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Autore: draconianApathy    02/11/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo:
"-Di cosa dovevi parlarmi fratellone?
-Stanno succedendo varie cose nel nostro paese.
-Ve~ è finita la pasta?
-Non scherzare è una cosa seria!
-Che succede?
-Vogliono diventare indipendenti ... Due regioni."
Ecco a voi un misto di comicità, demenzialità e ... PASTAAAAA!
Fanfiction scritta a quattro mani con Katniss_yaoi ♥
Hasta la pasta!
Ellie01 e Katniss_yaoi
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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  Do pasta, not war!
Di come Campania e Veneto chiesero l'indipendenza.      


Prologo: -Veh~, è finita la pasta? 

 

-Di cosa dovevi parlarmi fratellone?-

-Stanno succedendo varie cose nel nostro paese.

-Ve~ è finita la pasta?

-Non scherzare è una cosa seria!

-Che succede?

-Vogliono diventare indipendenti ... Due regioni.

-Ma ... Davvero? Com’è possibile?

-Non lo so ... Stiamo già rimediando.

-Ve~ che hanno detto i superiori?

-Dobbiamo parlare con i due popoli. Quindi ci vogliono dei rappresentanti e penso di aver trovato le persone giuste!


..

.

..


~CAMPANIA~


Il sole irradiava la città, i suoi raggi penetravano nelle finestre delle case che per il caldo le persone avevano lasciato aperte. La temperatura era abbastanza elevata ma grazie ad un piccolo venticello che faceva gonfiare i panni stesi come vele, l’aria si manteneva abbastanza fresca.

 In un piccolo vicolo c’era una comitiva di ragazzi che si conoscevano da quando erano piccoli, parlavano e ridendo facevano battute come era loro solito fare . Una ragazza lì in mezzo spiccava, aveva i capelli color mogano che le cadevano sulle spalle formando piccoli boccoli ,occhi castani che in estate brillavano di un colore simile al rame e abiti solitamente maschili: pantalone a cavallo basso, una felpa che le copriva tutte le forme, delle converse e un cappellino con la visiera girata all’indietro, la solita ragazza che viene nominata ‘’maschiaccio’’

Ma a Maiori non importava, non c’erano pregiudizi e tutti vivevano in modo sereno e unito perché si conoscevano tutti, poteva essere definito alquanto strano vista da fuori . Per i ragazzi era raro che si incontrassero tutti insieme fuori alla loro scuola, loro preferivano altri luoghi come il bar in piazza o il lido vicino alla scogliera, ma era un caso particolare: c’era in atto una ribellione di tutta la Campania e i professori avevano proposto di organizzare pullman per arrivare là dove si terrà una protesta, a Napoli. Il motivo era più che semplice, tutti si erano stancati di essere discriminati e etichettati solo come ‘’mafiosi’’; erano stufi dei pochi fondi che lo Stato inviava di cui avevano bisogno per aggiustare scuole e ospedali; avevano finalmente detto basta a tutte le cattive parole che la gente rivolgeva loro. Avevano concluso tutto ciò con una voglia di indipendenza che si sarebbe discussa quel giorno. Le scolaresche salirono nei pullman e si intrattenevano durante il viaggio cantando a squarciagola le canzoni napoletane più famose e ripetere i discorsi che avevano preparato insieme ai professori

-Ua ragà dovevate vedere la faccia della prof di Latino quando le abbiamo detto che non ci saremo stati per una settimana per  chiedere l’indipendenza- disse ridendo un ragazzo di nome Alessandro, mentre si aggiustava il ciuffo ribelle biondo, ai suoi compagni.

-Pff~  lei è troppo all’antica! Lei non voleva fare questa protesta perché diceva che è “Inutile”- rispose la ragazza dai capelli castani facendo un imitazione buffa della voce della prof sull’ultima parola.

-Non la offendete! Lei ha conosciuto Napoleone tanto che è vecchia!- urlò un ragazzo in fondo ai sedili facendo ridere tutto il pullman e anche la professoressa di Francese  che li controllava. Non era raro che molte professoresse diventavano molto amiche degli alunni.

