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Autore: Yasha 26    04/11/2014    13 recensioni
(Attenzione: linguaggio “colorito” e tematiche delicate come violenza, alcool e droga. Nulla di chissà che, ma ci tenevo a precisarlo prima che iniziaste a leggere)
***
Fino a qualche mese fa credevo sarei stata felice con l’uomo che amavo. Invece ciò non è accaduto.
La sera che avrebbe dovuto essere la più bella della mia vita, quella che sognavo da anni, è diventata un incubo che mi tormenterà per sempre.
Vedere i tuoi occhi, riflesso dei suoi, sarà la mia punizione. Già, perché ciò che è accaduto lo devo solo alla mia stupidità.
Eppure non ho avuto il coraggio di rifiutarti. Tu non hai colpe.
Spero solo riuscirai a perdonarmi quando saprai la verità, ciò che mi è accaduto quella sera…quando tutto è cambiato.
***
NB: al capitolo 10, Regali di Natale, si ricollega un extra dal rating rosso, dal titolo "W.E.C. EXTRA: Regali di Natale" che trovate a questo indirizzo -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2846837
STORIA IN REVISIONE
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ricordo che questa storia è coperta dal diritto d'autore, pertanto è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a citazioni, estratti, personaggi da me inventati. Occorre pertanto l'autorizzazione espressa, scritta e sottoscritta dall'autrice.
In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.

 


