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Autore: Yuna Shinoda    20/10/2008    4 recensioni
Edward ha appena lasciato Bella nella foresta, da sola, per andare via e non farsi mai più vedere.
Ma Bella, ben presto, si accorge che non può interrompere del tutto i legami con Edward.
Ed è proprio questo, che incita la ragazza a partire per cercare il suo grande amore, dovunque lui sia. Lo troverà?
E, soprattutto, qual'è questo legami indissolubile?
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Winter has come for me, can't carry on.
The chains to my life are strong but soon they'll be gone.
I'll spread my wings one more time.

Is it a dream?
All the ones I have loved calling out my name.
The sun warms my face.
All the days of my life, I see them passing me by.

 


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L'inverno è arrivato, per me.
Le catene alla mia vita sono forti, ma presto si spezzeranno.
Aprirò le ali per un'ultima volta...

E' un sogno?
Tutti quelli che amo stanno chiamando il mio nome.
Il sole riscalda il mio volto...
Vedo tutti i giorni della mia vita passarmi davanti...

Within Temptation – The Swan Song

 

 

 

 


Odorò l'aria, prima di gettarsi quasi a peso morto su di me.
Riuscii a scansarmi di poco, stringendo ancora i due neonati al mio petto.
Pensai a quanto ero stata incosciente ad averli portati con me. Avrebbero potuto vivere molto di più, se fossero rimasti con Jake, oppure con Edward...
E invece? Invece la loro vita era destinata a durare solo poche ore, per colpa di una madre incosciente e giovane e inesperta.
Cercai di poggiare i neonati per terra, e di scappare, così che Laurent mi avrebbe inseguita e li avrebbe lasciati perdere. Edward o qualcun altro dei Cullen li avrebbe di sicuro trovati, non sarebbero morti.
Decisi di fare come avevo pensato, ma Laurent mi prese per un piede e non riuscii a muovermi di un centimetro.
-Sei sola... - disse, odorando di nuovo l'aria. - Questa volta possiamo davvero farla finita – continuò con tono sprezzante.
Io ero ammutolita, e non riuscivo quasi nemmeno a respirare.
Laurent riprese – Non ci vorrà nulla, non sentirai niente – disse.
I bambini piangevano.
Laurent non sembrava affatto infastidito dal loro pianto, e capii quanto era caparbio in quello che stava facendo adesso. Voleva uccidermi, non importava se aveva nelle orecchie le urla di due piccoli infanti. Bastava fare fuori me.
Ero stesa sul manto di foglie e lui si avvicinava enfaticamente sempre più vicino a me.
I suoi occhi dorati – che tra un po' sarebbero nuovamente divenuti cremisi -, mi fissavano in modo famelico.
Non stavo affatto tremando, non temevo per la mia vita. Già una volta stavo per morire, forse questo era davvero il mio destino.
Non avevo affatto paura.
Cercai di rialzarmi, ma la stretta del vampiro era ancora forte che non riuscii a muovermi. Intanto lui sorrideva scaltro, pronto ad affondare i suoi denti nel mio collo.
“Ultimo desiderio, ragazzina?” mi chiese, ed i suoi occhi si accesero di gloria. Aveva vinto.
Decisi di tentare. “Posso alzarmi, almeno?” dissi, con l'affanno “I bambini piangono troppo. Vorrei lasciarli lì, per terra. E, per favore... Uccidi solo me” Fui sincera.
Laurent iniziò a ridere. “Io... Lasciare te? Mi prendi in giro? Sono solo due neonati... Non sentiranno nulla, proprio come te...”
