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Autore: Light Clary    02/11/2014    8 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"Uno dei grandi piaceri della vita sta nel fare quello che la gente dice che non riuscirai a fare.
WALTER BAGEHOT

La differenza che si potrebbe dare tra i due tizi che se ne restavano appollaiati sulla prua di vedetta e le persone all'interno della nave che stavano celebrando il ventisettesimo anniversario di matrimonio del capitano con la sua signora, era grande. Intanto perché i due erano costretti a sopportare il caldo solo per restare in avvistamento di altre imbarcazioni e avevano come passatempo solo un mazzo di carte. Navigavano da due settimane eppure non erano ancora decisi a fare del tutto amicizia per questo si limitavano a scommettere soldi. Le persone che se ne restavano all'interno, accomodate nel grande salone principale che aveva come decorazioni tanti palloncini dorati e bianchi e festoni infioccati qua e là, si godevano la festa parlando allegramente tra di loro, sorseggiando uno champagne fresco e spumeggiante e invitando i più eleganti gentlemen o le più affascinanti signore ad un lento. La pista da ballo era circondata da grandi vetrate che portavano al ponte e davano una perfetta visuale del mare, quel giorno meno agitato del solito. L'estate non era del tutto finita in quello scampolo di territorio. 
Il comandante stava allegramente chiacchierando con degli amici che si stavano complimentando per la bellezza della consorte. Ella, nel frattempo, cedeva l'ennesimo ballo ad uno dei due figli. Il più giovane. Ma poi con le traveggole alla testa, gli chiese di fermarsi e lui l'aiutò a sedersi. La festeggiata fece correre lo sguardo tutt'intorno. L'ambiente e tutto il resto erano perfetti. Esattamente come li aveva immaginati. Mentre si godeva il panorama oltre le vetrate, scorse di fronte una di esse, una fanciulla girata di spalle che guardava incantata le onde incresparsi sulla nave e i raggi del sole risplendere sulla superficie di esse.
-Ei - disse la moglie del comandante rivolta al secondo genero - Perché non inviti a ballare quella signorina laggiù? - indicò la ragazza che aveva da poco intravisto -Sembra carina.
Il ragazzo, che nonostante tutte le giravolte fatte con tante dame diverse non si era stancato, decise di invitare al prossimo valzer quella giovane che se ne stava in disparte. Si avvicinò pensando che i passi echeggianti, provocati dalle sue scarpe ben laccate attirassero direttamente la sua attenzione. Ma alla fine fu costretto a tossicchiare per obbligarla a voltarsi. E si rese conto di quanto fosse carina. Aveva lunghi capelli castani che le ricadevano morbidamente sulle spalle, due intensi occhi color nocciola, un viso perfetto che sembrava di porcellana e l'abito di seta bianca che indossava la faceva sembrare proprio una bambola.
Il figlio del comandante arrossì all'improvviso. Doveva ammettere che era la ragazza più deliziosa che avesse visto fino ad allora. Come aveva fatto in precedenza, s'inchinò: - Mi scusi signorina. Non vorrei importunarla ma ... sarei molto felice se mi concedesse il prossimo valzer - rialzò lo sguardo e con stupore, notò che lei stava sorridendo e inoltre gli stava tendendo la mano. Soddisfatto di aver compiuto la piccola impresa, gliel'afferrò delicatamente e poi entrambi si diressero verso la pista, pronti a volteggiare.
Ma tornando ai due uomini che se ne restavano sulla prua di vedetta a gettare scale reali su doppi assi, si erano stufati di perdere soldi o altre preziosità in una partita ed erano tornati a fissare l'orizzonte pensierosi. Se sottocoperta c'era il relax fatto persona, sul ponte c'era la noia.
-Che ore sono? - chiese il primo che era anche il più anziano dei due.
Il secondo diede un'occhiata al suo prezioso orologio da polso: - L'una in punto - rispose al compagno.
Questo cominciò a sbuffare a ciondolarsi aggrappato alla ringhiera: - Il ricevimento durerà ancora tre ore! Non credo di riuscire a sopportare il caldo fino ad allora!
-Io propongo di andare a rilassarci nella piscina - disse il secondo - Almeno lì c'è il chiosco dei succhi.
-Non possiamo. Il comandante ci ha detto di restare immobili e di avvistare se ci sono minacce all'orizzonte perché non vuole che il suo anniversario venga in questo modo rovinato.
-Figuriamoci! - disse il secondo tornando a guardare il mare che avanzava sotto di loro - Quali "orrendi pericoli" possiamo incontrare in un oceano tranquillo come questo? Anzi a dire il vero una bella invasione pirata sarebbe meglio che restare ancora qui a scioglierci - l'altro gli diede ragione.
Nel frattempo, nella stiva più bassa della nave, si trovavano gli altri marinai, che non erano stati selezionati per il turno di guardia, a differenza dei primi due. Se ne restavano tranquilli a rilassarsi sul piccolo balcone dei loro dormitori, impugnando le lenze delle canne da pesca, mentre bevevano vino a sazietà e ridevano sonoramente.
Ad un certo punto però, un piccolo tonfo interruppe le loro chiacchiere. Erano traballati e i calici di bevanda si erano un tantino rovesciati.
-Oh, no diamine!- si lamentò uno di loro dando un pugno al tavolino - Un'annata andata così in spreco!- non riusciva a specificare bene le parole ma gli amici compresero a cosa si riferisse.
-Ma cos'era? - disse il più sobrio di loro alzandosi e sporgendosi dalla ringhiera. E la sua espressione cambiò - Oh, porca miseria!
-Cosa c'è?- gli domandarono gli altri.
-Venite a vedere!- gli chiamò lui invitandoli a guardare. Loro si misero al suo fianco e diedero un'occhiata alle onde che scorrevano sotto i loro piedi. Sgranarono gli occhi.
Appoggiato alla ringhiera come se fosse una calamita, c'era un contenitore della spazzatura molto lungo e con il coperchio sigillato da parecchi lucchetti. Galleggiava per via del materiale di plastica laccata di blu, verticalmente e sembrava essersi incastrato in qualche scanalatura della nave, visto che la seguiva allo stesso tempo in cui questa si allontanava. I marinai restarono increduli. Da giorni non avvistavano nessun tipo di rifiuto in quelle acque. Ed ora era spuntato fuori questo strano bidone della spazzatura? Pensando di fare un favore all'ambiente, decisero di tirarla su. Agganciarono ai manici delle funi ancorate e presero a tirare. In breve scoprirono che non si trattava di un lavoro assai facile. Infatti il contenitore si rivelò essere più pesante di quanto immaginassero. E cominciarono le ipotesi più assurde:
- E se dentro ... ci fosse un cadavere?
