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Autore: StormLight94    01/11/2014    6 recensioni
Cosa succederebbe se la relazione tra Sheldon e Amy arrivasse finalmente a una relazione anche fisica? E se lei rimanesse incinta? Come la prenderebbe il giovane fisico?
Dal testo:
" -Sheldon, sei sicuro che noi due..sì insomma...ecco...- Sheldon si avvicinò fino ad arrivarle a un soffio dalle sue labbra. La sua voce era un sussurro.
-Diciamo che potrebbe essere un esperimento. Vediamo cosa succede se la nostra relazione si sposta di un livello.-
"
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13

Capitolo 13

Epilogo

<< Sicura che il posto sia giusto? >>

<< Certo che sono sicura. >>

<< E l'ora? Sicura che sia questo l'orario di ritrovo? Potresti aver letto male oppure aver capito un'ora per un'altra...>>

<< No, non ho sbagliato. L'ora e il posto sono giusti. >>

<< E se invece...>>

<< Senti Sheldon...>> lo interruppe piuttosto bruscamente dopo aver sospirato ed essersi girata nella sua direzione. << Hanno detto alle otto al ristorante cinese sulla 72esima dove una volta c'era il Cheescake Factory e noi siamo proprio qui. >> indicò il cartello su cui c'era scritto il nome della via, ma Sheldon non sembrava affatto convinto.

<< Ma allora perché non vediamo ancora nessuno, Amy? >> chiese guardando fuori dal finestrino della macchina accostata lungo la via con un certo nervosismo. Odiava aspettare e più il tempo trascorreva più diventava impaziente. Cercò di individuare qualche volto familiare tra gli individui che gli passavano accanto o che si avvicinavano dal fondo della strada, ma con il buio era un'impresa alquanto ardua scorgere qualche lineamento familiare.

<< Non sono passati neanche due minuti da quando siamo arrivati. Dagli tempo. >> Amy osservò Sheldon mentre si slacciava la cintura e cercava di sistemarsi in una posizione un po' più comoda sempre mentre teneva lo sguardo puntato davanti a sé.

<< Sta di fatto che qualunque siano le circostanze loro due sono sempre, e dico, sempre in ritardo. E ovviamente sappiamo entrambi chi sia la causa. >> disse stizzito e cercò in Amy uno sguardo o una parola che potesse confermare la sua affermazione. Amy però si limitò ad appoggiare la testa sul pugno chiuso della mano mentre con le dita tamburellava la parte bassa del volante.

<< Mamma, quando scendiamo? >> domandò una voce provenire da una bambina di sei anni seduta sul sedile posteriore ancora avvolta nella cintura e che aveva iniziato a spostare un po' da una parte, un po' dall'altra poiché la infastidiva e cominciava ad avvertirne l'inutilità essendo ormai fermi.

Amy la guardò dallo specchietto retrovisore. << Tra un po' tesoro, dobbiamo aspettare delle persone. >>

Grace corrugò la fronte in un'espressione che ricordava terribilmente uno dei classici sguardi corrucciati di quando qualcosa non andava bene di Sheldon.

<< Ma io ho fame adesso. >> ribatté.

<< Già anche io ho fame adesso. >> si intromise Sheldon che venne accolto con un sorriso dalla figlia e con uno sbuffo annoiato da Amy. Ora aveva due bambini impazienti da sopportare. Non importa se uno aveva più di trent'anni e doveva impersonare l'uomo maturo di casa, lei avrebbe sempre avuto due bambini da sopportare e accudire. Non che la cosa le dispiacesse, eh. Solo che a volte le sarebbe piaciuto che l'uomo adulto si comportasse da adulto e non peggio di sua figlia di sei anni.

<< Lo so, ma non posso farci niente...>> tagliò corto Amy guardando fuori e sperando che arrivassero il più in fretta possibile.

