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Autore: Clahp    04/11/2014    2 recensioni
Un delitto nella Londra magica (e non).
Tre maghi che cercano di risolverlo.
E un consulente investigativo -con la memoria cancellata parecchie volte.
[Potterlock]
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno

Capitolo uno.

 

 

Il politico scomparso

 

 

 

 

 

 

 

[ 15 giorni prima ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Niente da fare. Assolutamente niente da fare.

Erano tre mesi, esattamente dal 30 Marzo 2014, che quello strano caso giaceva sulla sua scrivania, ed erano tre dannatissimi mesi che tornava a casa con quel pensiero.

«Harry… mi sa che stai impazzendo, sai? Prenditi un po’ di relax, amico! Anche io sono stanco morto…» mormorò Ron, stiracchiandosi, mentre poggiava il suo bicchiere di Burrobirra sul tavolo del pub. «Stasera offro io!»

Harry sbuffò. Ok, Ron aveva ragione: forse aveva preso l’accaduto con troppa serietà. Era pur vero che, sebbene entrambi fossero Auror, il vero capo del Dipartimento Auror del Ministero della Magia era lui: e ciò che era successo non poteva essere una fonte di relax, anche di fronte a una Burrobirra fumante insieme al suo migliore amico…

Erano infatti oramai tre mesi che tutta Londra, e in particolare l’alta società magica, era sconvolta dall’assassinio dell’onorevole Harold Saxon, avvenuto in circostanze insolite e inspiegabili. Il pubblico del Profeta apprese subito i particolari del delitto emersi dall’inchiesta degli Auror, ma buona parte di essi fu omessa, poiché il fatto era stato talmente eclatante che, ai fini di intentare il processo penale, si ritenne opportuno in quel momento non divulgarne tutti i dettagli.

In quanto Capo Auror, Harry Potter era stato uno dei primi a essere contattato per l’insolito omicidio di Saxon; inoltre, la vittima era stata un importante ministro nel settore per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani e dunque c’era una certa pressione a risolverlo quanto più in fretta possibile. Ogni volta che qualche cruento delitto rimaneva inspiegato o, peggio, se accadeva qualcosa a qualche politico simpatizzante per i Babbani, aleggiava nella comunità dei maghi di Londra e del Ministero vecchi ricordi assai spiacevoli da dimenticare anche a quindici anni di distanza.

Ma niente; qual caso sembrava destinato a non essere risolto. I migliori Auror erano stati inviati sulla scena del crimine; celebri Pozionisti avevano dato fondo a Veritaserum (legali) su qualunque testimone avesse assistito alla scena; qualsiasi tipo di incantesimi era stato usato per risalire all’assassino. Harry era sempre più sotto pressione, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana: il fatto che Saxon avesse a che fare con i Babbani implicava che l’assassino fosse un fanatico mago razzista? Oppure il motivo era qualcun altro, qualche debito di soldi, di potere…?

 

L’arrivo di Hermione, appena uscita da uno dei camini della Metropolvere, bloccò il flusso dei suoi pensieri. Aveva, come al solito, capelli arruffatissimi e sembrava essere di corsa: salutò al volo il marito con un bacio sulla guancia, abbracciò Harry e si mise a sedere accanto a lui. Quest’ultimo provò un intenso moto di affetto verso i suoi migliori amici: avendolo visto così preoccupato e indaffarato, avevano proposto di vedersi in un piccolo pub non lontano dal Ministero della Magia. Si sentiva, in effetti, piuttosto solo: era parecchio tempo che non passava una serata in compagnia, visto che Ginny e i bambini erano andati qualche settimana dai nonni, seguiti da Hugo e Rose, perché a Londra il caldo era diventato veramente insopportabile (inoltre il campionato della Coppa del Mondo di Quidditch era in fermento proprio in quelle settimane e Ginny doveva avere la tranquillità e la pace per poter pubblicare articoli sul Profeta che fossero più esaurienti possibili).