-O magari pietre.
-Che siano preziose?
-Secondo me è un barile contente ancora tanto ... tanto vino - singhiozzò uno veramente ebbro.
Caricarono il bidone a bordo e si ripresero asciugandosi la fronte. Erano davvero affaticati.
-Vediamo cosa abbiamo qui - disse il più robusto. Provò a sganciare i lucchetti già arrugginiti dal troppo tempo passato in acqua con le sue possenti braccia. Però non ottenne granché. Anzi le catene restarono medesime. Provarono a tirarle tutte insieme, dando calci e usando la punta di un bicchiere rotto per scassinarlo. Ma i lucchetti non si mossero e il contenitore restò ancora bloccato.
-Qui ci vogliono le maniere forti!- disse il forzuto - Andate a prendere il martello! - ordinò agli amici. Il fatto di non essere riuscito da solo a rompere le forzature, lo irritava e decise di ricorrere alla virilità.
Due di loro si alzarono e fecero per aprire le finestre e rientrare, ma un suono improvviso li fece sobbalzare. Si trattava dai contrasti di un campanaccio. Accompagnato da una voce urlante: - EMERGENZA! EMERGENZA! NAVE PIRATA IN AVVICINAMENTO! NAVE PIRATA IN AVVICINAMENTO! - e riconobbero la voce di uno dei due uomini che si stavano annoiando sul ponte fino a mezz'ora fa.
-Pirati? - esclamarono in coro, col viso pallido. Cercarono di recuperare la compostezza e correre ai posti di manovra, ma il vino cominciò il vero effetto e tutti ebbero dei giramenti di testa che permisero loro di arrivare almeno fino alle scale. Poi crollarono e si dovettero trascinare aggrappandosi uno sopra l'altro. In breve si dimenticarono di quel misterioso bidone.
I balli e le risate si interruppero all'improvviso nella sala dei ricevimenti. L'allarme infatti era arrivato anche alle orecchie degli invitati che in preda al panico si erano rifugiati sotto i tavoli, nascosti nei bagni e semplicemente accasciati a terra. Il figlio del comandante, lasciò perdere il valzer concesso alla bella ragazza di prima e si precipitò a sorreggere la madre, che stava avendo uno svenimento. La sua ex partner, però non sembrò paralizzata dal terrore come gli altri. Anzi, approfittò nella confusione per oltrepassare le persone che correvano a destra e a sinistra ed entrare da sola nell'ascensore che l'avrebbe portata sul ponte. Il tragitto della salita le bastò per afferrare i lembi del suo lungo vestito bianco, levarselo portandolo verso l'alto e rilevando altri indumenti al di sotto di esso. Adesso indossava una maglietta bluastra infilata nei pantacollant rossi, una benda viola sulla fronte, degli stivaletti che finora erano stati coperti dal vestito e quest'ultimo si era tramutato in una specie di cintura. La ragazza sorrise quando sbucò sul ponte e riconobbe sulla grande bandiera di una nave che avanzava, il leggendario vessillo di Jolly Roger. Il grande scheletro indossava un cappello dalla lunga piuma rossa ed era molto inquietante. Però non mise timore alla giovane, che si affacciò dal parapetto scorgendo una scialuppa di salvataggio ancorata per bene alla nave e ci balzò sopra come se nulla fosse. Tirò fuori dalla maglietta uno stiletto molto affilato, che usò per tagliare le corde che attaccavano la barchetta piccola a quella grossa. Dopo averla liberata, agguantò le pagaie e prese a remare faticosamente, lontano dalla nave vacanziera, diretta a quella pirata.
Sul ponte della nave col vessillo, tutti gli uomini sorridenti e sghignazzanti, lanciarono degli agganci sulla poppa della nave che avevano in mente di attaccare e aspettarono il segnale per salirci sopra.
Ad un certo punto, la porta che accedeva al sottocoperta si spalancò. E una donna bassa e grassoccia, che indossava il cappello a piuma molto simile a quello presente sulla bandiera, si presentò sul ponte. Un grosso sorriso sulle labbra. Al suo arrivo tutti sbiancarono e si misero sull'attenti.
-Bene miei uomini - disse lei osservando compiaciuta la nave che avevano fiancheggiato - Non voglio prigionieri! Ma neanche spargimenti di sangue. Non troppi almeno - sghignazzò sotto i denti gialli - Arraffate tutto ciò che trovate! Non voglio vedere mani vuote, intesi?
-INTESI - dissero in coro i membri dell'equipaggio.
-Allora tutti all'assalto! - ordinò la donna puntando il ponte dell'altra imbarcazione con una mazza di ferro che non lasciava un solo istante.
-AGLI ORDINI CAPITANO ALVIDA! - risposero di rimando i suoi uomini.
Poi impugnarono per bene le funi e si lanciarono verso la loro preda, tirando fuori corde, pistole, spade e sacchi.
Il capitano Alvida guardò orgogliosa il lavoro che i suoi individui svolgevano con grande violenza, prelevando ogni genere di cosa preziosa che scorgevano a debita distanza.
Si accorse però, che non tutti erano saliti sull'altra nave. Infatti vide che un ragazzino tremante e cadaverico con gli occhiali, guardava terrorizzato il ponte di comando che avrebbe potuto benissimo raggiungere con un piccolo salto aggrappato a quella specie di liana che non lasciava andare. La donna s'irritò.
-KODEY! - gridò a squarciagola. Il ragazzino sobbalzò e iniziò a sudare - Cosa stai aspettando? - gli domandò il capitano Alvida mettendosi al suo fianco.
-Ca ... ca ... capitano ... - balbettò lui - non ... credo ... di potercela fare.
-Si che ce la fai, razza di incapace!- gridò lei dandogli uno schiaffo alla testa - E ti conviene sbrigarti se non vuoi ritrovarti spiaccicato a terra e grondante di sangue! - sollevò il piede - Ora va! - e lo riabbassò premendolo forte nel didietro del ragazzo, spingendolo fuori dalla nave e facendolo arrivare tempestivamente sull'altra - E guai se non mi porti almeno cinquanta monete d'oro! - lo minacciò mostrandogli la mazza di ferro. Poi si diresse a prua.