<< Non mangiamo mai così tardi...>> riprese Grace senza arrendersi. << Perché non possiamo andare noi intanto? >>

Sheldon annuì pienamente accondiscendente per la proposta di Grace. << È vero non mangiamo mai così tardi, Amy. Ritengo che potremmo accingerci ad entrare per scegliere così i posti e iniziare a sfogliare il menù intanto che li aspettiamo...>> l'espressione tranquilla di chi stava sostenendo un'idea eccellente si tramutò presto in un'espressione di timore quando vide Amy lanciargli un'occhiata minacciosa. <<...oppure potremmo restarcene qui ad aspettare per chissà quanto ancora...>> mormorò leggermente impaurito per come l'aveva appena guardato e per preservare la sua incolumità optò per tornare a guardare fuori dal finestrino e di tenere la bocca chiusa. Era un periodo che Amy aveva l'umore che altalenava dall'euforico, al depresso, all'infervorata nel giro di pochissimo tempo per cui non voleva assolutamente peggiorare le cose. Ah, le donne, come sono difficili da capire e da sopportare. Suo padre aveva ragione quando glielo ripeteva continuamente e ora che aveva non una ma bensì due femmine si accorse di quanto fosse tutto assolutamente vero.

<< Allora...possiamo andare io e papà? >> chiese dopo qualche secondo di silenzio. Amy vide il suo sguardo speranzoso riflettersi sullo specchietto e si trattenne dal sorridere. Doveva sembrare seria.

<< No, andremo tutti insieme. Non appena arriveranno anche gli altri. >> disse prima di dare il tempo a Sheldon di intervenire ancora.

La vide sospirare e cominciare a guardarsi attorno annoiata fino a soffermarsi sulla vetrina illuminata da cui poteva vedere un vasta,  colorata e zuccherosa serie di dolciumi di ogni tipo. Immediatamente gli occhi si illuminarono di fronte a tutto quel paradiso. Alzò un braccio per indicare il negozio.

<< Dopo voglio entrarci! E voglio le caramelle grandi piene di zucchero e le palline di cioccolato e anche gli orsetti gommosi! >> gridò studiando attentamente tutto quello che riusciva a vedere all'interno, allungandosi quel tanto che la cintura allacciata le permetteva fino a schiacciare il naso contro il finestrino.

Amy si stropicciò gli occhi chiedendosi come avesse fatto a non accorgersi del negozio di caramelle in parte. Ora sarebbe stato impossibile andarsene senza comprarle qualcosa.

<< Le caramelle con la liquirizia sono le migliori, però. >> disse il fisico dopo aver sentito il lungo elenco di dolci detto da Grace. << Sapevate che la liquirizia, o glycyrrhiza glabra, è usata in Asia da cinquemila anni come rimedio per tosse, intossicazione alimentare e disturbi al fegato? >>     

 << Quindi dopo ci andiamo? >> domandò la bambina allungando il busto verso i genitori e aspettando trepidante una risposta affermativa.

<< Certo che andiamo...>>

<< No che non andiamo...>>

Amy e Sheldon risposero all'unisono e si girarono di scatto per guardarsi studiando per qualche secondo l'uno la risposta dell'altra.

<< M-ma come? Non andiamo? >> mormorò il fisico deluso. Come poteva Amy dire di no? Come poteva non acconsentire dopo quella meraviglia di negozio che avevano a soltanto pochi metri di distanza e dove quelle caramelle non facevano altro che invitarli a entrare per comprarle?

Lo sguardo di Amy guizzò prima su Sheldon poi su Grace e poi di nuovo su Sheldon. Entrambi la fissavano intensamente con i loro occhi azzurri e stavano letteralmente pendendo dalle sue labbra.

Alla fine la neurobiologa sorrise e tornò ad appoggiarsi al sedile. Tanto non sarebbe riuscita a dire di no a entrambi.

<< D'accordo dopo ci passiamo. >>

Padre e figlia si scambiarono un sorrisetto compiaciuto. Erano riusciti ad ottenere quello che volevano.

