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Autore: milly92    30/10/2014    3 recensioni
Marnie Brooks ha quasi ventiquattro anni, è laureata in Ingegneria Fisica e si appresta a conseguire il Dottorato presso la Caltech University di Pasadena.
E' la cugina di Penny, ma sono totalmente diverse e per di più non si frequentano da circa dieci anni, da quando Marnie si è trasferita a New York con la sua famiglia.
Quest'ultima riuscirà ad integrarsi nel gruppo della cugina senza causare troppi guai?
Dall'inizio del quarto capitolo:
""S.O.S. Stronzetta ad ore dodici che vuole rubarmi il fidanzato. Qui urge un piano, io penso alle scimmie, ci vediamo da me tra mezz'ora" [...]Quando lesse il messaggio di Amy, tuttavia, si svegliò completamente, viste le immagini scaturite nel suo cervello da quelle semplici parole: casa sua invasa da un gruppo di scimmie impazzite, che distruggevano tutto e si gettavano sulla povera Marnie."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ilfattore

Il Fattore Cugina-Coinquilina

 

1. ... E i tre punti di Sheldon

 

L'ascensore era fuori uso, accidenti.

Marnie pensò subito che quell'appartamento posto al quarto piano senza l'utilizzo dell'ascensore dovesse essere qualche segno di qualche entità superiore – in cui non credeva assolutamente - che voleva spingerla per forza a fare un'attività fisica che andasse oltre lo spostarsi dal divano alla cucina o dalla biblioteca a un'aula per andare a lezione.

In quell'occasione, Marnie avrebbe preferito essere un po' più atletica, ma poi si ripetè mentalmente che la ginnastica che faceva fare al suo cervello era sufficiente anche per il suo corpo.

Si lasciò sfuggire un lungo sospiro, causato dai tre trolley che aveva con sè, così si affrettò a citofonare a sua cugina Penny, che a breve sarebbe diventata anche la sua coinquilina.

Prese un bel respiro e citofonò, con una delicatezza assurda dovuta alla paura causata da quella specie di nuova vita che stava iniziando: una nuova casa, una nuova città, una nuova università dove conseguire, finalmente, il dottorato...

"Chi è?" disse la voce squillante di sua cugina.

"Ciao, Penny, sono Marnie!".

"Tesoro, ciao! Sali!".

"Veramente non funziona l'ascensore e mi chiedevo se potessi darmi una mano con i bagagli...".

"Oh, sì, giusto! Aspetta un attimo!".

"Ok...".

Liberandosi dalla giacca blu che indossava, Marnie si aggiustò gli occhiali sul naso, come faceva sempre quando era nervosa.

Lei e Penny non erano mai state amiche, in realtà, visto che si conoscevano poco e abitavano in due Stati differenti.

I suoi genitori avevano lasciato Omaha quando lei aveva dieci anni e avevano preferito farla studiare a New York vista la sua bravura, bravura che l'aveva portata a laurearsi in Ingegneria Fisica e, ora, al dottorato alla Caltech University di Pasadena.

Era così persa nei suoi dubbi e nei suoi pensieri che solo dopo qualche istante percepì la presenza di due uomini e di Penny di fronte a lei.

Sobbalzò, riscuotendosi dalle sue fantasie, e sorrise in direzione di quest'ultima.

Fu uno shock vederla con i capelli che esibivano un taglio radicale, quasi mascolino, e con addosso un completo molto serio e professionale, nero con una semplice camicia bianca.

Sapeva che sua cugina ormai avesse accantonato il sogno di diventare un’attrice e che fosse fidanzata ufficialmente, ma trovarsi davanti alla realtà dei fatti era una cosa totalmente differente.

"Oh, Penny!" esclamò, avvicinandosi.

"Marnie, tesoro, ciao, benvenuta!".

Penny l'abbracciò calorosamente, come se si fossero viste per l’ultima volta due giorni e non dieci anni prima. "Sono sicura che ti troverai benissimo qui!".

