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Autore: Lunatica95    04/11/2014    0 recensioni
Lui era troppo bello, troppo perfetto per me.
Io ero semplicemente Annabelle, la bambina con i capelli rossi e gli occhiali.
Quella che è cresciuta così dal nulla, con la sua sola forza.
Quella che mai nessuno ha guardato per davvero, che tutti considerano solo la solita secchiona, e nessuno guarda in quel senso.
Quella che anche se ogni tanto si sente carina, basta uno sguardo o un piccolo commento per farla tornare orribile.
Quella che da sempre tanto e non riceve niente.
Quella troppo buona.
Questa sono io e nessuno vuole una come me, soprattutto uno come lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto grazie ad una stamba idea..

Tutto iniziò con la stupida idea della mia migliore amica "andiamo sarà divertente" mi disse "non faremo figure di merda" disse ancora. E io come una tonta mi ero fatta convincere.
Ora ero al freddo e al gelo solo per colpa sua.
"Ti odio" gli ripeto per l'ennesima volta.
"Dai che un giorno mi ringrazierai" sorrise soddisfatta volgendo il proprio sguardo verso la guardia costiera.
"Poi quando vi sposerete voglio che dirai che è tutto merito mio" ecco che comincia a fantasticare. Mi chiedo come sia possibile rimanere con i piedi per terra quando la tua migliore amica parla di matrimonio e bambini e discorsi di ringraziamento.
"Ma con chi mi dovrei sposare, qui non passa nessuno"
"Be' per il momento non c'è nessuno, anche loro lavorano cosa credi?" cavolo è pure seria, questa rimbambita pensa che così troverò l'uomo della mia vita, stando al freddo davanti la guardia costiera a stalkerare tutti quelli che ne entrano o escano.
Tutto d'un tratto mi strattona e mi porta dietro una siepe, giusto per migliorare la situazione.
Esce un ragazzo, sembra anche molto giovane penso abbia intorno ai 25 anni, ha i capelli ricci che gli cadono sul volto è molto alto, in effetti tutti in confronto a me sono alti.
Si muove molto lentamente come se fosse al rallentatore e sposta quelle ciocche che gli ricadono sugli occhi, per farlo sposta lo sguardo verso di noi e io so per certo che ci ha visto, perché io ho visto i suoi occhi.
Erano verdi, verdi come gli smeraldi.
Verdi come i prati in primavera, come le foglie appena nate.
Erano di un verde che sembrava voler urlare vita.
E' stato un istante, ma è sembrato durare in eterno.
I suoi occhi che si incrociano con i miei.
Ho cominciato a sentire dei brividi in tutto il corpo, all'inizio ho pensato fosse per il freddo ma poi ho capito che il freddo non centrava proprio niente.
 
"Annabelle.. Annabelle ci sei?" mi scuote quella pazza di Davina "lo sapevo che l'avresti trovato"
"Smettila e andiamo via" dissi staccandola dal mio braccio e cominciando ad andare verso casa sua.
Il tragitto di ritorno fu molto silenzioso, non mi andava di parlare, anche perché non c'era niente da dire.
Lui era troppo bello, troppo perfetto per me.
Io ero semplicemente Annabelle, la bambina con i capelli rossi e gli occhiali.
Quella che è cresciuta così dal nulla, con la sua sola forza.
Quella che mai nessuno ha guardato per davvero, che tutti considerano solo la solita secchiona, e nessuno guarda in quel senso.
Quella che anche se ogni tanto si sente carina, basta uno sguardo o un piccolo commento per farla tornare orribile.
Quella che da sempre tanto e non riceve niente.
Quella troppo buona.
Questa sono io e nessuno vuole una come me, soprattutto uno come lui.
"Pensavo che ti piacesse" lei e la sua voce da piccola innocente, so che non l'ha fatto apposta ma certe volte è così testarda che forse dovrebbe solo lasciar perdere.
"E' questo il problema" mi guarda stranita non capendo "mi piaceva".
Ecco che ora ricomincia con le sue fantasie, già dal suo sorriso si capisce che il suo cervello sta lavorando e nel frattempo che io respiro ha già programmato tutta la mia vita e dei miei nipoti.
"Devi smetterla, devi smetterla di pensare che ci possa essere qualcosa" siamo arrivate a casa sua e io non ce la faccio più "non l'hai visto quant'era bello? Non si accontenterà mai di una come me.. Guardalo bene potrebbe avere milioni di donne ai suoi piedi, perché dovrebbe volere una bambina come me?" respiro, forse capendo di aver esagerato un po' "scusa ma così tu mi illudi soltanto e se mi illudo dopo cadere farà più male".
"No, hai ragione.. Scusa tu" mi abbraccia forte e corre dentro il cancello.
La odio e l'amo allo stesso tempo, è la mia ragione di vita ma a volte veramente non mi aiuta.
 