Il ragazzo di nome Kodey deglutì e piagnucolò mentre si rimetteva in piedi riprendendosi dalla botta. Si guardò intorno. I due uomini che stavano di guardia sul ponte erano stati legati e cercavano di liberarsi ed andare ad aiutare le persone che si trovavano sottocoperta.
Kodey decise di fare almeno un tentativo di furto per togliersi il pensiero. Raggiunse l'ascensore e scese al secondo piano. Ma dopo aver visto in che modo i suoi "colleghi" depredavano i signori vestiti costosamente, decise di passare ad un piano ancora più inferiore. E quando si ritrovò in un silenziosissimo e desertissimo corridoio, ebbe più coraggio e cominciò a percorrerlo timorosamente. Aprì le porte che trovava una dopo l'altra ma la maggior parte erano chiuse a chiave. Quelle che trovò aperte erano o bagni o dispense dei salvagenti. Ad essere sincero non c'era nulla di prezioso. Arrivò sul fondo della corsia, dove c'era una porta di legno socchiusa. L'aprì scaltramente e sbirciò all'interno. Scoprì di trovarsi nella cabina da letto più grande dei marinai, con tanto di balcone. Entrò e fu subito invaso da una puzza di letti non fatti e di alcol. Bottiglie di vino e champagne infatti erano versate su tutta la terrazza. Scorse una cintura appesa su un letto a castello che era impreziosita con delle gemme luccicanti. In fretta l'agguantò e se la mise in tasca. Dando un'occhiata in giro non notò altri oggetti di valore. Poteva quindi squagliarsela e tornarsene sulla nave di Alvida.
Ma ... uno strano rumore lo costrinse a restare. Paralizzato non mosse un muscolo, impaurito all'idea che ci fosse qualcuno. Dopo due minuti regnati dal silenzio però lo fecero tranquillizzare. Spostò quindi lo sguardo verso il balcone e si rassicurò del tutto osservando il vuoto. Non c'era nessuno a parte lui, si disse. Ironizzò sereno e fece per aprire la porta, ma questo fu prima che un grosso bidone della spazzatura azzurro, buttato sulla terrazza, fece un balzo e si ripiegò subito come se nulla fosse.
Kodey gridò e cadde all'indietro, vicino la porta. In questo modo però, se la beccò in piena faccia visto che qualcuno entrò all'improvviso travolgendolo.
Si portò una mano alla fronte ora arrossata. Alzando lo sguardo appannato riconobbe i volti di due degli uomini di Alvida che lo guardavano ridendo. Poi lo sgridarono severamente.
-Incapace! Stai qui a cazzeggiare mentre noi facciamo il lavoro sporco! - disse il primo ringhiando - Solo perché sei il più giovane della ciurma non hai il diritto di non fare nulla! Ora alzati e va a fare il tuo dovere!
Kodey non obbedì; indicò il bidone azzurro balbettando terribilmente: - Quel ... quel cocococoso si ... muoveva!
-Ma che cretinate vai dicendo? - disse il secondo uomo - Non lo vedi che è solo un contenitore dell'immondizia?
-Si è mosso - insistette il ragazzino con voce stridula - Ve lo giuro!
I due uomini si misero a deriderlo: - Amico, credo che il nostro Kodey abbia fatto la sua prima sbronza!
-Ve lo giuro, ragazzi! - singhiozzò Kodey con le lacrime agli occhi - Credo ... che lì dentro ... ci sia un'animale!
-Sicuramente sarà un topo! - disse il secondo - Ma una cosa è certa. È più intelligente di te - e ripresero a ridere.
Ma non per molto. Infatti i loro occhi ebbero la possibilità di scorgere il bidone rotolare su sé stesso e finire all'indietro. Sia loro, sia Kodey gridarono.
-Vi-vi-visto? - tremò quest'ultimo aggrappandosi al palo di uno dei letti presenti nella stanza - Non credo ... che un topo ... abbia questa forza.
-Magari è un pesce appena pescato ... che non si sta fermo - ipotizzò il primo uomo. Si leccò le labbra - Mm se è uno squalo o un pesce ancora più grande, farcelo arrosto sarà un pranzo da re! - e si avvicinò al contenitore. Il compagno lo seguì mentre il ragazzino restò fermo e paralizzato.
-Accidenti! È completamente sigillato!- dissero gli altri riferendosi alle catene e ai lucchetti. 
-Ora ci penso io! - disse il primo. Estrasse dalla cintura una lama assai affilata e mise dritto il bidone. La sollevò - Ora lo infilzo per poi aprirlo a modi squarcio!
-Sei un genio! - si congratulò il compagno facendosi da parte per lasciargli il tempo di agire.
L'uomo si concentrò, prese la mira del coperchio e cominciò a contare: - 1 ... 2 ... e ... 3!! - stava per affondare la punta nella plastica ma all'improvviso, sotto lo sguardo scioccato, spaventato e sprovvisto dei tre, il bidone si aprì da solo! E tutto questo in soli cinque o ancor meno, secondi.
Le catene si ruppero come se fossero state elastiche, i lucchetti volarono da una parte all'altra e il coperchio andò dritto in faccia all'uomo con la spada, che si ritrovò con un bernoccolo in fronte.
Ma le stranezze non erano di certo finite! Infatti a venir fuori dal contenitore non fu un pesce o un altro animale, come pensavano. Ma bensì una persona. Un ragazzo! Si stava stiracchiando e sbadigliava con qualche occhiaia ancora presente sul volto. Un lucchetto colpì il secondo uomo in pieno volto offuscandogli la vista, per questo Kodey fu l'unico a distinguerne le caratteristiche prima degli altri. Era un giovane sui diciotto o diciannove anni. Era molto alto, con i capelli castani e farfugliati che gli coprivano le orecchie, gli occhi verdi, le labbra un po' sottili e oltre a una maglietta blu e dei jeans, portava sulla testa un cappello in feltro beige che sembrava antico.
Uscì dal bidone continuando a sbadigliare e si sistemò meglio le scarpe da ginnastica, ricoperte di fango.
-Accipicchia che bella pennichella mi sono fatto! - la sua voce era molto profonda e mezza secca. Alzò lo sguardo e studiò l'ambiente - Però adesso voglio trovare solo qualcosa da bere - si toccò la gola - Mi sento disidratato! - abbassò lo sguardo e si accorse dei due uomini sdraiati a terra. Incluso il ragazzino - Scusami - gli disse - sai dove posso trovare un po' d'acqua? - ma vedendo che Kodey non rispondeva ancora traumatizzato, gli si avvicinò - Ei? Ca-pi-sci la m-i-a lin-gua? - gli chiese.
