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Autore: softkitty    31/10/2014    2 recensioni
Ecco Ian e Joe di "Una vacanza a Miami" in un nuovo racconto ambientato ad Halloween.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ian e Joe - tutto iniziò a Miami'
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Somerhalloween 2

 

“Joe, cosa fate quest'anno per il tuo compleanno?”.

La donna guardò l'amica come fosse pazza. “Torrey! Stai scherzando, vero?”. Le due erano a casa Somerhalder, mentre i loro affascinanti consorti erano al lavoro.

Sull'enorme tappeto della sala, Adam, Bonnie, Max, Damon e Norah giocavano relativamente tranquilli, mentre poco distanti, nelle rispettive culle, dormivano Gerard Roger ed Ivy Louisiana, i due gemelli di poco più di due mesi.

“Come pensi che potremo organizzare qualcosa? Ivy e Rog sono troppo piccoli per poter partire ed andare a trovare i miei e non voglio neppure che loro vengano qui. La casa è già abbastanza affollata senza bisogno di tutta la tribù! Una volta tanto, vorrei un compleanno tranquillo”.

Torrey sembrò spegnersi. “Quindi non vuoi nemmeno noi?”

“Ma ti pare? Certo che potete venire a cena da noi!”

“Perché invece non venite da noi? Potrei cucinare io, così tu non dovresti diventare matta”

“Non se ne parla! Voglio sopravvivere! E poi se restiamo qui, almeno quando, o meglio, se Ivy e Rog si addormenteranno, potrei metterli a letto senza poi dover rischiare di svegliarli spostandoli”. In quel preciso istante, come richiamati dalla voce materna, i due gemelli, quasi in sincrono, iniziarono a piangere. Joe guardò l'orologio. “Ora della pappa!”.

La donna corse in cucina a preparare i due biberon di latte in polvere e, mentre si scaldavano, tornò dai due neonati per controllare che fossero puliti. Mentre Joe si barcamenava tra pannolini e creme, Torrey era alle prese con il resto della tribù: sentendo i due piccoli piangere, infatti, anche Norah si era aggiunta alle loro grida. “Vieni qui, piccolina della mamma”.

Ma, prima che potesse prenderla in braccio, Adam si era sporto verso la sorellina e aveva iniziato ad accarezzarle la testa, canticchiando la canzone di un cartone animato. Torrey rimase immobile a fissare la scena, mentre Damon si sdraiava accanto a Norah e Bonnie e Max si misero attorno a loro, stringendosi gli uni agli altri.

Joe nel frattempo prese tra le braccia Ivy e iniziò a farle bere il latte dal biberon. “Ti aiuto, do io da mangiare a Gerard”. Torrey era comparsa al suo fianco e la aiutò con il maschietto. “E se prendessimo del cibo al take-away per Halloween?”

“Fidati, ce la posso fare a cucinare”. Le fece l'occhiolino e poi sorrise, diabolica. “Inoltre da domani Ian e Paul sono a casa, quindi potrei sfruttare mio marito ed il tuo per occuparsi dei bambini”

“Ottima idea! Così potrò venire da te ed aiutarti”.

Joe inorridì a quel pensiero. “Oppure potresti dedicarti allo shopping”.

***

“Piccola Joe, sono tornato”. Il bisbiglio di Ian fu quasi inudibile, ma l'uomo non avrebbe alzato la voce, rischiando di essere brutalmente ucciso da sua moglie.

Qualche giorno prima, infatti, Ian era rientrato a casa particolarmente felice per aver terminato le riprese con qualche minuto d'anticipo, così, troppo euforico per rendersene conto, aveva urlato “Sono tornato!” dall'ingresso. Mai due parole gli erano costate tanto care: Bonnie strillò felice e gli corse incontro; Damon, che invece non era ancora molto sicuro nel camminare, era scoppiato a piangere perché Bonnie era partita a razzo, senza aspettarlo. Il pianto di Damon aveva svegliato Ivy, che si era appena addormentata e che scoppiò in lacrime, così Gerard, che era nella culla accanto, si era svegliato di riflesso e si era unito all'allegro coro.

L'occhiata che Joe gli aveva riservato in quel momento era stata più corrosiva della sua amata soda caustica e avrebbe fatto prendere fuoco perfino al Polo Nord.

C'erano volute due ore per riportare la situazione alla calma, visto che i due gemelli non avevano alcuna intenzione di smettere di piangere.

Quella sera, Ian Somerhalder non solo andò in bianco, ma gli toccò pure il triplo turno-pappa: a mezzanotte, alle tre e alle sei. Mai come quella volta, Joe benedisse l'inventore del latte in polvere.

“Parla pure ad alta voce, Ian! Siamo tutti in salotto!”.