Chissà se è di qui, infondo Runcorn non è molto grande, almeno tra noi ragazzi ci conosciamo un po' tutti.
Forse si è appena trasferito. Cavolo due occhi così me li ricorderei se li avessi già visti.
Chissà com'è il suo carattere, mi sembrava un tipo molto chiuso e misterioso ma magari mi sbaglio, forse è pieno di vita proprio come i suoi occhi.
Magari i nostri figli possono riprendere i suoi occhi, si i miei sono azzurri e sono stupendi ma i suoi hanno quel qualcosa che non so.
Mannaggia a Davina e le sue strambe idee.
Il suo telefono squilla ma non risponde.
Dico è sempre pronta dietro il telefono per rispondere e ora che mi serve non c'è.
Attacco e riprovo. Finalmente al terzo tentativo risponde.
"Ehi tutto ok?"
"Si, ma ti devo chiedere un favore"
"Lo sapevo, domani stessa ora stesso posto"
"Come mi conosci tu nessuna"
"Di niente, more"
"Grazie" mi sorge un sorriso sulle labbra pensando che forse davvero durante il mio matrimonio devo ringraziare una delle scemenze della mia migliore amica.
"A domani, buona notte e non sognarlo troppo che poi lo consumi" scoppiamo a ridere.
"Buona notte more"
 
 
Siamo di nuovo qui al freddo e al gelo per vedere un ragazzo che forse neanche passerà.
"Allora mi stavi dicendo che l'hai sognato"
"Si" comincio ad arrossire, sia per il freddo che per il pensiero di averlo sognato e neanche lo conosco "ma non si può proprio considerare un sogno, diciamo che non parlava stava solo vicino ad una macchina e mi guardava".
"Una cosa romantica" feci una smorfia.
"Se così si può chiamare" nascoste dietro il nostro cespuglio continuiamo a parlare finché non esce.
Lo guardo più attentamente, ha la divisa bianca che gli fascia completamente il corpo, devo dire che ha un bel posteriore.
I capelli sono sciolti, e in mano porta il cappello collegato alla divisa. Fa di nuovo quella mossa con la testa per togliere i capelli dal viso e mi guarda, di nuovo.
Non so se sapeva che ero qui, se lo sperava o cosa, ma rimaniamo per un paio di secondi così poi continua a camminare nella direzione opposta con il suo collega.
 
