Il Fattore Cugina-Coinquilina
1. ... E i tre punti di Sheldon
L'ascensore era fuori uso,
accidenti.
Marnie pensò subito che
quell'appartamento posto al quarto piano senza l'utilizzo dell'ascensore
dovesse essere qualche segno di qualche entità superiore – in cui non credeva
assolutamente - che voleva spingerla per forza a fare un'attività fisica che
andasse oltre lo spostarsi dal divano alla cucina o dalla biblioteca a un'aula
per andare a lezione.
In quell'occasione, Marnie avrebbe
preferito essere un po' più atletica, ma poi si ripetè mentalmente che la
ginnastica che faceva fare al suo cervello era sufficiente anche per il suo
corpo.
Si lasciò sfuggire un lungo
sospiro, causato dai tre trolley che aveva con sè, così si affrettò a
citofonare a sua cugina Penny, che a breve sarebbe diventata anche la sua
coinquilina.
Prese un bel respiro e citofonò,
con una delicatezza assurda dovuta alla paura causata da quella specie di nuova
vita che stava iniziando: una nuova casa, una nuova città, una nuova università
dove conseguire, finalmente, il dottorato...
"Chi è?" disse la voce
squillante di sua cugina.
"Ciao, Penny, sono
Marnie!".
"Tesoro, ciao! Sali!".
"Veramente non funziona
l'ascensore e mi chiedevo se potessi darmi una mano con i bagagli...".
"Oh, sì, giusto! Aspetta un
attimo!".
"Ok...".
Liberandosi dalla giacca blu che
indossava, Marnie si aggiustò gli occhiali sul naso, come faceva sempre quando
era nervosa.
Lei e Penny non erano mai state
amiche, in realtà, visto che si conoscevano poco e abitavano in due Stati
differenti.
I suoi genitori avevano lasciato
Omaha quando lei aveva dieci anni e avevano preferito farla studiare a New York
vista la sua bravura, bravura che l'aveva portata a laurearsi in Ingegneria
Fisica e, ora, al dottorato alla Caltech University di Pasadena.
Era così persa nei suoi dubbi e nei
suoi pensieri che solo dopo qualche istante percepì la presenza di due uomini e
di Penny di fronte a lei.
Sobbalzò, riscuotendosi dalle sue
fantasie, e sorrise in direzione di quest'ultima.
Fu uno shock vederla con i capelli
che esibivano un taglio radicale, quasi mascolino, e con addosso un completo
molto serio e professionale, nero con una semplice camicia bianca.
Sapeva che sua cugina ormai avesse
accantonato il sogno di diventare un’attrice e che fosse fidanzata ufficialmente,
ma trovarsi davanti alla realtà dei fatti era una cosa totalmente differente.
"Oh, Penny!" esclamò,
avvicinandosi.
"Marnie, tesoro, ciao,
benvenuta!".
Penny l'abbracciò calorosamente,
come se si fossero viste per l’ultima volta due giorni e non dieci anni prima.
"Sono sicura che ti troverai benissimo qui!".
"Ma siamo sicuri che questa
sia tua cugina?".
Una voce maschile, un po' fredda e
precisa, interruppe i convenevoli tra le
due e attirò l'attenzione di Marnie, che si precipitò a guardare il soggetto
che aveva pronunciato queste parole.
Era una un uomo che aveva poco più
di trent'anni, alto, dalla pelle pallida e con indosso una maglietta di Flash.
"Sono sua cugina, sì"
rispose quindi, senza capire.
"E lui è Sheldon, il collega
scienziato più pazzo che incontrerai mai" sbottò Penny, guardando male
l'uomo.
"Sheldon Cooper, fisico
teorico" disse lui, porgendole la mano.
"Marnie Brooks, ingegnere
fisico" rispose lei, alquanto stranita da quella presentazione così rigida
e formale con tanto di professione specificata.
