene?
Sentii che gli occhi volevano aprirsi.
Feci piano, insicura di
trovare davanti a me qualcosa di brutto. Laurent, per esempio. All'improvviso,
ebbi paura.
Poi, cercando di essere più cauta possibile, li aprii.
Cercai di capire dov'ero. Una stanza. E se il paradiso fosse così?
Sentii
dei passi nella stanza.
“Si è svegliata, presto!” Era Edward. Edward? In
paradiso? Forse era il frutto della mia immaginazione. Cercai di sedermi, e con
dolore, ci riuscii. Due mani mi aiutarono. Le fissai per qualche secondo, poi
cercai di alzare la testa. Mi doleva.
Incontrai gli occhi di Edward. Mi stava
sorridendo.
“Bella...” furono le sue uniche parole.
“E-Edward... I-
io...”
“Shhh. Calma, tesoro. Non sforzarti.”
“Ma... Dove sono?” Credetti
di essere davvero il paradiso. Se Edward c'era, lo era di sicuro.
“Bella,
nella mia stanza” mi disse, baciandomi la fronte.
“Ma... Ma... Cosa è
successo?” Ero confusa.
“Vedi, Laurent... Ti abbiamo trovata nella foresta,
due giorni fa. Avevi la testa che ti sanguinava... Carlisle ti ha operata... Ed
ora se qui”
Vidi che intanto nella stanza erano arrivati anche Alice e Jake.
Quest'ultimo mi fissava quasi arrabbiato.
Ora ricordo. Io ed i bambini...
Due giorni fa, nella foresta. Per tornare a Forks. Laurent che ci aveva trovati,
e che voleva uccidermi... Il volo verso l'albero, il dolore lancinante alla
testa...
“Oh.” Mi vennero subito in mente. “I bambini!” Urlai, ed una
lacrima mi scese subito dagli occhi.
Edward, prontamente, me l'asciugò con
la punta delle dita.
“Sono qui, Bella. Esme è con loro, e tutti li stanno
curando in tua assenza” mi rispose, sorridendomi ed accarezzandomi la guancia.
Fui commossa, che versai altre lacrime.
“Stanno bene?” dissi, piangendo.
“Benissimo. Siamo arrivati giusto in tempo...” disse, senza continuare la
frase. Immaginavo il seguito, e non volevo pensarci affatto.
“Oh, Edward”
dissi tra le lacrime “Ti amo”. Non riuscii a pensare ad altro. Mi gettai tra le
sue braccia, e mi sentii un po' indolenzita. Edward mi strinse a sé.
Iniziò
ad accarezzarmi i capelli, e subito mi sentii bene.
“Anche io, Bella. Per
sempre” disse, con un tono dolcissimo.
Qualcuno ci interruppe.
“Scusatemi, vado a dire che Bella si è svegliata... Vuoi ricevere delle
visite?”
Riaprii gli occhi, e fissai Alice. “Sì, grazie Alice... Vorrei
vedere i bambini...” dissi, quasi in un sospiro.
Jake intanto era ancora
sulla porta, e mi fissava.
“Bella...” cominciò Edward “in questi giorni in
cui tu dormivi, a causa dei farmaci, io e Carlisle... Abbiamo fatto dei
test...”
“Dei test? Su... Sui bambini?”
“Esatto”
Fui sorpresa. Ancora
non credeva fossero suoi? Non risposi, ma mi limitai a fissarlo negli occhi.
“Bene, ho scoperto...” disse, esitando “che alla fine... Alla fine, io sono
il padre”
Mi venne da piangere. Allora ci credeva. Ma c'era qualcosa di
strano. Lo leggevo nei suoi occhi.
“Visto che hanno anche il mio sangue... I
bambini... Loro, vedi...”
“Edward, cosa succede? Non prenderla alle
lunghe”
“Hanno preso i miei geni. Loro sono... Immortali come me”
“C-cosa?
Non ti seguo”
“Non abbiamo scoperto ancora nulla di certo, ma in teoria sono
già dei vampiri...”