Serie TV > Violetta
Ricorda la storia  |      
Autore: Niley story    04/11/2014    1 recensioni
Beh questa è una os dedicata ad Halloween, lo so, lo so, è un po' in ritardo ma l'ho scritta quindi ho detto va beh...la posto lo stesso lol. Comunque non horror quindi tranquille...o forse no(?)
Gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu corazon uoo…gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu amor uoo.
I ragazzi del “Violetta live” cantano allegramente la loro canzone mentre nel cuore della notte il loro furgone continua a viaggiare per le strade di Verona, in Italia. La loro armonia e la loro canzone viene interrotta dalla brusca frenata dell’autista.
Bisogna dire che la vita spesso ti sorprende, soprattutto quando incontri...le ultime persone che ti aspettavi di incontrare. Persone che in realtà hai sempre conosciuto eppure hai sempre ignorato la loro esistenza, si persone come...Romeo e Giulietta...
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






~~Gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu corazon uoo…gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu amor uoo.
I ragazzi del “Violetta live” cantano allegramente la loro canzone mentre nel cuore della notte il loro furgone continua a viaggiare per le strade di Verona, in Italia. La loro armonia e la loro canzone viene interrotta dalla brusca frenata dell’autista. Tutti i ragazzi si spaventarono a quell’impatto << Cos’è stato? >> Lodovica è la prima a mettersi in piedi, Candelaria era seduta accanto a lei e sposta le gambe per farla passare. << State tutti bene? >> chiede premurosa la ragazza dai capelli neri, gli amici annuiscono tornando ad accomodarsi correttamente sui loro sedili; l’italiana avanza fino ad arrivare dall’autista << Bautista cos’è successo? >> << Non lo so, si è bloccato di colpo. Vado a controllare il motore e le ruote >>. L’uomo esce fuori dal furgone per svolgere il suo lavoro, << Ragazzi, dove siamo? >> Mercedes dà un’occhiata fuori dal finestrino cercando di scavalcare il fidanzato, Xabiani, che gli sedeva accanto << Non si vede nulla amore, è scuro >> la informa lui. La bionda ritorna al suo posto << Volete un po’ di tè? >> Alba tira fuori il termos con dei bicchieri << Si, grazie >> acconsente Facundo al suo fianco, dietro di lui anche Damien e Maca tendono le braccia e Cande si volta per avere la sua parte. << Ragazzi io ho paura qui e poi fa freddo >> Martina solleva i piedi per portare le gambe al petto e stringerle a sé mentre guarda i suoi compagni di viaggio << Non c’è nulla di cui avere paura Tini, sono sicuro che adesso Bauti rientra e sistema tutto >> Jorge cerca di rassicurarla poggiandole una mano sulla spalla, lui sedeva vicino a lei al lato del finestrino. Quello per Martina era il primo viaggio senza la sua famiglia. “Sono grande adesso. Voglio essere indipendente e viaggiare da sola!” detto fatto. Quanto si stava pentendo di quella decisione, tuttavia la vicinanza di Jorge riusciva a rassicurarla almeno un po’. << Che ore sono? >> Facundo guarda Nicolas << Sono le 22:00 precise >> << Hey ci avete fatto caso che siamo nel mezzo del nulla, nel buio più oscuro, la notte di Halloween? >> osserva Diego con una risatina << Oh Mio Dio, è vero! È Halloween! >> adesso l’ansia di Martina era in netto aumento << Tinucha è solo una festa come le altre okay? Sta calma >> Jorge sembrava sempre pronto a rassicurarla, a dirle che tutto andrà bene. Tini gli sorride debolmente, vorrebbe tanto buttarsi tra le sue braccia ma sa che lo metterebbe a disagio e quindi decide di trattenersi. Passò qualche minuto e finalmente l’autista rientrò << Bauti! Allora? >> Ruggero gli andò in contro << Mi dispiace ragazzi, si è fuso il motore. Il mio cellulare qui non prende, i vostri? >> i ragazzi presero immediatamente i loro cellulare per tirarli fuori dalle tasche << Non c’è campo >> la risposta di Clari è la stessa di tutti. << Ragazzi serva che qualcuno vada a fare questa chiamata, non so magari vedete se c’è qualche casa nei dintorni. Ci andrei io ma lo sapete, non riesco a camminare per molto e poi voi siete giovani >>. Detto questo l’autista si dirige verso il suo posto, i ragazzi si scambiano degli sguardi e dopo un paio di secondi scoppia la discussione << Rugge e Lodo sono italiani, dovrebbero andare loro >> la ragazza riccia dai capelli neri indica i due italiani che immediatamente rispondono << Nooo! >> all’unisono, << Che c’entra che siamo italiani? Io sono del Friuli e lui è del Pescara nessuno di noi conosce Verona! Secondo me ci devono andare la coppia dei coraggiosi là, Clari e Diego >> la friulana passa subito la patata bollente << Che?! No no ma che sei scema? Io ho paura >> si difende immediatamente Clari << Se estraiamo a sorte? >> propone la rossa del gruppo << Si ma come? >> interviene ancora l’italiana, a risponderle è il messicano dagli occhi verdi << Potremmo prendere le stecche di gelato e spezzarne due, le diamo a Bauti e i due che pescano le stecche spezzate andranno alla ricerca della casa più vicina >> tutti quanti sembravano essere d’accordo con quell’idea, tutti tranne uno…o meglio una. Martina temeva di pescare proprio una delle due bastoncini spezzati, con la fortuna che aveva…<< Facciamo così, se peschi quella spezzata la dai a me e vado io fuori, okay? >> Jorge cerca di rassicurarla parlandole sottovoce. La verità è che Jorge riesce sempre a rassicurarla, per quando lei cercasse di negarlo, per quanto lei continuasse a negare quel sentimento che la corrodeva dentro non ci riusciva. Ma doveva farlo, doveva perché l’unico modo che aveva per stargli vicino era reprimere i suoi sentimenti, schiacciarli e fingere che non esistessero. Già una volta aveva provato a dichiararsi ma quali furono le conseguenze? Jorge si allontanò da lei, per lui esisteva ed esiste solo Stephie e allora tanto vale fingere che tutto vada bene, che non ci siano se e ma, perché ha bisogno di lui, davvero.
