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Autore: Pendragon    31/10/2014    3 recensioni
| Brothership Apollo - Artemide | The Titan's Curse | Stelle |
Abbandonata a questi pensieri e a questa tristezza non si rese conto di non essere più sola da un po’, ormai. Infatti, poco più dietro di lei, un ragazzo – perché sì, poteva essere scambiato per un normalissimo ragazzo – la stava osservando in silenzio, desideroso di poter scacciare via quella tristezza.
“Vuoi spendere la tua infinita vita a guardare quella costellazione, sorellina?” la voce di Apollo, che si era stancato di osservare e basta, la fece sussultare e afferrare il suo arco argentato, incoccando una freccia. Non appena vide il volto del fratello, però, abbasso la sua micidiale arma divina e voltò le spalle, senza rispondere.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apollo, Artemide
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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We'll be counting stars
 


Artemide guardava il cielo con i suoi occhi millenari, ammirando tutte le stelle che trapuntavano il cielo scuro. Spostava il suo sguardo da un astro ad un altro con il cuore pesante di tristezza che parve sprofondare quando i suoi occhi color luna incontrarono una costellazione nuova, che brillava decisamente più delle altre. Tante stelle erano vicine e, unite da una linea immaginaria, formavano la figura di una giovane ragazza dall’arco teso: La Cacciatrice, la sua Cacciatrice, la sua luogotenente.
Serrò i pugni combattendo contro le lacrime salate e amare che scalciavano per uscire dai suoi occhi e bagnarle il viso. Si passò una mano sugli occhi, togliendo definitivamente le lacrime che le velavano le iridi, e continuò a guardare il cielo.
<< Zoe… >> sussurrò con voce tremula.
Che ti prende, Artemide?, si rimproverò, sei una dea guerriera, una combattente, e i combattenti non piangono.
Quei pensieri non erano molto utili perchè ogni volta che si ridava un contegno una strana morsa, sconosciuta, mai provata, le serrava il cuore con prepotenza: senso di colpa.
Zoe è accorsa qui per salvarmi, ricordava, se non fossi stata tanto sciocca lei…
Tirò su con il naso.
Abbandonata a questi pensieri e a questa tristezza non si rese conto di non essere più sola da un po’, ormai. Infatti, poco più dietro di lei, un ragazzo – perché sì, poteva essere scambiato per un normalissimo ragazzo – la stava osservando in silenzio, desideroso di poter scacciare via quella tristezza.
<< Vuoi spendere la tua infinita vita a guardare quella costellazione, sorellina? >> la voce di Apollo, che si era stancato di osservare e basta, la fece sussultare e afferrare il suo arco argentato, incoccando una freccia. Non appena vide il volto del fratello, però, abbasso la sua micidiale arma divina e voltò le spalle, senza rispondere.
<< Artemide ma che stai facendo? >> chiese ancora il dio del Sole avvicinandosi alla gemella. Artemide si allontanò, non molto contenta di avere compagnia.
<< Non è affar tuo, Apollo. >> rispose con la voce tagliente come una lama. Cercava di nascondere il viso, in particolare gli occhi lucidi, tra le ciocche color rame, non volendo ammettere le sue debolezze davanti ad un uomo, soprattutto davanti a suo fratello! Conoscendolo le avrebbe dato il tormento!
<< Forse, >> ammise Apollo. << ma sei mia sorella e vorrei capire il perché di tanta depressione. >> in realtà Apollo lo sapeva bene il motivo ma voleva che sua sorella si aprisse un po’, che si sfogasse e, più di tutto, voleva aiutarla ad andare avanti. Non lo avrebbe mai detto ad alta voce, in modo diretto, perciò preferiva nasconderlo dietro domande di cui conosceva già la risposta.
Artemide continuò a fissare la costellazione, non osando posare lo sguardo su suo fratello. Apollo sbuffò e guardò le stelle.
<< È per quella Cacciatrice, non è vero? >> avanzò.
<< Quella Cacciatrice si chiama, >> si morse la lingua. << Si chiamava Zoe Nightshade ed era la migliore. >> maledisse la sua voce tremante che la tradiva, mostrando le sue vere emozioni.
 << Quindi è un sì. >> dedusse Apollo togliendosi gli occhiali da sole che portava anche di notte. << Mi dispiace, sorellina, so quanto ci tenevi a lei ma- >>
<< Ma cosa?! >> scattò la dea. << Apollo è colpa mia! Sono stata una sciocca, per amor dell’Olimpo! Così sciocca da farmi catturare da Atlante e costringere Zoe a spingersi fin qui e a sfidare suo padre. Se non fossi stata imprudente… >> una lacrima le solcò il viso ma venne cancellata in fretta dalla dea della caccia. Riaprì la bocca per parlare ma, non appena emise un suono, Apollo la fermò alzando una mano e prendendo la parola.
<< Lei sapeva quello a cui sarebbe potuta andare incontro e lo ha accettato. Tutte la Cacciatrici accettano il fatto che in uno scontro  potrebbero morire e lo fanno per te, perche ti adorano, perché ti rispettano. Artemide ti sono fedeli fino alla fine. >> disse velocemente Apollo, per evitare di essere interrotto. << E, a proposito di loro, devi tornare dalle Cacciatrici. So che stai male, che eri affezionata a Zoe come a poche persone ma… ma devi andare avanti. Devi far sì che il suo sacrificio per salvarti non sia stato vano, lo sai, vero? >>
Artemide era sinceramente colpita dalle parole del fratello e, anche se a malincuore, distolse lo sguardo dal suo oggetto di continuo interesse per guardare il dio del Sole. Si guardarono negli occhi a lungo, sostenendo l’uno lo sguardo dell’altro, e alla fine Apollo spezzò quella catena di silenzio.
<< Sai, >> iniziò. << potrei dedicare un Haiku alla tua luogotenente. >>
Artemide sbarrò gli occhi. << No! >> esclamò veloce. << No, Apollo, ha già sofferto abbastanza! >>
Il dio sbuffò. << Non apprezzi l’arte. >>
<< Questo perché la tua non è arte. >> provocò Artemide, lasciandosi andare in un piccolo sorriso divertito. << Comunque… >> disse poi piano.
<< Cosa? >>
La dea della caccia si morse il labbro. << Grazie, Apollo. >>
Il fratello le sorrise dolcemente. << Quando vuoi, sorellina. >>
<< Non chiamarmi sorellina! >> inveì la dea con fare infastidito. << Sono io la sorella maggiore! Ho perfino assistito nostra madre mentre ti partoriva! >> puntualizzò.
<< Non voglio sapere i dettagli. >> decise Apollo per poi aggiungere, con fare più dolce, << Dunque, andiamo? >>
<< Sì, >> mormorò Artemide. << andiamo. >>
Prima di andarsene, però, Artemide si voltò verso La Cacciatrice e, con un sorriso malinconico, sussurrò << Splendi sempre con fierezza, mia prode. >>
  
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