Si avvicinò ancora di più, sempre sentendo il mio odore forte. Poi parlò di nuovo. “Beh, se vuoi morire in piedi, allora lascia che esaudisca questo tuo desiderio...” disse, sembrando assorto per qualche secondo nei suoi pensieri, e poi lasciando la presa. Mi alzai di scatto.
Corsi più in fretta che potevo, girandomi senza guardare mai indietro, ma purtroppo non ero troppo veloce per lui... Mi fu subito davanti che mi bloccai all'istante. Sorrideva ancora, e non prometteva nulla di buono.
“Eh, no, Bella... Avevo ragione a dire che mi stavi prendendo in giro... Accetta semplicemente la verità...”
Trasalii. Pensavo che non poteva finire così, no... Non poteva. Cercai di trovare qualche stratagemma per salvare i bambini.
“Almeno... Vorrei che loro...” indicai i neonati “Loro...”
Laurent li osservò, poi mi rispose. “Sono troppo deboli, per i miei gusti” disse, quasi disgustato. “Il sangue di un bambino... Non è prelibato come quello di una donna...”
“Almeno... Posso lasciarli qui? Per favore... E' l'ultima cosa che ti chiedo...” dissi, cercando di farmi dire almeno un sì. Lascia morire me, ma loro no!
Laurent annuì, e poggiai alla mia destra i due neonati, avvolti in una piccola copertina bianca. Li osservai per pochi secondi, prima che mi scendesse una lacrima da entrambe gli occhi. Avevamo passato troppo poco tempo assieme.
Nemmeno all'inferno me lo sarei perdonata. Ero una madre deplorevole.
Mentre mi apprestavo ad alzarmi, un calcio mi colpì in pieno stomaco. La mia fine era vicina.
Il calcio fu davvero forte che andai a finire in un albero lì accanto.
Sentii un forte male alla testa, ed anche alle spalle. Lui era ancora lontano, e piano si stava avvicinando peggio di un cacciatore.
Mi toccai la nuca, e avevo le mani piene di sangue. Ci siamo, è finita.
Quando vidi il sangue copioso sulla mia mano, iniziai subito a sudare freddo. Non era una novità che odiassi il sangue. Mi accasciai accanto all'albero, mentre Laurent si scagliò di nuovo su di me, facendomi scontrare di nuovo contro il tronco.
Cercai di tenere gli occhi aperti e di vedere qualcosa, ma vedevo tutto oscurato.
Sembrava essere sott'acqua, quando la pressione ti tappa le orecchie e non senti più nulla.
Laurent continuava a farmi del male, ma io, debole ed umana com'ero, non riuscivo a controbattere.
Nell'oscurità del momento, sentivo solo lievemente il pianto dei miei figli. Figli che non avrebbero avuto mai più una madre.
Improvvisamente, però, sentii altre voci.
Qualcuno era arrivato... Oppure no? La mia vista era troppo offuscata per vedere.
Sentivo Laurent affaticato. Forse... Forse.
Passarono cinque o più minuti, in cui sentii solo urli di strazio e di attacco, ma non capii se effettivamente c'era qualcuno.
Qualcuno disse “Il fuoco! Accendetelo!”, ma non capii chi fosse.
Chiusi gli occhi e cercai di dormire. Oppure ero già nell'oblio, e quello era un gesto di fine? Non avevo idea di ciò che avrei trovato dall'altra parte. Di sicuro, Edward no. Lui avrebbe vissuto per sempre, ed io sarei vissuta in un altro mondo, senza di lui. E senza i nostri bambini.
Nel dolore che mi faceva la testa, sentii una lacrima bagnarmi il viso.
“Presto! E' ferita!”
“Bisogna portarla subito a casa”
“A casa? Ci sono tanti vampiri famelici, a casa! Qui, Carlisle, per forza!”
“Hai ragione. Aiutami, dobbiamo darle dei punti... La ferita alla testa è molto grave...” disse qualcuno, che al momento non riconoscevo.
Sentii qualcosa nel braccio, e non capii di cosa si trattava. Poi, fui davvero nell'oblio.