-E non sapete le voci che girano su di lei!-urlò lo stesso ragazzo

-Come se non ce lo avessi detto tremila volte!- risposero delle ragazze che erano intende a spettegolare, beccandosi un occhiata da quest’ultimo.

La ragazza della comitiva formata principalmente da maschi, aveva uno scintillio negli occhi, era finalmente contenta che questa sua terra di cui era terribilmente orgogliosa si stesse ribellando.

Passò un ora e finalmente arrivarono nella città dai mille colori, Napoli.

Anche lì il sole splendeva e piccole scaglie della luce che emanava si rispecchiavano nel mare, limpido e calmo. Arrivarono scolaresche, famiglie e persone da tutte le parti della Campania: Caserta, Salerno, Benevento e Avellino e la stessa Napoli.

Li accolsero delle persone che, oltre a dare delle indicazioni per le zone in cui dovevano posizionarsi, perché si dividevano le folle in provincie, offrivano bottiglie d’acqua così non ci sarebbero stati svenimenti per disidratazione, sembrava di essere ad un concerto. Tutti i gruppi di persone arrivarono a ”piazza del Plebiscito”. La piazza  situata vicino al San Carlo, famoso teatro lirico, incombeva nella sua enorme fierezza con l’emiciclo dorico in pietra lavica e marmo lucido e spendente. Un grosso palco di legno, che era situato al centro della piazza, era stato allestito per l’evento.

Uno del comitato della ALC (Associazione Liberazione Campania) che si trovava sul palco attirò l’attenzione con un gesto della mano e tutti i mormori e le urla si zittirono.

-Miei cari fratelli grazie per essere qui in questa bellissima giornata di sole per protestare e ottenere l’indipendenza della NOSTRA TERRA!-urlò un ragazzo di circa 24 anni, con un microfono, alla folla che applaudì subito.

-In passato abbiamo chiesto aiuto allo Stato per vari problemi come la spazzatura, la Terra Dei Fuochi o i fondi per i nostri luoghi pubblici e loro cos’hanno fatto?- chiese urlando

-NIENTE!- gridò di rimando la folla

-Per questo vogliamo diventare indipendenti! Quelli del Nord ci odiano guardandoci dall’alto in basso, ci sfruttano, ci considerano della spazzatura e poi vengono a farsi le vacanze qui va pare giusto?!-  aggiunse un altro ragazzo biondo mettendo un braccio sulla spalla del compagno.

-NO!- gridarono

-Non permetteremo ciò! Come dice la canzone di Pino Daniele

“Napule è tutta nu suonno                                     “Napoli è tutta un sogno

e 'a sape tutto 'o munno                                           e la sa tutto il mondo

ma nun sanno 'a verità”                                   ma non sanno la verità”

Quindi miei cari concittadini mostreremo loro la VERITA’, LA VERITA’ SU NAPOLI E LA CAMPANIA!- esclamò una ragazza bionda con un tailleur bianco affiancandosi agli altri due.

La folla iniziò un coro in crescendo che fece venire i brividi a chiunque lo ascoltasse.

La ragazza della comitiva di Maiori, urlando euforica durante la protesta, si trovava in prima fila perché avrebbe letto in chiusura un bellissimo discorso, lo stesso che ha convinto il comune di Napoli ad accettare la contestazione per ottenere l’indipendenza. Era stato tutto una sua idea, ma poi aveva lasciato ai suoi compagni il compito di capo protesta, non perché non ne era capace ma aveva molta fiducia nei suoi amici ed infatti non l’avevano affatto delusa con il raduno di tutta quella gente che ne aveva vista così tanta solo all’udienza del papa a Roma.

