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Autore: ILoveRainbows    31/10/2014    0 recensioni
Le coincidenze non esistono. O sbaglio? E se non ci credete... Se per due giorni di seguito incontraste il vostro idolo non in mezzo alla folla, ma relativamente da solo, non smettereste di crederci pure a voi alle coincidenze?
Dal primo capitolo:
Quasi inchioda dallo spavento e poi accosta la macchina guadagnandosi la rabbia e le grida degli automobilisti.
Si gira verso di me. - Che c'è?! -
- Torno subito. - Senza altre parole scendo dall'auto con un balzo, sotto lo sguardo pesante di mio zio.
Ho visto la Perfezione più tre suoi amici.
Faccio una breve corsa fino ad essere davanti all'entrata di Radio Deejay e pochi passi dietro di loro.
Solo a quel punto realizzo che non ho la più pallida idea di cosa dire. Purtroppo le mie gambe godono di vita propria e prima di riuscire a fermarle mi trovo spiaccicato sulla schiena di una persona molto magra, ma muscolosa, e decisamente alta.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 12

Estate!
Inauguro l'inizio dell'estate buttandomi sul letto e addormentandomi in tre nano secondi alle quattro del pomeriggio.
Al mio risveglio guardo la sveglia. 20.20.
Scatto seduto. - Esprimi un desiderio! - esclamo parlando a me stesso. - Mh... Ce ne sono tanti.. - dico sempre a alta voce ributtandomi sul materasso e fissando il soffitto. Intorno a me c'è un buio quasi totale perché le tapparelle sono abbassate quasi del tutto per favorire il sonno. - Vorrei che Mika fosse qua con me - sospiro passandomi una mano fra i capelli biondo oro e chiudendo gli occhi pensando alle sue labbra dolci sulle mie.
Sento qualcosa muoversi alla mia sinistra e spalanco gli occhi irrigidendomi. Non muovo nessun altro muscolo, per paura di chi possa essere. La figura scura si erge in tutta la sua altezza. Si china verso di me e le sue labbra si poggiano sulle mie per un bacio dolce e senza fretta. Le riconosco subito e mi rilasso. Non ho mai assaggiato labbra simili; dolci, ma decise; che sanno di fresco e buono.
Quando si stacca da me appoggia la sua fronte alla mia e chiude gli occhi sospirando.
Capisco subito che qualcosa non va. Mi sposto a un bordo del letto per lasciargli spazio.
Si sdraia lentamente sul letto e si mette a guardare il soffitto con sguardo vacuo.  Chissà perché è qui. 
Mi sporgo verso di lui nel buio e mi adagio sul suo torace circondandolo con le braccia. Sento il battito del suo cuore, lento, regolare.
Stiamo in silenzio. Aspetto. Aspetto che si senta pronto a dirmi cosa non va o che comunque faccia qualcosa.
Aspetto non so quanto.
- Abiamo un problema - dice infine in un sospiro.
- L'avevo capito. - commento senza tono.
- Andrew. -
Un brivido mi percorre da capo a piedi e Mika mi stringe un po' più a sé.
Dopo qualche secondo continua. - Andrew... - prende un respiro profondo. - Non accetta che ti stai con me. -
Wow, una frase quasi completamente giusta! Purtroppo non è quello a colpirmi, ma il contenuto... In che senso non accetta? Cosa vuole fare?
- Mika, - dico cauto allontanandomi leggermente da lui per guardarlo in faccia. - Cosa intendi? -
- Non vuole. - noto i suoi occhi lucidi - he says che farà de tutto per farte scomparire. -
Pensieri molto oscuri mi passano per la mente e un altro brivido mi attraversa, questa volta ben mascherato a Mika.
- Lui, - prosegue; - lui è cattivo. - Il timore nel suo sguardo è una coltellata.
Se penso che Andrew possa aver fatto del male a Mika, l'uomo che mi fa sentire come non mai, mi sale il nazismo.
- Magari possiamo parlarci... - propongo.
Scuote la testa con forza per poi ripararsi nell'incavo fra il mio collo e la mia testa. Sento qualche lacrima bagnarmi la spalla e lo stringo a me con più forza. Poi lo faccio tirare su per guardarlo negli occhi. - Troveremo una soluzione ok? - 
Annuisce poco convinto.
- Su, andiamo a mangiare qualcosa - dico asciugandogli le lacrime sul viso e aiutandolo ad alzarsi.
Metto la mano sulla maniglia per aprire la porta quando un braccio si poggia sul mio avambraccio per fermarmi. Mi giro e lui pianta il suo sguardo nel mio. - Thank you. -
Gli sorrido amorevolmente e usciamo dalla stanza. Fuori troviamo Luca stranamente da solo spaparanzato davanti a una commedia che mangia un tacos.
Quando ci vede arrivare indica la cucina - Ce ne sono anche per voi. -
- Grazie. - dico prima di andare in cucina trascinando Mika con me.
Prendiamo i tacos, due piatti e ci buttiamo sul divano con Luca.
- Che guardi? - chiedo.
Finisce di masticare. - Ammetto che non lo so. Parla di lui e lei come sempre e lui la picchia e lei cerca un modo per risolvere il problema, ma non vuole chiedere aiuto alla polizia perché non si fida.
Sento Mika accanto a me irrigidirsi e tremare leggermente. Mi prende una mano e la stringe.
Mi giro un attimo verso di lui per poi tornare a guardare Luca che si è accorto del comportamento di Mika. - Possiamo guardare qualcos'altro? -
- Perché? - chiede Luca facendo lo strafottente.
- Semplicemente cambia canale. -