Decisero di pescare per ordine alfabetico, Alba, Candelaria, Clari, Damien, Diego, Facundo, Jorge, Lodovica, Macarena, Martina, Mercedes, Nicolas, Ruggero, Samuel e Xabiani. Alba fu entusiasta di aver pescato la stecca giusta; Martina, anche se era crudele da parte sua, sperava ogni volta che un dei suoi compagni pescasse la stecca spezzata…tutti i suoi compagni tranne Jorge, si perché in fondo se Jorge avesse pescato quella stecca lei non avrebbe potuto darla a nessun’altro. Tuttavia il caso volle che proprio Jorge pescasse una di quelle due stecche più corte. L’ansia in Tini salii ancora di più, rimanevano solo due persone prima che toccasse a lei, avrebbe potuto scegliere tra sei stecchette, ma non aveva ancora perso la speranza. Magari Lodo o Maca avrebbero pescato quella stecchetta di legno. Non capitò. Okay, pensò lei. Ci sono sei possibilità ancora, se nessuno ha avuto la sfortuna di pescare proprio quella stecca perché avrebbe dovuto averla lei? Avvicinò la mano tremante ai pezzi di legno che erano saldamente tenuti dall’autista, chiuse gli occhi e ne afferrò uno tirandolo fuori. Aprì prima un occhio e poi l’altro << Olé!!!!! >> gridarono tutti all’unisono…tutti tranne Martina e Jorge che a quanto pare erano i poveri sfortunati che avrebbero camminato per le strade di Verona nel cuore della notte di Halloween. << N-non è giusto >> riuscì a dire Martina una volta uscita dallo stato di “paralisi” in cui si trovava. << Non c’è nessuno che vuole prendere il suo posto? Diego? Rugge? >> chiese Jorge guardando gli amici << Nooo Jorge tocca a lei >> dissero all’unisono con tono categorico. Tutti i ragazzi visibilmente più tranquilli tornarono ai loro posti sistemandosi in modo da poter schiacciare un pisolino, Martina continuava a fissare quella piccola mazzarella sfortunata, perché proprio a lei? Perché proprio la notte di Halloween? << Andiamo? >> Jorge arrivò dietro di lei, voleva piangere, stava praticamente andando contro la sua morte, se lo sentiva << Andiamo… >> Martina rispose con tono rassegnato mettendo la stecchetta di legno nelle tasche del felpone blu che indossava, in realtà quella felpa apparteneva a suo fratello Francisco, ma essendo lei molto sofferente al freddo la “prese in prestito” prima di partire. << Buona fortuna >> << Vi servirà >> urlavano gli amici vedendoli uscire, Jorge uscì per primo e Martina dietro. Le parole dei colleghi non erano certo rassicuranti per lei anzi…<< Jorge, hai preso il numero da chiamare? >> << Si tranquilla me lo ha dato Bauti, vieni? >> Jorge le tese la mano sinistra, lei l’afferro senza pensarci e avvolse il braccio sinistro intorno a quello di Jorge, in pratica sembrava che volesse staccargli il braccio. Era buio, molto buio, faceva freddo e come se tutto ciò non bastasse c’era un sottile velo di nebbia che collaborava a dare un’aria spettrale a quel luogo. Il terreno sotto i loro piedi li faceva affondare ad ogni passo come se fosse sabbia ma molto più doppia, definitivamente il primo pensiero di Martina fu “Sembra che mi trovi in un cimitero”. Ad ogni loro respiro usciva fuori il fumo dalla loro bocca a causa del gelo << Sembra che ci troviamo in una sorta di bosco, hai notato? >> osserva il ragazzo << A me sembra un cimitero, poi tu vedi quello che vuoi >> alle sue parole Jorge ridacchia << Tu in questo momento sei capace di vedere un albero e dire che è un demone Martina >> << Gne non sono così fifona >> protesta la ragazza mettendo il broncio << No, no certo. Chiedo perdono per aver detto una cosa simile >> Jorge la stava ovviamente prendendo in giro ma lei non riusciva a distogliere lo sguardo da ciò che li circondava, sembrava che fossero davvero nel nulla, in effetti le ricordava uno di quei vecchi film horror dove alla fine i protagonisti muoiono. Questo non era rassicurante, per niente. Jorge continuava ad osservare il suo cellulare << Ancora niente? >> Martina sperava in una risposta negativa << No, niente, e sembra anche che qui non ci sia anima viva >> gli occhi verdi di lui vagarono nel vuoto come per confermare la sua teoria << Esatto! Nulla! Quindi perché non torniamo al furgone? >> << Perché ci sbranano se torniamo al furgone, dai vini Tini coraggio >>. Jorge a differenza sua sembrava molto più calmo e rilassato, concentrato nella loro “missione di salvataggio”. Il rumore di un ramo spezzato fa sussultare la ragazza << Cos’è stato? >> << Un ramo Tinucha, su andiamo avanti >> << Lo sai che non mi piace essere chiamata Tinucha! >> << Proprio per questo ti chiamo Tinucha >> si scambiarono uno sguardo e lui le rise in faccia mentre lei mise il broncio.

Martina pov.