La voce di Joe lo riscosse da quel terribile ricordo, così la raggiunse e la trovò seduta per terra circondata dai sui figli. Bonnie era seduta sul divano dietro di lei e le pettinava con attenzione i capelli, Damon era posizionato accanto a lei e studiava con attenzione il suo nuovo giocattolo che imitava i suoi degli animali e Ivy e Gerard erano adagiati sul morbido materassino e sorridevano, incantati dai suoni che faceva il loro fratello maggiore.

“Papà!”. Damon e Bonnie abbandonarono le loro occupazioni, vedendolo entrare. Ian afferrò al volo la figlia che gli stampò un bacio sulla guancia, poi si chinò per sedersi accanto a sua moglie ed essere abbracciato anche da Damon.

Joe sbatté le ciglia un paio di volte. “E io? Non me lo dai un bacino?”.

Ian ghignò e poi si sporse per baciare la sua bellissima moglie. “Ciao, piccola Joe”. La risposta della donna fu sovrastata dalle voci dei due gemelli che, sentendosi trascurati, diedero fiato ai polmoni. “Ed ecco le pesti numero tre e quattro!”. L'uomo raggiunse i due figli e, non senza fatica, li prese in braccio entrambi, stando seduto. “Mi siete mancati anche voi, cuccioli”.

“Papà? Com'è andata oggi? Hai bevuto tanto sangue?”. Bonnie Blue lo fissava con i suoi occhioni azzurri colmi di interesse.

“No, piccola, oggi non ho bevuto niente, ho dovuto fare altre scene. Sono stato quasi sempre con lo zio Paul”

“Allora, se non hai bevuto sangue, avrai fame!”

“Tantissima, cucciolina! Cosa mi avete preparato tu e la mamma?”.

Ma la bimba scosse il capo. “Soppresa!”.

La cena, quella sera come da due mesi a quella parte, fu caratterizzata dalle chiacchiere di Bonnie che, seduta accanto a suo padre, lo aggiornava circa la sua giornata e sui progressi di Damon nel parlare. Il piccolo, dal canto suo, preferiva di gran lunga la minestrina che sua madre gli porgeva, facendo volare il cucchiaino come Dumbo.

L'unico momento di pace per Ian e Joe era quando, finalmente, i bambini si addormentavano. Se tutto andava secondo i piani, avevano quasi tre ore di libertà vigilata.

“Piccola Joe...”. Ian la abbracciò, baciandole il collo.

“Ian, nella doccia. Se mi fai sdraiare ora nel letto, potrei addormentarmi”. I due presero il baby monitor e lo portarono con loro in bagno, posizionandolo all'interno della doccia, nello spazio porta-sapone. “Per fortuna è impermeabile!”.

Ian annuì e la baciò. “Siamo stati previdenti”

“Ian...”. La voce di Joe fu poco più che un sussurro nell'orecchio dell'uomo. Si spogliarono velocemente e si infilarono sotto la doccia. “Aspetta...”. Joe si legò i capelli, per evitare di bagnarli. “Li ho lavati questa mattina”

“Perché?”

“Perché c'era Torrey e ne ho approfittato. Così dopo non devo accendere il phon e rischiare di svegliarli prima del tempo”.

Ian la spinse contro il vetro della doccia e la baciò. “Ho sposato una donna geniale”.

Joe rise e gli fece l'occhiolino. “Questa donna geniale ti consiglia di venire al sodo, se non vuoi essere interrotto sul più bello”.

Si voltò, dandogli le spalle, ma Ian la fece girare nuovamente. “Voglio guardarti”. La sollevò appena e si spinse in lei, facendola gemere. Adorava vederla in versione mamma, amorevole e attenta, adorava vederla in versione casalinga, tutta disordinata e indaffarata, adorava anche vederla in versione pasticcera-dittatrice, quando entrava nella sua pasticceria e nessuno osava fiatare o contraddirla, ma amava più di tutto vederla così: stanca morta per la giornata appena trascorsa, ma con la voglia, il bisogno di stare con lui e di essere amata.

Quando i due si furono asciugati e rivestiti, si misero a letto e poterono parlare senza essere interrotti o sovrastati dalle voci dei loro adorati e chiassosi figli. Ian amava quei momenti perché Joe si sdraiava su di lui, poggiandogli il mento sullo sterno e lo ascoltava con interesse mentre le raccontava della sua giornata e poi le chiedeva della sua.

Guardò l'orologio: 00.01

“Auguri, piccola Joe. Buon compleanno”.

La donna si aprì in un dolce sorriso e si sporse per baciarlo. “Grazie”

“Che vuoi fare oggi?”

“Non sai quanto vorrei passare 24 ore solo con te e Bonnie e Damon e Gerard e Ivy”

“Il tuo desiderio è realtà! I tuoi chiameranno domattina per farti gli auguri, i miei credo anche. Ho scongiurato Paul di portare Torrey e i figli alla festa di Joseph e Emily, così siamo a posto”.

Joe lo stritolò in un abbraccio spacca-costole. “Ti amo!”

