Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Raheela Orbeli    31/10/2014    9 recensioni
Storia scritta per Halloween.
E adesso? Tu dov’eri quando James aveva bisogno di te, Sirius? Dov’eri mentre combatteva contro il male, tutto solo? A cosa stavi pensando mentre James moriva?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il nostro giorno.
Dedico questa storia alle mie amiche speciali.
Le mie “Sirius” che ho conosciuto su Efp.
Vi voglio tantissimo bene, siete come sorelle.
Dora, Angela, Bessma, Michaela, Gi, Silvia, Martina, Isha.

 
Halloween.
Il 31 Ottobre era il giorno in cui gli incubi, quelli peggiori che tormentano l’animo sin dalla più tenera età diventano realtà. Poco importa che tutto questo sia per un singolo giorno, una sola notte. I tormenti diventano tangibili, possiamo toccare le nostre paure, che ci avvolgono con la loro oscurità. E ridiventiamo bambini, impauriti dinanzi al mostro sotto il letto, ai troll di montagna animati dalle storie che i genitori erano soliti raccontarci per farci comportare bene ed evitare di essere divorati da suddetti esseri.
Per prevenire che le paure ci opprimono ci mascheriamo, nascondendoci dietro qualcuno diverso da noi. Il giorno di Halloween.
Sirius Black non aveva mai creduto nella festa del periodo autunnale, il male esiste ogni giorno, ogni istante, non si può incanalare in un unico momento e manifestarsi in tutta la sua potenza.
Il giovane Grifondoro, però, adorava farsi beffa delle paure degli altri, era un Malandrino, pronto a dare il meglio, o peggio, dipende dai punti di vista, di sé in queste occasioni. Non accettava alla famosa formula “Dolcetto o scherzetto?” la risposta “Dolcetto.” Andava contro la sua morale. Che cosa farsene di un mero dolcetto quando il sapore degli scherzi era più dolce di quello di una semplice pasta o caramella?
L’aveva sempre pensata così, sin da quando era piccolo, quando nascondeva caccabombe sotto il letto di Regulus, o prendeva Kreacher come ostaggio per usarlo come cavia nei suoi loschi piani machiavellici.
Halloween era per lui uno sfogo contro la sua famiglia. Ne faceva di tutti i colori per poi uscire con l’infelice frase “E’ Halloween.” Come se bastasse come scusa. Come se potesse alleviare il dolore.
Poi aveva conosciuto James, suo fratello. Le cose erano migliorate, non sentiva più il bisogno di sfogarsi in quella maniera, come da piccolo, percependo che qualcosa in lui non andava, non gli importava più di non essere abbastanza Serpe per essere accettato da sua madre.
Era irrilevante.
Halloween aveva assunto un nuovo significato, tutto diverso da quello del passato ma per questo non meno speciale: era il giorno suo e di James, era il giorno in cui potevano essere Malandrini senza inibizioni, almeno si autoconvincevano di questo.
Sirius adesso non aveva più tanti timori, o perlomeno, non quello dei troll. Riusciva a controllare ogni emozione negativa, ma anche lui aveva una paura, la paura, che non poteva domare, irrazionale, che gli attorcigliava le viscere.
Aveva il terrore di perdere James. James era parte di lui, come avrebbe potuto vivere senza un cuore? Un polmone? 
Era possibile, poi?
In questo periodo, prima della loro festa lui percepiva che qualcosa sarebbe andato storto, una strana sensazione oscurava il suo umore, si sentiva come se un Dissennatore fosse sempre al suo fianco, pronto a risucchiare tutta la sua felicità.
Forse era colpa della Guerra, di Voldemort, delle continue perdite che i “buoni” stavano subendo.
Non aveva mai pensato prima che sarebbe potuto morire, o per lo meno, non a questa età. Aveva così tanto da fare, così tante esperienze da provare. Ora non ne era così sicuro. Sarebbe potuto morire domani, magari in battaglia, da eroe ed essere ricordato come chi aveva fatto la differenza. Era una “buona morte”, del resto.
Quando, però, la guerra era solo un avvenimento ottenebrato e confusionario, un dipinto appena abbozzato, immaginava la sua vita accanto a James, loro due, sempre insieme, anche da grandi. Lui, Remus e Peter. Gli eterni scapestrati. Avrebbero corso sempre sotto la luna piena nella foresta, avrebbero fatto continuamente le cose che li rendevano così uniti. Fino alla fine. Eppure il suo cuore era troppo pesante, adesso, per essere solo Felpato. Le cose non erano come aveva pianificato. James era padre, Peter il suo Custode Segreto, non si fidava più del piccolo Pete come prima e Remus diventava più cupo del solito, il che era un evento degno di nota.