"Ma siamo sicuri che questa sia tua cugina?".

Una voce maschile, un po' fredda e precisa,  interruppe i convenevoli tra le due e attirò l'attenzione di Marnie, che si precipitò a guardare il soggetto che aveva pronunciato queste parole.

Era una un uomo che aveva poco più di trent'anni, alto, dalla pelle pallida e con indosso una maglietta di Flash.

"Sono sua cugina, sì" rispose quindi, senza capire.

"E lui è Sheldon, il collega scienziato più pazzo che incontrerai mai" sbottò Penny, guardando male l'uomo.

"Sheldon Cooper, fisico teorico" disse lui, porgendole la mano.

"Marnie Brooks, ingegnere fisico" rispose lei, alquanto stranita da quella presentazione così rigida e formale con tanto di professione specificata.

Vide un lampo di comprensione eccheggiare negli occhi di Sheldon, che guardò Penny con un'occhiata di scherno. "Ora ho compreso tutto! Ecco perchè hai una cugina, una persona che ha parte dei tuoi geni, che è laureata! E' una Wolowitz qualunque, non il genio che vuoi farci credere!" esclamò, ridendo in un modo strano.

"Prego?".

"Ma se sta per prendersi il dottorato, che Wolowitz non ha! Te l'ho detto tre volte!" esclamò Penny, esasasperata.

"Davvero? Scusami, Penny, ma se volessi ascoltare tutto ciò che mi dici e assimilarlo diventerei uno di quei giornalisti di gossip qualunque".

"Io comunque sono Leonard, Penny deve averti parlato di me!" s'intromise l'altro uomo, molto più basso dell'altro e con lo sguardo celato da una montatura di occhiali nera.

"Oh, sì, il suo fidanzato, piacere! Penny mi ha raccontato di te e del vostro fidanzamento, congratulazioni!”.

Sorridente, anzi, gongolante, Leonard annuì. “Grazie! Cioè, sono ancora nella fase in cui ascoltare una cosa del genere mi fa domandare: “Ah, quindi è tutto, vero, non l’ho sognato?!”, poi ricordo che è vero e...”.

“Tesoro, abbiamo tutto il tempo di raccontare questa storia a Marnie, ora aiutiamola con le valige, su” gli ricordò Penny, mentre si apprestava a prendere una delle valige della cugina.

"Allora? Su, su, usate i vostri cervelli per far arrivare questi trolley al quarto piano! Ovviamente non mi rifersco a te, Marnie!" disse nuovamente, incando le altre e scambiando un sorriso con la ragazza, che rispose al gesto timidamente.

 

 

Quella sera, Marnie si ritrovò sommersa da volti di persone nuove, ma che, stranamente, non la fecero sentire a disagio.

Guardare il mondo dietro un paio di occhiali spesso ti fa sentire lontana dalla solita massa di gente popolare, alla moda e cool, ma, con stupore, la ragazza si ritrovò a contatto con gente decisamente nerd, così diversa dalle solite amicizie di Penny.

Oltre a Leonard e Sheldon, si ritrovò a fare la conoscenza di una minuscola e dolce microbiologa, Bernadette, una simpatica e un po' strana neurobiologa, Amy, un astrofisico indiano dall'aria intimidita, Raj, e, per finire, un suo collega ingegnere, fin troppo basso ma apparentemente simpatico, Howard.

- Deve essere il Wolowitz a cui mi ha paragonato Sheldon - pensò Marnie, dopo che il gruppo di amici si fu presentato.

"Penny ci ha detto che sei anche tu un'ingegnere" disse Howard, qualche minuto dopo le presentazioni generali.

Erano tutti seduti attorno ad un tavolino su cui era poggiata la cena, e ormai lo spazio era così ridotto che Penny aveva aggiunto una sedia per farla sederla sedere accanto al divano, vicino a Bernadette,  mentre Raj se ne stava per terra.

"Sì, mi sono laureata due mesi fa alla Columbia e ho fatto domanda alla Caltech per il dottorato, me ne hanno parlato molto bene".