Kodey deglutì- il volto di quel ragazzo non metteva timore. Anzi era simpatico. Ma poteva sempre trattarsi di una trappola. Meglio stare allerta. Ad ogni modo voleva che la smettesse di parlare in sillaba per questo annuì.
-Bene! - disse il ragazzo - Allora, sai se qui da qualche parte c'è un bar ... una locanda ... o un ristorante? - il ragazzino scosse la testa - Ah fa niente. Grazie lo stesso - gli sorrise e fece per aprire la porta ed andarsene. Ma una voce alle sue spalle lo fermò.
-Ei tu! - era maschile. E piuttosto indignata. Si voltò e vide i due uomini che si erano rimessi in piedi.
-Posso aiutarvi? - chiese loro restando tranquillo e non preoccupandosi delle spade che i due impugnavano.
-Se questo è uno scherzo, non è divertente!- disse il primo - E' bello sbucare fuori all'improvviso e colpire di sorpresa la gente, non è così? - si avvicinò. Il coltello ben teso - Ma ora ti faccio vedere se riderai ancora! - e partì con un affondo di spada, puntato al petto del ragazzo - MUORI! -Ma ... sotto gli occhi di tutti ... la lama andò a ficcarsi nel muro. Il giovanotto infatti, con i riflessi pronti si era spostato.
-Si può sapere che volete? - disse alzando le spalle - Mi sono svegliato e ho fame. Tutto qui.
-Sì certo! - lo derise il secondo, ora più furioso che mai - Quale idiota si addormenterebbe mai in una spazzatura?
Oh. Il ragazzo arrossì e si grattò la testa: - Non mi ci sono messo di propria volontà - spiegò - Stavo camminando tranquillamente nel porto dei mulini alla ricerca di un'imbarcazione, quando all'improvviso un cavallo imbizzarrito mi si è messo alle calcagna e mi sono infilato in quel bidone che era pieno di ciambelle avanzate da uno degli abbondanti pranzi dei marinai. Mi sono abbuffato e mi sono addormentato. Poi non so che è successo. L'ultima cosa che ricordo è che ho sentito qualcuno ridere della liberazione del mio pranzo e poi dei rumori metallici. Ed ora sono qui - rise ancora - quindi è stata solo una coincidenza - si stiracchiò - ma mi sono rilassato abbastanza da ritornare in forma. E adesso sono pronto a partire verso gli oceani! Ma prima avrei bisogno di uno spuntino.
Kodey e i due uomini si squadrarono sconcertati. La piccola storiella di quel ragazzo era stramba. Più che stramba.
-Fai anche lo spiritoso, eh? - disse il primo ritornando all'attacco - Vediamo se ci riesci senza testa!
Ma il ragazzo lo schivò di nuovo. Stavolta a partire furono in due e si misero a fare affondi, stoccate, punte dritte e retroverse e fendenti. Però il ragazzo era molto svelto e riuscì a non farsi colpire neanche una volta. Però decise di difendersi approfittando dell'attimo di ansima dei suoi avversari. Sotto gli occhi di Kodey, unì le dita formando un cerchio e chiuse gli occhi. Si alzò uno strano venticello che gli scompigliò i capelli. Una strana aurea di energia lo fece sembrare più luminoso. Sempre con gli occhi chiusi enunciò: -Gum Gum Pistol! - Kodey non seppe se il tempo avesse improvvisamente aumentato il processo di velocità, ma ciò che vide lo sconvolse in dieci secondi. Infatti le braccia di quel ragazzo improvvisamente si allungarono come se fossero elastiche e centrarono in pieno i volti dei due uomini che crollarono a terra col naso esploso di sangue. Se ne sarebbero rimasti lì per un bel po'. Il ragazzo adesso aveva di nuovo le braccia normali e guardava con le sopracciglia incrociate i suoi aggressori. Alzò le spalle: - Se la sono cercata - e afferrò la maniglia fischiettando.
-Ma ... che ... razza ... di-did-i scherzo è qu-que...sto? - Kodey non sapeva che queste parole erano uscite fuori dalla sua bocca. Se ne pentì quando vide il ragazzo voltarsi e guardarlo a lungo.
-Come hai detto? - gli chiese. Il ragazzino non rispose. Ormai il palo del letto era diventato come una specie di orsacchiotto che non aveva nessuna intenzione di lasciare andare - Sei un tipo strano - disse il ragazzo mettendosi inginocchio - Come ti chiami?
Era stata una domanda semplice e delicata, senza tono minaccioso o infame. E questo diede a Kodey la forza di rispondere tra mille ingoiamenti di saliva: - Kodey.
Il ragazzo che aveva di fronte sorrise e gli prese la mano: - Piacere Kodey. Il mio nome è Harry! - poi cambiò discorso - scusa se te lo chiedo, ma potresti spiegarmi dove ci troviamo?
-E...ecco ... - si era tranquillizzato ed ebbe la forza di conversare - Siamo ... su una piccola nave da crociera ...
-Davvero? - esultò il ragazzo di nome Harry - Siamo in crociera? Che forza! Quindi ho la possibilità di rilassarmi un pochino, prima di partire verso il Grande Blu!
-Che cosa? - esclamò Kodey - Partire verso il Grande Blu?
-Esatto! Sarà una cosa pazzesca! Non vedo l'ora di prendere il largo!
-Scusa ... ma perché vuoi andare ... nel Grande Blu? Non lo sai ... che è il posto più pericoloso che esista?
-Non m'importa. Lo raggiungerò ad ogni costo. Perché ... - rispose portando una mano al cuore stretta a pugno - il mio sogno è quello di diventare ... - e lo disse con molta fierezza - Il re dei Pirati!