Improvvisamente riconobbero delle figure familiari ferme sul marciapiede a qualche metro di distanza. Dovevano essere arrivati da un po', ma presi dalla discussione sulle caramelle non ci avevano fatto caso.

<< Sono Howard e Bernadette. >> disse Amy aprendo la portiera e la stessa cosa fece Sheldon. Intanto che Amy tirava giù la figlia lui si avvicinò alla coppia di amici.

<< Non sono ancora arrivati? >> domandò visibilmente impaziente e ansioso guardando entrambi i coniugi.

<< Ciao Sheldon, sì stiamo bene grazie. >> disse Howard sarcastico per l'omissione volontaria da parte del fisico dei convenevoli. In quel momento Sheldon li trovava del tutto irrilevanti e superflui. Si erano incontrati quella mattina stessa in università e aveva appurato che tutto era nella norma, cosa poteva mai cambiare nel lasso di quelle poche ore in cui non si erano visti?

Bernadette abbozzò un mezzo sorriso. << No, non ancora, ma prima li ho sentiti al telefono e hanno detto che saranno qui a momenti. >>

Sheldon annuì e venne raggiunto da Amy che si affiancò a lui. Una folata di aria gelida costrinse Amy ad allacciarsi il cappotto e a sistemare meglio la sciarpa di Grace in modo che non prendesse freddo. Era un po' delicata e bastava poco perché si ammalasse. Le mise anche il cappello anche se sapeva che Grace non li sopportava. È normale che i bambini a quell'età si ammalino spesso, ma Sheldon diventava estremamente paranoico e apprensivo quando sua figlia prendeva anche la semplice influenza. Quindi meno la esponeva al freddo, meno possibilità aveva di ammalarsi e si risparmiava anche uno Sheldon maniaco dell'igiene e preoccupato che potesse aver preso una malattia incurabile e contagiosa.

Poco dopo furono raggiunti da Raj e da Emily, la sua nuova ragazza. Dopo due anni dalla partenza di Leonard, Raj conobbe questa ragazza dai lunghi capelli rossi su un sito di incontri e si erano piaciuti subito. Ora stavano insieme da quasi due anni e ancora faticavano a credere che finalmente anche lui avesse trovato una relazione stabile. Salutò piuttosto velocemente gli amici con un semplice cenno della mano mentre ne riservò uno decisamente più caloroso e di una durata maggiore per Grace. Lei si staccò dalla presa della madre e si avvicinò velocemente all'astrofisico. Raj La prese in braccio e lei iniziò subito a raccontargli del negozio di caramelle che aveva visto.  Non che Howard e Bernadette le stessero antipatici, ma con Raj era diverso. La faceva sempre ridere e giocare e le aveva regalato un sacco di giochi. Sì, Raj era senza dubbio il suo "zio" preferito. Il tutto si svolse sotto lo sguardo vigile e attento di Sheldon. Non che gli importasse davvero qualcosa, ma sotto sotto era geloso quando gli altri interagivano con Grace. Anche se erano i suoi amici.

Dopo un po' la rimise per terra e tirandosi su con la schiena diede un'occhiata rapida ai lati della strada.

<< Leonard e Penny non sono ancora arrivati? >>

Scossero la testa e, dopo aver guardato l'ora e constatando che la temperatura stava precipitando velocemente, concordarono che avrebbero atteso altri dieci minuti al massimo e poi li avrebbero aspettati dentro.

Sei minuti dopo videro sul fondo della strada una ragazza bionda che sbracciava nella loro direzione accanto a un ragazzo bassino e con gli occhiali dalla spessa montatura nera.

<< Sono loro...Ehi, siamo qui! >> gridò Raj alzando entrambe le braccia per farsi vedere. Anche gli altri si girarono nella loro direzione osservando le due figure avvicinarsi sempre di più.