 
- Vuoi il divorzio? Perché? - chiedo il lacrime
Tutto questo non mi sembra reale. Non posso davvero trovarmi in questa situazione assurda!
- Perché ho capito che avevi ragione. Il nostro matrimonio è stato un’imposizione di tuo nonno, non una nostra scelta. Non ci amavamo quando ci siamo sposati. -
- Ma io ti amo adesso! Non conta nulla per te? -
- Certo che conta, ed anche io ti amo più della mia vita Kagome, ma questo matrimonio inizia a starmi stretto. Per questo voglio che firmi, così potremmo essere liberi da questo legame forzato. - afferma serio, dandomi l’ennesima pugnalata al cuore
- Libero? Vuoi essere libero? È per questo che lo fai? E fammi indovinare…vuoi essere libero per risposarti, non è così? - chiedo infuriata, oltre che delusa
- Ovviamente. - risponde semplicemente
“Ovviamente”! Certo…immagino anche con chi a questo punto! Quella maledetta! E ha avuto pure il coraggio di negare!
Mi alzo come una furia dal divano, ignorando le fitte di dolore alla schiena, dirigendomi verso la scrivania, dove firmo i documenti per il divorzio. Se è questo che vuole l’avrà, ma non dovrà mai più cercarmi per il resto della sua vita!
- Ecco! Tieni la tua libertà! Auguri e figli maschi con quella sgualdrina! - urlo tirandogli in faccia i fogli, per poi spalancare la porta e andarmene
- Aspetta! Dove stai andando? - mi blocca prendendomi per un braccio
- A casa mia! Lasciami! - strillo, attirando l’attenzione dei camerieri che passano lì vicino
- Non credo proprio! Non abbiamo ancora finito! - afferma ritrascinandomi dentro l’ufficio
- Che accidenti vuoi ancora? Hai voluto il divorzio? L’hai avuto, ora sei libero, quindi lascia libera anche me e fammi tornare a casa da mia figlia! - esplodo ormai in preda all’ira
- Non ci penso proprio e poi dobbiamo ancora parlare! E comunque voglio sapere a che ti riferivi prima con “auguri e figli maschi con quella sgualdrina”-
- Hai pure il coraggio di chiedermelo? Mica sono scema! Hai detto che vuoi essere libero per risposarti, quindi, a meno che non ti sei trovato un’altra, vuoi sposarti con Ruri. Non ci vuole un genio per capirlo! -
- Ruri? Ma che hai capito stupida? Mi sono perfino scordato dell’esistenza di quella! Se prima imparassi ad ascoltare fino in fondo invece di trarre subito conclusioni affrettate, adesso sapresti che non è certo lei che voglio sposare! - dichiara arrabbiato
- Ah sì? E sentiamo…chi sarebbe “la fortunata” allora? - chiedo, anche se non potrebbe importarmene più di tanto
- Tu, stupida! - mi urla in faccia, facendomi quasi sussultare
Eh?
- Io? Mi prendi in giro? Eravamo sposati fino a cinque minuti fa, finchè non mi hai fatto firmare il divorzio! Smettila di dire scemenze! -
- Sei dura di comprendonio accidenti! - afferma prendendo una scatola dalla tasca dei pantaloni
- Volevo farlo diversamente, non certo mentre ci urliamo contro, ma tu non mi lasci parlare! Ti ho chiesto il divorzio così da essere liberi e chiederti di mia libera scelta, senza nessuno che ci costringa: mi vuoi sposare? Adesso siamo solo tu ed io, senza nessuno che ci obblighi. Vuoi SCEGLIERE di diventare mia moglie Kagome? - mi chiede sottolineando la parola scegliere e mostrandomi il contenuto della scatola, firmata Cartier
È un solitario, con un grosso diamante rettangolare al centro, incastonato tra dei decori che sembrano due petali che sorreggono il diamante, con altri minuscoli cristalli a contornare l’intera fascia. Rimango incantata a guardarlo, senza parole, non per l’anello in sé, ma per il gesto, che fatico ancora a capire.
- Rimani senza parole proprio adesso che devi darmi una risposta? - incalza lui, notando il mio silenzio
- I…io non… non capisco. Mi hai chiesto il divorzio…per sposarmi di nuovo? - balbetto incredula
- Ovvio che sì! Mica perché voglio lasciarti! C’ho pensato tanto in questi giorni e ho capito che hai ragione, anche se l’hai detto in modo abbastanza contorto. Per una coppia che si ama, festeggiare il giorno del matrimonio è molto importante. Non essenziale per carità, ma se possiamo permettercelo perché non farlo? Il nostro matrimonio è stato un giorno per niente felice, soprattutto per te, che hai pianto come una fontana per la disperazione.  Per me invece è stato un simbolo di redenzione, ma non certo di amore. Per questo voglio cancellare del tutto quel giorno, per crearne uno nuovo, tutto nostro, festeggiando come la vera coppia innamorata che siamo. -
Ascolto la sua spiegazione più sconvolta che mai. Non avrei certo pensato a questo risvolto pochi minuti fa. Ritorno a piangere come una bambina, ma stavolta fiondandomi tra le sue braccia.
- InuYasha! - riesco solo a dire, mentre mi lascio andare ad un pianto nervoso ed irrefrenabile, tanto che i singhiozzi iniziano a farmi mancare il respiro
Ciò che provo adesso non riesco nemmeno a descriverlo. Provo sollievo nel sapere che non vuole lasciarmi, ma il dolore di prima non mi ha del tutto lasciata. Mi ha scombussolata troppo tutto questo. Le gambe mi cedono, ma lui mi regge subito.
- Kagome, tutto bene? - mi chiede preoccupato, portandomi sul divano
- Non proprio. - fatico a dire
- Aspettami qui! Non muoverti capito?! - mi ordina prima di uscire dall’ufficio per andare chissà dove
Non muoverti dice…e chi ne ha la forza! Mi sento la testa come se fosse vuota, come se galleggiassi.
Ritorna subito con un bicchiere d’acqua in mano.
- Ce la fai a sollevarti? - chiede, aiutandomi a mettermi seduta
- Sì…-
- Bevila tutta, ti sentirai meglio. - dice passandomi il bicchiere
Ne sorseggio un po’, ma ho quasi voglia di sputarlo.
- Ma che roba è? - chiedo disgustata
- Acqua, zucchero e un pizzico di sale (*). -
- Ma che schifo! -
- Buttalo giù e basta! Avrai avuto un calo di pressione. -
Bevo quest’intruglio nauseante il più velocemente possibile, ma devo ammettere che in pochissimi minuti mi sento già meglio.
- Come va? Passato? - chiede prendendomi il polso e controllando le pulsazioni