«Al Dipartimento della Legge Magica sono tutti impazziti questa settimana» attaccò la nuova arrivata, mentre si rassettava la foresta cespugliosa sul capo.

Sembrava molto nervosa: continuava a guardare fugacemente gli altri due. Ordinò una sobria Acquaviola (fulminando il marito che ancora tracannava Burrobirra) e, rivolta a Harry, chiese con molto tatto:

«Come va con Saxon

Ron le ricambiò l’occhiataccia di poco prima – quei due non sarebbero cambiati né dopo dieci né dopo cinquant’anni di matrimonio – e tentò molto maldestramente di cambiare argomento.

«Oh, Harry…! Hai visto che il Brasile è entrato negli ottavi di finale? Oh, non vedo l’ora che sia fine luglio…»

Ne parlava circa cinquanta volte al giorno: Hermione si innervosì ancora di più. Ma Harry placò i suoi vecchi amici con metodi da lungo tempo sperimentati: accontentò entrambi senza accontentare davvero nessuno.

«Sì, Ron… Grande! Forse di questo passo arriverà in finale, magari contro il vecchio Krum…? Comunque, Hermione, va come la settimana scorsa e come tre mesi fa: non si sa nulla di nulla della sua morte, ma tutto della sua vita. La madre di Saxon è tornata qualche tempo fa dall’Australia per andare al San Mungo e curarsi una malattia degli occhi e lei, il figlio Harold e la figlia abitavano insieme a Park Lane. Saxon non aveva nemici né alcun vizio particolare. Ha avuto una relazione con una certa Lucy Jones, ma si sono lasciati qualche mese fa. Per il resto, lo descrivono come un tizio dal carattere piuttosto freddo e chiuso.» sospirò. «Ma ora parliamo veramente d’altro, non faccio che vedere quel nome ovunque.»

Ma Hermione non sembrava soddisfatta; continuava a mordersi nervosamente il labbro inferiore e a guardare ora l’uno, ora l’altro.

«E quindi, insomma… sei molto lontano dal capire com’è morto? In giro si dice che potrebbero essere… insomma…»

Esitò a dire il nome Mangiamorte: quindici anni di tempo non erano ancora sufficienti a dimenticare completamente l’angoscia.

«Non dare minimamente retta a quelle voci, sicuramente l’assassino ha agito da solo e con intenzioni ben precise; la sua testa è stata sfracellata da quella che sembra una comune pallottola Babbana. Ma dagli ultimi esami –»

Al sentire quelle parole, la donna trasalì e si rovesciò addosso tutto il drink; era così scossa che neanche vi badò. Osservò Harry con una strana luce negli occhi.

«Dunque l’assassino può davvero essere un Babbano

Come mai le interessava tanto? Stava diventando seccante; anche Ron era spazientito dal comportamento della moglie, che tuttavia non badava affatto ai suoi tentativi di distrarre l’amico. Harry proseguì, paziente:

«Sì, Hermione, c’è anche questa ipotesi che l’assassino sia un Babbano: ma non sembra sia possibile. E’ vero, l’arma era Babbana, ma sicuramente è stato un modo per sviare le indagini o per punire Saxon con la stessa cosa per cui lavorava. La stanza in cui è stato trovato morto era troppo in alto rispetto al livello stradale, e la porta era chiusa dall’interno: qualcuno deve essersi Materializzato per forza.»

«Ma la finestra era aperta?»

La donna non avrebbe potuto fare una domanda più pertinente: naturalmente, era Hermione. Harry si trovò a ridacchiare.

«Sì, era aperta.»

«Allora può essere stato un Babbano! La finestra era aperta e gli hanno sparato, in qualche modo, e…»

«No, la camera in cui è stato trovato morto era troppo in alto. E poi, perché la porta doveva essere chiusa dall’interno? Se lo ha fatto l’assassino, sarebbe dovuto Smaterializzarsi – e in tal caso le nostre indagini avrebbero trovato traccia di Smaterializzazione nella camera, ma niente – oppure sarebbe dovuto andare via su una scopa, ma Park Lane è un quartiere frequentatissimo da maghi e Babbani: qualcuno lo avrebbe visto. Nessuno ha sentito rumori di spari dalla strada.»

