Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Nana_Hale    03/11/2014    1 recensioni
Per un errore di Tony, il temibile e incontrollabile Ultron pende vita portando distruzione e morte. Gli Avengers non mostrano rabbia nei confronti di Tony, almeno non tutti. E quando Thor perde il controllo aggredendo Tony, è Steve a salvarlo e ad aiutarlo ad abbandonare il senso di colpa confessandogli qualcosa che nemmeno lui sapeva di provare.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sky & Sea
 
"Ti ho detto... di lasciarlo andare."
La voce di Steve Rogers si fece gelida, quasi crudele, pervasa da una rabbia che perfino Thor percepì fin dentro le ossa.
Mollò la presa sul collo di Tony Stark che cadde a terra a carponi con un tonfo sordo e iniziò subito a tossire con violenza portandosi la mano sul petto per calmare il cuore.
Thor si voltò di scatto verso Steve e rimase a fissarlo negli occhi per quasi un minuto prima di girarsi e andarsene indignato e infuriato gettando un urlo alle sue spalle.
"TUTTO QUEL SANGUE E' SULLE TUE MANI, STARK!"
Si sentì il rumore della porta sbattere tanto forte da rischiare di frantumarsi e, dopo un lungo silenzio, Bruce si fece avanti abbassandosi verso Tony.
"Dottor Banner."
Ma immediatamente Steve lo fermò; alzò lo sguardo incrociando il suo e, senza bisogno di parole, capì cosa doveva fare. Si risollevò e, scambiato cenno del capo con il Capitano, fece segno a Natasha e Clint di seguirlo fuori.
I due obbedirono senza fare domande e tutti quanti uscirono a passo svelto lasciando i due uomini da soli.
Da quando il gruppo si era riunito i rapporti si erano da subito ben definiti, e tutti avevano capito immediatamente che qualcosa, di molto profondo e inspiegabile, legava indissolubilmente Steve e Tony. Tutti tranne i due diretti interessati.
Come se in un tempo o in un luogo lontano qualcosa avesse separato due pezzi dello stesso disegno e ora i due pezzi si fossero ritrovati.
Un silenzio innaturale calò nel laboratorio, spezzato dagli ansimi e dai colpi di tosse che Tony tentava in ogni modo di calmare e reprimere, ma senza molto successo.
Steve si piegò su un ginocchio arrivandogli accanto e, con infinita delicatezza, gli posò una mano sulla spalla; ma, quel tocco, non sortì l'effetto da lui sperato, poiché una serie di soffocati singhiozzi, incastrati fra una risata e un pianto, uscirono dalla bocca di Tony, che sembrava rifiutarsi di alzare lo sguardo verso di lui.
"Ha ragione... hanno tutti ragione..."
La voce gli uscì a fatica, ancora roca e disturbata e Steve ci mise qualche istante per captare tutte le parole.
"Tony, non-"
"Ah! Ti prego, risparmiatela! Credi che non veda come mi guardate?"

Pian piano la voce sembrò tornare normale anche se ogni tanto grattava per lo sforzo.
"Ma è giusto. Sono io quello che ha causato tutto questo."
Cercando di riprendere il controllo del suo corpo e del respiro, Tony sollevò un braccio allontanandosi dalla presa di Steve e si aggrappò al tavolo da lavoro tirandosi pian piano in piedi.
Steve si risollevò velocemente e aspettò senza dire nulla, senza provare ad aiutarlo, sapendo bene che avrebbe solo scatenato in Tony una reazione ancora più carica di rabbia. Fece uno sforzo immenso a non correre a sorreggerlo, a non muoversi dal suo posto e a guardarlo arrancare contro la tavolo, con il respiro spezzato e il corpo ancora piegato dallo shock e dal dolore.
Quando finalmente Tony arrivò a mettersi in piedi nemmeno si voltò; rimase con la schiena rivolta verso Steve che, però, non si diede per vinto.
"Sì, è stata colpa tua. Ma puoi sempre rimediare ai tuoi errori, Tony, possiamo-"
"FALLA FINITA!"