 

 

-Quante meraviglie! - disse Alvida osservando incantata tutte le splendide ricchezze che i suoi uomini caricavano sulla nave. C'erano vari gioielli, sacchi colmi di monete e banconote, statue dal valore inestimabile e addirittura vestiti costosi sottratti ai passeggieri - Ottimo lavoro - rise il capitano indossando una collana di perle vere. Poi però si accorse che tre membri dell'equipaggio mancavano all'appello. E uno di questi era Kodey. Ringhiò: - Ah, se quello stupido marmocchio si è addormentato di nuovo sul lavoro non la passerà liscia! - strinse ancora di più la mazza di ferro dalla quale non si separava mai e con un grande salto, atterrò sulla nave che avevano saccheggiato - Andrò a vedere di persona cosa sta combinando - decise. Picchiò le assi di legno sotto i suoi piedi più volte e malvagiamente ghignò: - E non mi servirà fare tanta strada- detto questo sollevò la mazza e la riabbassò violentemente. L'impatto con un oggetto tanto potente, mandò in mille pezzi una parte del ponte, creando un varco che conduceva direttamente alle stive. Alvida ci saltò dentro e si preparò a ispezionarlo.

Nel frattempo la ragazza dai lunghi capelli castani, aveva raggiunto il retro della nave di Alvida. Aiutata da una o più sagole, si era arrampicata fino ad un oblò che conduceva all'interno e ci era entrata senza timore.
Si ritrovò nella dispensa del vitto, dov'erano presenti tantissime casse di frutta, verdura, carne e bibite. Afferrò una mela e l'addentò con appetito come se non mangiasse da tanto tempo. Ma non erano gli alimenti il suo obbiettivo. Infatti dopo quella breve merenda, aprì lentamente la porta e raggiunse un corridoio. Controllò attentamente che non ci fossero uomini di guardia e lo attraversò di corsa. Quando arrivò di fronte una porta fortemente blindata, capì di essere arrivata nel posto giusto. Tirò fuori dalla tasca un pugnale e cominciò l'operazione di scassinamento a cui era tanto abituata.
C'impiegò qualche minuto, ma alla fine riuscì ad aprire la porta. Entrò di corsa e la chiuse dietro di sé. Non era una stanza molto grande o piena. C'erano soltanto un tavolo con varie mappe geografiche, un baule pieno di candele e lanterne, una finestra a sbarre e un quadro di una donna che gioca a cricket. Sospettosa e sicura allo stesso tempo, la ragazza spostò di mezzo il quadro e sorrise quando vide che dietro di esso era nascosta una cassaforte. C'era però un difetto: non aveva la minima idea di quale fosse la combinazione per aprirla.
Come se qualcuno dal cielo l'avesse ascoltata, alle sue spalle si presentò un uomo: - Ei!- strepitò facendola sobbalzare ma non di certo voltare - E tu chi sei?
"Accidenti" pensò la ragazza. Doveva ricorrere a uno stratagemma. Quello che da sempre funzionava. Fece un finto sorriso e si voltò verso il tizio: - Salve - lo salutò cominciando a maneggiare con la maglietta e avvicinandosi - buonuomo, menomale che siete arrivato - lui la guardò confuso - avevo proprio bisogno del vostro aiuto - e mentre parlava si abbassava la scollatura della maglietta. Sempre di più.
L'uomo arrossì fino alla punta delle orecchie e i suoi modi di fare, cambiarono. Si tolse il cappello: - Mi dica pure, bella signorina! Cosa posso fare per lei?
-Niente di importate - disse la ragazza sorridendo e mettendo bene in evidenzia le ciglia -Vorrei solo aprire quella cassaforte.
-Come? - lui sembrò ripensarci - Ma ... è segretissimo ... il capitano mi ha ordinato di non rivelarlo ad anima viva.
-Non potresti fare - le sorrise la ragazza scoprendosi una gamba - una piccola eccezione per me? Solo questa volta! - e gli fece l'occhiolino.
Posseduto dalla seduzione, l'uomo cedette e si lasciò uscire il codice per sbloccare la cassaforte.
-Sei stato molto gentile - lo ringraziò la ragazza - ti meriti proprio un bel premio - senza lasciarla finire, lui si avvicinò con le mani tese verso il suo petto. Lei agì tempestivamente e lo colpì alla nuca con il manico del pugnale. L'uomo finì a terra il tempo necessario per scombinare la serratura.
Quando la cassaforte fu aperta e la ragazza ci guardò dentro, non credette ai suoi occhi. Era piena di banconote da duecento milioni di danari, incluse monete e gemme: - Che bottino!- rise soddisfatta. Poi prese dalla tasca uno dei sacchi che aveva portato e lo riempì svuotando la cassaforte.

Harry non seppe se fosse stato più assordante l'urlo di Kodey o il rumore del soffitto che si disintegrava sopra di loro. Entrambi lo assordarono. Stava parlando tranquillamente con quel ragazzino, quando una grassa e orrenda signora era comparsa all'improvviso al centro della stanza, ricoperta di pezzi di legno e polvere.

-Oh, eccoti qui!- ringhiò lei indicando Kodey con il bastone - Buono a nulla! Sei sempre l'ultimo! - lo rimproverò odiosamente - Avanti! Fammi vedere quello che hai trovato.
Il ragazzino con gli occhiali era più bianco di un lenzuolo e tremava più di una foglia: - Ca ... pitano ... - disse fra i singhiozzo e le balbuzie - non ... io ... non ...
-COSA? - non lo lasciò finire lei - Non hai rubato nulla? NEANCHE STAVOLTA? - sbraitò indignata.
Kodey mise le mani a modi preghiera: - La prego! Mi perdoni! Non succederà più! - piagnucolò - La prossima volta ... starò più attento ... e le porterò ogni ricchezza che mi chiederà!
-STA ZITTO!- gridò Alvida colpendo il ragazzino in pieno volto con la sua mano ingioiellata. Harry la fissò con occhi sbigottiti. Vide Kodey rialzarsi con la guancia rossa e gonfia e strinse i pugni - Ti sei presentato per l'ennesima volta a mani vuote! - continuò la donna - Ormai ho capito che non me ne faccio nulla di un incapace come te! - sollevò la mazza fino a farle sfiorare il soffitto ormai inesistente - Quindi è meglio che ti tolga di mezzo!- decise - O diventerò la feccia dei sette mari!
-NO! - la implorò Kodey coprendosi la testa con le mani - La prego! - ma lei lo ignorò e partì all'attacco.
L'altro ragazzo però, più svelto si mise davanti al ragazzino e si beccò lui la mazza in pieno capo.
-Ma cosa ... - esclamò Alvida mollando la sua arma.
Sia lei, sia Kodey erano rimasti allibiti di fronte quello strano ragazzo.