- Sì, grazie. Ora sto decisamente meglio. -
- Mi hai fatto preoccupare. - sospira rasserenato
- Ma senti te che mi devo sentir dire! Prima mi fai quasi venire un colpo e poi dici che ti eri preoccupato? Ringrazia che non ti sia schiattata qui in ufficio piuttosto! Mi hai fatto stare malissimo, stupido idiota! - impreco dandogli un colpo di cuscino
- Non distruggermi il divano! Comunque la colpa è anche tua che non mi hai fatto finire di parlare! -
- Ma dopo il tuo comportamento degli ultimi giorni che altro volevi che pensassi, eh? È logico abbia pensato che volessi lasciarmi davvero. Potevi anche essere più delicato nel dirmelo! -
- Ok ok è vero! Ma non immaginavo certo l’avresti presa tanto male, pensando addirittura volessi sposare un’altra  al posto tuo! -
- Avresti pensato lo stesso se le cose fossero state inverse! E poi non serviva tutta questa farsa, avremmo semplicemente potuto rinnovare i voti. Anzi, volevo chiederti proprio questo settimane fa, ma poi quello che è successo me lo ha impedito. - sbotto infuriata per le pene inutili che mi ha dato in questi giorni
- Quindi è una cosa che pensavi già da parecchio quella del matrimonio…- mi fa notare
- Dal giorno del matrimonio di Sango e Miroku per la verità. Ammetto di averli invidiati molto. - confesso dispiaciuta
- Ora non dovrai più invidiarli. Quando il divorzio sarà effettivo potremmo organizzare il matrimonio dei tuoi sogni, amore mio. - ripete abbracciandomi
- A me basta avere l’uomo dei miei sogni accanto, ma grazie per il gesto,  anche se hai seriamente rischiato di rimanere vedovo più che divorziato. - ironizzo più tranquilla
- Che significa? - chiede preoccupato
- Nulla…era tanto per dire. -
- Invece non credo! Sputa il rospo! - insiste
- Ma nulla, davvero! Era per dire che stava per venirmi davvero un colpo dal dispiacere e dal dolore. Tutto qua. - preciso più chiara
- Mi dispiace. Ecco un altro motivo per cui sentirmi in colpa, dannazione! Non era certo così che immaginavo le cose. -
- E che ti aspettavi? Che sarei stata felice vedendo quei fogli? -
- Certo che no, ma non credevo nemmeno la prendessi così male. Nei miei piani, stupidi per altro, me ne rendo conto adesso, immaginavo di dirti che volevo il divorzio, tu avresti firmato dopo qualche lacrima e poi ti avrei subito stupita con la proposta. Ma quello preso alla sprovvista sono stato io quando hai creduto lo facessi per sposarmi con un’altra. A quest’ ipotesi non avevo proprio pensato. Scusami. - mi spiega mortificato
- Lascia stare, ormai è andata così. Ma la prossima volta che vuoi farmi una sorpresa cerca di non farmi morire di crepacuore, soprattutto se sono incinta, e con una gravidanza a rischio per giunta. - preciso accigliata
- Hai ragione. Sono il solito coglione. Comunque…sai che non mi hai risposto? -
- A cosa? - chiedo perplessa
- Come a cosa? Ti ho chiesto di sposarmi, ma non hai risposto! -
- Ah…è vero. Sarei tentata di dirti no dopo quello che hai combinato in questi giorni. Mi hai davvero ferita. -
- Ma tu… non hai intenzione di rifiutare, vero? - chiede sbiancando
Oh…guardalo com’è preoccupato che rifiuti, ora che ho firmato quelle carte! Quasi quasi mi prendo una piccola rivincita!
- Non so, dovrei pensarci…- fingo seria, come se fossi indecisa
Mi guarda un attimo perplesso poi si alza di scatto dal divano.
- Non puoi dire sul serio! - esclama agitato, guardandomi impaurito
Ecco, vedi amore mio, quanto è brutto quando credi che la persona che ami non ti voglia più?
- Perché scusa? Mica ho detto no. - continuo il mio gioco
- Tu non puoi assolutamente dire un NO! E non puoi nemmeno essere incerta. Fino a poco fa non avevi ripensamenti e ora che hai firmato il divorzio ce li hai? - inizia a sbraitare camminando per tutta la stanza
Ma guardalo come si agita ora! E poi sono io quella che ha reagito in modo esagerato? Vuole scavare un solco nella stanza?
- Non posso davvero credere che non vuoi sposarmi! -
- InuYasha calmati io…- provo a dire ma lui non mi ascolta, interrompendomi
- No, mi rifiuto di crederlo! -
- InuYasha……- insisto ancora, ma lui continua a strepitare
- Poco fa dicevi di amarmi, che stavi per morire di crepacuore perché ti ho chiesto il divorzio, ed ora te ne esci che devi pensarci? -
- INUYASHA! Insomma, vuoi stare zitto?! - strillo più forte e finalmente ho la sua attenzione
- Che c’è??? -
- Hai finito di sproloquiare con te stesso? È un pezzo che ti chiamo. - gli faccio notare infastidita
- Oh, scusami se non ho preso bene la notizia che non sei sicura di volermi sposare! - esclama in tono pungente
- Stavo scherzando guarda…- chiarisco stanca, scuotendo la testa
- Tu cosa??? -
- Stavo scherzando. Volevo solo tenerti sulle spine. Una piccola ripicca insomma, così siamo pari. -
- Quindi… tu…- mormora incredulo
- Ovvio che voglio sposarti, scemo. - gli sorrido
Resta a guardarmi come uno stoccafisso per qualche istante, come in trance, poi sembra riprendersi.
- Tu… sei una strega!!! Lo sai vero?! - dichiara, guardandomi torvo
- Se lo fossi davvero saresti volato giù dalla finestra per quello che hai combinato. - lo informo sincera
- Ma sentila…una “signora d’argento”(**) prima del previsto eh? -
- Magari potevo farmi un sacco di viaggi coi tuoi soldi. - scherzo divertita
- Ah ah ah…come rido. - ironizza acido 
- Ti sei accorto che stiamo ancora discutendo senza motivo? - domando esausta
Sinceramente voglio andarmene a casa a dormire adesso. Non sono mai stata più stremata di oggi.
- È vero. Forse sarebbe il momento di chiudere la questione. - concorda con me, ritornando a sedersi
Prende nuovamente la scatola con l’anello, e stavolta me lo chiede con un sorriso.
- Lo so che è la proposta meno romantica della storia, ma…vorresti sposarmi Kagome? Stavolta te lo chiedo col cuore, diventa mia moglie. -
Sorrido anch’ io, e malgrado sia stata davvero una delle proposte più brutte che la storia possa ricordare, non posso che rispondere anche io col cuore un…
- Sì! -
 