Voleva ritornare bambino, a quei giorni di Halloween, quando i suoi unici problemi erano di far arrabbiare i suoi genitori. Aveva bisogno di normalità.
Riflettendoci, però, le sue certezze le aveva, nonostante i mutamenti del tempo: i suoi amici. Ogni volta che le cose non sarebbero andate bene, sarebbe potuto rifugiarsi in casa Potter, dove c’era sempre Lily sorridente e pronta a preparargli un tè mentre il piccolo Harry scorrazzava per casa con la scopa che lui gli aveva regalato, rendendo James sempre più orgoglioso, facendo rispuntare in lui quel ragazzo che giocava sempre con il Boccino, un elemento stabile in quel mondo ormai alieno. Sarebbe potuto andare da Remus, fare due chiacchere con lui, ricordare i vecchi tempi. Avrebbe chiesto consigli a Silente, anche se era strano recarsi nel suo studio come non studente e non essere convocato lì dopo un ennesimo richiamo.
E la sera di quel 31 Ottobre era proprio diretto a casa di James, perché la sensazione di pericolo imminente era più potente che mai, Peter sembrava essersi dissolto e il Dissennatore che si portava dietro pareva avergli catturato l’anima.  Dove era finito? Perché era sparito nel nulla? Gli tornò in mente quando ad Hogwarts usavano ancora il Mantello di James, pronti a nascondersi dopo una malefatta. Percepiva che Peter avesse fatto qualcosa di sbagliato, che avrebbe cambiato la sua vita.
Il quel frangente non avrebbe mai immaginato di perdere James durante il loro giorno speciale.
Una forza ancestrale lo trasportò a casa di James, non capì come riuscì a muoversi a comprendere se si fosse smaterializzato o meno, se avesse usato la sua moto.
Sapeva di dover raggiungere James al più presto, dopo di che tutto sarebbe andato meglio, appena avrebbe visto il suo amico le cose sarebbero andate per il verso giusto, avrebbero affrontato insieme i problemi, la scomparsa di Peter, come solo i Malandrini potevano fare, come solo i fratelli erano capaci. Magari James avrebbe riso per le sue ossessioni, scherzando sul fatto che stava diventando più paranoico di Remus.
Allora anche lui avrebbe scherzato come suo solito, e dato ragione a James, perché era davvero così. Ma fino a quando non avrebbe incontrato gli occhi marroni di Ramoso non sarebbe stato tranquillo.
Lui era l’unico che avrebbe potuto rassicurarlo perché tra di loro usavano un linguaggio particolare sconosciuto agli altri, basato sugli sguardi. Ed era assurdo, perché riuscivano a comunicarsi più cose in questa maniera che con mille parole. James leggeva la sua anima, erano collegati. Era un’estensione di se stesso.
Quando arrivò a casa dei Potter e vide lo scenario che Godric's Hollow gli mostrava, non trovò più parole e non riuscì a formulare pensieri coerenti, erano introvabili come acqua nel più arido deserto. Un dolore sordo, acuto, riempì il suo spirito. Sentiva di andare a pezzi anche lui, come quella casa dove vi erano racchiuse speranze, sogni, progetti.
Era davvero quella la casa di James? Quell’accozzaglia di macerie? James era davvero lì? Tra quei detriti, zolle di cemento, schegge di mobili?
Forse era uno scherzo, perché razionalmente non riusciva a spiegare quella situazione.
Sarebbe apparso ora accanto a lui James, ridendo della sua faccia in quel momento? Lo sperava con tutto il cuore.
Sirius Black non credeva alla festa di Halloween, ma in quel momento iniziò a crederci come non aveva mai fatto in tutti i suoi anni di vita. Perché forse qualche mostro, essere malvagio e ferino, era riuscito a leggere i suoi pensieri e a realizzare il suo peggiore incubo. Perché questa era la cosa di cui aveva paura da mesi, solo che non voleva ammetterlo, perché niente sarebbe potuto succede a James, non finché ci fosse stato lui.
E adesso? Tu dov’eri quando James aveva bisogno di te, Sirius? Dov’eri mentre combatteva contro il male, tutto solo? A cosa stavi pensando mentre James moriva?