Infatti il bastone, non gli aveva fatto nulla se non ... abbassarlo ... come una molla. Si rimise in piedi tranquillamente massaggiandosi la testa e sistemandosi meglio il cappello. Si rivolse alla donna con sguardo cagnesco: - Le hanno mai insegnato che non si violentano mai i minori? - chiese- Eh, vecchia OBESA?
Se fosse stato possibile che Kodey diventasse ancora più bianco, fu quello che successe sul suo viso: - Ma sei ... impazzito? - balbettò con voce stridula.
-Stupido moccioso! - disse il capitano ora con sguardo più infuocato che mai - Come hai osato .. chiamarmi?
-Lo ripeto volentieri! - disse Harry tranquillamente incrociando le braccia - Cessa, obesa, decrepita e rompiscatole!
Alvida chiuse gli occhi e fece un mezzo sorriso. Riprese la sua clava e l'accarezzò come se fosse stato un cucciolo: - La mia mazza non ti ha fatto neanche un graffio - ragionò ad alta voce - E visto che questo è un fenomeno che raramente avviene, non può che significare una cosa - riaprì gli occhi- Devi essere stato colpito da una delle Folgori del Diavolo non è così? - Harry sorrise.
-Indovinato! La Folgore Gom Gom, mi ha colpito in petto e mi ha donato il tatuaggio dell'allungo - detto questo si sollevò la maglietta scoprendo il petto. Su di esso era raffigurato un insetto simile o ad una farfalla o ad una falena. E al di sopra dei capezzoli c'erano due uccelli: - I simboli dell'estensione- continuò rimettendosela apposto - e grazie a questi, ora ho la capacità di allungarmi a mio piacimento! Sono diventato di gomma! - in quel momento il suo collo si allungò sempre di più e sparì nel buco creato dal bastone: - UH - lo sentirono esclamare dal piano di sopra - C'è una scatola di manghi! - e il suo collo si riabbassò. Ora in bocca aveva un frutto, mangiato intero.
-Accidenti! - disse Kodey ad occhi così sgranati che sembravano voler esplodere da un momento all'altro.
-La folgore Gom Gom, dici? - sorrise Alvida - So io allora come farti a pezzi - e pigiò col pollice un pulsante sul manico della mazza, che in due secondi si ricoprì di spine d'acciaio.
-Oh! - sussultò Harry già captando il pericolo.
-PRENDI QUESTO! - il Capitano partì con un affondo, che però il ragazzo riuscì a evitare. Però il colpo non prese Kodey in pieno. Capendo che il ragazzino era in pericolo, Harry gli afferrò il braccio trascinandolo a sé - Reggiti! - gli ordinò stringendolo al petto con una mano, mentre l'altra si allungava verso l'alto. Trovò appoggio quando il braccio raggiunse il ponte di comando e prima che Alvida attaccasse ancora, si tirò all'insù usandolo come una corda. Lui e Kodey furono trainati verso l'alto come se fossero a cavallo e in breve si ritrovarono sul ponte.
-Evvai!- rise Harry divertito - Alla faccia tua, strega! - sfotté Alvida guardandola sotto i varchi da lei creati. Si voltò verso Kodey. Quel "trasporto" lo aveva traumatizzato ma non abbastanza da farlo parlare.
-T-t-tu ... sei ... di gomma?
-Esatto amico! - gli rispose alzando il pollice.
-Credo di sentirmi poco bene - e non aveva tutti i torti. Si portò una mano alla testa cercando di non svenire -Come fai ... a essere ...
-Te l'ho detto! Sono stato colpito da una delle Folgori del Diavolo - replicò Harry.
-Ma ... credevo fossero solo una leggenda ...
-Anche io. Finché non mi è capitato di passeggiare nel bosco quando il cielo era pieno di nubi nere e un fulmine mi ha centrato in pieno. Ma come vedi sono ancora vivo. E' fantastico possedere il tatuaggio dell'allungo. L'unico difetto è che ho perso la capacità di nuotare.
-Sì ... me l'hanno detto ... - disse il ragazzino- che chiunque venga colpito da una Folgore del Diavolo, affoga al solo contatto con l'acqua.
-Proprio così - Harry si guardò intorno. Scorse gli uomini di guardia ancora legati come salami e chiese: - Cosa è successo qui? - ad uno di loro.
-Siamo stati attaccati ... - rispose lui tossendo gocce di sangue. Doveva aver ricevuto un pugno molto violento - Da quei ... pirati.
-Cosa? - esclamò il ragazzo con occhi illuminati - Ci sono dei pirati? Dove? Dove? Dove?
-Sei impazzito? - esclamò Kodey uscendo dallo stato di shock e rendendosi conto della situazione - Non ti rendi conto di chi hai appena ... sfidato ...? - balbettò guardando nel varco - Il Capitano Alvida! Ora che l'hai fatta arrabbiare non te la farà passare liscia! Devi scappare! O ti farà a fettine!
-Ah, intendi la grassona di poco fa? - chiese Harry - Ma se non riesce neanche a tenere in mano una mazza! - rise.
-Non è uno scherzo! Se perde il controllo della violenza, distrugge tutto e tutti! Ti prego scappa! - a quel punto Harry gli diede una piccola pacca sulla testa - Ahi! Perché mi hai colpito?- domandò massaggiandosela.
-Per darti una calmata! - spiegò il ragazzo - Ti comporti come se avessimo a che fare con chi sa chi!
-Mi agito quanto basta! Quella donna ... è molto temuta nel mare orientale ... può diventare una belva, volendo!
-Fai parte del suo equipaggio se ho capito bene ...? - a quella domanda Kodey abbassò lo sguardo rattristato.
-Ecco ... non ... esattamente ... - si rimise in piedi e andò a sedersi vicino la ringhiera, abbastanza lontano dal buco nel pavimento. Harry lo raggiunse e gli si mise al fianco - Vedi ... - continuò lui - è stato un brutto scherzo del destino - chiuse gli occhi - è successo due anni fa - cominciò a raccontare - Vivevo in un istituto dato che sono orfano. Un giorno andai a pescare allontanandomi un po' troppo dalla riva, ma sono stato catturato dagli uomini di Alvida e da allora mi ritrovo a fare il mozzo per lei. Ma ... come hai notato ... non ho un cuore di Leone. Se non faccio quello che mi dicono, mi ammazzano.
-Scusa, perché non sei scappato?
-Tu non capisci ... al solo pensiero che il capitano mi scopra ... sono terrorizzato ...
-Beh, a essere sincero ti invidio.
-Cosa? Perché?