Aveva assistito a tutte le riunioni e proteste che si erano fatte dall’inizio del mese fino ad adesso ma senza farsi riconoscere come “l’inizio di tutto” ma semplicemente la ragazza che voleva il meglio per la sua terra. Stava pensando ciò quando un ragazzo con occhiali da sole neri salì sul palco mani nella tasca e atteggiamento strafottente. Tutta la folla zittì curiosa di ciò che stava accadendo, il ragazzo perlustrò l’enorme platea e si tolse gli occhiali. Romano, Romano Vargas quello era il nome del ragazzo. Tutti lo conoscevano in città per le partite di pallone in spiaggia o era stato visto a varie feste popolari, ma la sua presenza, come confermavano alcune occhiatacce, non era molto gradita. I suoi occhi castano/verdi splendevano, non si capiva se di rabbia o di indecisione; senza chiedere il permesso a nessuno prese il microfono e parlò alla massa.

-Voglio dirvi una sola cosa perché non ho molto tempo ... Capisco le vostre ragioni ma non potete chiedere l’indipendenza così di botto- tagliò corto mentre i fischi echeggiavano sempre più alti.

-Ovviamente non potrai fare niente per fermarci!- esclamò Alessandro giù in prima fila seguito da “Si” decisi di alcuni suoi compagni.

-Si che posso!- si guardò in giro -Tu! In prima fila vicino al ragazzo che ha parlato ... sei  Marika Salerno?

Lei annuì decisa facendosi avanti.

-Devi venire con me al meeting a Milano sarai la rappresentante della Campania  per discutere di tutto ciò perché mi hanno riferito che sei stata tu la base di tutto- parlò Romano, mentre i bisbigli serpeggiavano  tra le persone, per poi concedersi per andare nella macchina lì vicino, aspettando che la ragazza salga con lui.

Marika salutò i suoi amici della banda battendo il cinque con ognuno, disse ad Alessandro, il suo migliore amico che lo avrebbe chiamato. Si avvicinò pochi passi alla macchina poi si girò indietro, la coda di cavallo che si era fatta prima dondolò, guardò la folla e sorrise. Non era affatto sorpresa della visita di Romano, anzi poteva dire che il suo piano stava andando più che bene.


...

..

.

..

...

 

~VENETO~


Il rumore dei passi di tre individui veneti riecheggiavano quella mattina afosa in una delle tante strade di Verona; pur abitando nel basso-veronese i tre ragazzi erano stati incaricati di controllare le varie insurrezioni che ora stavano per infuriare in tutta la regione.

Il cielo plumbeo non prometteva niente di buono, ma la vista dell’Arena mattutina era una cosa mozzafiato, passeggiando per una città solitamente caotica, nel mentre era deserta e non vi era alcun segno di vita: sembrava appunto un luogo appena dopo una guerra e forse, chi lo sa, potrebbe esserlo un giorno.

Una ragazza nel mezzo del trio dava particolarmente all’occhio, camminando poco più avanti degli altri due amici: l’abbigliamento ricordava quasi quello di un marinaio, la maglia era blu elettrico a maniche corte le quali terminavano con una riga bianca, mentre il colletto di essa era di quest’ultimo colore e finiva con un nodo sempre candido, portava anche dei pantaloncini fino al ginocchio –essendo estate- blu e bianchi verso la fine, mentre le scarpe erano del medesimo colore.

Gli occhi erano di un azzurro strano, non intenso, quasi color ghiaccio, ma talvolta sul verde, era quasi indefinibile; i capelli erano di un biondo un poco scuro, molto corti, quasi rasati, a destra e pian piano si allungavano verso sinistra fino al mento, se non per una ciocca che compiva una serie di cerchietti sul lato sinistro.

L’altra ragazza portava un’acconciatura semplice, fino alle spalle e scura come i suoi occhi profondi, come per l’amico che aveva una capigliatura corta sparata in aria e castana, mentre le iridi erano color nocciola.

I due indossavano la medesima divisa a differenza della prima, camicia bianca, cravatta idem, una specie di giacca a maniche corte blu con delle tasche, una cintura semplice, pantaloncini del medesimo colore della giacca, mentre le scarpe erano nere.

