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Autore: Angy_Sunny    31/10/2014    3 recensioni
Una piccola fic di Halloween, con protagonista la nostra Gwen.
Se vi va, leggete :)
-Angy
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Halloween.
La notte del terrore.
Quella in cui le tenebre prendono il potere.
La festa preferita di Gwen.
La ragazza era sempre stata attratta dalle cose oscure e macabre e solo in quel periodo dell’anno poteva sentirsi davvero felice, fra le zucche intagliate e le maschere horror.
Uscì di casa, erano le nove di sera.
Dato che il suo stile gotico inquietava già parecchio, non aveva un particolare trucco, solo le labbra dipinte di nero e il sangue finto che le sporcava il volto pallido.
Non aveva intenzione di andare a fare “dolcetto o scherzetto” come i bambini del suo quartiere.
Gwen aveva un meta ben precisa.
Percorse per qualche isolato la strada costeggiata da casette dai giardini decorati per la festa, schivando costantemente gruppetti di piccoli marmocchi con i loro vestiti scuri.
Poi prese un sentiero secondario, che a quell’ora era sempre deserto e angosciante.
La ragazza si ritrovò di fronte al cancello arrugginito del cimitero, che scavalcò senza troppa fatica.
L’aria lì era molto più umida e fra le lapidi rovinate aleggiava una nebbiolina poco fitta.
Gli alberi spogli proiettavano le loro ombre sulle tombe, creando figure che potevano essere scambiate per mani pronte ad agguantare chiunque osasse avvicinarsi.
Ma per Gwen quel luogo era un rifugio sicuro, dove si recava ogni 31 ottobre dell’anno.
Avanzò fino ad un cespuglio di rose che conosceva bene.
Con il freddo dell’inverno che avanzava, pochi di quei fiori erano sopravvissuti, ma la gotica riuscì a trovarne uno, di un rosso particolarmente scuro.
Si mise in punta di piedi e lo staccò, pungendosi volutamente con le sue spine.
Alcune goccioline di sangue macchiarono la rosa, per poi scendere fino al terreno polveroso.
Poi, d’un tratto, al sangue si unirono le lacrime.
La gotica si raggomitolò accanto all’albero in posizione fetale.
Un flashback attraversò la sua mente.

-Dai, vieni a giocare!- urlava una bambina dalle guance rosee.
La sua amica, pallida ed esile, esitò.
-Ma non si può entrare lì…- cercò di obiettare, ma l’altra la interruppe trascinandola per un braccio fino al cancello.
Quel giorno il lucchetto delle catene era stato dimenticato aperto, quindi per le due fu molto facile entrare.
Quelle tombe marmoree sembravano quasi affascinanti sotto la luce del crepuscolo.
Fu in quel momento che Gwen iniziò a vedere con occhi diversi il lato oscuro delle cose.
Curiosava intorno a sé, con gli occhioni color pece che catturavano ogni particolare.
Arrivarono ad un albero particolarmente alto, accanto ad un rovo di rose rosse.
Wendy- questo era il nome della compagna di avventure di Gwen- amava quei fiori.
“Sono belle e sanno di esserlo. Ecco perché hanno le spine, per evitare che qualcuno le faccia diventare scure e appassite”, disse una volta in proposito.
Inoltre la piccola aveva sempre avuto un animo temerario.
Non aveva paura di nulla, era forte come un adulto, anche se aveva appena otto anni.
Fu quell’insieme di fattori che la spinse a salire sull’albero e raccogliere la rosa che si trovava più in alto, quella più bella e viva.
Gwen rimase in silenzio tutto il tempo.
Avrebbe potuto fermarla, dirle che poteva farsi del male, ma in fondo Wendy era troppo testarda per quei discorsi.
I piedi della bambina si muovevano attenti sul ramo, le braccia allargate per non perdere l’equilibrio.
L’altra trattenne il respiro per tutti gli istanti che seguirono, passo dopo passo.
Finché non si udì un suono secco, seguito da un urlo.
Il ramo si era spezzato, mentre Wendy era protesa verso il fiore.
Gwen la vide cadere, come a rallentatore, sospesa nel vuoto.
Poi la sua testa ornata di riccioli color nocciola sbatté violentemente contro una lapide lì vicino.
Rosso, tutto si tinse di rosso, come le rose.
La bimba dai capelli neri era troppo spaventata per muoversi.
Avrebbe potuto correre a chiamare qualcuno o urlare fino ad attirare l’attenzione di un passante.
Invece rimase lì, con gli occhi pieni di terrore e lacrime e la gola secca.
Aveva solo otto anni.
E lei non l’aveva salvata.


Gwen ritornò alla realtà.
Asciugandosi gli occhi con il bordo della manica in pizzo nero, sussurrò qualcosa.
-Wendy, mi dispiace- le lacrime continuavano a scorrerle sulle guance.
Subito dopo però, notando che stringeva ancora fra le dita il fiore raccolto, un sorrisetto le si dipinse sulle labbra.
-Adesso hai la tua stupida rosa. Che ne dici se andiamo a giocare?- ovviamente parlava per scherzo, per cercare di addolcire l’orribile sapore che aveva sul fondo della gola.
Non si aspettava sicuramente di sentire quella voce.
-Dai, vieni a giocare!-
Eppure eccola lì, la piccola Wendy di dieci anni prima, le stava facendo segno di seguirla sulla cima dell’albero.
Gwen si alzò e con sguardo di sfida iniziò ad arrampicarsi sul vecchio tronco.

Dopo tutti quegli anni, i rami erano ancora così deboli.
 




 
 
Angolo Angy
Come vi avevo promesso, ecco la fiction di Halloween.
Sinceramente non so da dove mi sia uscita, so solo che a me mette i brividi.
Il finale è facilmente intuibile, ma ho comunque voluto lasciarlo in sospeso.
Decidere è una vostra scelta, io vi lasciò la libertà di immaginare quello che volete.
Beh, detto questo, spero che vi sia piaciuta e che non ci siano errori.
Se magari vi va, lasciate una piccola recensione c:
Buon Halloween a tutti!
Angy
  
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