-Perché fai parte di una ciurma di pirati forti e coraggiosi. Io invece non ho neanche un membro nella mia ciurma.
-Come? Vuoi formare una ciurma? Perché?
-Mi sembra di avertelo già detto - esclamò Harry fiero - Perché un giorno voglio diventare il Re dei Pirati!
-COSA? - urlò Kodey - Ma ... ma,ma io pensavo stessi scherzando prima ...
-Non sto affatto scherzando - e il suo tono era più serio che mai - è il mio sogno da quando ero piccolo. Ma per farlo dovrò trovare uomini arditi, intrepidi e senza paura che si uniranno a me. E poi salperemo all'avventura!
-Devi essere fuori di testa!- disse Kodey tremante - Lo sai che  ottenere quel titolo significa avere il controllo di tutto il mondo? E poi dovrai trovare  ... il leggendario tesoro del Re dei Pirati , morto tempo fa ... vuoi impossessarti dello One Piece???
-Proprio così! Un giorno troverò il Grande Tesoro One Piece e sarò il successore di Gord Rogers!
-Ma come, proprio così? Tutti i pirati del mondo lo stanno cercando!
-Includi anche me!
-No ... tu sei pazzo ... non è possibile ... sei un ragazzo che all'apparenza ... è così fragile ... no è ridicolo! - si beccò un'altra panata sul capo - Ahi! E questo perché?
-Per calmarti - ripeté Harry per la seconda volta. Poi sospirò: - Non centra se ce la farò o meno. E' ciò che voglio.  - si tolse il copricapo beige e lo guardò come se si trovasse di fronte una persona a lui cara - inoltre ho una promessa da mantenere. E se morirò cercando di realizzare la mia ambizione... mi andrà bene lo stesso! - Kodey lo guardò ammirato.
-Non ho mai visto ... uno così determinato ... - commentò Kodey ad alta voce.
-Già - sorrise Harry rimettendosi il cappello in testa - Scusa, ma ora vado a cercare una scialuppa - si alzò e cominciò a perlustrare il ponte e a chiedere agli uomini senza preoccuparsi che fossero legati.
Kodey guardò per terra e poggiò la testa sulla spalla. Aver visto come quel ragazzo aveva affrontato la donna che da sempre lo tormentava e dopo aver osservato con quanta convinzione era deciso ad affrontare mille pericoli solo per realizzare il suo sogno, gli fece tornare in mente un desiderio che anche lui tanto ambiva.
-Magari potrei provarci ... - disse sottovoce. Poi l'alzò e chiamò: - Harry? - lui fermò la sua ricerca.
-Sì?
-Secondo te ... - trasse un profondo respiro e sputò il rospo. Non l'aveva mai detto a nessuno prima. Ma ormai Harry gli ispirava molta fiducia - Ho qualche possibilità di arruolarmi nella marina militare? - alzò lo sguardo - Ho sempre sognato di diventare il comandante di gente fiera e intelligente. Non ricordo molto dei miei genitori. Ma una cosa la rammento: Mio padre era il primo ufficiale di un'armata valorosa e potente che ha catturato più di duecento pirati.
-Che forza! - rise Harry - Beh, a occhio e croce non sei il coraggio fatto persona. Però ti ci vedo come ufficiale - rispose alla fine - Ma se diventerai un militare, dovremo essere nemici! Tu sarai il cacciatore e io la preda. Infondo sono un pirata - disse scherzosamente - ad ogni modo spero che il tuo sogno si avveri!
Kodey lo guardò radiosamente. Aveva avuto un incoraggiamento! Nessuno gliel'aveva mai fatto prima. Ora era determinato come Harry a realizzare il suo sogno e per farlo era pronto a combattere anche contro il temerario capitano Alvida. A proposito di lei: sbucò all'improvviso dal varco e si diresse verso di loro tenendo la mazza ben tesa: - ORA VI FACCIO VEDERE IO! - gli minacciò.
Il ragazzino gridò: -PRESTO HARRY! DOBBIAMO SCAPPARE! - lo prese per mano e fece per tirarlo via, ma il ragazzo restò e aspettò che la donna arrivasse. Lei intanto aveva chiamato a raccolta i suoi uomini, che l'avevano raggiunta e stavano per eseguire l'ordine di eliminare quelle due "canaglie".
Harry allora si preparò. Mise le dita a cerchio come prima: - Preparatevi! - annunciò ai suoi avversari per poi pronunciare: - Gom Gom Gatling Gun! - il suo petto si illuminò e cominciò a mandare raffiche di pugni a non finire. Sembrava possedere cinquecento mani, quando in realtà erano sempre le stesse solo ripetute mille volte. I colpi centrarono tutti gli uomini di Alvida, inclusa lei che finì all'indietro. Era un attacco molto potente, ma aveva effetti brevi. Consapevole di questo, Harry prese Kodey per mano: - Andiamocene, prima che si riprendano. Hai visto una scialuppa qui da qualche parte? - il ragazzino scosse la testa.
-Però ... ce n'è una bella grossa ... sulla nostra nave - si ricordò poi.
-Benissimo! - disse Harry - Tieniti allora - e allungò di nuovo il braccio in modo tale da aggrapparsi all'albero maestro della nave di Alvida. Stringendo l'amico sottobraccio si lasciò andare e i due furono trainati violentemente sul ponte della seconda nave. Fu un impatto un po' violento. Almeno per Kodey che fece fatica a rimettersi in piedi.

-Ecco una barca finalmente! - disse Harry indicando un gondola ormeggiata sulla prua - Dai vieni - disse incitando l'amico a salirci a bordo.

-Cosa?- esclamò - Vuoi che venga con te? Ma io ... non voglio essere un pirata ...
-Infatti non sei obbligato a diventare un membro del mio equipaggio - lo tranquillizzò l'amico - però se vuoi arruolarti nella Marina Militare non devi restare su questa nave, non trovi?
Per la prima volta, dopo tanto tempo, Kodey ebbe il coraggio di sorridere. Quel ragazzo gli stava offrendo la possibilità di fuggire per sempre dalle grinfie di quella orribile creatura e realizzare il proprio sogno. Non dovette nemmeno esitare per dare una risposta. Tolse il telo della scialuppa e impugnò i remi.
-NON COSI' IN FRETTA! - disse all'improvviso una voce femminile.
Con orrore i due si voltarono e videro che la donna era ritornata sulla sua nave.
-Ancora tu!? - sbuffò Harry seccato.