Quando siamo tornati a casa mi è toccato sorbirmi una ramanzina da mio nonno per essere andata via in quel modo. Nel frattempo erano arrivati Sango e Miroku per cenare con noi.
Quando finalmente il nonno si è calmato, io ed il mio “ex” marito abbiamo raccontato del divorzio. Credo fossero rimasti tutti scioccati, almeno finchè non ho mostrato loro il mio bellissimo, nuovissimo ed enorme solitario, raccontando anche della proposta di matrimonio.
Inutile dire quanto fossero tutti felici, soprattutto io.
 
Dopo cena, finalmente, rimetto le mie povere ossa a letto. Mi sento distrutta. Credo mi si spezzerà la schiena dal dolore che sento. Mi sembra di avere cento chili addosso. A ben pensare è stata un’idea stupida andare al ristorante a piedi, potevo prendere un taxi.
- Amore, che c’è, stai male? Sembri affannata. -
- Sto bene, sono solo stanchissima. -
- Certo che anche tu, farti tutta quella strada a piedi…sei stata un’incosciente. Non potevi farti accompagnare? - mi rimprovera, sdraiandosi accanto a me
- Non potevo più aspettare. E poi non volevo nessuno tra i piedi per esser sincera. Volevo un confronto faccia a faccia. -
- Che donna testarda che sei. Avremmo potuto parlare quando sarei ritornato. -
- Sì certo, come le scorse sere vero? -
- Ero deluso, arrabbiato e anche ferito. Ci sono rimasto malissimo guarda, anche se ho capito ciò che volevi dire. Temevo che parlarci avrebbe peggiorato le cose. Aspettavo che Myoga mi portasse le carte del divorzio per parlarti. In modo da chiudere quella storia. -
- Chi è Myoga? -
- L’avvocato di mio padre. Si fa pagare a peso d’oro, ma è velocissimo nelle pratiche. In tre giorni ho avuto tutto pronto, come hai potuto vedere. Ho impiegato più tempo a scegliere l’anello quasi. - scherza lui
- Ti sarà costato tantissimo. Per forza un Cartier dovevi prendere? Uno che costasse meno no? - mi lamento guardandolo
Ok che guadagniamo bene, ma non così tanto!
- Non preoccuparti di questo. Se l’ho preso è perché potevo permettermelo. E poi per te questo ed altro. - dice dandomi un bacio a fior di labbra
- InuYasha? -
- Mh? -
- Mi ami? - chiedo guardandolo dritto negli occhi                 
Una domanda stupida, lo so. Ma ho così tanto bisogno di rassicurazioni adesso…
- Più di me stesso. - risponde sicuro, come intuendo le mie paure
Alla sua affermazione mi rilasso. Mi sistemo meglio tra le sue braccia e mi lascio scivolare via tutte le preoccupazioni di questi giorni, soprattutto delle ultime ore, riuscendo ad addormentarmi serena. E felice.
 
 
                                                                              ***********************
 
 
- Ma perché accidenti ci mettono tanto?! -
- Calmati InuYasha. È passata solo mezz’ora. -
- Per me mezz’ora è un’eternità Miroku! - sbuffo facendo avanti e indietro per il corridoio della sala d’attesa del reparto di maternità
Oggi è programmato il cesareo per far nascere il nostro bambino. La dottoressa Mudo ha preferito anticipare di qualche settimana il parto dato che Kagome non stava molto bene. Era sempre più stanca ed affaticata così si è optato per il cesareo. L’hanno portava via più di mezz’ora fa, ma ancora non si vede nessuno. Quanto accidenti ci vuole? Sono preoccupato per entrambi!
Dopo un’altra mezz’ora di imprecazioni finalmente un’infermiera viene a chiamarmi.
- Il signor No Taisho? -
- Sono io. Come stanno mia moglie e mio figlio? - chiedo in preda all’ansia
- Stanno entrambi benissimo, signore. A breve sua moglie verrà trasferita nella sua camera, mentre il vostro bambino è già nella nursery. Vuole vederlo? -
- Certo che sì! Ma non ha bisogno dell’ incubatrice? - domando perplesso
Abbiamo anticipato di tre settimane la data prevista. Perché è nella nursery?
- No signore. Il piccolo respira autonomamente e non ha nessun problema, quindi non ha bisogno dell’incubatrice. È in perfetta salute. - mi rassicura lei
- Menomale! - sospiro sollevato
Appena arrivati l’infermiera mi passa il mio bambino, tutto avvolto nella sua copertina azzurra, ed è come rivivere  il momento della nascita di Mizuki. Solo che lui, a differenza di sua sorella, dorme tranquillo.
Mi somiglia tantissimo! Ha le guancette rosse e paffute, due ciuffetti di capelli nerissimi come i miei che spuntano fuori dal cappellino, e da quello che inizio a sentire…un peso considerevole!
- Scusi, ma quanto pesa? -
- Aspetti che leggo la cartella…dunque…5 chili e novecento grammi. -
- Che? Quasi sei chili? Per forza la tua mamma aveva quel pancione. Siamo cicciotti eh? - gli sussurro baciandogli delicatamente la fronte
Una ventina di minuti dopo posso finalmente vedere Kagome.
- Amore…l’hai visto? - mi chiede appena mi vede
- Sì l’ho visto. Adesso sappiamo perché ti sentivi così appesantita. Ed io che pensavo fosse perché mangiassi per tre. - scherzo, per poi salutarla con un bacio sulla fronte, come mia abitudine
- Divertente. - risponde mettendo il broncio
- Come ti senti? - chiedo vedendola un po’ pallida
- Per adesso bene. Non credo potrò dire lo stesso quando finirà l’anestesia però. -
- Lo sai che dovrai rimanere in assoluto riposo finchè non starai meglio, vero? -
- Sì, la dottoressa mi ha già avvertita. Per i prossimi giorni farò la brava. -
- Lo spero. -
Mentre parliamo arriva un’infermiera col nostro bambino, per avvertirci che deve fare la prima poppata.
Aiuta Kagome a sollevarsi e poi le passa il piccolo, che non fatica ad attaccarsi al seno e a succhiare indisturbato il suo pasto. È sempre emozionante vederla allattare i nostri figli.
- Dovremo scegliere il nome adesso, visto che non lo abbiamo fatto prima per scaramanzia. Hai qualche idea? - chiedo, prendendo la manina minuscola di mio figlio con un dito, che lui stringe subito
- Che ne dici di Ryuu? Era il nome di mio padre e mi è sempre piaciuto come suona. -
- Ryuu? Ryuu…sì mi piace! Credo gli si addica anche. - rido, ripensando al suo peso
Un piccolo draghetto in famiglia!
- Sicuro ti vada bene? - chiede incerta
- Perché non dovrebbe? -
- Beh…magari preferivi il nome di tuo padre, non so…-
- Per niente! Non sono legato a queste tradizioni. Mi interessa che il nome piaccia ad entrambi. E Ryuu è un bel nome. -
- Allora il tuo nome sarà Ryuu piccolo. Ti piace? Mmmh…non mi ascolta neppure, è troppo impegnato! - lo canzona Kagome, mentre lo osserviamo mangiare con soddisfazione
- Non per nulla è tanto paffuto, no? Ha di meglio da fare che ascoltare i suoi genitori. -
- A proposito di genitori, come sta il padre di Ruri? - mi chiede senza più astio quando la nomina
- Da quello che mi ha detto papà non benissimo. Tenterà comunque di migliorargli la qualità della vita più che può. -
- Mi spiace. Ma sono sicura che tuo padre lo aiuterà moltissimo. -
- Mio padre non è una divinità, amore. Tenterà con le cure che già conosce più qualcuna in fase di sperimentazione. Altro non può. Comunque non parliamo di cose tristi proprio oggi. Parliamo piuttosto di cose più piacevoli, tipo il nostro matrimonio. -
- Il matrimonio? Non dirmi che è arrivata la sentenza di divorzio?! - chiede speranzosa
- Arrivata ieri. Adesso possiamo sposarci quando vogliamo. -
- È magnifico! Non vedo l’ora! - esulta felice
- Non ci resta che decidere come, dove e quando. -
- Voglio l’abito all’ occidentale! - dichiara elettrizzata
- Come preferisci amore. -
- Voglio che Mizuki abbia un bellissimo vestito vaporoso, che sparga fiori per tutto il percorso fino all’altare e che ci porti le fedi. Invece Ryuu avrà un vestitino con giacca, gilet  e un bel papillon, anche se saranno in miniatura! -
- Ok tesoro. -
I miei figli sembreranno dei bambolotti, ma pazienza…se la rende felice...
- Allora voglio anche una bella limousine nera, che venga a prendermi al tempio, per poi passare magari dal parco! -
- Tutto quello che vuoi Kagome. - purché non mi butti sul lastrico
 