L’aria era gelida, io ero gelida, il suono delle cavallette d’un tratto mi sembra inquietante, uno stormo d’uccelli vola sopra le nostre teste e questo è ancora più inquietante. Mi stringo ancora di più a lui, in un certo senso lui riesce a farmi sentire al sicuro anche in situazioni come queste…e vorrei tanto che non fosse così. Sì perché in fondo io so che il suo cuore è occupato da un’altra persona e…e non posso fare assolutamente nulla per cambiare le cose. All’improvviso poggia la sua mano sulla mia distogliendomi dai miei pensieri << Sei gelida >> << Non è che tu sia una stufa eh >> osservo dato che le sue mani sono ugualmente fredde, okay non come le mie che sono praticamente fossilizzate, ma sono fredde << Questo ti succede perché ti vesti sempre leggera quando sai di essere una freddolosa di prima categoria >> mi costringe a lasciare il suo braccio mentre si toglie la giacca di dosso << Non so se lo hai notato ma ho il felpone di mio fratello addosso! >> << Sì ma sotto hai una maglietta a giro maniche stupida >> sbuffo sapendo che lui ha ragione, mi apre la sua giacca << Dai mettila >> << Ma così tu geli >> << Non morirò per un po’ di freddo a differenza tua >>. Jorge ovviamente non mi rende la vita facile, in ogni circostanza si comporta come un cavaliere, ma in questi momenti mi illudo che queste piccole attenzioni le abbia solo con me, poi rifletto e mi rendo conto di stare sognando, lui è un gentiluomo, quello che sta facendo per me lo farebbe anche per Lodo, Maca, Mechi, Alba, Cande o chicchessia. Lui ovviamente non si accorge di niente, si perché Jorge non è molto bravo a capire i sentimenti degli altri purtroppo. Mi porge nuovamente il braccio e lo afferro mentre riprendiamo a camminare. << Guarda, lì giù c’è qualcosa >> guardo nella sua stessa direzione è vedo un enorme muro di mattoni, purtroppo la nebbia non favorisce la nostra visuale. << Magari lì c’è qualcuno, dai andiamo >> mi trascina contro volontà verso quel luogo che a mio parere era macabro. << Questo non è un palazzo…è una casa enorme >> osservo io << Già, ed è inquietante oltra al fatto che si trova nel nulla. Chi abiterebbe mai in un posto simi così primitivo? Voglio dire, per prendere l’acqua devono andare al pozzo? La televisione sanno cos’è? >> << Mmm… >> mi guardo intorno e osservo il balcone di quell’imponente costruzione in mattoni << Jorge guarda lì, quel balcone…mi è familiare >> << Familiare? Sei mai stata a Verona? >> << No ma… >> << Allora dubito che tu lo abbia mai visto, dai entriamo a vedere se c’è qualcuno >> lui solleva la gamba per fare un altro passo, ma io lo tiro indietro rischiando quasi di far cadere entrambi << Nooo >> << Wuho! Sei impazzita?! Mi hai fatto prendere un colpo, che c’è? >> << Hai presente quando guardi un film horror e i protagonisti arrivano davanti una casa lugubre nel mezzo del nulla tipo questa, e lo spettatore che guarda la scena dice “no! Non entrate, è pericoloso” e poi ha ragione perché i protagonisti muoiono? >> << Non muoiono sempre, a volte si salvano >> << Sì una volta su mille! >> << Parli come se tu guardassi quel tipo di film quando sappiamo entrambi che non potresti guardarli perché hai il terrore >> << Sì beh comunque so che vanno a finire sempre male. E noi siamo i protagonisti di questo film. Quindi dovremmo ascoltare lo spettatore che ci sta guardando e prendere in considerazione l’idea di NON entrare in quella casa >> << Tini? >> << Si? >> << Tu credi ai fantasmi? >> << N-no >> << Ai mostri? >> << N-no >> << Ai vampiri? >> << N-neanche >> << E allora, chiarito il fatto che…ci troviamo nella vita reale e non in un film horror entriamo in questa benedetta casa e speriamo di trovarci qualcuno. >> riluttante decido di seguirlo nella casa degli orrori ehm…volevo dire antica, si casa antica.

Jorge pov.