<< Guardate amici miei, oggi pomeriggio Piazza Brà sarà piena di ribelli. Non è magnifico? Aw~ >> esordì la ragazza in testa dagli occhi ora di un color glaciale a causa dell’empireo argenteo.

I due sorrisero compiaciuti, immaginando il luogo gremito di gente pronta ad ascoltarli e seguirli nel loro cammino verso la liberazione della propria regione, ci sarebbero riusciti a costo di girare tutto il mondo, pur avendo ancora tredici anni ed essendo minorenni, la cosa migliore per una buona rivolta era coinvolgere i giovani.

I ragazzi continuarono il loro cammino, quella mattina la prima dei tre non era riuscita a cambiarsi in tempo, aveva perfino saltato varie ore di sonno, essendo appena tornata da un’insurrezione a Belluno in macchina verso le 23.00 e arrivata a Verona alle 6.00 del mattino; certo, per arrivare fino a Verona ci si metteva un’ora e mezza dal proprio paese, ma era comunque stremata.

I tre si avviarono verso una specie di villa la quale aveva qualche camera per la vita quotidiana, ma anche degli uffici per svolgere attività importanti, di certo loro ci capivano poco di tutte quelle carte e la maggior parte della politica perciò erano sempre seguiti da un adulto, naturalmente non potevano vivere da soli.

 

Il pomeriggio arrivò in fretta e furia, anche l’ultima del trio aveva indossato la divisa, differenziandosi dai due per la camicia e cravatta pece; piazza Brà era piena di persone pronte a rivoluzionare il mondo, a costo di farsi rappresentare da un gruppetto di ragazzini.

I tre fissarono lo spettacolo dalla finestra del piano più alto della villa, per poi scendere dove vi era un balcone abbastanza basso per farsi vedere bene e sentire dal pubblico che li attendeva con ansia; i tre si fecero forza, si presero le mani e uscirono alzandole con fare vittorioso, la gente esultava allegramente, fischiava e innalzava cartelloni: volevano la libertà una volta per tutte.

<< Fratelli! Le tasse ci stanno sommergendo, l’Italia sta andando in rovina, non possiamo vivere così. Nemmeno i miei compagni qui presenti, Clara e Daniele. Vogliamo la libertà, non è così? >> alzò di poco la voce all’ultima frase e tutti approvarono gridando.

Solo una frase fece ammutolire il pubblico e pure i tre rappresentanti era un “BASTA!” che suonava molto più come un “PASTA!”, difatti una figura minuta si fece spazio tra le persone, brandendo una bandiera bianca formato gigante e lanciando “Veh” ovunque senza senso.

Il trio rimase allibito alla sua entrata ridicola, seguendo il percorso con le proprie iridi; i tre si guardarono incerti sul da farsi, dovevano brandire le armi e attaccare o lasciarlo entrare?

In fondo, man mano che si avvicinava, si poteva notare il ricciolo ribelle sul lato sinistro dei capelli castani e gli occhi stranamente chiusi: come faceva a correre? Eppure, a quanto pareva, lui era il famoso Veneziano Feliciano Vargas, Italia del Nord in persona.

<< Vengo in pace, devo solo parlare. Possiamo mangiare della pasta se volete. >> li informò.

Clara squadrò Italia: era senza armi, aveva solo una ridicola bandiera bianca che segnava la pace e un sorriso sornione da bimbo.

<< Lasciatelo entrare. >> consentì Daniele dopo un’occhiata d’intesa alla bionda.

Quest’ultima rimase pensierosa e rientrò nella villa assieme ai due amici, senza spiccicare parola ai propri ribelli, ancora scossi e confusi per l’ingresso improvviso di Veneziano, per poi avviarsi ad accogliere la loro nazione famosa per essere molto ingenua.

Si riunirono in ufficio, la bionda seduta alla scrivania e dietro in piedi i due compagni; non lo davano a vedere, ma erano di gran lunga confusi e lievemente preoccupati dalla presenza di Feliciano.