Non sentivo più dolore, ed ero sollevata. Almeno questo era quello che mi suggeriva la mia mente. Era la realtà? Possibile che nel mondo ultraterreno ci si potesse sentire così bene?
Sentii che gli occhi volevano aprirsi.
Feci piano, insicura di trovare davanti a me qualcosa di brutto. Laurent, per esempio. All'improvviso, ebbi paura.
Poi, cercando di essere più cauta possibile, li aprii.
Cercai di capire dov'ero. Una stanza. E se il paradiso fosse così?
Sentii dei passi nella stanza.
“Si è svegliata, presto!” Era Edward. Edward? In paradiso? Forse era il frutto della mia immaginazione. Cercai di sedermi, e con dolore, ci riuscii. Due mani mi aiutarono. Le fissai per qualche secondo, poi cercai di alzare la testa. Mi doleva.
Incontrai gli occhi di Edward. Mi stava sorridendo.
“Bella...” furono le sue uniche parole.
“E-Edward... I- io...”
“Shhh. Calma, tesoro. Non sforzarti.”
“Ma... Dove sono?” Credetti di essere davvero il paradiso. Se Edward c'era, lo era di sicuro.
“Bella, nella mia stanza” mi disse, baciandomi la fronte.
“Ma... Ma... Cosa è successo?” Ero confusa.
“Vedi, Laurent... Ti abbiamo trovata nella foresta, due giorni fa. Avevi la testa che ti sanguinava... Carlisle ti ha operata... Ed ora se qui”
Vidi che intanto nella stanza erano arrivati anche Alice e Jake. Quest'ultimo mi fissava quasi arrabbiato.
Ora ricordo. Io ed i bambini... Due giorni fa, nella foresta. Per tornare a Forks. Laurent che ci aveva trovati, e che voleva uccidermi... Il volo verso l'albero, il dolore lancinante alla testa...
“Oh.” Mi vennero subito in mente. “I bambini!” Urlai, ed una lacrima mi scese subito dagli occhi.
Edward, prontamente, me l'asciugò con la punta delle dita.
“Sono qui, Bella. Esme è con loro, e tutti li stanno curando in tua assenza” mi rispose, sorridendomi ed accarezzandomi la guancia.
Fui commossa, che versai altre lacrime.
“Stanno bene?” dissi, piangendo.
“Benissimo. Siamo arrivati giusto in tempo...” disse, senza continuare la frase. Immaginavo il seguito, e non volevo pensarci affatto.
“Oh, Edward” dissi tra le lacrime “Ti amo”. Non riuscii a pensare ad altro. Mi gettai tra le sue braccia, e mi sentii un po' indolenzita. Edward mi strinse a sé.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli, e subito mi sentii bene.
“Anche io, Bella. Per sempre” disse, con un tono dolcissimo.
Qualcuno ci interruppe.
“Scusatemi, vado a dire che Bella si è svegliata... Vuoi ricevere delle visite?”
Riaprii gli occhi, e fissai Alice. “Sì, grazie Alice... Vorrei vedere i bambini...” dissi, quasi in un sospiro.
Jake intanto era ancora sulla porta, e mi fissava.
“Bella...” cominciò Edward “in questi giorni in cui tu dormivi, a causa dei farmaci, io e Carlisle... Abbiamo fatto dei test...”
“Dei test? Su... Sui bambini?”
“Esatto”
Fui sorpresa. Ancora non credeva fossero suoi? Non risposi, ma mi limitai a fissarlo negli occhi.
“Bene, ho scoperto...” disse, esitando “che alla fine... Alla fine, io sono il padre”
Mi venne da piangere. Allora ci credeva. Ma c'era qualcosa di strano. Lo leggevo nei suoi occhi.
“Visto che hanno anche il mio sangue... I bambini... Loro, vedi...”
“Edward, cosa succede? Non prenderla alle lunghe”
“Hanno preso i miei geni. Loro sono... Immortali come me”
“C-cosa? Non ti seguo”
“Non abbiamo scoperto ancora nulla di certo, ma in teoria sono già dei vampiri...”

 

 

  
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