Entriamo all’interno della casa, Tini mi stringe ancora di più il braccio, mi fa sorridere, sembra una bambina spaventata, per fortuna siamo al buio e non può vedermi. << Hey c’è nessuno? >> urlo guardandomi intorno, un rumore fa sussultare entrambi, deve essere caduto qualcosa << Co-cos’è stato? >> << Non lo so…forse hanno un gatto che ha fatto cadere un libro o un qualcosa del genere >> rispondo per tranquillizzarla, << Jorge andiamocene, tanto qui non c’è nessuno, dai >> << Sì…credo che tu abbia ragione, qui c’è solo polvere >> proprio quando ci voltiamo per dirigerci verso l’uscita, odiamo delle voci provenire dal piano di sopra. << Hai sentito anche tu? >> chiedo guardandola << S-sì…era inquietante >> << Significa che c’è qualcuno, vieni >> Martina mi lascia andare il braccio mentre io cammino vicino le scale << Che fai?! >> dico voltandomi verso di lei << Magari ti aspetto qui… >> inarco un sopracciglio guardandola << Da sola? Al buio? Nel nulla? >> e so di averla già praticamente convinta << Magari ti seguo un pochino a distanza >> mi fa ridere, quella ragazza mi fa sempre ridere, ha un qualcosa di speciale, come un’energia che la rende potete, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro, quando balla, quando canta, quando recita, persino quando parla. Lei è così forte e fragile allo stesso tempo. Martina è come quell’orsacchiotto di peluche che non puoi fare a meno di abbracciare. Stephie mi ha chiesto più volte cosa provo per lei, mi chiedo perché si ostina tanto con quella domanda, mi rende nervoso senza motivo, insomma Martina per me è come una sorella minore e allora perché Stephie deve preoccuparsi così tanto? Io credo di non fare nulla di male, cioè limito al minimo il contatto fisico tra noi e…e perché adesso sto pensando a tutto questo? Saliamo lentamente le scale al piano superiore dove pare udibile una voce…o meglio un pianto.  Si sembra che qualcuno stia piangendo. << Proviene da quella stanza, dai vieni >> afferro la mano di Martina che è dietro di me in modo da non perderla e la trascina in quella stanza << Mi scusi…c’è nessuno? Signora?...dovrei chiederle un favore >> e in un certo senso mi sento come un’idiota che parla da solo. Tini mi lascia la mano mentre io entro ancora più in fondo avvicinandomi al letto. Vedo solo polvere e vecchie cianfrusaglie, sembra che qui non abiti nessuno…eppure prima io una voce l’ho sentita! << Aaaaaah!!!!!! >> L’urlo di Martina mi fa rabbrividire, mi volto di scatto correndo verso di lei << MARTINA! >> arrivo fuori al balcone e la trovo paralizzata mentre fissa un punto indefinito nel vuoto sotto di noi << Martina, che ti prende?! >> la strattono obbligandola a voltarsi verso di me e tenendo le mani sulle sue spalle << Quella lì >> lentamente solleva l’indice destro indicandomi qualcosa che si trova giù, seguo il suo dito e vedo una statua << Una statua?! E tu hai urlato per una statua?! >> << T-tu non capisci Jorge >> << Cosa dovrei capire?! Mi hai fatto prendere un colpo! >> le dico leggermente alterato, la verità è che mi sono sentito soffocare al pensiero che potesse esserle successo qualcosa << Jorge quella è la statua di Giulietta capisci?! >> << Di chi? >> << Giulietta! Romeo e Giulietta! Ecco perché questo balcone mi era così familiare, è il famoso balcone della stanza di Giulietta, siamo nella casa dei Capuleti Jorge! E questa era la stanza di Giulietta! >> cerco di seguire il suo discorso, noto una luce brillare nei suoi occhi, un misto tra l’eccitazione e la paura, mi piace, è come se fosse lo specchio della sua essenza, tranquilla e turbolenta allo stesso tempo. << Okay, ora frena il tuo entusiasmo. Se è come dici tu, qui non dovrebbe esserci anima viva, quindi possiamo tornare al camper >> << Ma…e la voce che abbiamo sentito prima? >> << Probabilmente era un’animale, dai vieni >> le tendendo la mano e lei la prende, ci avviciniamo all’uscita della stanza quando dinnanzi a noi si presenta l’ultima persona che pensavamo di trovare << E voi chi siete? >> resto fermo, immobile, pietrificato. È forse un’illusione ottica? Un sogno…o meglio, in questo caso è un incubo. << Rispondete stranieri, voi chi siete? >> riesco a capire l’italiano grazie alle “lezioni” di Lodo e Rugge, ma comunque non riesco a parlare, la mano di Martina trema sempre di più, lo avverto, mi sta letteralmente stritolando la mano chino lo sguardo per smettere di guardare quella sagoma blu trasparente che appartiene ad una ragazza che dovrebbe avere 14 anni. Osservo il volto di Martina, bianco come il latte, i denti stretti, gli occhi spalancati come due finestre e inumiditi, due lacrime le solcano silenziosamente il viso, è la rappresentazione del terrore allo stato puro. << Tini… >> la vedo cedere lentamente e capisco che sta per svenire così mi affretto a prenderla prima che il suo corpo tocchi suolo. Ci riesco, sono in ginocchio a terra con il corpo di Martina tra le braccia << Martina, Martina! >> << Mi dispiace avervi spaventato buon pellegrino >> chiudo forte gli occhi al suono di quella voce << Lei non esiste, lei non esiste, lei non esiste >> lo ripeto come se fosse un mantra sperando che sparisca alla svelta << Esisto eccome, il mio nome è Giulietta, Giulietta Capuleti. Posso sapere il vostro nome sir? >> il mio nome, un fantasma chiede il mio nome << Tu non puoi esistere, tu sei frutto dell’immaginazione di William Shakespeare! >>> << Ma se non posso esistere allora perché sono qui? >> questa è il tipo di domanda capace di mandarmi in confusione << Sparisci! >> le ordino sperando che funzioni << Non posso, questa è l’unica notte in cui io posso materializzarmi e piangere nella mia stanza >> << Cosa?! >> << Io…sono bloccata qui. Il mio spirito è bloccato in questa casa. Vorrei poter ricongiungermi col mio Romeo ma...sono bloccata qui...non posso uscire >> come se questo mi importasse. Ho deciso di uscire da questa casa a qualunque costo. Prendo Martina in braccio sollevandola da terra << Che state facendo? >> inclina leggermente la testa come se il fatto di essere un fantasma non la renda già abbastanza inquietante. << Quello che avrei dovuto fare fin dall’inizio, andarmene! >> arrivo alle scale e di colpo me la ritrovo di nuovo davanti << Aspettate buon pellegrino, forse voi potrete aiutarmi a coronare il mio sogno d’amore. Permettetemi di entrare nel corpo della vostra amata e forse sarò libera di uscire >> lei alluna una mano verso Martina e d’istinto io mi allontano << SCORDATELO! NON TI AVVICINARE A LEI! >> << Vi prego, mettereste fine a tutte le mie pene >> << NON MI IMPORTA NIENTE DELLE TUE PENE! LASCIACI IN PACE >>. La mano tesa verso di me si chiude lentamente fino a diventare un pugno e Giulietta china il capo. 