Perché era consapevole che in quella casa avrebbe trovato il corpo di James, sepolto tra le macerie, e i suoi occhi, quegli occhi sempre allegri e ridenti lo avrebbero guardato senza riconoscerlo. Non avrebbero più risposto al segnale dei suoi, non sarebbe più nato sulle sue labbra il sorriso tipico da malandrino ogni volta che lo vedeva, quel sorriso che raggiungeva il suo cuore.
Ora cosa ti aspetta lì dentro? Il freddo, l’immobilità, un corpo che era così familiare e così estraneo al tempo stesso. E Lily? Harry? Anche loro erano ormai solo un ricordo vago, privo di forma?
Non poteva entrare. Entrando avrebbe perso tutto, percorrendo il viale, poi l’ingresso sarebbe morto anche lui. Sentiva già la sua anima abbandonarlo, si stava dissolvendo lentamente, come polvere. Come la polvere sul volto di James. Preferiva restare lì. In una situazione di stallo, tra l’essere e il non essere, in dubbio continuo.
Però i suoi piedi si mossero da soli, senza che il suo cervello desse il comando, forse perché aveva ancora speranza di trovare qualcuno vivo, forse James aveva solo bisogno di essere aiutato e avrebbe sentito Harry piangere mentre Lily ferita cercava di confortare il piccolo.
Entrò nella casa e tutto ciò che conosceva alla perfezione, ogni quadro, ogni sopramobile, ogni oggetto era completamente estraneo adesso, trasfigurato dal male che aleggiava sovrano nel luogo dove c’era la sua famiglia.
Poi lo vide, era lì, all’altezza delle scale, immobile, per terra, spezzato.
Non riusciva a crederci, non voleva. Sembrava una bambola di pezza, gettata con poca cura sul pavimento. Quello non era James, non era il suo Ramoso.
Si gettò ai suoi piedi, stringendolo tra le braccia, avvicinando il suo viso bianco che mostrava un’espressione di dolore al cuore, come se in questa maniera potesse trasmettergli la sua forza vitale. Non erano collegati, loro due? Perché adesso non poteva fare questo dono a suo fratello?
Halloween era il loro giorno. Perché ora, improvvisamente, si era ritrovato solo?
Non avevi promesso di non lasciarlo mai? Perché adesso aveva tradito quello che era il loro accordo?
Cerca Lily e Harry. Doveva fare questo, James era morto per loro e lui doveva proteggerli, avrebbe pianto dopo.
Si sarebbe abbandonato al suo dolore e si sarebbe lasciato travolgere da esso, ma prima doveva fare il suo compito. Quello che era necessario fare, poi si sarebbe lasciato morire, anche quello era d’altronde un “buon modo” per morire.
Salì le scale, quelle scale su cui Harry amava compiere imprese spericolate con la sua scopa facendo preoccupare tutti i presenti.
Attraversò il corridoio, dove di solito vedeva Lily correre indaffarata, sempre alle prese con le faccende casalinghe, gli sembrava di sentire la sua voce. Adorava cantare Lily.
Un suono attirò la sua attenzione, era un pianto? Si diresse verso la stanza di Harry, tremante, con il cuore in gola.
Il suo cuore era già distrutto, ma stranamente, si spezzò di nuovo. Ancora. Ancora. Mille stilettate.
Lily era per terra, morta. Come James. Avevano lo stesso colorito, lo stesso sguardo perso nel vuoto, i capelli scarlatti di Lily erano scompigliati e sporchi di polvere. James amava follemente quei capelli, erano uno dei motivi per cui si era innamorato della piccola e scorbutica Evans, glielo aveva ripetuto fino alla nausea. Quando erano piccoli, Lily gli era antipatica, perché distoglieva James dalle cose più importanti, ma con il tempo aveva capito che era una persona speciale, era parte della squadra. E ora, tutto era finito.
 Che cosa era rimasto di James e Lily Potter?
Harry.  
Lo vide, nella culla, che piangeva, magari offeso perché la mamma non gli aveva prestato le giuste attenzioni. Harry era il suo ultimo legame con James e Lily, doveva proteggerlo.
Aveva gli occhi di sua madre.
 
 
Angolo di Raheela.
Sono tornata su Efp, fa strano dirlo. E specialmente sono tornata con una storia sui Malandrini. Stento a crederci, perché io ho problemi a scrivere sui malandrini, ho paura di rovinarli. Spero di aver trasmesso qualcosa con questa storia, perché io ho pianto mentre la scrivevo, ricordando l’importanza che James e Sirius hanno ricoperto nella mia vita.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Raheela Orbeli