«Sì, ma ciò non toglie che c’è la possibilità che l’assassino sia stato un Babbano

Per qualche strano motivo quella informazione sembrava assolutamente vitale per lei; Ron, a cui questo non era sfuggito, delicatamente lo fece notare.

«Ma, scusa eh, come mai te ne frega così tanto?» biascicò mentre sbadigliava.

Hermione, ancora una volta, spostò lentamente lo sguardo dall’uno all’altro. Ad Harry, per qualche strano motivo, vennero i brividi.

«Be’, in realtà… ci sarebbe un modo per risolvere la situazione.»

Istintivamente, Harry ricordò una versione di lei molto più giovane che diceva la stessa cosa in un bagno malridotto a proposito di una certa pozione, oppure mentre imbottigliava illegalmente un piccolo fuoco portatile per potersi scaldare nel freddo parco di Hogwarts, oppure mentre passavano giorni e giorni dentro un’enorme e piccola tenda da campeggio, oppure…

«Illuminaci, allora» borbottò Ron, sorridendole vagamente in un modo molto orgoglioso, come se avesse pensato lui alla soluzione.

Lei si guardò intorno e avvicinò la sua sedia; mormorò Evanesco per levare via dalla sua maglietta il drink versato e guardò attentamente i suoi compagni di una vita.

«Insomma… è una cosa parecchio rischiosa da fare, e non credo sia propriamente legale.»

Qualcosa, nel modo in cui lei parlò, fece venire ancora una volta i brividi a Harry; era da così tanto che non sentiva quelle parole… che quella espressione non affiorava sul viso di lei… sembrava tutto appartenere a una vita passata, a millenni prima; quanto tempo era passato, quindici, quattordici anni…? Ma la cosa strana, davvero strana, era che quei brividi non fossero di terrore o angoscia o frustrazione: erano brividi di entusiasmo.

E, a giudicare dallo sguardo che in quello stesso istante Ron stava rivolgendo a lui, non era l’unico a pensarla così.

La loro attenzione fu d’un tratto completamente catalizzata da ciò che avrebbe potuto dire Hermione: Harry improvvisamente non era più depresso, Ron di colpo aveva smesso di sbadigliare. Lei fu così tanto sorpresa dalla vivace reazione dei due che arrossì.

«…No, ok, forse non è una buona idea. Non siamo più ragazzini, siamo sposati, abbiamo dei figli, non possiamo più permetterci le brutte cose che facevamo quando avevamo quindici anni, scordatevi quello che ho – »

«Oh, Hermione» la interruppe suo marito prendendole la mano, fermando così la sua velocissima parlantina prima che potesse esploderle la lingua «oramai hai pronunciato le magiche parole “non” e “legale”. Finchè non dirai ciò che hai in mente, come ben sai, non ti scollerai me e Harry di dosso.»

Lei gli lanciò l’ennesima occhiataccia della giornata, mentre Harry rifletteva: era vero, erano adulti oramai… ma aveva così tanta voglia di avere una bella avventura, come ai vecchi tempi in cui erano solo loro tre, loro tre contro il mondo, loro tre e basta… Era vero, il lavoro di Auror non lo annoiava mai, perché anche dopo la caduta di Voldemort i crimini nel mondo dei maghi non si erano affatto esauriti; ma aveva così tanta nostalgia della vera adrenalina che a volte se ne vergognava un po’. Non era, in effetti, un bel pensiero da avere visto che quelle avventure erano state accompagnate da periodi tutt’altro che felici; eppure, il brivido di andare contro tutti (spesso e volentieri contro le regole), il sangue che pompava forte nelle vene, le orecchie che fischiavano, i nervi tesi, la bacchetta pronta in mano…