Martina pov.
Stringo forte gli occhi e lentamente li riapro. Cos’è successo? Dove mi trovo? << Martina! >> questa voce…mi è familiare. Jorge…perché sono in braccio a lui? Stavamo girando una scena? No…non avrebbe molto senso che mi tenesse in braccio per tutto questo tempo. << Mi gira la testa… >> dico portandomi una mano alla tempia << Aspetta, ti metto giù >> Jorge mi fa poggiare i piedi a terra mentre tengo la testa tra le mani << Dove siamo? >> chiedo guardandomi introno << Mi dispiace ma…io ho davvero bisogno di voi >> una voce alle mie spalle mi fa venire le pelle d’oca, sto per voltarmi ma non faccio in tempo, qualcosa mi attraversa dentro << Ah! >> è come una lama gelata che ti trafigge in pieno petto, cado in avanti addosso a Jorge che fortunatamente mi cinge la vita. << Martina! >> urla il mio nome mentre io ho la fronte nell’incavo del suo collo, posso sentire il suo dolce e inebriante profumo. Lentamente mi separo da lui, ma mi rendo conto di non essere io, non sono stata io a muovere le braccia e non sono io che adesso sto stringendo i suoi avambracci << Martina?... >> riesco a vedere i suoi bellissimo occhi verdi umidi, terrorizzati, pronti a scoppiare in lacrime da un momento all’altro << Aiutami a trovare Romeo >> dico io, ma in realtà non sono stata io. Un attimo…Romeo? Ora ricordo tutto quello che è successo…ma cosa…NO! Giulietta si è impossessata del mio corpo?! Jorge stringe i denti e all’improvviso mi mette le mani al collo cominciando a soffocarmi << ESCI FUORI DAL SUO CORPO! ORA! FUORI!!! >> non lo avevo mai visto così infuriato, non lo riconosco, vorrei dirgli di fermarsi, vorrei dirgli che mi sta facendo male ma non posso << I-io sono già morta…ricordi? Così farai del male solo…a lei >> dice Giulietta con la mia flebile voce e finalmente Jorge molla la presa. << DANNAZIONE! >> << Se mi aiuterete a trovare Romeo lascerò il suo corpo >> << E SE NON LO TROIVAMO CHE INTENZIONI HAI?! >> << In ogni caso a mezzanotte sparirò. Vi prego aiutatemi, non vi costa nulla >>. Jorge si porta le mani alla testa, è molto confuso, snervato, stressato e arrabbiato. Lui è una persona che difficilmente perde le staffe, sempre calmo e pacato, sembra di avere davanti un altro Jorge. << Okay, d’accordo. Ma sia chiaro. Lo faccio solo per riavere Martina indietro quanto prima >> << Come volete sir >> << E smettila di darmi del voi e dammi del tu. E anche con questa storia del “sir” mi chiamo Jorge io >> << Come vuoi…Jorge >>. Jorge avanza verso l’uscita seguito da “me”. Ci avventuriamo nella foresta oscura e io continuo ad avere paura anche se non sono più io in questo momento. << Ti renderebbe più sicuro stringere la sua mano? >> io, cioè Giulietta tende la mano sinistra verso Jorge << Non stringerei la sua, stringerei la tua >> << Lei sente e percepisce tutto ciò che la circonda, quindi stringeresti la sua mano >> Jorge la guarda un po’ titubante ma poi si decide e prende la mia mano, è vero riesco a percepirla, è fredda come la mia, forse un po’ di più. << Lei ti ama molto, quando hai preso la sua mani il suo cuore è accelerato rapido come la velocità di un batter d’ali di una fragile e bellissima farfalla >> << Noi siamo solo amici Giulietta> << Oh ti sbagli, io so cosa vuol dire amare, conosco i sentimenti che prova questa ragazza per te. Lei farebbe qualsiasi cosa per te >> no! NO! Giulietta dannazione! Taci! Ma dico io, hai il mio corpo?! Accontentati! Non rivelare i miei sentimenti. << E poi…anche tu sai, vedo qualcosa nei tuoi occhi che mi ricordano il mio Romeo >> il tuo cosa?! LUI. NON. È. ROMEO. << Oh bene… >> << Mmm…e dimmi sir… >> << Jorge >> << Jorge…giusto, i libri di questo tale Wilman Shake mi descrive come sono realmente? >> << William Shakespeare, e non lo so di preciso, voglio dire non so come sei realmente >> << Ma mi hai vista prima >> << Devi scusarmi se non presto molta attenzione ad un fantasma >> << Mmm…allora, io ho i capelli neri, lunghissimi arrivano un po’ più sopra del ginocchio sai? >> << Un mantello >> << Sì, esatto. Poi…ho gli occhi azzurri, sono un po’ più robusta della tua amata ma ho la sua stessa altezza più o meno >> << Ti ho già detto che non è la mia amata, comunque sì la descrizione combacia…più o meno >> << Mmm…non capisco, anche voi avete delle famiglie che ostacolano il vostro amore? >> << Cosa?! No! >> << E allora perché non state insieme? Io darei qualsiasi cosa per poter passare il resto della mia vita col mio Romeo e voi che avete l’opportunità di farlo, non lo fate, è sciocco >> << Okay senti, uno. Tu non hai il diritto di dire niente su di noi e due, entrambi siamo fidanzati con altre persone okay? >> << Non capisco perché due amanti liberi di amarsi sotto la luce del sole e di sfidare quella luna bugiarda tutte le volte che vogliano…soffrano le pene dell’inferno inginocchiandosi e sottomettendosi al dolore. Io e Romeo non lo faremo mai. Noi lottiamo per il nostro amore anche al costo della vita! >>. Sì Giulietta ma tu e Romeo vi amate a vicenda, lui ama solo te e non anche una certa Stephie. << Oh si Giulietta, lo abbiamo visto tutto che fine avete fatto >> << E dimmi…il mio Romeo? Come viene descritto? >> << Mmm…alto, muscoloso, castano, occhi verdi >> << Oh sì il mio Romeo! >> << Sì il tuo Romeo, senti un po’ ma da quanto non vi vedete? >> << Noi ci incontriamo sempre la notte di Halloween, mi affaccio al balcone e attendo il suo arrivo…ma non possiamo toccarci, non possiamo avvicinarci l’un l’altro né ricongiungerci né unire le nostre labbra come il tocco delle mani di due pellegrini. >> porto la mano libera alle labbra per sfiorarle e credo di star facendo delle facce sdolcinate, Grazie mille Giulietta, mi stai mettendo in ridicolo davanti a Jorge. << Dal balcone eh? >> << Sì, certo >> << E quando lo vedi che fai? Dici “Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti.”