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Autore: Lux_daisy    02/11/2014    3 recensioni
"Ohi, Bakagami, alla tua età non sai ancora vestirti da solo?"
Il rosso si bloccò e si voltò verso il proprietario della voce –e della frecciatina: alto quanto lui, capelli scuri corti, pelle bronzea, penetranti occhi blu, le mani in tasca, la borsa sulla spalla e un ghigno da schiaffi.
Aomine Daiki.
Vicino di casa, migliore amico e fastidio giornaliero.
"Ahomine, quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra?" sbottò il rosso.
(coppie: Aokaga, Aokise, Kagakuro)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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We are...friends





Febbraio, il penultimo anno di liceo era ormai agli sgoccioli e, come ogni mattina, Kagami sbuffava e grugniva. Lo faceva perché era lunedì mattina e nessuno può essere allegro di lunedì mattina; ma lo faceva soprattutto perché quel dannato pantalone di quella dannata uniforme non ne voleva sapere di tirarsi su.

Imprecò e saltellò su un piede dato che l’altro era incastrato nella gamba del pantalone.
Quell’immagine sarebbe risultata buffa a chiunque e infatti un’improvvisa risata risuonò nella stanza di Kagami.

<< Ohi, Bakagami, alla tua età non sai ancora vestirti da solo? >>.
Il rosso si bloccò e si voltò verso il proprietario della voce –e della frecciatina: alto quanto lui, capelli scuri corti, pelle bronzea, penetranti occhi blu, le mani in tasca, la borsa sulla spalla e un ghigno da schiaffi.
Aomine Daiki.
Vicino di casa, migliore amico e fastidio giornaliero.
<< Ahomine, quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra? >> sbottò il rosso.

L’altro lo guardò e ridacchiò: Taiga era praticamente nudo per ¾, a coprirlo solo i boxer neri e una gamba di pantalone che gli arrivava al polpaccio. << Non saprei… >> disse, assumendo una finta aria pensierosa, << quanti giorni ci sono in nove anni? >>.

Il rosso storse la bocca e sbuffò. << Troppi… ma come ogni cosa che ti dico ti entra da un orecchio e ti esce dall’altro, no? >>.
<< Quanto la fai lunga, Bakagami! >> si lamentò il moro, fingendosi offeso, << i balconi delle nostre stanze sono praticamente attaccati: un saltello e sono da te >>.

Kagami si tirò su e si abbottonò i pantaloni –finalmente era riuscito a metterseli. << Tanto ormai lo sanno pure i muri che l’unica cosa che ti interessa è mangiare la cucina di mia madre >>.
Aomine fece un sorrisetto compiaciuto. << Non si dice che il cibo del vicino è sempre più buono? >>.
L’altro si infilò la camicia e gli lanciò un’occhiataccia. << Quella è l’erba, idiota >>.
<< E chi se ne frega dell’erba! Io mica mangio erba >> replicò il moro.
Al che Taiga si sbatté la mano sulla faccia, rassegnato. << Non so neanche perché perdo tempo a discutere con una testa vuota >>.
<< Fottiti! >>.
<< Anch’io ti voglio bene >> rispose Taiga con un ghigno.

Si scambiarono un’affettuosa alzata di dito medio e poi scoppiarono a ridere.

Anche questo faceva ormai parte della loro routine consolidata. Vicini di casa dalla nascita, Aomine e Kagami erano amici praticamente da che avevano memoria. Cresciuti insieme, sempre fianco a fianco, avevano frequentato le stesse scuole fin dall’asilo e non c’era stato giorno, gioco o scorribanda in cui uno non avesse voluto l’altro accanto.
Non c’era Aomine Daiki senza Kagami Taiga e non c’era Kagami Taiga senza Aomine Daiki.

A contraddistinguerli, il classico rapporto amore-odio: un momento prima li vedevi battibeccare e insultarsi e quello dopo scherzare e ridere di gusto.