- Vorrei sapere il perché visto che la storia mi stava prendendo. -
Mentre noi litighiamo o meglio, bisticciamo come bambini, non mi accorgo che è iniziata una scena dove il marito sta picchiando la moglie e Mika trema più vistosamente al mio fianco piantandomi le unghie nella mano.
Con uno scatto prendo il telecomando dalle mani di Luca e cambio canale in fretta.
Poi mi giro verso Mika e lo stringo a me sotto lo sguardo a metà fra l'arrabbiato e strafottente di Luca.
Mika è leggermente scosso da singhiozzi, ma cerca di trattenersi.
- Si può sapere che hai?! - urlo a Luca.
- Che avete voi piuttosto! - ribatte.
- Non sono affari tuoi. - sibilo.
Mika, probabilmente non volendo che litighiamo mi fa capire di smettere. Si asciuga in fretta le lacrime e parla con voce ancora tremante. - È colpa mea. Daniele non fa niente. -
Luca lo guarda sospettoso, ma Mika continua. - Io non può dirte nient'altro. Sareste nei problems. -
Luca riassume la solita calma e comprensione. - Mika - inizia - qualcuno ti picchia? -
Scuote la testa con troppa forza e qui capisco che siamo perduti per sempre.
- Chi è? -
- Nobody! - continua a scuotere la testa.
Decido di rimanerne fuori. È una storia fra loro due. Non è giusto che io intervenga.
- Mika, voglio aiutarvi. -
- Non può. - dice lui quasi sull'orlo di un altro pianto.
- Ho protetto Daniele a suo tempo. Voglio proteggere anche te. Non ti meriti che qualcuno ti faccia male. -
Ed ecco il crollo. Affonda il viso fra le mani e riprende a piangere. Non l'ho mai visto così. Dobbiamo assolutamente risolvere questa situazione.
Fra un singhiozzo e l'altro sento che dice - Andrew. - e lo deve sentire anche Luca, che si passa una mano fra i capelli incolti.
- Brutto... - si alza di scatto e va verso un cassetto che so esattamente cosa contiene. - Dove si trova? - chiede voltandoci le spalle mentre armeggia con qualcosa.
Mika si riprende un attimo. - A casa mia. -
Il tono di Luca è freddo. - Hai le chiavi? -
- Luca no! - urlo io, ma questo non si gira e Mika mi guarda confuso mentre tira fuori le chiavi non del tutto convinto.
- Luca no! - ripeto mentre lui si gira verso di noi e va verso di Mika per prendere le chiavi che gli tende.
Mika vede la pistola che Luca sta mettendo via e ha un sussulto.
- Cosa vuole fare? - chiede leggermente spaventato.
- Niente, tranquillo. - afferma con calma glaciale che normalmente non gli si addice.
- Ma tu ha una gun! - esclama ora decisamente terrorizzato.
Luca si ferma un attimo. - Sono stato nei militari qualche anno, reparto speciale. Ho il porto d'armi da allora e si, so benissimo come usare una pistola e qualsiasi altra arma da fuoco. Ma non voglio ferirlo né niente, lo giuro. Solo spaventarlo. Posso assicurarti che poi non tornerà. -
Mika non è ancora convinto, ma Luca non gli lascia il tempo di ribattere es esce di casa.
Stringo Mika con forza sperando che il tempo passi in fretta.
Tic tac
Tic tac
Tic tac
Tic tac
Tic tac
...
Passavano più velocemente le ore di matematica delle medie. Quest'attesa è insopportabile.
Infine sento una chiave venir infilata nel chiavistello e sia io che Mika drizziamo le orecchie di scatto.
Luca entra dalla porta.
Butta un cappellino nero sul mobile all'entrata e poi ci mette sopra anche la pistola.
Ha un labbro spaccato.
- Ho avuto fortuna. - dice soltanto.
Va in bagno, si dà una sciacquata. Si cambia in camera e poi torna in soggiorno. - Cosa. Gli. Hai. Fatto? -
Mi guarda con sguardo greve. - Credi veramente che avrei potuto ucciderlo? - chiede serio.
- No, hai ragione. Scusa. Non è una buona giornata. -
Mi poggia una mano sulla spalla e la stringe con dolcezza.
- A casa non c'era quindi sono sceso e l'ho beccato al parco lì accanto. Sfruttando il buio e il fatto che non ci sono telecamere sono andato a parlargli. Però non voleva ragionare e ho dovuto difendermi. -
Scuoto leggermente la testa sconsolato.
- Tranquillo, non mi ha visto in faccia e per difendermi ho solo tirato un pugno sulla spalla. Comunque non credo che tornerà. -
- Sei sicuro? - chiedo.
Mi sorride come un padre. - Sicuro. -
Sul volto di Mika, che ha ascoltato la conversazione, compare un timido sorriso.
- Grazie Luca. - sussurra.
- Di nulla. -
Gli lancio le braccia al collo e lo stringo a me come un fratello lasciandomi andare alla felicità.
Poco fa sembrava una situazione irrisolvibile, ma Luca mi aveva, ci aveva, salvati. Come sempre. Non so come farei senza di lui.
- Noi andiamo in, di là. - Dice Mika finalmente sorridendo e mostrandomi i suoi tenerissimi dentoni.
Mi prende per mano e intreccia le dita alle mie portandomi in camera.
Di nuovo ci amiamo come la prima volta e continuiamo il nostro viaggio verso il sole. Ci saranno alti e bassi, lo so. Ma per ora ci siamo solo noi due che ci amiamo.

ANGOLO SCRITTRICE: allora, inizio dicendo che mi dispiace per questo ritardo. Non voglio cercare scuse; purtroppo una serie di sfortunati eventi mi ha portato a non poter scrivere né pubblicare. Spero comunque che apprezzerete questo capitolo :) a presto speriamo
  
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