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Autore: MmeBovary    04/11/2014    5 recensioni
Vincent non era mai stato un ragazzo brillante. Finché la guerra non gli ha permesso di scatenare tutta la violenza e la bruttura che aveva in sé e gli ha dato un’occasione per primeggiare. Rinunciare all’ebbrezza di questo potere cruento è difficile e l’idea che anche morire possa essere dolce offusca il suo giudizio e lo porta a prendere una decisione fatale…
Una riflessione su cosa voglia dire a diciott’anni essere un soldato in una guerra, ispirata dalla poesia di Wilfred Owen Dulce et Decorum Est.
2^ classificata al contest "Soldati" indetto da Rosmary sul forum di efp.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vincent Tiger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Dulce et Decorum est
 
…But someone still was yelling out and stumbling
And floundering like a man in fire or lime.
Dim, through the misty panes and thick green light
As under a green sea, I saw him drowning…
Wilfred Owen, “Dulce et Decorum Est”
 
Il destino ti ha sempre rifilato delle carte pessime: dita tozze da mangiatore di pudding, un volto grosso con piccoli occhi stupidi da vitello e persino un intelletto tutt’altro che fino, ti duole ammetterlo.
Quella tua faccia bovina non ha ricevuto che scherno e rifiuti, finché un giorno le regole del gioco sono cambiate e le tue carte hanno acquisito inatteso valore.
 
Senti la Stanza delle Necessità e tutta Hogwarts tremare sotto i colpi dei Mangiamorte e gioisci del volto disperato di Potter e dei suoi amichetti.
Sì, le regole sono cambiate e tu hai imparato a giocare prima di tutti, perché hai le dita tozze di chi si è difeso a pugni tutta la vita, il volto inamovibile della bestia testarda che non trema al pensiero della violenza e il cervello perfetto per ubbidire al comando che ti hanno dato – uccidi, ferisci, distruggi chi non è nato pari a te.
Hai padroneggiato le Maledizioni Senza Perdono come le avessi pronunciate col tuo primo vagito, come fossi venuto su a latte e meschinità.
Forse sei nato per essere un soldato in questa guerra – dopotutto in vita tua niente mai ti aveva dato tanto quanto questo conflitto che ha reso la forza bruta un valore incommensurabile.
La mediocrità è da sempre fomite di mille guerre: chi non ha altro modo che la violenza per prevalere vi ricorre senza scrupoli. Tu non ci vedi niente di male. L’unico punto labile della questione è che stai rischiando la pelle, ma sopravvivere non è più precipuo. Ti dici spavaldamente che non c’è dolore che tenga quando la ricompensa è essere ricordato con rispetto e ammirazione per il valore dimostrato sul campo di battaglia.
Ma, se ci credi, allora come mai la tua mano trema?
 
Non pensarci! Ucciderai Potter e diventerai l’eroe di tutti i Mangiamorte. Riuscirai dove persino Voldemort fallì!
Draco non ne ha il coraggio, ma tu sì, tu lo ucciderai, dovessi morire tentando! Tanto sarebbe una morte dolce, ovattata da un alone di gloria, mentre sei al culmine della tua vita, all’apice dopo il quale, lo sai bene, non c’è che la discesa se non si riesce a stare in vetta.
 
Ardemonio!
 
Mentre ridi, il calore scaturito dalla tua Maledizione t’investe come un muro. I polmoni sembrano sgonfiarsi come palloncini scoppiati tra le tue costole.
Hai paura.
Instupidito dal dolore, ti rivolti tra le lingue di fuoco come una preda ferita che si annoda nella rete del cacciatore. L’aria è bollente e corposa come lava e mentre vi anneghi ti chiedi se Goyle possa vederti. Non vuoi che si ricordi di te in un momento così poco eroico, eppure ti getti invano verso il punto dove credi che potrebbe essere, troppo spaventato per pensare di morire da solo.
 
Volevi solo essere grande, muovere i tuoi passi in un mondo per cui eri tagliato, in cerca di gloria.
Ora vuoi soltanto che finisca perché hai capito che era tutto una bugia e che non c’è niente di dolce in questa morte.







NdA: Non so se abbiate familiarità con la poesia di Owen, ma in caso negativo potete trovare su questo sito il testo che mi ha ispirata, una struggente riflessione di un soldato della prima guerra che vedendo un ragazzo come lui morire per il gas ricorda a tutti che se anche loro lo avessero visto in quel momento straziante non ripeterebbero con tanto zelo ai giovani in cerca di gloria la vecchia menzogna “è dolce e decoroso morire per la patria”. 
Ho usato questa riflessione come punto di partenza, poi ho tentato anche di immaginarmi cosa, piuttosto che la patria, potesse aver spinto Tiger a pensare che potesse essere sopportabile persino l'idea della morte. Secondo me il desiderio di potere e rispetto e quel senso di immortalità che da giovani rende tanto difficile mettere tutto in prospettiva. Se siete d'accordo (o no!) fatemelo pure sapere nei commenti.

Storia classificatasi 2^ su 13 partecipanti, con un voto di 39.7/40, al contest Soldati indetto da Rosmary sul forum di efp. 



 
  
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