«Ok, ok, ve lo dico, ma non voglio responsabilità» cedette finalmente Hermione, parlando velocemente come quando era nervosa. «Insomma, Harry, l’omicidio di Saxon ti sta prosciugando. È da tre mesi che ti vedo ridotto male e, sarò sincera, al Ministero questa cosa non è vista affatto bene… il fatto che sia stato ucciso in una zona di Londra così trafficata sia da maghi che Babbani ha dato adito a parecchie chiacchiere… inoltre, poiché Saxon lavorava per un Dipartimento dei Babbani, si teme qualche forma di fanatismo razzista, dopo tanto tempo… per cui, be’, a mali estremi, estremi rimedi, no…?»

Evidentemente cercava il loro appoggio, ma i due erano oramai troppo irrimediabilmente gasati per farci attenzione.

«Insomma… non so se lo avete letto… no, ok, sicuramente no. C’è questo investigatore, i giornali ne parlano in maniera incredibile da almeno tre anni, e ne parlano ancora di più da quando è ricomparso in giro… Riesce a risolvere tutti i casi, da quelli più banali a quelli più complessi, dove nessuno era arrivato neanche lontanamente a capirci qualcosa, o almeno così dicono… Abita a Londra, non lontano da una stazione di Metropolvere. Ora, non so quanto ci sia di vero, però posso dirvi una cosa: un lontano parente dei miei genitori, qualche anno fa, si era rivolto a lui perché suo zio, dopo aver ricevuto per qualche anno dei misteriosi semi d’arancia ogni mese, era morto improvvisamente. Per farla breve, il giorno dopo l’assassino era in manette. Ecco, magari è un po’ avventata come cosa, ma… forse… potremmo provare a rivolgerci a lui. Però, ecco, come avrete intuito il problema è…»

Sul momento, Harry fu piuttosto deluso. Perché mai Hermione si era fatta tanti dubbi? Bloccò subito la donna prima che potesse riprendere a parlare:

«Be’, sì, possiamo provare» accondiscese, sebbene fosse scettico. «Non so quanto potrà essere d’aiuto, magari conosce qualche incantesimo di cui perfino tu ignori l’esistenza… Se è così miracoloso come dici, possiamo provare… Che ne dici, Ron?»

Lesse la sua stessa amarezza nello sguardo del suo migliore amico; forse anche lui aveva per un attimo sognato una qualche bella avventura…

«Io direi di sì. Ma cosa è, una specie di Auror privato? Un… che ne so… consulente Auror? Eh, Hermione…?»

Lei li guardò entrambi con quella che sembrava compassione, come una mamma davanti a due bambini un po’ lenti a capire, e parlò con quella vocetta che tanto spesso utilizzava quando doveva spiegare qualcosa che per lei era ovvio.

«Ma non capite il problema…?»

No, evidentemente non capivano. Si passò una mano fra i capelli cespugliosi e abbassò ancora di più la voce.

«…E’ Babbano. E’ un detective Babbano

Silenzio.

Il più completo silenzio.

«Ma… Per farci aiutare… non dovremo infrangere un certo Statuto Internazionale di Segretezza?» chiese Ron, cauto, tuttavia con un certo luccichio negli occhi.

E per la prima volta da molto tempo, sua moglie non gli lanciò alcuna occhiataccia per contrariarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

 

 

Tanto per divertirmi (e per rimanere in tema con lo stile di Moffat e Gatiss) da ogni capitolo prenderò parecchie citazioni dai libri di Sir Arthur! In questo capitolo, ad esempio:

 

 


Fanfic: Erano infatti oramai tre mesi che tutta Londra, e in particolare l’alta società magica, era sconvolta dall’assassinio dell’onorevole Harold Saxon, avvenuto in circostanze insolite e inspiegabili. Il pubblico del Profeta apprese subito i particolari del delitto emersi dall’inchiesta degli Auror, ma buona parte di essi fu omessa, poiché il fatto era stato talmente eclatante che, ai fini di intentare il processo penale, si ritenne opportuno in quel momento non divulgarne tutti i dettagli.