Vide un lampo di comprensione
eccheggiare negli occhi di Sheldon, che guardò Penny con un'occhiata di
scherno. "Ora ho compreso tutto! Ecco perchè hai una cugina, una persona
che ha parte dei tuoi geni, che è laureata! E' una Wolowitz qualunque, non il
genio che vuoi farci credere!" esclamò, ridendo in un modo strano.
"Prego?".
"Ma se sta per prendersi il
dottorato, che Wolowitz non ha! Te l'ho detto tre volte!" esclamò Penny,
esasasperata.
"Davvero? Scusami, Penny, ma
se volessi ascoltare tutto ciò che mi dici e assimilarlo diventerei uno di quei
giornalisti di gossip qualunque".
"Io comunque sono Leonard,
Penny deve averti parlato di me!" s'intromise l'altro uomo, molto più
basso dell'altro e con lo sguardo celato da una montatura di occhiali nera.
"Oh, sì, il suo fidanzato,
piacere! Penny mi ha raccontato di te e del vostro fidanzamento,
congratulazioni!”.
Sorridente, anzi, gongolante,
Leonard annuì. “Grazie! Cioè, sono ancora nella fase in cui ascoltare una cosa
del genere mi fa domandare: “Ah, quindi è tutto, vero, non l’ho sognato?!”, poi
ricordo che è vero e...”.
“Tesoro, abbiamo tutto il tempo di
raccontare questa storia a Marnie, ora aiutiamola con le valige, su” gli
ricordò Penny, mentre si apprestava a prendere una delle valige della cugina.
"Allora? Su, su, usate i
vostri cervelli per far arrivare questi trolley al quarto piano! Ovviamente non
mi rifersco a te, Marnie!" disse nuovamente, incando le altre e scambiando
un sorriso con la ragazza, che rispose al gesto timidamente.
Quella sera, Marnie si ritrovò
sommersa da volti di persone nuove, ma che, stranamente, non la fecero sentire
a disagio.
Guardare il mondo dietro un paio di
occhiali spesso ti fa sentire lontana dalla solita massa di gente popolare,
alla moda e cool, ma, con stupore, la ragazza si ritrovò a contatto con gente
decisamente nerd, così diversa dalle solite amicizie di Penny.
Oltre a Leonard e Sheldon, si
ritrovò a fare la conoscenza di una minuscola e dolce microbiologa, Bernadette,
una simpatica e un po' strana neurobiologa, Amy, un astrofisico indiano
dall'aria intimidita, Raj, e, per finire, un suo collega ingegnere, fin troppo
basso ma apparentemente simpatico, Howard.
- Deve essere il Wolowitz a cui mi
ha paragonato Sheldon - pensò Marnie, dopo che il gruppo di amici si fu
presentato.
"Penny ci ha detto che sei
anche tu un'ingegnere" disse Howard, qualche minuto dopo le presentazioni
generali.
Erano tutti seduti attorno ad un
tavolino su cui era poggiata la cena, e ormai lo spazio era così ridotto che
Penny aveva aggiunto una sedia per farla sederla sedere accanto al divano,
vicino a Bernadette, mentre Raj se ne
stava per terra.
"Sì, mi sono laureata due mesi
fa alla Columbia e ho fatto domanda alla Caltech per il dottorato, me ne hanno
parlato molto bene".
"Come mai hai deciso di
proseguire dopo la laurea?".
Marnie scrollò le spalle e si
lasciò scappare un sorrisino che trasudava passione e soddisfazione.
"Adoro ciò che studio e vorrei saperne di più" spiegò semplicemente.
"Prendi nota, Howard! Marnie,
con queste parole hai appena conquistato un punto. Te ne bastano altri
quarantanove e potrai definirti membro della mia cerchia di amici"
s'intromise Sheldon, che se ne stava seduto su quello che le avevano spiegato
essere il suo “Posto”, su cui nessun’altro poteva prendere posto, intento
com'era nel condire il suo cibo thai con mille ingredienti richiesti
precedentemente da Leonard.