- Non c’è bisogno che mi porti su in braccio. Piano piano riesco a salire da sola. Anzi, muovermi mi farà bene alla circolazione ha detto la dottoressa. -
- Certo come no! Cento gradini coi punti ancora freschi è un toccasana per la salute. In casa camminerai quanto vuoi, ma questi li evitiamo per oggi, ok? - replico prendendola in braccio anche controvoglia
Ci mancherebbe pure che dopo quattro giorni dal cesareo le faccia fare tutte queste dannate scale! Dopo il matrimonio voglio che ci trasferiamo. Abitare qui comincia ad essermi un po’ pesante.
Arriviamo in casa che sono stanco morto. Non si direbbe ma Kagome pesa! Non era solo Ryuu ad appesantirla. Una volta in camera la metto a letto e lo stesso faccio con nostro figlio, che abbiamo messo nella cameretta adiacente alla nostra, dove prima dormiva Mizuki, che adesso dorme nella camera che era di Sango. Ci vuole davvero una casa più grande. Magari possiamo portarci dietro il nonno,  mia suocera e Sota, non mi dispiace averli vicino. È la scalinata del tempio che odio! Accidenti! Ok il movimento, ma nel caso di Kagome nei mesi scorsi, o quando torniamo da lavoro stanchi, nel caso del nonno che è anziano, o anche quando si sale una confezione d’acqua….è troppo pesante!
Ci pensavo già nei mesi scorsi, ma adesso ne sono più che convinto. Proverò a parlarle di questa cosa nei prossimi giorni, sperando sia d’accordo.
 
