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Autore: jelenniv    02/11/2014    1 recensioni
Poggia i tulipani sul terreno fradicio e poi fa il segno della croce, seppur in Dio non abbia mai creduto più di tanto.
Taemin crede che ognuno sia il Dio di se stesso, e crede che JongHyun la pensi come lui, seppur non glielo possa dire.

[ Jongtae | 2Min? ]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Minho, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flower for a ghost.













 
 
Fa freddo, stamattina, ma Taemin resta lì nonostante sappia che il gelo lo stia penetrando fin dentro le ossa. Ha un mazzo di fiori tra le mani, dei tulipani luminosi, e sorride dinanzi a sé, o meglio dinanzi ad una delle tante tombe di uno dei più grandi cimiteri di Seoul.
E' in piedi e il cielo sembra voler far scoppiare una terribile tempesta da un momento all'altro, ma a Taemin non importa.
Sono mesi che non fa altro che pensare a chi sia stato Kim JongHyun.
Non sa nemmeno il perché, ma da quando i propri occhi si sono posati sulla vecchia e ormai rovinata tomba di quello che sembrava essere un giovane che, se fosse stato ancora vivo, avrebbe avuto appena tre anni in più a lui, viene sempre ogni mattina a trovarlo.
Taemin crede che sia stato un bel ragazzo, JongHyun.
La foto sulla tomba non c'è, ma lo sente. Sente che aveva dei bellissimi occhi espressivi, magari aveva anche delle belle labbra e, di questo ne è sicuro, crede anche che JongHyun sia stato una brava persona.
Gli occhi mezzi aperti scrutano la tomba, mentre il sorriso di pochi attimi prima si spegne del tutto.
Taemin non capisce perché la tomba di JongHyun non abbia nemmeno un fiore, per questo si è deciso a comprarne un po', perché una tomba così triste non l'aveva mai vista.
Poggia i tulipani sul terreno fradicio e poi fa il segno della croce, seppur in Dio non abbia mai creduto più di tanto.
Taemin crede che ognuno sia il Dio di se stesso, e crede che JongHyun la pensi come lui, seppur non glielo possa dire.
Taemin sente di avere un rapporto profondo con quel ragazzo, anche se entrambi sono del tutto lontani e non si sono mai visti.
Taemin è vivo, ha una vita, un ragazzo, mentre JongHyun è morto e non può più stare con le persone che ha amato.
Chissà cosa si prova a morire, chissà se JongHyun ha provato dolore.
Taemin è pieno di domande, ma nessuno mai si premura di dargli una risposta.
Vorrebbe urlare, ma si trattiene perché è davanti alla tomba di JongHyun e non vuole fare scenate e piangere.
Sospira e poi mette le mani nelle tasche della giacca di pelle, lasciando il cimitero e JongHyun da solo, mentre l'ennesima tempesta si scatena sulla bellissima Seoul.





Taemin crede che Minho abbia delle bellissime mani.
Anche ora, mentre disegnano il territorio circostante, gli sembrano davvero curate e da uomo.
Gli bacia una guancia e poi poggia la testa sulla sua spalla, guardando dinanzi a sè con aria curiosa.
«Minho-Hyung, cosa si prova a morire?» Chiede il più piccolo, alzando appena lo sguardo e assumendo quell'espressione ingenua che a Minho piace tanto.
Quest'ultimo si morde un labbro e trattiene una risata, carezzandogli i capelli scuri, mettendo l'album da disegno e la matita sul suolo.
 «Taemin-ah, non mi pare che io sia mai morto» gli da' un piccolo colpetto sulla testa, a cui il piccolo Taemin risponde con una risata.
«Yah, Hyung, lo so! E' solo che vorrei saperlo...» ingoia la saliva e dopodiché accetta il sospiro di Minho.
Ci risiamo.
«Taemin, smettila...»
«Ma hyung, non ci riesco... E' una cosa che mi fa sentire male...»
«Cosa, Taemin? Non bisogna che tu ci pensi ogni attimo» Minho sembra quasi rimproverarlo, per questo Taemin lo guarda ferito e si allontana di qualche centimetro.
Minho sembra quasi non farci caso e Taemin avverte come se una lama che gli stesse facendo in due il cuore.
Ancora quella sensazione orribile, che gli fa mancare il respiro...
Taemin ha paura di morire.
Ha paura di scomparire dall'esatto momento in cui un uomo dal camice bianco gli ha diagnosticato una malattia che sembra, per lui, essere incurabile: la leucemia.
Non sa cosa c'è dopo la vita e il solo pensarci gli fa girare la testa, per questo vorrebbe che JongHyun fosse lì, solo per assicurargli che morire non è tanto brutto e che il Paradiso esiste davvero.
Scoppia a piangere e Minho si volta, del tutto preso alla sprovvista.
Sa che Taemin ha bisogno di attenzioni, amore e sicurezza, ma non può salvarlo da quelle paranoie che ogni giorno gli riempiono la testa tanto da farlo girovagare lontano con i pensieri e assumere quell'espressione di chi non vuole più esserci ma che non ha il coraggio di andarsene.
 Anche quando fanno l'amore, o quando solo stanno insieme, avverte Taemin così lontano da non sembrare nemmeno lì con lui.
Lo stringe tra le forti braccia e lo culla un po', finché i singhiozzi non diventano silenziosi e il cuore di Taemin non riprende a battere regolarmente.