<< Scusate se ci abbiamo messo tanto, ma l'aereo ha ritardato. >> disse Leonard mentre faceva guizzare lo sguardo da un amico all'altro.

 Raj li abbracciò entrambi nello stesso modo energico di quando li aveva salutati all'aeroporto anni prima.  << Ragazzi è così bello rivedervi finalmente! Sono passati quattro anni, ma non siete cambiati di una virgola! >>

<< Anche voi sembrate sempre gli stessi. >> esclamò Penny dopo essersi divincolata dall'abbraccio. Era davvero bello essere ritornati di nuovo in quella città, rivedere i vecchi amici. Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi.

Sheldon nel rivedere il suo migliore amico a distanza di tutto quel tempo sentì un acuto senso di felicità e immediata tranquillità, come se l'arrivo dell'amico avesse rimesso tutto in equilibrio.

<< Ciao Sheldon. >> disse Leonard sorridendo rivolto all'amico. << Ti sono mancato? >>

Il fisico non riuscì a trattenersi e lo abbracciò. Se gli era mancato? Diamine se gli era mancato. Era rimasto quattro anni senza una delle persone più importanti della sua vita e non era stato facile, proprio per niente.

Leonard rimase un po' sorpreso, ma lasciò che l'amico continuasse a stringerlo nell'abbraccio un po' goffo e particolare come ogni volta che Sheldon abbracciava qualcuno. Questo era diverso però. Era un abbraccio lungo e affettuoso. Un abbraccio che sapeva terribilmente di casa.

Dopo che si furono staccati Sheldon posò la sua attenzione anche sulla bionda accanto all'amico.                 << Dimentico che ci sei anche tu e che, come le convenzioni sociali prevedono, se saluto Leonard devo salutare anche te quindi ciao Penny. >> l'espressione seria fu subito sostituita da una smorfia quando Penny si tolse il berretto. << Vedo che hai tagliato i capelli corti. >> affermò con sufficienza.

Penny si passò una mano nei capelli per rimetterli un po' a posto. << Sì, ti piacciono? >>

<< No, per niente. È un taglio terribile. Sicura che il parrucchiere non fosse ubriaco quando era in procinto di tagliarti i capelli? >> disse il fisico senza tanti giri di parole.

Penny sospirò. << Beh, grazie per i complimenti. Mi sei mancato anche tu sai? >>

Sheldon la guardò allarmato. << Non vorrai mica abbracciarmi, vero? >>

Penny rise e prese per mano Leonard. << No Sheldon non ti abbraccio. Hai già abbracciato Leonard quindi per i prossimi quattro anni credo che sei a posto. >>

Leonard vide Grace nascosta dietro Sheldon e che con la testa sbucava timidamente da dietro la sua gamba.

<< Accidenti se è cresciuta...>> disse piegandosi sulle gambe per raggiungere la sua altezza. << Ehi, ciao, come va? >>

Grace si nascose ancora di più. Non aveva mai visto quel tizio e con gli estranei era molto timida.

<< Non si ricorda di me...beh è normale, non aveva neanche due anni quando siamo partiti...>>

Sheldon passò istintivamente una mano sulla testa della figlia. Provò a spingerla delicatamente verso Leonard, ma lei rimaneva ancorata ai pantaloni del padre.

Intanto Penny dopo aver salutato Howard, Bernadette e Raj e aver fatto conoscenza con la sua nuova ragazza -che le è stata subito antipatica tra l'altro- fu la volta di Amy.

<< Sono così contenta di rivederti, tesoro. >> disse Penny mentre la abbracciava.

<< Anche tu mi sei mancata tanto. >>

Il sorriso di Penny da sopra la spalla di Amy lasciò lentamente spazio a un'espressione perplessa quando si accorse che qualcosa non andava. Allontanò il viso dalla sua spalla per guardare prima il suo ventre, poi i suoi occhi poi il suo ventre ancora.