Se uno aveva bisogno l’altro c’era, sempre e comunque; se uno finiva coinvolto in una rissa, l’altro non tardava un attimo ad unirsi; se uno finiva in punizione, l’altro entrava di nascosto nella sua stanza per fargli compagnia.
Anche se qualche volta si sarebbero volentieri presi a pugni.
 
<< Andiamo, Bakagami! Muoviti! Che sei lento a vestirti… Io sto morendo di fame! >> si lamentò Aomine aprendo la porta della stanza.
Il rosso afferrò il suo borsone e lo raggiunse. << Certo che quando si tratta di mangiare, quel tuo culo pigro e flaccido lo muovi! >>.
Prima di scendere le scale per il piano di sotto, il moro si bloccò e ghignò. << Ma quale culo flaccido! Il mio culo è sodo come il marmo! >> lo corresse, mettendosi subito a sculettare davanti all’altro, << avanti, tocca! >>.
<< Non voglio toccare il tuo stupido culo! >> esclamò Kagami con un tono a metà tra rimprovero e risata, << e ora muoviti >> aggiunse, dandogli un leggero calcio.
 
La cucina si riempì subito delle loro voci risate prima ancora che loro vi entrassero e la madre del rosso sorrise.
<< Buongiorno Daiki, Taiga >> li salutò la donna mentre poggiava i piatti carichi sul tavolo.
<< Buongiorno signora >>.
<< Ciao mamma >>.
Risposero all’unisono e si sedettero a tavola.
<< Ormai fai colazione da noi tutte le mattine, Daiki >>.
<< La fua fucina è la vigliore, fignora >> dichiarò Aomine con la bocca già piena di cibo.

La donna ridacchiò e bevve un sorso di caffè dalla tazza, mentre Kagami assestò un calcio all’amico da sotto il tavolo.
<< Grazie, Daiki: sei molto gentile >> rispose quella, posandogli la mano sulla spalla.

Il moro era ormai un secondo figlio per lei: né lui né Taiga avevano fratelli, ma loro stessi lo erano diventati l’uno per l’altro e questo la riempiva di gioia, soprattutto dalla morte del marito, avvenuta quando Kagami aveva solo cinque anni.
La presenza del moro nelle loro vite era fonte di felicità e la madre ringraziava sempre gli dei e gli spiriti che il figlio avesse qualcuno di così speciale su cui fare affidamento.

Dato che poi i genitori di Daiki erano spesso impegnati con il lavoro, il ragazzo trascorreva molto tempo a casa loro, specialmente negli orari dei pasti e la madre di Taiga orami cucinava quasi sempre per tre, spesso anche per quattro-cinque, dato che gli stomaci dei due sembravano essere senza fondo.

<< Anche oggi i tuoi genitori sono molto occupati, Daiki? >> gli chiese la donna, accomodandosi su una sedia.
Quello deglutì e annuì. << Per ora mio padre sembra incasinato in ufficio… >>.
<< Capisco >> disse la donna con un leggero sorriso, << beh, ormai lo sai che questa è casa tua, perciò non farti problemi >>.
<< Come se si fosse mai fatto problemi a scroccarci il cibo >> lo prese in giro Kagami, colpendolo col gomito.
<< Perché non sei gentile come tua madre, Bakagami? Lei apprezza la mia presenza! >>.
<< Solo perché non ti conosce bene come ti conosco io, altrimenti ti avrebbe già buttato fuori >>.
<< Ma falla finita! Tanto lo so che mi adori! Saresti perso senza di me >>.
<< Certo, come no! Tu saresti perso senza di me, Ahomine! >>.
 