La ragazza lo guardò stralunata,
senza capire da dove provenisse tutta quell'altezzosità, e notò che nessuno
sembrasse sorpreso da quel comportamento.
"Sheldon, per piacere, Marnie
è la cugina di Penny, trattala bene" la difese Amy.
"Oh, ma io la sto trattando
benissimo! E' un'estranea che sta nel mio appartamento da quindici minuti e non
l'ho ancora cacciata fuori".
"Scusa?" sbottò la nuova
arrivata, increudula a causa di cotanta maleducazione.
"Tranquilla, tesoro, ci penso
io" mormorò Penny, alzandosi e dirigendosi a passo d'elefante verso il
fisico teorico. "Sheldon, osa trattare di nuovo male mia cugina e giuro
che chiamo tua madre e gli dico che stai violando uno dei comandamenti!".
"No, mammina no, perchè devi
sempre metterla in mezzo?" si lamentò Sheldon, mettendo su il broncio e
lasciando perdere il condimento della cena.
"Oh, la metterò in mezzo
finchè non la pianterai!".
"Ok, va bene, Penny, solo
giocando sporco puoi vincere con me".
"Dite che se lo minaccio
mettendo in mezzo la madre si deciderà a fare sesso con me?" bisbigliò
Amy, improvvisamente entusiasta.
"No, perchè sa che la madre
non ti darebbe ragione visto che non siete sposati" rispose prontamente Bernadette.
“Ricorda che anche io provengo da una famiglia super cattolica...”.
Ovviamente, Marnie non riuscì a
contenersi e lanciò qualche occhiata indiscreta verso Amy, che ora stava
prendendo la sua porzione di cena.
"Sì, anche se non sembra lei è
la ragazza di Sheldon. Non hanno un rapporto fisico, però..." iniziò a
spiegare Bernadette, sempre a bassa voce.
"... Il che è il colmo visto
che lui è un fisico, hahaha" continuò Raj, fiero della sua pseudo-battuta
non proprio divertente.
Forse lo comprese, perchè arrossì e
si zittì, abbassando il capo.
"Il loro massimo rapporto
fisico è rappresentato da qualche bacio, ma solo dopo San Valentino di
quest’anno. Mentre sua madre è una fanatica religiosa. Io lo capisco, però, anche
mia madre lo è, è ebrea e anche obesa" terminò Howard.
Non sapendo come rispondere, Marnie
disse: "E tu stai con Bernadette, giusto?".
"Siamo sposati. Che peccato
che l'unico ingegnere qui con cui potresti condividere tante passioni sia già
occupato!".
"Oh, ehm... Tranquillo, non
sei il mio tipo" sorrise Marnie, per poi smettere di parlare perchè notò
che Sheldon si stava avvicinando con la mano destra protesa verso di lei.
"Ti chiedo scusa, Marnie.
Benvenuta a casa mia...".
"Nostra!" lo corresse
Leonard.
"... Nostra, e benvenuta nella
nostra cerchia di amici. Ovviamente, se avrai bisogno di un mentore nei tuoi
studi, potrò darti una mano in nome della scienza, e non rifiuterò una tua
eventuale richiesta di amicizia su Facebook perchè altrimenti tua cugina
inizierebbe a sfoggiare i suoi comportamenti da maschiaccio nei miei confronti
che tanto mi turbano".
"Oh, ok, grazie" rispose
la ragazza, stringendo la sua mano e decidendo di non ribattere su nulla vista
la stranezza del soggetto che aveva di fronte.
Circa tre ore dopo, stanca per la
giornata appena trascorsa, Marnie si appoggiò comodamente sul divano del
piccolo soggiorno di Penny che nel giro di pochi minuti si sarebbe dovuto
trasformare nel suo divano letto, vista la quantità ridotta di spazio nel
piccolo appartamento della cugina.