 
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I giorni volano come sempre. A volte mi sembrano quasi rubati tanto scorrono veloci le settimane.
Sono già trascorsi due mesi dalla nascita di Ryuu, ma a me sembra ieri di aver scoperto di essere nuovamente incinta. È stato un po’ difficile far accettare a Mizuki il fratellino. Quando lo abbiamo portato a casa ha iniziato a urlare e piangere. Credeva che l’avremmo messa da parte. Stiamo cercando di coinvolgerla più che possiamo nell’accudire Ryuu, in modo da farla sentire “importante” come sorella maggiore, e sembra funzionare. A volte è lei stessa che mi avverte quando si sveglia per la poppata, ed in cambio io la riempio di baci. Un po’ la capisco, anche io temevo di esser messa da parte con l’arrivo di Sota, anche se ero molto più grande di lei. Credo sia un po’ il pensiero di tutti i fratelli maggiori questo. Per fortuna mia mamma ci sta aiutando a gestire la cosa per il meglio, essendoci già passata con me, ma chissà come farò quando me la dovrò cavare da sola nella nuova casa, senza di lei.
Quando InuYasha mi ha proposto di comprare una casa ne sono stata felicissima. Una casa tutta per noi! Non che vivere con la mia famiglia mi pesi, anzi, ma trovo anche giusto smettere di approfittarmi di quella santa di mia madre. Quando ho chiesto a lei e al nonno di venire a vivere con noi hanno rifiutato, dicendo che gli “sposini” si lasciano da soli. Non so dargli torto e li ringrazio di cuore per aver pensato ancora una volta al mio bene.
L’abbiamo presa non molto distante dal tempio comunque. È una villetta molto graziosa a due piani e con un grazioso giardino intorno. Per adesso non ci viviamo ancora perchè faremo come vuole la tradizione, ci andremo a vivere una volta sposati, di nuovo! Non vedo l’ora!
La data si avvicina ed in questi giorni io, mia mamma, Izayoi e Sango abbiamo pensato a tutto ciò che serve per il matrimonio. Ho già acquistato anche l’abito, in stile occidentale ovviamente!
Non faremo Luna di Miele, col ristorante e con Ryuu così piccolo non possiamo, ma la notte di nozze i bambini resteranno a casa di mia madre, così da darci una serata tutta per noi. Quella pazza di Sango mi ha regalato un baby- doll talmente provocante che ho avuto perfino vergogna a guardarlo! Figuriamoci ad indossarlo. Miroku è contagioso, c’è poco da fare!
- Dai…dimmi com’è il vestito. - insiste InuYasha per l’ennesima volta
- Ho detto di no! Lo scoprirai fra cinque giorni! Perché questa curiosità? -
- Perché voglio provare ad immaginare il momento in cui mi verrai incontro sull’altare. Ti immagino con uno di quegli abiti ampi e vaporosi, stile principessa Disney, con corpetto a cuore e coroncina in testa. Ho indovinato? - chiede curioso come i bambini quando vogliono sapere qualcosa
- Chi lo sa…- resto vaga senza negare o confermare
- Testarda! - sbuffa
- Curioso! - ribatto facendogli la linguaccia
In realtà non potrebbe essere più lontano di così. Ho scelto un semplice abito di chiffon in stile impero, senza spalline, con delle increspature che vanno ad incrociarsi sulla parte alta del corpetto, arricchito da ricami che vanno dal centro della scollatura a cuore fin sotto al seno. La gonna ricade liscia e morbida e nasconde ancora quel po’ di pancia rimasta dopo il parto. È accompagnato da un lungo ma semplice velo, senza ricami e pizzi. Nulla di vaporoso ed eccessivamente vistoso. L’abito descritto da InuYasha era quello che ho sempre sognato da bambina, in stile principesco, con tutte quelle balze e quei ricami luccicanti, quelle gonne così enormi da non passare neppure dalle porte. Ma ora che sono adulta ed anche madre, quello stile mi sembra così infantile. Li ho anche provati abiti del genere, ma non mi piaceva vedermeli addosso. Poi, quando la commessa ha preso questo, è stato amore a prima a vista. L’ho provato ed acquistato in cinque minuti.
Per Mizuki ho preso un abitino molto semplice, anche perché quando la commessa le provava quelli che piacevano a me piangeva e urlava come un’ ossessa. Pazienza, almeno quello che abbiamo preso è carino tutto sommato. Il suo compito sarà quello di portare le fedi, sperando non lanci il cuscino come un boomerang, come ha fatto durante le varie prove.
Non ci saranno molti invitati. Oltre le nostre famiglie ci saranno i nostri amici più stretti. Saremo al massimo una cinquantina. I festeggiamenti si terranno al ristorante ovviamente, ma guai ad InuYasha se entra in cucina anche solo per un minuto. Per quest’ occasione ha chiamato il suo maestro, lo chef che gli ha insegnato praticamente tutto quando abbiamo  riaperto il ristorante.
Sono così elettrizzata! Non vedo l’ora che volino anche questi ultimi cinque giorni che mi dividono dall’essere nuovamente la moglie di InuYasha! Non so perché, ma da quando il divorzio è stato registrato mi sembra manchi qualcosa. È un inutile pezzo di carta, ma quel foglio mi lega a lui sotto ogni aspetto. È stato grazie a quello che ho potuto contrastare la sua famiglia quando lui era in coma e volevano cacciarmi. Ora le cose tra me e i suoi genitori sono diverse, però, mi sentirei più sicura, protetta, con quel foglio firmato. InuYasha è mio, così come io sono sua, e quelle firme apposte su quei documenti lo confermeranno nuovamente al mondo.
Mi giro e rigiro l’anello che porto al dito, osservando affascinata i riflessi di questa piccola pietra a cui la gente dona un valore immenso, ma che in fondo non è altro che carbone. Per me non ha certo il valore economico dei diamanti, ma solo il valore dell’amore di InuYasha, che ha pensato ad una follia solo per potermi regalare il matrimonio dei miei sogni. Lo ha fatto in modo davvero idiota, ma ho apprezzato il suo gesto.
Fra cinque giorni non sarò solamente la moglie di InuYasha, di nuovo, ma chiuderemmo un capitolo di vita, per aprirne uno nuovo. Non cancellerò il passato, non posso e non voglio farlo perché ogni passo, anche se sofferto, mi ha portato ad essere quella che sono oggi, una donna felice e realizzata, con dei figli in salute, un uomo splendido che mi ama, una famiglia unita e una stabilità economica che certo non guasta. Adesso sto anche per avere il matrimonio che ho sempre sognato, con la consapevolezza che stavolta sarà per sempre.
 