<< Oh mio Dio...>> spalancò la bocca per  la sorpresa quando realizzò che quello non era l'effetto di un cappotto troppo largo. << Ma...ma tu...oddio, ma tu sei incinta! >>

Amy mostrò un largo sorriso e annuì.

<< Quanto? >> continuò sconcertata l'amica. No, non ci poteva credere. La prima volta era stato buffo e insolito, la seconda volta è semplicemente traumatico.

<< Sono appena entrata nell'ottavo mese. >> disse senza smettere di sorridere.

Leonard appena sentì le parole della neurobiologa si girò di scatto verso Sheldon e cominciò a balbettare parole sconnesse e prive di logiche a causa dello shock. No, lo stavano prendendo in giro. Doveva essere uno scherzo, doveva,  ma le forme di Amy lasciavano presagire tutto tranne che fosse uno scherzo. Non poteva credere che Sheldon, proprio quel Sheldon con cui aveva vissuto per un sacco di tempo e che era sempre stato molto riluttante ad avere una famiglia sua stesse per avere un secondo figlio.

Lo vide abbassare lo sguardo come se fosse in imbarazzo -o forse lo era davvero- e, se possibile, il suo sorriso si fece ancora più grande. Ma quante cose erano cambiate in quattro anni?

<< A quanto pare sono loro due che ci danno dentro, qui. >> si intromise Howard sbucando da dietro il fisico teorico che per tutta risposta gli lanciò un'occhiataccia.

<< Ero convinto che avreste finito con questa storia del "darci dentro". >> sbottò guardandolo malissimo.

<< Suvvia, stiamo scherzando! E poi se è la verità cosa posso farci? >> continuò Howard con un velo di malizia nel sorriso e nello sguardo.

 Sheldon si limitò a sospirare e a scuotere la testa in segno di resa. Certo la seconda gravidanza era stato uno shock per tutti, lui per primo. Chi cavolo se lo andava a immaginare che sarebbe potuto accadere di nuovo? Quando Amy glielo aveva detto a cena c'era mancato poco che si strozzasse con la pasta. Ancora con i polmoni in fiamme e il respiro affannato per essersi liberato dal maccherone assassino aveva gridato un "Cosa?!" che probabilmente era stato sentito da tutto il vicinato. Per i primi mesi fu come essere in una sorta di limbo in cui la sua mente si autoconvinceva che andava tutto bene, che niente era cambiato. Tutta la sua illusione svanì quando con il passare del tempo vide la pancia di Amy crescere sempre di più. Poi ci fu la prima ecografia e lì capì davvero che sarebbe diventato padre per la seconda volta.

<< Beh, entriamo? >> chiese Penny dopo essersi ripresa dalla notizia sconvolgente. Era rimasta imbambolata per tutto il tempo mentre Amy le raccontava di come si sentisse, di quanto fosse felice e di come non vedesse l'ora di avere un altro figlio.

Si sistemarono attorno a un tavolo e immediatamente avvertirono l'aria di familiarità diffondersi tra di loro. La stessa che si respirava fino al momento in cui per la prima volta si riunirono senza Leonard e Penny. Avvertivano sempre un senso di vuoto ogni volta che si ritrovavano insieme. Mancavano a tutti i commenti semplici e talvolta superficiali di Penny, i suoi battibecchi con Sheldon, la felicità negli occhi di entrambi quando si guardavano. E proprio quando avevano iniziato ad abituarsi arrivò la chiamata in cui annunciarono che sarebbero tornati a Pasadena per Natale. Lo seppero ben tre mesi prima e per tutto il tempo furono piuttosto ansiosi all'idea di rivederli dopo tanto tempo.

<< Quindi...ripartirete a breve? >> domandò Howard prendendo uno dei menù. Anche gli altri si voltarono verso Leonard e Penny aspettando una loro risposta.