"Come mai hai deciso di proseguire dopo la laurea?".

Marnie scrollò le spalle e si lasciò scappare un sorrisino che trasudava passione e soddisfazione. "Adoro ciò che studio e vorrei saperne di più" spiegò semplicemente.

"Prendi nota, Howard! Marnie, con queste parole hai appena conquistato un punto. Te ne bastano altri quarantanove e potrai definirti membro della mia cerchia di amici" s'intromise Sheldon, che se ne stava seduto su quello che le avevano spiegato essere il suo “Posto”, su cui nessun’altro poteva prendere posto, intento com'era nel condire il suo cibo thai con mille ingredienti richiesti precedentemente da Leonard.

La ragazza lo guardò stralunata, senza capire da dove provenisse tutta quell'altezzosità, e notò che nessuno sembrasse sorpreso da quel comportamento.

"Sheldon, per piacere, Marnie è la cugina di Penny, trattala bene" la difese Amy.

"Oh, ma io la sto trattando benissimo! E' un'estranea che sta nel mio appartamento da quindici minuti e non l'ho ancora cacciata fuori".

"Scusa?" sbottò la nuova arrivata, increudula a causa di cotanta maleducazione.

"Tranquilla, tesoro, ci penso io" mormorò Penny, alzandosi e dirigendosi a passo d'elefante verso il fisico teorico. "Sheldon, osa trattare di nuovo male mia cugina e giuro che chiamo tua madre e gli dico che stai violando uno dei comandamenti!".

"No, mammina no, perchè devi sempre metterla in mezzo?" si lamentò Sheldon, mettendo su il broncio e lasciando perdere il condimento della cena.

"Oh, la metterò in mezzo finchè non la pianterai!".

"Ok, va bene, Penny, solo giocando sporco puoi vincere con me".

"Dite che se lo minaccio mettendo in mezzo la madre si deciderà a fare sesso con me?" bisbigliò Amy, improvvisamente entusiasta.

"No, perchè sa che la madre non ti darebbe ragione visto che non siete sposati" rispose prontamente Bernadette. “Ricorda che anche io provengo da una famiglia super cattolica...”.

Ovviamente, Marnie non riuscì a contenersi e lanciò qualche occhiata indiscreta verso Amy, che ora stava prendendo la sua porzione di cena.

"Sì, anche se non sembra lei è la ragazza di Sheldon. Non hanno un rapporto fisico, però..." iniziò a spiegare Bernadette, sempre a bassa voce.

"... Il che è il colmo visto che lui è un fisico, hahaha" continuò Raj, fiero della sua pseudo-battuta non proprio divertente.

Forse lo comprese, perchè arrossì e si zittì, abbassando il capo.

"Il loro massimo rapporto fisico è rappresentato da qualche bacio, ma solo dopo San Valentino di quest’anno. Mentre sua madre è una fanatica religiosa. Io lo capisco, però, anche mia madre lo è, è ebrea e anche obesa" terminò Howard.

Non sapendo come rispondere, Marnie disse: "E tu stai con Bernadette, giusto?".

"Siamo sposati. Che peccato che l'unico ingegnere qui con cui potresti condividere tante passioni sia già occupato!".

"Oh, ehm... Tranquillo, non sei il mio tipo" sorrise Marnie, per poi smettere di parlare perchè notò che Sheldon si stava avvicinando con la mano destra protesa verso di lei.

"Ti chiedo scusa, Marnie. Benvenuta a casa mia...".

"Nostra!" lo corresse Leonard.

"... Nostra, e benvenuta nella nostra cerchia di amici. Ovviamente, se avrai bisogno di un mentore nei tuoi studi, potrò darti una mano in nome della scienza, e non rifiuterò una tua eventuale richiesta di amicizia su Facebook perchè altrimenti tua cugina inizierebbe a sfoggiare i suoi comportamenti da maschiaccio nei miei confronti che tanto mi turbano".