 
Continuarono a punzecchiarsi fino a che non fu ora di andare a scuola. Quell’anno erano capitati in classi diversi, ma questo non impediva ovviamente loro di fare il tragitto di andata e ritorno insieme.
<< Allora, oggi al campetto alle sette? >> gli chiese Aomine, mentre erano fermi nel corridoio del liceo.
<< Perché alle sette? >>.
Il moro sbuffò e si passò una mano sulla nuca. << Oggi è il turno di pulizia in classe e un mio senpai mi ha costretto a dargli una mano col club di musica, quindi farò tardi >>.
Kagami non riuscì a trattenere un sorriso. << È stato quel tipo, Imayoshi? >>.
La bocca di Daiki si strinse in una linea sottile. << Già >> ringhiò, << quel fottuto viscido manipolatore! Ancora non ho capito come ha fatto ad incastrarmi >>.
L’altro ridacchiò e gli diede ripetute pacche sulle spalle, compiacendosi delle sue disgrazie come ogni miglior amico che si rispetti.
 
 
<< Ehi, Aomine, questo venerdì ti va di venire a un goukon? >>.
Il chiamato in causa sollevò la testa dal banco sul quale stava dormendo e sbavando e lo piazzò su Kojida, il suo compagno di classe sempre in fissa con le ragazze.
<< Un goukon? >> bofonchiò il moro, ancora rintronato dal sonno.

L’altro sorrise e poggiò le mani sul suo banco, avvicinando i loro volti. << Sì, sì. L’ha organizzato un mio amico ma ci manca ancora qualche ragazzo. Che fai, vieni? Ci saranno un sacco di pupe strafighe! >>.
Daiki sbadigliò e su stiracchiò come un grosso felino. << Questo venerdì, dici? Mi spiace, non posso: io e Kagami abbiamo comprato i biglietti per una partita di basket >>.

Kojida assunse un’espressione offesa come se fosse stato insultato. << Ma come?! Preferisci passare il tempo con un maschio invece che con un gruppo di belle ragazze? >>.
Il moro scrollò le spalle. << È il mio migliore amico >> disse semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia e scontata e bastasse a spigare tutto.
L’altro sbuffò e alzò gli occhi al cielo. << Contento tu… ma se continui così, non troverai mai una ragazza! >>.

Aomine fece spallucce e tornò a dormire. Non poteva certo portare una ragazza a una partita di basket né tantomeno giocarci nel campetto vicino le loro case.
Stare con Taiga era sicuramente più divertente.
 
 
Quanto tornò a casa, Aomine non si aspettava di trovarci i suoi genitori. Sapeva che sarebbero tornati tardi a causa del lavoro, ma a quanto pareva si erano sbrigati prima del previsto.
Li sentì parlare in cucina e si avvicinò.

<< Ora come facciamo a dirlo a Daiki? >> disse sua madre con voce preoccupata.
Il ragazzo, che stava per aprire la porta e salutarli, si fermò e rimase in ascolto, i muscoli d’un tratto tesi.
<< È una bella notizia, no? >> rispose il padre.
<< Sì, certo… ma sai quant’è legato a Kagami: sono come fratelli >>.
<< Lo so, cara, ma non possiamo fare altrimenti… dovrà dirgli addio, almeno per un po’ >>.

A quelle parole la mente di Daiki si spense e il cuore prese a ringhiargli nel petto. “Che cazzo di storia è questa? Dire addio a Taiga?!”
Spalancò la porta con violenza e fece irruzione nella cucina, lasciando i suoi genitori ad occhi sgranati.
<< Tesoro… >>.
<< Daiki! >>.
<< Di che cavolo state parlando? Che vuol dire che dovrò dire addio a Taiga? >> chiese con rabbia, quasi ringhiando, gli occhi affilati e taglienti.






Ciao a tutti! ^^ innanzitutto grazie per aver letto fin qua, spero che questo primo capitolo, anche se breve vi abbia scatenato un pizzico di curiosità u.u
è la prima volta che mi cimento in una long con Kuroko no Basket... e vi anticipo che i personaggi di kise e kuroko compariranno più avanti e si verranno a creare un bel pò di intrighi amorosi X) o almeno è questo il proposito... perciò si incastreranno e scontreranno le coppie aokaga, aokise e kagakuro...
mi piacerebbe molto se mi lasciaste qualche commento per farmi sapere cosa ne pensate ^^ fate felice una povera autrice in cerca di consensi >.<
detto questo vi saluto e al prossimo cap <3

 
  
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