Il volto di Sheldon si fece cupo. Non aveva pensato che la loro permanenze a Pasadena fosse solamente temporanea. Aveva dimenticato per un secondo che loro vivevano a Londra adesso, avevano là i loro amici, il loro lavoro. Gli era sembrato tutto così normale che non aveva assolutamente preso in considerazione il momento in cui avrebbe dovuto salutarli di nuovo, dire loro addio un'altra volta. Un'altra, dolorosa, volta.

<< No, abbiamo deciso di rimanere. La serie tv è finita quindi abbiamo pensato che fosse ormai l'ora di tornare a casa. Londra non ha più nulla da offrirci ormai. >> disse Leonard lasciando tutti di stucco.

<< Davvero? >> Sheldon era incredulo. Leonard, il suo migliore amico, sarebbe rimasto lì, a Pasadena, insieme a lui per...sempre.

Penny annuì. << Sì tesoro. Dovrò sopportarti per un sacco di tempo d'ora in avanti. Sai, quasi quasi non mi dispiaceva restarti lontano per centinaia di chilometri. >>  

<< Facciamo un brindisi! >> esclamò Raj alzandosi in piedi e prendendo il suo bicchiere di vino bianco. Scrutò  a uno a uno i volti dei presenti, poi si schiarì la voce e iniziò. << Vorrei fare un brindisi a Leonard e Penny che, nonostante le difficoltà, le incomprensioni e le differenze, sono ancora insieme e vivono la loro vita nel modo più pieno e felice che ci sia...>> disse alzando il bicchiere verso di loro ed entrambi ridacchiarono pensando a quanto effettivamente fosse stato lungo e tedioso il cammino verso il momento in cui finalmente capirono che non c'era altra persona con cui volessero passare il resto della loro vita.

<< A Sheldon e Amy che stanno per diventare di nuovo genitori e, accidenti, non pensavo che l'avrei rivisto di nuovo...>> questa volta si rivolse a loro due che si scambiarono una rapida occhiata e un mezzo sorriso. A Amy venne in mente quando chiese a Sheldon di conoscere sua madre e il fisico, preoccupatissimo, le chiese se per caso fosse innamorata perdutamente di lui. Lei rispose che no, non lo era e non lo sarebbe mai stata. Era solo un pretesto per far smettere sua madre di assillarla con tutta 'sta storia del fidanzato. Quanto si era sbagliata. Solo a distanza di anni capì che fu proprio quello il momento in cui iniziò ad amarlo. 

<< Ad Howard e Bernadette che sono una delle coppie più belle che conosca...sul serio amico, come hai fatto a conquistare Bernadette rimane ancora un mistero per tutti...>> disse guardando la coppia sposata da più tempo. Abbassarono entrambi lo sguardo imbarazzati e sotto il tavolo si presero per mano. Forse loro due erano proprio destinati a restare insieme. Più passava il tempo e più Howard si rendeva conto di quanto fosse fortunato ad averla incontrata. Aveva commesso un sacco di sciocchezze e idiozie, ma lei era sempre stata pronta perdonarlo e a passarci sopra, persino quella volta in cui aveva fatto sesso virtuale con un troll nel videogioco di ruolo World of Warcraft. Quanto era stato stupido quella volta. Stava per perdere la persona più importante della sua vita per colpa di un videogioco.

<< E infine a Emily, la ragazza più bella e intelligente che potessi incontrare...>> Emily si commosse e fu intenerita nello stesso modo in cui lui, quasi due anni fa, si era scusato per essersi comportato male la prima volta che erano usciti insieme. L'aveva trovato goffo e impacciato, ma era proprio questo suo lato timido e riservato a renderlo così attraente per lei.

<< E alla nostra amicizia che ci lega da molto, molto tempo. >> aggiunse Leonard e vide subito gli occhi di tutti puntatati addosso.