? >> interessante Jorge, quindi conosci a memoria le battute di Romeo e Giulietta? Ti prenderò in giro in eterno per questo. << Questo è…è quello che siamo detti tanto tempo fa! Come fai tu a saperlo? >> << Perché tu fai parte di un libro!!! >> << Oh…già… >> << Giulietta? >> << Sì? >> << Una domanda, se Romeo viene sempre sotto il tuo balcone…perché noi stiamo vagando per il bosco? >> rido alle parole di Jorge, che poi dico io, le sue parole hanno senso. Giulietta è scemonita? << Che domande sciocchino, per fargli una sorpresa >>. << Giulietta, amore mio, è questa la tua soave voce? >> sentiamo la lontano la voce che suppongo sia di Romeo, non sembra molto distante << Oh Romeo! Romeo! >> lascio la mano di Jorge e inizio a correre da sola nel bosco. Hey no. Ferma Giulietta. Tu vuoi Romeo, ma io voglio Jorge, io ho bisogno di Jorge, tu non puoi perdere Jorge! Torna indietro dannazione! << Romeo! >> esclamo e dinnanzi a me vedo la sagoma di un altro fantasma << Amore mio! Oh luce che illumina il mio sentiero e che brilla più dei raggi solari, dove sei? >>
<< Sono qui! >> grido continuando a correre contro la mia volontà

Jorge pov.
Corro veloce cercando di fare di tutto pur di stargli dietro, finalmente quest’incubo sta per finire, riavrò Martina indietro e metteremo fine a questa follia. Non sono mai stato così in pena in tutta la mia vita, non credevo potesse esiste una paura così grande, altro che film horror, il vero orrore è la paura che provi quando c’è la possibilità di perdere qualcuno di molto importante per te. Non esiste una paura più grande. << Giulietta! Ti vuoi fermare?! >> Finalmente riesco a raggiungerla, è di spalle davanti a me << Amore mio, quanto mi sei mancata >> osservo la figura maschile che sta parlando, quello deve essere Romeo, tiene le mani di Martina…ehm cioè di Giulietta << Anche tu mi sei mancato amore mio >> mi schiarisco la voce per richiamare la loro attenzione << Giulietta sarà tua, ma Martina è mia okay? Quindi teniamo le distanze >> metto le mani le mani sulle spalle di Martina per allontanarla da quello spirito. << E tu chi sei? Come osi allontanarmi dalla mia Giulietta?! >> sentitelo, Romeo è così dolce e simpatico che mi tratta come un amico, mi dà direttamente del “tu”. << Amore mio calmati, lui è mio amico >> << Lui/io è/sono tuo amico?! >> diciamo all’unisono io e Romeo. Mi fa ancora strano parlare di questi due come se fossero proprio qui << Sì certo, lui mi ha aiutato a trovarti e mi ha permesso di usare il corpo della sua amata per ricongiungermi a te >> << Io non ti ho permesso proprio niente, hai fatto tutto da sola >> dico guardandola << In questo caso, permettetemi di ringraziarvi sir >> Romeo fa un inchino davanti a me, io lo guardo interrogativamente, ma che fa? Ora mi dà del voi? << Amore mio, se vogliamo che nostre anime si ricongiungano dobbiamo muoverci, mancano solo due minuti a mezzanotte >> dice lei rivolta allo spirito blu << Hai ragione mia principessa, Voi…posso sapere il vostro nome? >> ecco mi mancava che Romeo mi chiedesse il nome << Jorge, e lei è Martina e dammi del tu >> indico solo il corpo purtroppo, di Tini, << Grazie mille Jorge, grazie a tutti e due, finalmente potremmo stare insieme per sempre >> << Sì tutto fantastico Romeo! Adesso però fa in modo che la TUA Giulietta lasci il corpo della MIA Martina okay? >> << Subito! >> lo vedo avvicinarsi di colpo e non capisco cosa sta facendo, non ho neanche il tempo di reagire d’un tratto sento come se una lama trafiggesse il mio corpo, mi sento freddo e spaesato. Porto le mani al petto per il dolore ma mi rendo conto di non esserne capace, non riesco a muovere le braccia, o le mani, o qualunque altra parte del mio corpo. << Amore mio >> riconosco la mia voce ma non ho parlato io, vedo Martina davanti a me che è ancora Giulietta, afferro le sue mani e le intreccio nelle mie ed è in quel momento che capisco che non sono io, è Romeo, lui è entrato nel mio corpo. << Oh Romeo, Romeo! Finalmente potremmo stare insieme per l’eternità >> << Per l’eternità infinita, amore mio >> per l’eternità cosa? ...ma l’eternità è già l’infinito! Poggio le mani sulla vita di Tini e lentamente mi avvicino alle sue labbra, sento i battiti del mio cuore accelerare o chissà forse sono quelli di Romeo, le braccia di Martina…cioè Giulietta mi cingono il collo e quando le nostre labbra si congiungono e come se tornassi a respirare, come una pura boccata d’aria. Le mie labbra