«Andrà tutto bene»


 

Non riesce a dormire e non ha neanche voglia di alzarsi dal letto.
Sa che se gli venisse la stramba idea di piede per terra, sarebbe la fine.
Gli gira la testa e ha un braccio piegato sugli occhi, mentre il respiro è sempre più pesante e per l'ennesima volta sente la sensazione del vuoto.
Sto per morire.
Lacrime silenziose gli bagnano piano le guance, mentre cerca di far tornare il respiro calmo.
E' la fine...
Tutto gira e gli sembra anche che qualcosa gli si sia seduto accanto, fosse qualcuno, ma quando apre gli occhi e volta il viso, nonostante la lampada sul comodino accesa e le luci della città che provengono dalla finestra, Taemin vede solo buio.
Il respiro torna regolare all'improvviso e il suo corpo si muove da solo.
Si alza dal letto e ora tutto è fermo.
E, per l'ennesima volta, Taemin sente il freddo sconvolgerlo fin dentro le ossa.



E' giovedì ed è il compleanno di JongHyun.
Oggi avrebbe proprio compiuto venticinque anni e si ritrova a pensare a quanto sarebbe stato bello, magari, festeggiarlo con lui.
Sorride e si stringe nella giacca di pelle vecchia di pochi mesi, un acquisto a cui non avrebbe mai potuto dire di no.
Si dondola su se stesso e guarda la tomba di JongHyun, sorridente.
Sono passate due settimane da quella notte, eppure non si è dimenticato di quella strana sensazione di tranquillità e sicurezza dopo aver avvertito il peso di qualcuno accanto a lui.
Taemin è certo che JongHyun sia felice che lui sia lì, ed è anche sicuro che adesso gli stia sorridendo, dall'alto.
Controlla che non ci sia nessuno e si inginocchia sulla fredda erba, sospirando nervoso.
Vorrebbe dire qualcosa a JongHyun, anche solo 'ciao' ma non gli sembra una buona idea, per questo ride e chiude gli occhi, portando il capo all'indietro.
Che strano.
Ha sempre avuto paura di morire, eppure in quel momento non vorrebbe fare altro che raggiungere JongHyun.
Non l'ha mai visto, non gli ha mai parlato e non si sono mai conosciuti, nemmeno per sbaglio, ma vorrebbe abbracciarlo e stare per sempre con lui.
Taemin comincia a piangere, di nuovo, e, con una propria mano, si copre il viso rosso e bagnato.
Urla, mentre un singhiozzo gli stronga la voce dopo pochi attimi.
Gli hanno dato del pazzo, fin dalle prime volte, e lui lo sa che un po' matto lo è, che in fondo la gente ha ragione, ma non vuole ammetterlo.
In fondo solo lui sa come ci si sente ad essere perso e vuoto, come se qualcuno gli avesse appena detto che la sua esistenza sia inutile, perché in fin dei conti è così.
L'unica persona che sembra riportargli un po' il sole nella vita è Minho, nonostante sappia che potrebbe lasciarlo da un momento all'altro.
Lo ama da morire, ma non vuole affliggergli altro dolore, né tanto meno vederlo star male venendo a mancare.
La sua famiglia gli sembra distante, così tanto che a volte gli sembra udire anche dai loro respiri la poca speranza, quasi come se se ne fossero anche loro fatti una ragione...
La vita di una persona non ha valore, figuriamoci la sua... Potrebbe stroncarsi tra un momento all'altro, forse anche adesso, tra pochi minuti, tra pochi secondi...
Si risveglia dal trance e singhiozza ancora, poi guarda la tomba di JongHyun con aria triste, ma allo stesso tempo appagata.
Non sa come, non sa perché, ma le lacrime non escono più.
Sente come se qualcuno gliele stesso asciugando, qualcuno che però non è lì con lui, almeno non fisicamente.
Sorride appena e si alza, le gambe che tremano e il cuore che brucia.
Ha la gola a pezzi, il viso pallido e non sente la terra sotto i piedi.
Vorrebbe solo abbracciare JongHyun, anche per pochi secondi, ma sa che è impossibile e quindi, dopo mesi passati in silenzio ad osservare la casa del corpo del ragazzo che oggi avrebbe compiuto venticinque anni, si rassegna.
Guarda per un'ultima volta la tomba di JongHyun e poi gli da' le spalle, mentre brividi improvvisi gli percorrono la schiena e si lascia dietro l'anima di quel ragazzo a cui mesi prima aveva donato la sua, di anima.
E sente che per una volta, una sola, non gli avrebbe fatto poi tanto male, nemmeno paura, morire.





















Note di una rompicazzo:
Hello!
Sì, lo so, questa ff non ha senso ma mi andava di pubblicarla.
Intendiamoci, non è la prima fanfiction che scrivo, nemmeno la prima che pubblico, ma nel fandom dei shinee sì, è la prima volta, e altrettanto qui su efp.
Questa storia mi è uscita ascoltando una canzone, ma soprattutto grazie al titolo, infatti dal titolo è nata tutta la storia. Inoltre avevo già fatto un disegno che avrebbe dovuto fare da base a questa fanfiction, ma secondo me ho cambiato quasi tutto, lol.
Mi piace l'idea della morte, tutto qui, e mi piace far soffrire Taemin e far morire JongHyun (bias, ti amo).
Mi dileguo perché non so che dire... wow, bel modo di pubblicare la prima ff, ahahah

/se ne va per sempre e si lancia da una torre

(Non so come siano i cimiteri coreani e, pur essendomi informata, non ho capito come siano le tombe e tanto meno se è possibile mettere dei fiori, ma voi fate finta di nulla, ahaha)

- jelenniv
   
 
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