 
Passarono le settimane e la situazione era sempre la stessa, io e Davina ci appostavamo e lo guardavamo. Lui usciva mi guardava e andava via.
Non capivo molto di questa storia. Io non sapevo nulla di lui, neanche il suo nome, e lui non sapeva nulla di me.
Ma c'era questo gioco di sguardi che non cambiava neanche per un giorno, non c'era un giorno in cui lui non si girava verso di me.
Oggi come tutti gli altri giorni ero lì ad aspettarlo.
Mi squillo il telefono.
"Davina"
"Annabelle"
"Stai male vai a dormire" le dissi molto dolcemente, si era presa la febbre e si è molto dispiaciuta che non poteva venire con me, così mi ha promesso che mi avrebbe chiamato.
"No sto bene" rispose con voce nasale.
Mi girai verso il fiume mentre camminavo avanti e indietro, mia solita abitudine mentre ero al telefono.
"Se stai bene potevi stare qui con me" le dissi mettendola alle strette.
"Ok, sto male. Ma volevo farti compagnia lo stesso" sorrisi e mi girai.
Mi trovai il ragazzo dagli occhi vivi ad un passo da me, alzai la testa per guardarlo in volto e devo ammettere che era davvero alto.
"Senti ti devo lasciare" gli attaccai il telefono in faccia e rimasi a guardarlo con la bocca semiaperta per la sorpresa.
"Oggi non mi stavi guardando" la sua voce è molto più roca di quanto mi aspettassi e i suoi occhi da vicino sono ancora più belli.
"Ero a-al telefono" riesco a dire, sono ipnotizzata dai suoi occhi, mi hanno fatto qualche magia ne sono sicura.
"Che ne dici se la smettiamo con questi sguardi e mi concedi un appuntamento?" i suoi riccioli cadono delicatamente intorno al suo viso, cavolo se è bello.
"Cosa?" dissi non capendo affondo quello che aveva detto ero troppo imbambolata sui suoi occhi.
"Un appuntamento, me lo concedi?" penso di esser diventata più rossa del normale, nessuno mi aveva mai chiesto un appuntamento.
"Si, ma.." si stranì quando dissi ma così mi affrettai a chiarire "il tuo nome".
Rise, che bella risata che aveva. Mostrava tutti i suoi denti perfettamente dritti e bianchi. Poi notai che aveva anche due stupende fossette, e le sue labbra sarebbero da assaggiare.
"Harry" sorrise ancora "Harry Styles e il tuo volpina?" risi per il soprannome.
"Annabelle" aspettai un secondo e dissi "Annabelle Wilson".
 
Harry mi invitò ad uscire più volte prima di chiedermi di diventare la sua ragazza. Dopo la prima uscita capii subito che non era un tipo tanto chiuso e misterioso ma era allegro e divertente, rideva sempre e questo faceva ridere me.
La sua risata era contagiosa. Era un vero uragano di allegria.
Mi raccontò di come si era appena trasferito, del suo sogno di fare il comandante di navi da crociera. Di come soffrì d'amore a mala pena 17 anni, di come l'ha superato e che adesso voleva andare avanti.
Mi parlò di tante cose, ed io ero innamorata cotta di lui.
Quando mi chiese di andare a vivere con lui non ci pensai neanche un minuto e dissi subito di si.
Lui mi rendeva felice, mi faceva sentire amata, l'unica al mondo. Con lui io non ero più la bambina che tutti non consideravano, con lui io ero una donna.
 
Sentivo una voce svegliarmi. Mi chiamava amore, era una voce dolce e roca.
Quando smise di chiamarmi quasi mi dispiacque, ma poi qualcuno cominciò a riempirmi di baci.
"Dai amore svegliati che oggi ti porto al parco" ammetto che il mio primo pensiero fu 'e che sono un cane?' ma lo rimossi visto la dolcezza di quella voce, mugolai soltanto.
"Volpina" continuava "Voglio portarti sulla ruota panoramica" a quella parola spalancai gli occhi. Io soffro di vertigini.
Mi ritrovai davanti Harry che aveva il viso a meno di 10 centimetri dal mio, rimasi un attimo confusa di tutto quell'entusiasmo di prima mattina.
"Finalmente" disse infine prima di baciarmi, era un bacio appassionato, non me lo sarei aspettata ma dopo un piccolo secondo di indecisione ricambiai convinta che non mi capitasse più un occasione del genere.
I suoi capelli, più lunghi del solito, mi sfiorarono le guance mentre il bacio continuava. Si posizionò su di me e io non opposi resistenza, era dolce e affettuoso.
"Non ho lavato i denti" dissi senza neanche riflettere, rovinando quel bacio fantastico. Mi guardò stranito, e ti credo ho appena rovinato il momento, c'è qualcosa che non va in me.
Sorrise e si alzò molto lentamente mostrandomi che era senza maglia, alla vista del suo torace coperto di tatuaggi sentii un mancamento.
"Fa niente, comunque dobbiamo andare" mi tese una mano e mi aiutò ad alzarmi.
 