si muovono lente e passionali sulle sue, un bacio così intenso e profondo sia visto dall’esterno sia per il sentimento che si prova da dentro. Non l’ho mai baciata così, in realtà credo di non aver mai baciato nessuno così. Forse perché non sono io, forse perché è semplicemente Romeo che bacia Giulietta. Stringo le braccia intorno alla sua vita e mi stupisco io stesso di quanto mi facciano bene quelle emozioni, di quanto siano forti, di quanto riescano a…a distruggermi dentro. Continuiamo a baciarci, la faccio indietreggiare poggiandola delicatamente ad un albero, le sue mani si muovono tra i miei capelli, non riprendiamo fiato, non abbiamo bisogno. Le sto letteralmente divorando le labbra e…e queste emozioni mi mandano in estasi come se fossi in paradiso. Mai avrei pensato che un bacio potesse farti provare tutte quelle emozioni. Sento il rumore di un “dong” quello dei vecchi orologi enormi che emanano un suono che si sente per tutta la città, suona a mezzanotte precise. Non mi importa di quel suono, continuo a baciare Martina, e ad usare tutte le mie forze per tenerla attaccata a me. Lentamente mi allontano da lei e apro gli occhi, lei fa lo stesso, per un attimo entrambi siamo stati gli unici protagonisti di quel bacio così vero, non Leon e Violetta, non Romeo e Giulietta ma Jorge e Martina. La frazione di secondo in cui ci guardiamo l’uno negli occhi dell’altro è l’ultima cosa che facciamo prima di svenire entrambi e perdere i sensi.
Stringo forte gli occhi e cerco di aprirli, percepisco la luce del sole quindi li richiudo, sento di avere qualcosa nella mano sinistra, la stringo forte e con fatica volto il capo e apro leggermente gli occhi per vedere di cosa si tratta, è la mano di Martina, lei è stesa a terra ancora incosciente << Martina! >> la chiamo con la voce ancora assonnata e debole, faccio appello a tutte le mie forze per alzarmi sulle ginocchia ed avvicinarmi a lei << Martina >> la prendo tra le mie braccia e inizio a scuoterla, lentamente la vedo recuperare i sensi e aprire gli occhi, guarda in alto e poi li richiude, sorrido nel poter finalmente rivederla << Martina! >> la stringo al mio petto mentre tutta quella paura che ho provato questa sera viene scaricata dalle lacrime che ora solcano il mio viso, sì sto piangendo perché anche se apparivo calmo dentro di me c’era l’inferno. Non dimenticherò mai più questa storia e non voglio più sentir parlare di Romeo e Giulietta finché campo. << J-Jorge…dove siamo? >> << Siamo nella foresta ma…tranquilla, ora torniamo al camper >> mi allontano da lei e le sorrido per calmarla. Lei mi guarda e allunga la mano destra sul mio volto, col pollice manda via una lacrima che era pronta a rigarmi il viso << Perché stai piangendo? >> mi chiede lei con una voce flebile << Perché per un attimo ho temuto di perderti >> rispondo, Tini sbatte le palpebre due volte e poi si guarda intorno << Dove sono andari Romeo e Giulietta? >> << Probabilmente ora sono insieme all’altro mondo e mi auguro che ci restino >> entrambi ridiamo. << Dai vieni, torniamo al camper >> dico alzandomi in piedi, poi tendo le braccia e aiuto anche lei a risollevarsi. Avanzo di un passo ma Tini mi afferra saldamente il braccio per farmi tornare alla posizione di prima, voltato verso di lei << No aspetta! >> << Che c’è? >> le domando io << Sono stanca di mentire >> confessa guardando il suolo, io non la capisco, cerco di trovare il suo sguardo ma non ci riesco dato che continua a guardarsi le scarpe << Mentire? >> << Sì mentire! Fingere di non provare nulla per te! Fingere che tu sei solo un amico, fingere che non mi laceri il cuore ogni volta che ti vedo con lei, fingere che Peter sia la mia anima gemella, fingere che quello che provo per te sia una semplice cotta perché NON È COSÌ! >> Finalmente alza il capo e incrocia i miei occhi, ma ora sono io che non ho il coraggio di guardare in faccia così tanta verità << Quel bacio Jorge, io l’ho sentito, ad un certo punto il bacio di Romeo e Giulietta è finito ma TU…tu hai dato inizio al nostro non negarlo! >> deglutisco e vago con lo sguardo sul suolo << Allora la mia domanda è…c’è una possibilità per noi Jorge? Perché io non faccio altro che ripetermi che non c’è, che l’unico modo che ho per starti accanto è soffrire in silenzio e accontentarmi della tua amicizia ma poi…tu fai certe cose come…come quella, come..."la MIA Martina" e io…tu mi spiazzi capisci? >> e quando i miei occhi incrociano nuovamente i suoi riesco a vedere la sua paura di perdermi, la sua confusione, la sua rabbia, il suo dolore, il suo amore. Un onda di sentimenti che mi sta letteralmente scagliando alla deriva. << I-io…io e Stephie stiamo insieme da così tanto tempo noi…io le voglio bene non potrei mai fare nulla che possa ferirla >> cerco di dire, lei nega col capo e i suoi occhi si inumidiscono << Stai cambiando argomento...ma okay. Quindi io posso soffrire e lei no? >> << Io voglio che nessuno soffra >> << Ma è inevitabile Jorge! Tu…tu sei chiuso nella tua piccola palla di cristallo, al sicuro con lei, perché lei per te è una sicurezza. Tu non vuoi cambiare le cose perché sei un codardo, perché hai paura di