Fu proprio quest’ultimo a parlare << Sono a conoscenza della vostra volontà di Indipendenza. Siccome mio fratello Romano crede che io non sia in grado di risolvere questa cosa da solo, c’è bisogno che tu – e indicò la ragazza seduta – venga con me al meeting di Milano. >> le sue parole scivolarono via come un bicchiere d’acqua e lasciarono storditi i tre ragazzi.

Veneziano diede loro il tempo di pensare e si congedò momentaneamente, uscendo dalla stanza.

<< Serenissima … >> Clara e Daniele la guardavano spaesati, gli occhi vuoti ma colmi di tristezza contemporaneamente.

Di lì a poco sarebbero rimasti soli, avrebbero dovuto continuare le rivolte da soli, avrebbero dovuto condurre i princìpi per i quali lottavano assieme senza colei che aveva avuto l’idea e li aveva condotti fino a quel punto.

Serenissima rivolse loro un sorriso rassicurante << Mi fido di voi, ragazzi. >> commentò poi spostando lo sguardo un po’ su Clara, un po’ su Daniele. << Tuttavia, non vi possono essere due galli in un pollaio: Clara, a te il comando! >> il tutto si concluse con un “si!” da parte di quest’ultima e un’imprecazione da parte del ragazzo << Oh andiamo! >>.

Le due risero al broncio di Daniele per poi abbracciarsi da brave migliori amiche quali erano, per poi augurarsi buona fortuna. Quanto si volevano bene non lo sapveano nemmeno loro, la loro amicizia era nata due anni fa e si era rafforzata nel tempo: avevano gli stessi obbiettivi, ovvero ribellarsi ( e qualche volta sclerare sui libri, ma questa è un’altra storia ).

Dopodiché toccò l’abbraccio con l’unico ragazzo del gruppo che sembrava quasi non volesse lasciarla più andare << Non fare idiozie! >> la raccomandò infine con due pacche sulla schiena. << Sì, padre. >> ironizzò lei provocando la risata fragorosa dei presenti.

Si salutarono definitivamente, quindi Serenissima uscì dalla stanza e seguì Italia del Nord in un’uscita sul retro della villa; non parlarono molto durante il tragitto verso l’auto, ma Feliciano aveva sempre un sorriso allegro stampato in faccia e … Occhi chiusi? Di nuovo? Sul serio?

<< Veh~, so che mi conosci ma non voglio sembrare scortese, io sono Feliciano Veneziano. >> detto ciò si volse verso la compagna di percorso agitando le braccia come se stesse cercando di volare.

<< Mi conoscono tutti come Serenissima Veronella, tanto che ho scordato io stessa il mio nome di nascita. >> scosse il capo sinceramente divertita, perché in presenza di quel ragazzo era impossibile ridere per il suo comportamento ingenuo.

Finalmente arrivarono a destinazione, per poi entrare nell’auto tanto bramata e avviarsi verso questo meeting a Milano per conoscere una volta per tutte anche l’altro fratello Vargas.
Si girò verso il finestrino, nascondendo un sorrisetto “E ad attuare il piano con una vecchia amica d’infanzia.”



Angolo delle autrici:
PASTA. Okay devo piantarla, a dir la verità questo è un angolo di una sola autrice per oggi. uwu
ANYWAY, Campania è un OC creato dalla mia cara compare Katniss_yaoi (L'ammore mio aw.)
Mentre Veneto è un OC creato da me :3 Il punto è che quest'idea ci è venuta in mente grazie ai nostri filmini mentali uwu
Quindi in qualche modo volevamo incontrare le nazioni di Hetalia, perciò è nata questa ideuzza qui e i nostri OC ci rappresentano più o meno, dato che io vengo dal Veneto e lei appunto dalla Campania.
Perciò, eccoci qua! c: Vi attendo in numerosi seguaci a questa fanfiction comica e cretina uwu.
 
Katniss_yaoi und
Ellie01 :3

 

  
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