Stavamo per salire sul London Eyes, lui lo sapeva benissimo che soffrivo di vertigini.
Mi guardava come a cercare di convincermi.
"Ti odio" gli sussurrai ancora, perché sapevo che con lui avrei fatto qualsiasi cosa anche superare le mie paure più oscure.
"e io ti amo, come la mettiamo?" disse, era così dolce mentre lo diceva, sorrisi e mi strappo un bacio veloce prima di entrare nella cabina.
Stranamente entrammo solo noi due, e la cabina molto grande vuota non aiutò molto la mia paura.
Harry si avvicinò, forse capendo dalla mia faccia che avevo paura, mi strinse forte e mi avvicinò al finestrino.
"Guarda in lontananza non in basso e senti bene quello che sto per dirti" mi sussurro queste cose all'orecchio, mentre le sue mani mi stringevano forte a lui, come se da un momento all'altro potessi scappare via.
Annui semplicemente e lui continuò a parlare "la prima volta che ti ho vista ho pensato che eri un miraggio, dietro di te il sole stava per tramontare e avevi tutta una luce dietro, cavolo eri bellissima. Poi il giorno dopo ti ho visto ancora e ho pensato che prima o poi dovevo avvicinarmi, ma non sapevo come fare. Così ho aspettato, pensavo a come fare e quando quel giorno ti ho guardato e tu eri lontano al telefono da sola. L'ho capito, ho capito che quello era il momento giusto per avvicinarmi,  e ho fatto bene" sorrise e prese un respiro.
"Poi quando ti ho chiesto di venire a vivere con me ero al settimo cielo, tanto che la prima volta che hai dormito da me ho passato tutta la notte a guardarti. Ero così felice che il sonno non veniva e poi guardarti dormire come se niente al mondo potesse farti del male è la miglior cosa al mondo" prese un altro respiro "tutto questo giro di parole per dirti che io l'ho capito subito, dalla prima volta che ti ho visto. Tu eri quella giusta" mi fa girare in modo da ritrovarci petto a petto, faccia a faccia "quindi perché sprecare altro tempo, so che sei giovane ma io ti amo quindi mi vuoi sposare?" Stavamo facendo tutto così velocemente, ma cavolo io l'amavo lui amava me cosa si vuole di più dalla vita?
"Si" dissi semplicemente, lui mi prese e mi fece fare una giravolta. Mi bacio e giuro che la mia cavolo di paura dell'altezze in quel momento non esisteva. C'eravamo io e lui sopra il mondo, in tutti i sensi.
 
 
Quando ci sposammo al discorso dovetti ringraziare Davina che era ancora la mia migliore amica, mi aiuto con tutto, anche con le primi liti pre-matrimonio. Con la suocera che voleva decidere tutto da sola.
Era mia sorella e non potevo non ringraziarla, per il suo aiuto, per avermi fatto conoscere l'amore della mia vita.
Tutto grazie ad una stramba idea. Tutto grazie ad una persona.



Ehilàà ho scritto un altra one-shot..
Sapete l'idea mi è venuta così grazie alla mia migliore amica che mi ha davvero proposto di andarsi ad appostare davanti la guardia costiera per cercarmi marito.. E io ho 18 anni rendiamoci conto...
Mha ok... Spero che la storia vi piaccia... Fatemelo sapere con una recensione..
Byeeee
E.
  
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