***

“Mammaaaa”. Joe fu svegliata dalla voce squillante di Damon che, accanto al letto, la guardava con un sorriso tanto sdentato quanto contagioso. “Aguiiii!”.

“Grazie bricconcello!”. Lo sollevò e lo portò nel letto con lei, mentre lanciava uno sguardo all'orologio: 8.30. Aveva dormito poco più di due ore dall'ultimo pasto dei gemelli. “Dove sono papà e Bonnie?”.

Il bimbo si ricordò di cosa gli aveva detto sua sorella, perciò si mise l'indice sulle labbra. “'Ppresa!”.

“Ecco dov'eri, piccola peste!”. Ian entrò in camera con un vassoio con la colazione, preceduto da Bonnie che raggiunse la madre e le diede un bacio.

“Auguri, mamma!”. Le diede un biglietto, realizzato da lei e Damon, che mostrava tutta la famiglia. “Qui ci siamo tutti. Ivy e Rog però non sono ancora capaci di disegnare, però io e Dam li abbiamo disegnati lo stesso”

“Grazie! È bellissimo”. Abbracciò i due figli e li tempestò di baci.

Fecero colazione tutti e quattro insieme e poi scesero in cucina per mettersi all'opera (non prima, ovviamente di aver sfamato, pulito e cambiato Ivy e Rog) per preparare la torta ed i dolcetti per Halloween.

Mentre Damon si limitava a rubare un po' di cioccolato e marmellata, Bonnie sembrava più interessata a come sua madre lavorava. Inutile dire che Joe sperava con tutto il cuore che la sua primogenita seguisse le sue orme.

La giornata passò tra chiamate di parenti, biberon di latte in polvere e cambi di pannolini. Oltre che a chiacchiere, risate e giochi con i loro figli e baci rubati tra un gioco e l'altro.

Joe si stupiva sempre di quanto meraviglioso fosse suo marito. Vederlo premuroso e attento con i suoi figli la rendeva felice come non mai. Cosa poteva desiderare di più?

La risposta le giunse poco dopo, quando, uscendo dalla doccia che Ian l'aveva praticamente costretta a fare, trovò sul letto un abito nero e un rossetto rosso fuoco.

Scesa da basso, non senza difficoltà, visto che il vestito era stretto all'inverosimile, scoppiò a ridere entusiasta e felice, trovandosi davanti Ian travestito da Gomez Addams, Damon da Pugsley, Bonnie e Ivy da Wednsday e Gerard da Pubert.

“Buon compleanno, Morticia!”.

Joe si avvicinò, baciando prima i suoi figli e poi suo marito. “Meraviglioso!”. Benché fosse pomeriggio, i sei Somerhalder fecero un tour del quartiere per il consueto “Dolcetto o scherzetto”, per far divertire Bonnie e Damon che adoravano quella festa. Inutile dire che i loro costumi furono apprezzati da tutti i vicini di casa.

Una volta tornati a casa, Joe ed Ian svestirono i figli e li infilarono a letto, esausti e felici. Ian si volse verso la moglie con un sorriso diabolico sul viso. “Il mio malefico piano ha funzionato”.

Joe ridacchiò. “Stanca i figli più che puoi?”

“Esattamente! Così ora avrò la festeggiata tutta per me”

“Prima mi devi togliere da questo vestito. Sono imbustata dentro”. Ma per Ian quello non fu affatto un sacrificio. Spogliò sua moglie e la amò con ardore, cercando di dimostrarle tutto ciò che provava.

“Wow...”. Joe riprese fiato. “Vorrei compiere gli anni due volte l'anno”

“Piccola Joe, non esagerare! Potrei non resistere!”. I due si scambiarono qualche bacio, poi Ian parlò di nuovo. “Ho preso una decisione”

“Devo preoccuparmi?”

“Un pochino!”. Prese fiato. “Appena finite le riprese di TVD, mi prenderò una pausa dal lavoro. Voglio godermi la mia famiglia e i miei figli”

“Davvero? Sei sicuro di...?”

“Joe, voglio essere un buon padre, voglio fare il padre e il marito. Non me ne frega un cazzo ora della carriera. Siete più importanti voi”.

Joe lesse sincerità e amore in quegli occhi e non poté non esserne felice. “Ammettilo, in realtà vuoi usare il tuo tempo per trovare la mia scorta di soda caustica”.

Ian si finse sorpreso. “Mi hai beccato! Mi dici dov'è?”

“Assolutamente no”. Inclinò il capo. “Però potresti provare ad usare le tue doti per corrompermi”.

Ian sorrise malizioso e riprese da dove si erano interrotti poco prima.

 

 

Happy Halloween! :-)

Dolcetto o scherzetto? Diciamo che vi ho fatto un dolce scherzetto!

Ecco una oneshot assolutamente non prevista, scritta e pubblicata di getto.

Ian e Joe sono sempre nel mio cuore e spero che siano anche nei vostri!

Buon Halloween a tutti!

Un morso,

softkitty

  
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