farlo, allora io ti dico che qui qualcuno soffre e soffrirà sempre, che sia io, che sia tu o che sia Stephie. Ma rischiare fa parte della vita, vorrei che per un attimo smettessi di pensare a lei o a me o a chiunque altro. Vorrei che per un attimo tu pensassi solo a te stesso e a quello che vuoi. Ma tu non puoi vero? Questo è chiedere troppo per te dico bene? Preferisci vivere con le tue sicurezze piuttosto che lanciarti nell’ignoto e correre il rischio. Beh ti dico una cosa, io sono più piccola di te questo è vero. Ma io a differenza tua, se tu mi dicessi di amarmi io…non ci penserei due volte a vivere la nostra storia d’amore. E sai potrebbe danneggiare la mia carriera, la gente potrebbe definirmi come quella s*****a che ha rubato il fidanzato di un’altra, come quella che ha messo le corna a Peter ma non mi importerebbe! Perché io a differenza tua ho il coraggio di rischiare, ma tu sei codardo. E allora va bene continuiamo a fingere di vivere nel mondo della bella addormentata. Ma se un giorno dovessi mai svegliarti Jorge…spero che non sia troppo tardi, dico sul serio, lo spero per te >>. Le sue parole sono come un pugnale che va dritto al cuore, se pensavo che il dolore di un fantasma che entra nel tuo corpo fosse asfissiante…beh le parole di Tini sono un infarto diretto. Avanza lasciandomi lì solo come il perfetto idiota che sono. Ho sempre pensato che Martina fosse una ragazza molto matura per la sua età ma ora…io ora vedo una donna che sa cosa vuole, una donna che mi sta letteralmente scappando dalle mani, che mi fa perdere il controllo, che mi fa crollare ogni certezza e mi mette davanti a verità che non ho mai voluto vedere. Mi volto e la osservo camminare << Martina! >> la chiamo ma non si ferma << Martina! >> ci riprovo ma lei continua imperterrita per la sua strada << Martina, io TI AMO >> ecco l’ho detto, o meglio l’ho gridato. Finalmente i suoi piedi si immobilizzano e lentamente si volta verso di me << Che…che cos’hai detto? >>. Corro verso di lei appena la raggiungo poggio le mani sul suo volto << Hai ragione sono un codardo, e hai anche ragione sul fatto che non posso pretendere che nessuno soffra. In realtà tu hai ragione su tutto ma…ma adesso basta. Voglio cambiare le cose, per noi capisci? I-io…io ti amo Martina, tu sei diversa da qualunque altra ragazza che io abbia mai conosciuto, sei speciale e io ti amo >>. La vedo sorridere mentre chiude gli occhi e il suo volto gelato viene rigato da due lacrime << Dillo ancora >> mi chiede, sorrido, un sorriso a trentadue denti << Ti amo Martina Stoessel >> e detto questo mi fiondo sulle sue labbra per dare vita al nostro vero, unico e solo primo bacio. Uno di quelli che potrebbe fare invidia a Romeo e Giulietta e credetemi so di cosa sto parlando. Lei allunga le braccia per cercare di avvolgermi il collo ma io le tengo saldamente il viso con le mani mentre le mie labbra divorano le sue senza contegno, lasciandola senza fiato, trasmettendole tutto l’amore che per tutto questo tempo ho represso. << Se è un sogno non voglio svegliarmi >> sussurra lei sulle mie labbra << Se è un sogno non ti sveglierai >>  dico io per poi intrecciare la mia mano nella sua << Torniamo dagli altri? >> lei annuisce sorridendo alla mia domanda. Durante la strada incontriamo Lodo e Rugge che ci informano che tutti quanti ci stavano cercando << Per fortuna sulla strada è passato un camion, ha detto può mettere il nostro pullman nel retro dato che non sta trasportando niente e così ci riporterà alla civiltà >> ci spiega Lodo << E non potevate avvisarci?! >> Martina la tira con la mano sinistra dato che la destra e ancora intrecciata nella mia << Certo! Perché giustamente tu e Jorge siete usciti per nulla ieri sera eh? >> osserva il mio amico << Oh…già >>. Una volta tornati dentro i nostri amici ci accolgono a braccia aperte, ognuno di noi torna al proprio posto, tutti pronti e contenti di poter tornare alla normalità, finalmente tutto sarà come prima. Martina mi guarda e io continuo a stringere la sua mano…beh forse non proprio tutto sarà come prima, un nuovo inizio aspetta tutti noi.
Gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu corazon uoo…gira mi cancion…en tu direccion. Somos el reflejo en el espejo de tu amor uoo.
<< Hey vi va divedere Romeo e Giulietta appena arriviamo? >> alla proposta di Cande, io e Tini scattiamo dalla poltrona e rispondiamo all’unisono prima di tutti con un sonoro << NO! >>.








*Angolo autrice*
Yeaaa eccomi quiii lol. Allora lo so, lo so che sono in ritardo per Halloween ma...solo di due giorni eh. Allora io avevo deciso di non postarla più questa os perché onestamente non mi paiceva (yeaaa) ma siccome l'avevo "promessa" ad alcune persone su twitter ho deciso di pubblicarla. A me continua a non piacere lol

🙈 comunque dai siate buone e apprezzate il gesto sì? u.u ...non dico altro perché non so che dire lol e va beeeh fine u.u (se mi viene in mente altro lo aggiungero...o ve lo dirò nel prossim capitolo di "Sono complicata. Avremo un amore complicato" vedremo u.u) ora vi mando un baciooo ciaoooooooo chicaasss
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Niley story