-NON MI SFUGGIRETE TANTO FACILMENTE! - gridò lei cominciando a maneggiare con la mazza. I due fecero in tempo ad abbassarsi e questa passò loro sopra senza neanche sfiorarli.
-Adesso mi hai davvero rotto - disse Harry. E prese ad affrontarla dandole infiniti pugni e colpendola soprattutto alla pancia. Lei si difendeva con il bastone e riuscì a graffiargli il braccio con le lunghe unghie laccate di rosso. Ma non fu questo a fermare il ragazzo di gomma. Infatti balzò in alto e riatterrò allungando il piede e dando un calcio in piena faccia ad Alvida, che lasciò andare la mazza.
-KODEY! - gridò lei facendo sobbalzare il ragazzino - TI ORDINO DI PORTARMI LA MAZZA!
Lui sbiancò e cercò di nascondersi di più nella scialuppa. Aveva sopportato quelle gridate e quegli ordini per due anni. E non aveva mai protestato - SUBITO KODEY! - ma adesso aveva la possibilità di cambiare. Di realizzare il suo desiderio. Di scappare ed essere felice. Non sarebbe certo stata una vecchia montata come lei a fermarlo.
-SCORDATELO VECCHIA OBESA! - strepitò finalmente dando libero sfogo a ciò che voleva dirle da tempo.
Harry si mise a sghignazzare mentre la donna divenne rosso fuoco: - Che cosa hai osato dirmi?
-LO RIPETO!- continuò Kodey con le lacrime agli occhi - SEI LA CREATURA PIU' DISGUSTOSA DEL MONDO E NON VOGLIO PIU' OBBEDIRTI! IO MI ARRUOLERO' IN MARINA E TI CATTURERO' BRUTTA CESSA!
Alvida divenne la rappresentazione umana della rabbia. Tirò fuori dalla cintura una pistola e la puntò verso il ragazzino: - SEI MORTO, SGORBIO! - Kodey gridò e cercò di indietreggiare ma sarebbe piombato in acqua.
Il grilletto fu premuto.
-Fermo! - disse Harry mettendosi davanti. E incredibilmente ... il proiettile gli rimbalzò sopra senza ferirlo.
-Ma cosa diavolo ... - esclamò il capitano restando scioccata.
-Te lo ripeto - disse il ragazzo che aveva di fronte - Sono di gomma! I proiettili mi fanno il solletico - detto questo caricò il pugno - e ora pagherai per ciò che hai fatto al mio amico Kodey! GOM GOM PISTOL! - e le diede un pugno all'insù sul mento talmente feroce da scaraventarla lontano. Verso l'orizzonte del mare. E l'ultima cosa che si sentì di lei fu un urlo e una bestemmia.
-Incredibile! - dissero i suoi uomini guardando a bocca aperta il cielo dov'era sparita - E' riuscito a sconfiggere il capitano! Nessuno c'era mai riuscito prima d'ora!
Harry si ripulì le mani sul vestito, si sistemò meglio il cappello e si rivolse agli uomini: - Voi! - loro impallidirono - Passatemi un coltello! Subito! Devo tagliare le funi della scialuppa così io e Kodey potremo andarcene.
Timorosi di fare la stessa fine del loro capo obbedirono e gli lanciarono una spada molto affilata: - Vi ringrazio - disse il ragazzo - e ora lasciatevi consigliare - continuò poi mentre risaliva sulla barca - trovatevi un altro capitano - strofinò la lama sulle corde che li tenevano ancorati alla nave e precipitarono in mare. Una volta lì cominciarono a remare, allontanandosi sempre di più fino a sparire a vista: - Ecco fatto - disse Harry dopo che le due navi furono sparite - adesso puoi realizzare il tuo sogno. E io il mio.
Kodey stava ancora piangendo, ma non per la paura di ritrovarsi con un proiettile in testa, ma dalla gioia di essere finalmente libero: - Io ... non so come ringraziarti, Harry.
-Figurati, amico! - rise passandogli un remo - Ora aiutami a remare, però.
-Dove siamo ... diretti? - chiese tirando su col naso e asciugandosi gli occhi.
-In una base militare - rispose l'amico - se vuoi arruolarti ti dovrai presentare e dimostrarti forte, determinato e pronto a rischiare la vita per la giustizia. E io invece partirò alla ricerca di un equipaggio.
-Sai ... se stiamo cercando una base militare, ricordo che ieri, ci siamo passati di fronte con la nave di Alvida per racimolarci le provviste. Credo che non sia molto distante. Ma dobbiamo seguire la corrente opposta, credo.
-Molto bene. Allora andiamo verso Sud, giusto?
-Esatto.
-Perfetto - e mentre presero a remare, Kodey non finì il racconto.
-Sai, durante quella sosta, ho avuto l'occasione di sentire dal venditore di frutta una notizia davvero sconcertante!
-Davvero? Quale sarebbe?
-Pare che il comandante della base dove siamo diretti, il grande Ammiraglio Morrigan, abbia da poco catturato e fatto prigioniero il famigerato cacciatore di pirati Louis!
-Come? Un cacciatore di pirati? E chi sarebbe?
-Cosa? - esclamò il ragazzino - Non conosci Louis? Possibile?
-Possibilissimo. Però sono curioso. Dimmi chi è.
-E' ... un ragazzo terribile ... un vero mostro ... è uno spadaccino che combatte con tre spade e diventa una furia quando qualcuno lo sfida ... alcuni sostengono sia una bestia intrappolata in un corpo umano.
-Ah - disse Harry molto interessato - quindi è forte.
-Altroché! Ha catturato un sacco di pirati facendoli fuori in un colpo solo! - deglutì Kodey.
-Sai se è anche coraggioso?
-Stai scherzando? Ha affrontato i demoni del mare per mangiarli a colazione! Per me è l'essere più valoroso che esista - cambiò improvvisamente espressione - scusa, perché me lo hai chiesto?
-Beh - rispose Harry - se è in gamba, lo volevo come compagno.
-Co ... co ... COSA? - strillò Kodey barcollando e facendo oscillare la scialuppa - Ma tu sei pazzo! Stai di nuovo parlottando cose senza senso. ... Ahi! E ora perché mi hai colpito?
-Non farmi sempre la predica - disse Harry sorridendo e guardando all'orizzonte - Piuttosto continuiamo a remare. Sono curioso di conoscere questo temuto cacciatore di pirati!

TO BE CONTINUED

  
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