"Oh, ok, grazie" rispose la ragazza, stringendo la sua mano e decidendo di non ribattere su nulla vista la stranezza del soggetto che aveva di fronte.

 

 

Circa tre ore dopo, stanca per la giornata appena trascorsa, Marnie si appoggiò comodamente sul divano del piccolo soggiorno di Penny che nel giro di pochi minuti si sarebbe dovuto trasformare nel suo divano letto, vista la quantità ridotta di spazio nel piccolo appartamento della cugina.

Le andava bene così, la borsa di studio non le consentiva di poter spendere molti soldi per l'affitto vista la costosissima retta della Caltech, e per non essere da sola in una città nuova avrebbe dormito anche per strada.

"Lasciatelo dire: sono orgogliosa delle tue amicizie! Ok, forse di Sheldon un po' meno ma...".

"Ma eri preoccupata di trovarti in un gruppo di fattoni che avrebbero preso in giro quello che fai" terminò Penny per lei, tuttavia sorridente e prendendo posto al suo fianco.

"Beh, sì" ammise timidamente Marnie.

"Tranquilla, sono tutti delle ottime persone, anche Sheldon lo è, in un modo tutto suo, ovviamente".

"Davvero?!".

"Davvero! Ci ho messo un po' per diventare una sua amica, ma ne è valsa la pena. Si è offerto di prestarmi soldi quando ne avevo bisogno, si preoccupa per Leonard ed è carino a modo suo quando non sa cosa fare con Amy...".

"Ho sentito che non hanno un rapporto fisico".

"Sì... L'apice della loro intimità c'è stata questo S.Valentino grazie ad un bacio, ma si vogliono bene come poche coppie al mondo, fidati, lui deve solo imparare ad avere confidenza con i contatti fisici. Lo so che è da pazzi" aggiunse Penny, alzando gli occhi al cielo.

Marnie rise, scuotendo il capo. "Ehi, parli con una che ha passato gli ultimi quattro anni tra ingegneri strambi e che... Beh, ha avuto solo un ragazzo in vita sua con cui non ha mai combinato nulla, quindi posso capire eccome!".

Ovviamente, la mascella di Penny stava per cadere per terra, proprio come quando aveva sentito dire Sheldon che forse, in futuro, avrebbe avuto una relazione fisica con Amy. "Cosa? Tu sei...".

"Puoi dirlo, non è una parolaccia!".

"Tu... Insomma, sei...".

"Sono vergine, Penny, sì. Ho avuto un solo ragazzo in vita mia, Carter, ci siamo mollati dopo un anno".

"Dopo un anno! E non avete...".

"No. Sai, mi piaceva, avevamo tanto in comune, ma alla fine finivamo sempre per vedere un episodio di "Alphas" o “Babylon 5", giocavamo con la xbox e... Forse è la pura dimostrazione del fatto che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".

"Eh?".

"E' il terzo principio della dinamica, vuol dire che...".

"Oh mio Dio! No, grazie, tesoro, ma l'appartamento in cui si tengono i sermoni di fisica è quello di fronte al nostro".

Marnie sbuffò, non grandendo l'essere stata interrotta. "Lo sai che dici spesso "Oh mio Dio"?".

"Me lo dice spesso anche Sheldon" osservò la bionda, ancora scossa. Poi, ricomponendosi, sorrise e accarezzò il braccio della cugina. "Fidati, Marnie, sei circondata dalle persone giuste, e sono sicura che tu ed Amy diventerete grandi amiche!".

"E perché?".

"Così, così" sviò la conversazione la ragazza, alzandosi. "Ti troverai bene qui, promesso".

Marnie fece un cenno di assenso e sospirò.

"Lo penso anch'io... Grazie per l'ospitalità!".

"E di che... Mi ci voleva una mano con l'affitto, grazie a te, cuginetta. Ora vado a dare la buonanotte a Leonard".

"Ok, io preparo il letto".

 

 

Leonard stava sistemando il soggiorno dopo la cena di benvenuto per Marnie mentre Sheldon sistemava il suo portatile,  evidentemente dopo aver dato la buonanotte ad Amy, quando Penny entrò.