Le andava bene così, la borsa di
studio non le consentiva di poter spendere molti soldi per l'affitto vista la
costosissima retta della Caltech, e per non essere da sola in una città nuova
avrebbe dormito anche per strada.
"Lasciatelo dire: sono
orgogliosa delle tue amicizie! Ok, forse di Sheldon un po' meno ma...".
"Ma eri preoccupata di
trovarti in un gruppo di fattoni che avrebbero preso in giro quello che
fai" terminò Penny per lei, tuttavia sorridente e prendendo posto al suo
fianco.
"Beh, sì" ammise
timidamente Marnie.
"Tranquilla, sono tutti delle
ottime persone, anche Sheldon lo è, in un modo tutto suo, ovviamente".
"Davvero?!".
"Davvero! Ci ho messo un po'
per diventare una sua amica, ma ne è valsa la pena. Si è offerto di prestarmi
soldi quando ne avevo bisogno, si preoccupa per Leonard ed è carino a modo suo
quando non sa cosa fare con Amy...".
"Ho sentito che non hanno un
rapporto fisico".
"Sì... L'apice della loro
intimità c'è stata questo S.Valentino grazie ad un bacio, ma si vogliono bene
come poche coppie al mondo, fidati, lui deve solo imparare ad avere confidenza
con i contatti fisici. Lo so che è da pazzi" aggiunse Penny, alzando gli
occhi al cielo.
Marnie rise, scuotendo il capo.
"Ehi, parli con una che ha passato gli ultimi quattro anni tra ingegneri
strambi e che... Beh, ha avuto solo un ragazzo in vita sua con cui non ha mai
combinato nulla, quindi posso capire eccome!".
Ovviamente, la mascella di Penny
stava per cadere per terra, proprio come quando aveva sentito dire Sheldon che
forse, in futuro, avrebbe avuto una relazione fisica con Amy. "Cosa? Tu
sei...".
"Puoi dirlo, non è una
parolaccia!".
"Tu... Insomma, sei...".
"Sono vergine, Penny, sì. Ho
avuto un solo ragazzo in vita mia, Carter, ci siamo mollati dopo un anno".
"Dopo un anno! E non
avete...".
"No. Sai, mi piaceva, avevamo
tanto in comune, ma alla fine finivamo sempre per vedere un episodio di
"Alphas" o “Babylon 5", giocavamo con la xbox e... Forse è la
pura dimostrazione del fatto che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale
e contraria".
"Eh?".
"E' il terzo principio della
dinamica, vuol dire che...".
"Oh mio Dio! No, grazie,
tesoro, ma l'appartamento in cui si tengono i sermoni di fisica è quello di
fronte al nostro".
Marnie sbuffò, non grandendo
l'essere stata interrotta. "Lo sai che dici spesso "Oh mio
Dio"?".
"Me lo dice spesso anche
Sheldon" osservò la bionda, ancora scossa. Poi, ricomponendosi, sorrise e
accarezzò il braccio della cugina. "Fidati, Marnie, sei circondata dalle
persone giuste, e sono sicura che tu ed Amy diventerete grandi amiche!".
"E perché?".
"Così, così" sviò la
conversazione la ragazza, alzandosi. "Ti troverai bene qui,
promesso".
Marnie fece un cenno di assenso e
sospirò.
"Lo penso anch'io... Grazie
per l'ospitalità!".
"E di che... Mi ci voleva una
mano con l'affitto, grazie a te, cuginetta. Ora vado a dare la buonanotte a
Leonard".
"Ok, io preparo il
letto".
Leonard stava sistemando il
soggiorno dopo la cena di benvenuto per Marnie mentre Sheldon sistemava il suo
portatile, evidentemente dopo aver dato
la buonanotte ad Amy, quando Penny entrò.
"Allora, che ne dite di mia
cugina?" chiese, entusiasta.