Raj annuì. << Giusto. Quindi...cin cin! >>

<< Cin cin! >> dissero tutti all'unisono e un tintinnio di bicchieri che si toccavano tra di loro si diffuse per la sala del ristorante sotto lo sguardo divertito degli altri clienti. Solo quando tutti appoggiarono i propri bicchieri Sheldon si accorse di essersi dimenticato di una cosa fondamentale.

<< Ehi, non vi ancora detto da dove deriva il brindisi! >>

 

***

 

Amy aprì stancamente la porta di casa. La serata si era protratta a lungo ed erano rimasti al ristorante praticamente fino alla chiusura, quando ormai non c'era più nessuno e i camerieri cominciavano a dare segni di impazienza a motivo dell'ora tarda. Ma a loro tutto questo non importava. Avevano un sacco di cose da raccontarsi, cose che Facebook, Twitter o qualsiasi altro social network non erano stati in grado di fare. Perché un conto è una foto postata su Facebook, un conto è sentire la storia della suddetta foto raccontata direttamente dai protagonisti stessi.

Se non fosse stato per il proprietario che li invitò gentilmente a uscire, sarebbero rimasti attorno a quel tavolo per chissà quanto tempo ancora.

Sheldon entrò immediatamente dopo con in braccio Grace che dormiva profondamente. Aveva passato le ultime due ore a sbadigliare e a ciondolare con la testa da una parte all'altra, implorando con lo sguardo i genitori affinché si tornasse a casa il prima possibile. Provò a resistere fino a casa, ma crollò sul sedile posteriore non appena Amy accese la macchina. Quindi toccava a Sheldon portarla in braccio su per le scale. Provò a svegliarla prima perché, insomma, si trattava pur sempre di una rampa di scale, ma Grace dormiva così profondamente che non ci fu verso di farla muovere. Perciò dopo aver sospirato esausto la tirò su e lasciò che le sue braccia si strinsero attorno alla nuca e che il viso si nascondesse nell'incavo del collo. Poteva sentire il respiro lento e regolare solleticargli la pelle.

La mise nel letto cercando di staccare nel modo più delicato possibile quelle braccia che si erano ancorate attorno al collo. Grace lasciò andare un lungo sospiro ancora mezza addormentata e mugugnò qualcosa che il fisico non capì. Una volta raggiunto il letto si girò dall'altra parte riprendendo a respirare più regolarmente.

Sheldon tornò in salotto dove Amy si stava ancora togliendo il cappotto. Lo appoggiò su una sedia.

<< Quando Raj beve comincia a raccontare sempre un sacco di stupidaggini, oltre che a cose piuttosto imbarazzanti...>> disse Amy ricordandosi dei resoconti fatti dall'amico indiano sugli ultimi anni, concentrandosi in particolar modo sui due anni prima di conoscere Emily in cui aveva fatto e detto cose piuttosto umilianti con altre ragazze. Penny stava ridendo così tanto da avere le lacrime e riuscì solo a dire che non pensava che sarebbe riuscito ad essere addirittura peggiore di Wolowitz.

<< Già. Credo che quel problema con l'alcool se lo porterà dietro per sempre. >> constatò Sheldon mentre si toglieva la giacca e l'appoggiava nello stesso punto in cui c'era il cappotto di Amy.

<< Anche se devo ammettere che il brindisi non mi è dispiaciuto...>>continuò la neurobiologa.

Sheldon annuì semplicemente. Infondo non gli era dispiaciuto nemmeno a lui. Molto, molto infondo. << Ma non mi avete nemmeno fatto dire da dove deriva. >> aggiunse imbronciandosi. Era in procinto di dare la sua geniale quanto approfondita spiegazione su una delle ricorrenze più classiche quando Leonard con uno sbuffo gli aveva detto che già lo sapevano, che era la milionesima volta lo spiegava e che non c'era bisogno che lo facesse ogni singola volta in cui si apprestavano a brindare.

<< Beh, se vuoi puoi dirlo a me...>> mormorò Amy avvicinandosi e appoggiando una mano sul suo petto.