 
 
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Agitato…terribilmente agitato! Ecco come mi sento in questo momento mentre aspetto Kagome all’altare, ma non ne capisco il motivo. Non è certo la prima volta che mi sposo, anche se questa volta è una cosa del tutto diversa. Stavolta sto per sposare la donna che amo più della mia vita stessa, quella con cui invecchierò e con cui dividerò tutto. Forse è proprio questa consapevolezza a rendermi nervoso, perché questo mio stesso pensiero lo avrà anche lei. E se cambiasse idea? E se non volesse il “per sempre”? Se ripensando a quanto sono stato stupido finora ci ripensasse?
- Ehi amico, tutto bene? Hai una faccia…- mi chiama Koga, notando sicuramente la mia preoccupazione
- È in ritardo. E se non venisse? -
- Perché te lo chiedi? Non avrai mica fatto qualche altra cazzata, vero? Dopo la tua ultima genialata non te la perdonerebbe! - interviene Naraku
- Non ho fatto nulla. Perché pensi sempre male tu? - ribatto accigliato
- Perché sei una gran testa di cazzo, ecco perché! Sei già fortunato che abbia accettato di risposarti dopo quello che hai combinato. Se ne facessi un’altra delle tue dubito la scamperesti nuovamente. -
- E dai Naraku, non infierire. Non vedi che sta per farsela addosso? Non ti ci mettere pure tu. Anche se è un coglione non credo abbia combinato qualcos’altro. - replica Koga in quella che dovrebbe rappresentare una mia difesa
- Grazie ad entrambi per le gentili parole d’affetto. Come aiutate voi due non aiuta nessuno! -
- E piantala InuYasha! È in ritardo di venti minuti. Lo sai che le spose si fanno sempre aspettare. - mi ricorda Koga, anche se la mia inquietudine resta
- Stavolta non mi dici di non sposarmi e che questo matrimonio è sbagliato? - gli chiedo, tanto per far passare il tempo
- Assolutamente no, o non ti farei da testimone. La prima volta non sapevo che tipo di donna fosse Kagome. Ma dopo averla conosciuta devo dire ha conquistato anche me. Anzi, ti dirò, se non si presenta oggi è anche meglio. Ci proverò io! - sghignazza divertito
- Tu provaci e ritieniti cenere al vento! - rispondo infastidito
- Ma se non ti vuole perché dovresti uccidermi se ci provo? Mica te la tolgo. -
- Prova anche solo a sfiorarla e ti rompo tutto Koga! - ringhio minaccioso
- Ma che possessivo che sei! Se Kagome resta libera può stare con chi vuole, no? -
- Piantatela di sparare cazzate, imbecilli! È arrivata. - ci avverte Naraku, così mi giro verso l’entrata, rimanendo meravigliato mentre la vedo avanzare verso me, accompagnata dal nonno
È di un’eleganza unica. L’abito che ha scelto non è per niente come lo immaginavo. L’unica cosa che ho indovinato è la scollatura a cuore, ma per il resto è del tutto diverso da ciò che pensavo.
La osservo rapito mentre mi affianca. Il viso finemente truccato, i capelli raccolti in un’elaborata acconciatura, dalla cui parte finale scende il velo, semplice, raffinato, sobrio, esattamente come la mia Kagome. Non ha fronzoli, nulla di vistoso o di pacchiano, perfino il bouquet è semplice, una dozzina di rose bianche con alcune perle inserite al centro del bocciolo.
- Sei bellissima. - le sussurro prima che inizi la cerimonia
- Grazie…- risponde arrossendo
La cerimonia inizia e finalmente ritorniamo ad essere marito e moglie, di nostra iniziativa, sotto gli occhi di tutti che ci guardano commossi e non compassionevoli o furiosi, come la prima volta.
 