"Io mi chiedo ancora se sia
sul serio tua cugina" borbottò Sheldon. "Ma tacerò perchè ci tengo al
mio faccino del Texas".
"E' carina, cioè, nel senso di
graziosa, voglio dire, tu sei più bella, ovviamente, volevo dire è... E'
ok!" borbottò confusamente Leonard come suo solito nel momento in cui
iniziava i suoi giri di parole che lo portavano a non esprimersi al meglio.
La sua fidanzata ridacchiò e gli
gettò le braccia al collo.
"Sei carino anche tu,
tesoro".
"E lei come si sente? Che ha
detto di noi?".
"Le piacete, temeva di
trovarsi in un gruppo simile a quello che avevo al liceo...".
"Allora è sul serio sveglia e
intelligente. Un altro punto per Marnie!" esclamò Sheldon.
"Mi ha appena recitato il
terzo principio di non so cosa per spiegarmi perchè non ha mai fatto sesso,
certo che è intelligente!".
"Oh, bene, allora i punti
salgono a quota tre!".
"Perchè sa il terzo principio
della dinamica?" chiese Leonard, senza capire.
"No, perchè non ha mai avuto
un coito e quindi non sarà una vicina rumorosa come sua cugina!" spiegò
Sheldon con aria di ovvietà.
"Sheldon, piantala o i tre
punti te li ritroverai in faccia..." disse Penny.
"Parli dei punti di sutura
o... Va bene" sospirò teatralmente il fisico teorico, alzando le mani dopo
un'occhiataccia della coppietta. "Vado a dormire, buonanotte".
I due aspettarono che Sheldon
scomparisse dalla loro vista per poi tornare a guardarsi.
"Accompagnerete voi Marnie
domani, no? Lei non guida" chiese la bionda.
"Non guida, non fa sesso... Se
Sheldon non avesse Amy, li farei uscire insieme!" ridacchiò Leonard.
"Ok, sto zitto. Certo, verrà con noi".
"Bravo il mio scienziato! Ora
vado, buonanotte!".
Penny lo baciò ed uscì, trovandosi
davanti una Marnie già profondamente addormentata appena entrò nel suo
appartamento.
Premurosa, le rimboccò le coperte e
spese la luce, senza smettere di sorridere.
Immaginava la sua
cuginetta-scienziata alle prese con la vita di tutti i giorni lì, a Pasadena, e
sentiva che si sarebbero divertite un mondo insieme.
Certo, se dieci anni prima qualcuno
le avesse detto che lei e Marnie si sarebbero trovate in condizione di dover
vivere insieme proprio quando lei era in procinto di sposare un fisico
sperimentale, si sarebbe persa in una grande risata derisoria, ma ora le cose
stavano così e non poteva fare altro che sentirsi felice.
*°*°*°
Ciao
a tutti!
Eccomi
qui, in questa sezione, dopo qualche mese.
Questa
storia risale a tantissimi mesi fa e poltriva nel mio pc fino ad oggi.
Ho
apportato qualche modifica, aggiornandola con alcune cose che sono successe
fino al sesto episodio dell’ottava ragione.
L’unica
cosa differente è che in questa storia non c’è Emily e il negozio di Stuart non
ha subito alcun incendio.
Il
personaggio di Marnie porterà un po’ di scompiglio nel gruppo di Penny&Co,
ma non vi anticipo nulla :D
Nel
caso vi sia piaciuto questo primo capitolo, fatemelo sapere, anche perché i
primi tre capitoli sono già completi.
Vi
lascio un’anticipazione dal prossimo capitolo ^^
"Buongiorno, Sheldon" disse
lei. "Perchè hai bussato tre volte?" chiese ingenuamente.
"Sono le sette e quarantadue e...
Dodici, ora tredici, quattordici secondi e tu mi poni una domanda simile? Sei
in ritardo, conserva le domande per dopo, potrai pormele in classe"
ribattè Sheldon.
"In classe?!".