<< D'accordo. >> Sheldon con un passo accorciò ancora di più la distanza, arrivando a pochi centimetri dalle sue labbra. << Il brindisi deriva dall' antico rito religioso di bere in onore di dèi e defunti. Significa "io porto a te" inteso come saluto e augurio. >>

<< Oh, ma davvero? >> Amy fece scivolare il braccio dietro la sua nuca seguito anche dall'altro mentre si fingeva interessata e colpita dalla sua spiegazione.

<< Sì. È entusiasmante vero? Senza contare poi il brindisi poetico diffusosi nel Seicento e al doppio significato che "cin cin" assume in giapponese. >>

I loro corpi premevano uno contro l'altro ed erano così vicini da poter sentire i loro respiri mischiarsi.

<< Credo sia una delle cose più entusiasmanti che abbia mai sentito. >> continuò lei lasciando trasparire una certa nota di malizia nella voce. Quando erano così vicini tutto ciò che lui diceva perdeva totalmente di interesse troppo concentrata com'era a studiare i lineamenti del viso, quelle labbra da cui non riusciva a tenersi lontana e quegli occhi così azzurri da risultare magnetici.

<< Lo sapevo. >> portò una mano sul suo fianco e con la punta del naso le sfiorò leggermente il lobo dell'orecchio. << Ormai credo di conoscerti piuttosto bene, sai? >>

<< Allora presumo che tu sappia cosa sta per succedere...>>

Nemmeno il tempo di rispondere che già aveva la bocca di Amy unita alla sua in uno dei singolari, ma non rari baci che si concedevano quando erano da soli. Con la mano libera il fisico rasentò con un tocco appena accennato il pancione di Amy. Amava farlo, esattamente come con Grace.

<< Penso che tu stia diventando prevedibile, Amy. >> constatò dopo che si lasciarono.

<< Vedo che tutta questa prevedibilità non ti dispiace però. >> sussurrò la neurobiologa mantenendo sempre quella vicinanza da renderla incapace di ragionare con lucidità.

Abbozzò un mezzo sorriso e lasciò che le sue labbra calde si posassero prima sul mento e poi sul collo. Chiuse gli occhi. << Oh no, proprio per niente. >>

Note Autrice

La parte più difficile di una storia -che sia un libro, una fanfiction, una serie tv o quello che volete voi- è senza dubbio il finale. Perché la storia può anche essere una delle cose più belle mai scritte, ma se il finale è deludente è probabile che anche l'opinione sull'intera storia cambi. Cosa voglio dire con questo? Semplice, spero solo che il finale non sia stato deludente, ecco tutto. È un happy ending che più happy non si può quindi penso di aver fatto le cose per bene xD Perché l'idea di un finale non proprio rose e fiori c'è stata, dico sul serio, ma non potevo proprio far succedere qualcosa di brutto -anche perché so che sareste venuti a cercarmi a casa con le torce e i forconi u.u-
Dai, un secondo figlio per gli Shamy ci stava. Insomma se ne ha avuti addirittura tre Beverly, non vedo perché anche il nostro Sheldon non possa averne altri u.u
E niente, mi mancherà questa storia. Mi ci sono affezionata molto anche se in alcuni punti mi ha fatto disperare, però sono davvero contenta di essere riuscita a mettere la parola FINE alla mia prima long. Avevo paura di non riuscirci, ma invece ce l'ho fatta, sono commossa :')
Ringrazio infinitamente chiunque abbia seguito questa fanfic. Chi l'ha recensita, messa tra le preferite/seguite/ricordate e anche chi l'ha letta silenziosamente. Non so come avrei fatto senza i vostri commenti sempre positivi che mi hanno spronato ad andare avanti anche quando non avevo idea di come proseguire.
Grazie ancora a tutti e boh, forse scriverò ancora qualcosa, forse no dipende u.u
D'accordo ho finito per davvero, vi lascio.

Adios.

  
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