Tony urlò, voltandosi di scatto e scaraventando giù dal tavolo con una manata i pezzi di armatura che vi stavano sopra.
"DEVI SMETTERLA HAI CAPITO??? NON MI SERVE UN'ALTRA PERSONA DA DELUDERE COME HO DELUSO TUTTI QUELLI DI CUI MI E' MAI IMPORTATO QUALCOSA! NON NE HO BISOGNO!"
Steve quasi sussultò facendo un passo indietro ne vedere Tony venire verso di lui, teso da una rabbia che mai gli aveva visto addosso. 
Rabbia verso Ultron.
Rabbia verso quello che aveva fatto.
Rabbia verso se stesso.
"COSA DOVREI FARE EH? ANDARE LA FUORI A FARMI AMMAZZARE? O PEGGIO, A FAR AMMAZZARE TE???"
Ma nessuna rabbia verso di lui.
Gli occhi di Tony erano puntati nei suoi, arrossati, pieni di un dolore che avrebbe potuto schiacciargli il cuore da un momento all'altro, soli.
"COSA DIAVOLO CI FAI QUI?! PERCHE' NON MI LASCI IN PACE!! PERCHE'???"
Tony fece un altro passo verso di lui arrivandogli a meno di mezzo metro di distanza, ma lui non si mosse. La sua mandibola si tese tanto da potersi spezzare e il suo respiro si fece così pesante da fargli male ai polmoni.
Tutta la sua forza sembrava sbriciolarsi di fronte allo sguardo così penetrante, sofferente e solo di Tony che continuava ad avvicinarsi a lui urlando più che poteva, mentre la sua voce si sforzava di reggere il peso della sua rabbia.
"AVREI DOVUTO MORIRE IN QUEL PORTALE NELLO SPAZIO!!!"
Con uno scatto incontrollabile, Steve alzò le mani e afferrò Tony per i bicipiti, sollevandolo praticamente di peso e spingendolo indietro con quasi tutta la sua forza.
Preso alla sprovvista, Tony non riuscì a reagire; le sue gambe colpirono la scrivania spostandola da parte e sentì Steve spingere il suo corpo ancora più indietro, fino a farlo picchiare violentemente con la schiena contro la parete del laboratorio, che vibrò per l'urto.
"ORA BASTA!"
Gli urlò in faccia Steve stringendo tanto le sue braccia da fargli quasi male.
Poi la sua voce si abbassò tanto da finire per essere solo un potente sussurro, sibilato a denti stretti con tanta intensità da ferire il cuore.
"Ho fatto cosi tanti errori nella mia vita, errori che mi hanno portato a perdere ogni cosa a cui tenessi."
"Abbiamo perso tutti delle persone che amavamo, non farmi la predica e levami le mani di dosso!!!"

Tony, ancora sorpreso dalla reazione di Steve, adeguò la sua voce a quella del Capitano agitandosi per tentare di liberarsi dalla sua presa salda e robusta.
"HO PERSO TUTTO!!!"
Urlò di nuovo per un attimo, scuotendo Tony facendolo leggermente sbattere di nuovo con la schiena contro la parete, che si zittì all'istante.
"Ho perso tutto! E mi sono ritrovato in un luogo in cui non c'era niente per me! NIENTE!!!"
E ora era lo sguardo si Steve ad essere pervaso da una rabbia che fece paralizzare Tony. Non lo aveva mai visto così, non lo aveva mai sentito confessare una cosa tanto dolorosa e privata a nessuno e, per un attimo sentì svanire quel senso di solitudine che fino a poco prima lo schiacciava come un'ombra nera sulla sua anima. 
"Io non avevo più niente..."
Non c'era tristezza nella sua voce. Non un'ombra di pietà o rimorso, ma solo la dura consapevolezza oramai accettata.
"...poi, tu mi hai dato una casa..."

Guess it's true, I'm not good at a one night stand

"...ora ci sei tu nella mia vita."
Quelle semplici parole uscirono dalla bocca di Steve quasi come una domanda, come se lui stesso fosse stupito di ciò che si era appena accorto di aver dichiarato.
Come se, in quel momento, si fosse accorto di quella verità che si era dischiusa nel suo cuore come un fiore che si apre solo nelle notti più buie.
E la stessa strana confusione sembrava intrappolata anche nella voce di Tony, che, quasi senza volerlo, rispose immediatamente.
"E tu... nella mia."
Ansimavano pesantemente l'uno vicino all'altro; gli occhi legati in uno sguardo così intenso da potergli permettere di leggersi fin dentro l'anima.