"Allora, che ne dite di mia cugina?" chiese, entusiasta.

"Io mi chiedo ancora se sia sul serio tua cugina" borbottò Sheldon. "Ma tacerò perchè ci tengo al mio faccino del Texas".

"E' carina, cioè, nel senso di graziosa, voglio dire, tu sei più bella, ovviamente, volevo dire è... E' ok!" borbottò confusamente Leonard come suo solito nel momento in cui iniziava i suoi giri di parole che lo portavano a non esprimersi al meglio.

La sua fidanzata ridacchiò e gli gettò le braccia al collo.

"Sei carino anche tu, tesoro".

"E lei come si sente? Che ha detto di noi?".

"Le piacete, temeva di trovarsi in un gruppo simile a quello che avevo al liceo...".

"Allora è sul serio sveglia e intelligente. Un altro punto per Marnie!" esclamò Sheldon.

"Mi ha appena recitato il terzo principio di non so cosa per spiegarmi perchè non ha mai fatto sesso, certo che è intelligente!".

"Oh, bene, allora i punti salgono a quota tre!".

"Perchè sa il terzo principio della dinamica?" chiese Leonard, senza capire.

"No, perchè non ha mai avuto un coito e quindi non sarà una vicina rumorosa come sua cugina!" spiegò Sheldon con aria di ovvietà.

"Sheldon, piantala o i tre punti te li ritroverai in faccia..." disse Penny.

"Parli dei punti di sutura o... Va bene" sospirò teatralmente il fisico teorico, alzando le mani dopo un'occhiataccia della coppietta. "Vado a dormire, buonanotte".

I due aspettarono che Sheldon scomparisse dalla loro vista per poi tornare a guardarsi.

"Accompagnerete voi Marnie domani, no? Lei non guida" chiese la bionda.

"Non guida, non fa sesso... Se Sheldon non avesse Amy, li farei uscire insieme!" ridacchiò Leonard. "Ok, sto zitto. Certo, verrà con noi".

"Bravo il mio scienziato! Ora vado, buonanotte!".

Penny lo baciò ed uscì, trovandosi davanti una Marnie già profondamente addormentata appena entrò nel suo appartamento.

Premurosa, le rimboccò le coperte e spese la luce, senza smettere di sorridere.

Immaginava la sua cuginetta-scienziata alle prese con la vita di tutti i giorni lì, a Pasadena, e sentiva che si sarebbero divertite un mondo insieme.

Certo, se dieci anni prima qualcuno le avesse detto che lei e Marnie si sarebbero trovate in condizione di dover vivere insieme proprio quando lei era in procinto di sposare un fisico sperimentale, si sarebbe persa in una grande risata derisoria, ma ora le cose stavano così e non poteva fare altro che sentirsi felice.

 

 

 

*°*°*°

Ciao a tutti!

Eccomi qui, in questa sezione, dopo qualche mese.

Questa storia risale a tantissimi mesi fa e poltriva nel mio pc fino ad oggi.

Ho apportato qualche modifica, aggiornandola con alcune cose che sono successe fino al sesto episodio dell’ottava ragione.

L’unica cosa differente è che in questa storia non c’è Emily e il negozio di Stuart non ha subito alcun incendio.

Il personaggio di Marnie porterà un po’ di scompiglio nel gruppo di Penny&Co, ma non vi anticipo nulla :D

Nel caso vi sia piaciuto questo primo capitolo, fatemelo sapere, anche perché i primi tre capitoli sono già completi.

Vi lascio un’anticipazione dal prossimo capitolo ^^

 

"Buongiorno, Sheldon" disse lei. "Perchè hai bussato tre volte?" chiese ingenuamente.

"Sono le sette e quarantadue e... Dodici, ora tredici, quattordici secondi e tu mi poni una domanda simile? Sei in ritardo, conserva le domande per dopo, potrai pormele in classe" ribattè Sheldon.

"In classe?!".

  
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