Regnano la gioia, la serenità, le urla felici di nostra figlia che corre da una parte all’altra del ristorante, le chiacchiere allegre sulla nascita imminente della bambina di Sango e Miroku e i complimenti sul visino paffuto di Ryuu. Non potrebbe essere un ricevimento migliore.
Il momento che preferisco però è quello in cui balliamo, mentre la stringo a me, finalmente lontani dalle intrusioni e dai chiacchiericci che ci separano.
- Da oggi non potrai più dire che mi hai sposato perché costretta,  perché lo hai voluto stavolta. - dichiaro soddisfatto
- È vero. Oggi è tutto perfetto. Tutto magnifico. Tu sei magnifico. - afferma poggiando il viso sulla mia spalla
- Sei felice? -
- Lo sono sempre stata, ma adesso ho le foto che lo dimostrano. -
- Ah sì? E che dimostrano? - chiedo curioso
- Dimostrano quanto ci amiamo e siamo felici il giorno del nostro matrimonio. Queste foto le vedranno i nostri figli e un giorno i nostri nipoti. Immortalano un momento importante per la nostra famiglia e per quelle che verranno grazie a noi. - asserisce baciandomi dolcemente sulle labbra
La musica finisce troppo in fretta per i miei gusti, costringendomi a lasciarla nuovamente nelle mani delle sue amiche, mentre io torno a parlare coi miei di amici.
- Figlio mio, sono così felice. - piagnucola mia madre, abbracciandomi
- Mamma, non è la prima volta che mi sposo. - le faccio notare sorridendo
- Lo so, ma questo è un vero matrimonio caro, ed i matrimoni sono sempre commoventi per i genitori che vedono i loro figli crescere. -
- Credo d’essere cresciuto già da un pezzo mamma. - le dico dandole un bacio sulla guancia
- Me ne sono accorta. Purtroppo però me lo sono persa. - dice rattristandosi
- Ehi ehi, cos’è questa tristezza proprio oggi? Voglio vederti sorridere, capito? Quel che è stato è stato. Vi ho perdonato e non vi porto nessun rancore. Adesso siamo tutti uniti e felici, ed è così che ti voglio, felice. -
- Già, e tutto grazie a Kagome. Devo molto a tua moglie. È una persona splendida. È grazie a lei se ho ritrovato mio figlio. -
- È vero. Ed è anche per questo che la amo. A soli diciannove anni è molto più matura dei suoi coetanei. A volte la guardo e mi sembra di averla costretta a crescere troppo in fretta. Come se le avessi rovinato l’adolescenza. - ammetto dispiaciuto
- Tesoro, come vedi tua moglie in questo momento? - mi chiede indicandomela, mentre ride e scherza con Sango e le sue amiche
- Allegra? - azzardo incerto
- È felice, raggiante, spensierata e soddisfatta di quello che ha conquistato. Non leggo pentimento nei suoi occhi. Avete dei bambini splendidi, una famiglia unita, come mi hai ricordato prima. Non credo proprio tu le abbia rovinato l’adolescenza, anzi, l’hai arricchita. Il suo sorriso radioso parla per lei. - la descrive  lei, guardandola con affetto materno, invitando anche me a guardarla sotto questa nuova luce
- Hai ragione mamma. Ti ringrazio. - l’abbraccio grato per le prime vere parole da madre che mi dice
In effetti è vero. Kagome è radiosa. Il sorriso non l’ha abbandonata un solo istante da quando ci siamo risposati. Forse ha ragione mia madre, ho arricchito la sua vita, ma lei non sa quanto Kagome ha arricchito la mia.
 
- Benvenuta a casa signora Taisho. - le dico entrando nella nostra nuova casa con lei in braccio, come da tradizione
- Il posto più bello del mondo! - risponde lei poggiando stancamente la testa sulla mia spalla
- Sei stanca? - le chiedo dirigendomi in camera da letto
- Un po’, ma mai troppo per mio marito. - mi sorprende baciandomi
La adagio sul letto senza mai staccare le nostre labbra, accarezzando le sue spalle e cercando di slacciare il corsetto , iniziando a godermi quella che sarà la nostra prima vera notte di nozze.
La nostra nuova vita inizia da qui, ora, fino alla fine dei nostri giorni.  
 
 
 
 
FINE





 
 
 
 
*  Acqua, zucchero e sale mi sono stati consigliati anni fa da un medico quando avverto senso di svenimento, o per pressione bassa o glicemia bassa. In entrambi i casi la combinazione di queste tre cose reidrata subito il corpo, funziona come un integratore  in pratica ^^
Non so se anche altri lo usino, ma nel mio caso è miracoloso *^* fa un po’ schifo, ma quando si sta male si butta giù ugualmente U_U
 
**  Le “signore d’argento” in Giappone sono le vedove, ma anche le divorziate, soprattutto anziane (nel caso delle vedove sono chiamate anche “vedove felici”) Secondo un sondaggio  il 72% delle vedove intervistate si dichiara, onestamente, “felice”. La scomparsa del coniuge mette infatti fine ad una sorta di prigione sociale dove le donne, anche se la relazione è tutto sommato soddisfacente, sono di fatto rinchiuse, in una società dove i ruoli sono ancora rigorosamente divisi e dove non esiste o quasi una vita sociale di coppia. Molte agenzie di viaggi organizzano pacchetti dedicati proprio alle “silver ladies”  che si divertono a passare il loro tempo viaggiando ^^ che carine le vedove giapponesi eh?
 
 
Se siete curiosi di sapere com’era vestita Kagome ecco qui l’ abito   ^_^
Questo invece era il solitario Cartier 
 
 
 
Eh beh…anche questa è finita…me feliceeee ^_^
Come sempre non posso non ringraziare chi mi ha seguita in questi mesi, chi mi ha sostenuta con le recensioni e chi mi ha aiutata a scegliere i nomi dei bimbi tramite votazioni nel pazzo gruppo del Vanilla’s World ^_^ grazie mille di vero cuore ragazze/i  <3 <3 <3 <3 <3 <3
Grazie anche ai lettori silenziosi e a quelli che hanno inserito la storia tra preferite/ seguite/ ricordate. La vostra presenza conta molto per me, perché anche se non recensite mi fate capire che vi piace ciò che ho scritto. E’ un onore per me vedere quanta gente segue le mie storie. È per voi che scrivo, quindi grazie infinite, mi inchino e vi ringrazio ancora ^_^
Spero che la conclusione di questa storia non vi abbia deluso ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 
   
 
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