But I still need love 'cause I'm just a man

Capivano così tanto l'uno dell'altro pur conoscendosi così poco.
Bastava che si guardassero negli occhi e ogni pensiero prendeva immediatamente forma, senza il bisogno di nessuna spiegazione o singola parola.
E quando arrivava il momento sapevano esattamente cosa dire e come dirlo per scatenare nell'altro ogni emozione, più forte e più violenta di quanto avessero mai provato.
Eppure avevano capito di non andare d'accordo dalla prima volta in cui si erano visti.
Allora perché non riuscivano a stare lontani? Perché nonostante non riuscissero a sopportarsi, qualcosa, come una forza magnetica instabile e troppo potente da essere contrastata, li attirava sempre l'uno verso l'altro?
"Perché...?"
Dando corpo alla tempesta di pensieri che stava travolgendo la loro mente, Tony parlò con un filo di voce mentre i suoi occhi iniziarono a lasciarsi rapire dai lineamenti del viso di Steve: la linea del naso, gli zigomi morbidi, la mandibola definita come marmo, e le labbra dischiuse e gli occhi. Occhi di ghiaccio, ma un ghiaccio privo di gelo, poiché la dolcezza e il calore del suo stesso sguardo lo scioglievano completamente.
"Non lo so..."

These nights never seem to go to plan

Rispose Steve mentre la sua presa sulle spalle di Tony si allentava trasformandosi da quella morsa violenta che era in un delicato sostegno, una preziosa carezza.
"Ma mi va bene così..."
Un'espressione carica di serietà si impossessò del volto di Steve e Tony capì, senza bisogno che aggiungesse nessuna parola.
Non era solo.
Non lo sarebbe mai stato finché Steve sarebbe stato con lui.
Sentì le mani di Steve allontanarsi dalle spalle e, istintivamente, sollevò una mano e afferrò la sua, tenendola premuta contro il braccio.

I don't want you to leave, will you hold my hand?

E, in quel momento, si sentirono entrambi come rapiti da qualcosa che li fece rabbrividire. La consapevolezza di appartenersi, non solo in questa vita, in questo, luogo o tempo. Di appartenersi in ogni realtà o piano del destino esistente al mondo.

Won't you stay with me? 'Cause you're all I need.

"Siamo talmente simili noi due..."
Disse Tony stringendo la presa sulla mano di Steve mentre i loro respiri non accennavano a volersi calmare.
"Cielo... e mare..."
Rispose Steve mentre il suo viso si avvicinava a quello di Tony, attratto da qualcosa che non riusciva a comprendere. Ma non gli importava.
Di appartenersi come il cielo e il mare, per sempre separati da un orizzonte quasi invisibile.
Di appartenersi ma di non potersi toccare...
"Così vicini..."
...o forse sì...
"...eppure così lontani..."
Concluse in un sussurro Tony, rubando le parole dalle labbra di Steve appena prima che sfiorassero le sue.
Entrambi chiusero gli occhi, rimanendo immobili per un lungo minuto, ascoltando i potenti battiti dei loro cuori, sentendo i loro nasi sfiorarsi e i respiri caldi l'uno sulla bocca dell'altro, mentre quella linea d'orizzonte fra cielo e mare sbiadiva con le luci del tramonto e scompariva pian piano nella notte.

Darling, stay with me...

_______________________________________________________________________________________________________________
L'uscita del trailer e della clip di Avengers: Age of Ultron mi ha fatto rinascere in me il desiderio di scrivere dell'amore di questa mia OTP del cuore: la Stony.
Spero vi sia piaciuta questa piccola fic scritta di getto ( ci saranno di sicuuuuuuuuro degli errori, me lo sento, ma abbiate pietà!)
Oh, la canzone è "Stay with me" di Sam Smith, ascoltatela perchè è stupenda.
Un bacio!
Nana

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Nana_Hale