Originale: Era la primavera del 1894 quando tutta Londra, e in particolare l’alta società, fu sconvolta dall’assassinio dell’onorevole XYZ, avvenuto in circostanze insolite e inspiegabili. Il pubblico apprese subito i particolari del delitto emersi dall’inchiesta della polizia, ma buona parte di essi fu omessa, poiché il fatto era stato talmente eclatante che, ai fini di intentare il processo penale, si ritenne opportuno in quel momento non divulgarne tutti i dettagli.


 


Fanfic: «La madre di Saxon è tornata qualche tempo fa dall’Australia per andare al San Mungo e curarsi una malattia degli occhi e lei, il figlio Harold e la figlia abitavano insieme a Park Lane. Saxon non aveva nemici né alcun vizio particolare. Ha avuto una relazione con una certa Lucy Jones, ma si sono lasciati qualche mese fa. Per il resto, lo descrivono come un tizio dal carattere piuttosto freddo e chiuso.»

Originale: La madre di XYZ era tornata dall’Australia per sottoporsi a un intervento chirurgico di cataratta e lei, il figlio XYZ e la figlia abitavano insieme a Park Lane. Il giovane frequentava la migliore società, non aveva nemici, a quanto se ne sapesse, né alcun vizio particolare. Aveva avuto un legame sentimentale con la signorina ABC, ma il fidanzamento era stato rotto consensualmente alcuni mesi prima e non sembrava aver lasciato strascichi dolorosi per nessuno. Per il resto, la vita del giovane si muoveva in un ambito convenzionale e piuttosto chiuso, […], era freddo per temperamento.


 

L’assassinio nel libro avviene il 30 Marzo 1894, qui il 30 Marzo 2014.

 

Hermione parla di un lontano parente dei suoi genitori che si era rivolto a Sherlock “perché suo zio, dopo aver ricevuto per qualche anno dei misteriosi semi d’arancia ogni mese, era morto improvvisamente”: questo episodio (tratto da L’avventura dei cinque semi d’arancia) è citato proprio da Sherlock nel telefilm, quindi ho pensato che fosse un caso che avesse già risolto in passato.

                

 

Qualche precisione Potteriana:

 

 

Harry, Hermione e Ron, come descritto dalla Rowling nell’intervista uscita appena subito dopo il 7° libro, lavorano tutti e tre al Ministero. (Ron nella mia testa non lavora con George al negozio di scherzi, lo fa solo ogni tanto, come dice la Rowling stessa in quell’intervista.)

 

La coppa del Mondo di Quidditch è effettivamente avvenuta nel luglio 2014, infatti c’è un raccontino della Rowling (datato 21 luglio 2014) che fa vedere il trio alla finale Brasile – Bulgaria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Eccomi qui di nuovo, chiedo perdono per l’attesa ma l’università non mi lascia un minuto di respiro -,-

Dunque! Complimenti a DoubleDisasterDi per aver risposto correttamente: il titolo “Three Wizards” viene proprio dal racconto “I tre studenti”.

Chi mi sa dire ora da quale racconto viene il titolo di questo capitolo?

 

Notate una cosa: non ho detto (né ho alcuna intenzione di dire) da quale racconto è tratta tutta la vicenda, tant’è che pure quando cito il testo originale indico con XYZ il nome della “vera” vittima: questo per evitare che i furboni vadano a leggersi in internet il racconto e sappiano già come va a finire :P Così almeno avrete un po’ di suspance su questo giallo!

[E… sì. Ho usato il nome Saxon perché pensavo a quel Saxon che viene eletto Primo Ministro inglese di Doctor Who. E sì, sua moglie si chiama Lucy. E sì, mi è banelato in testa per due nanosecondi un crossover PotterWhoLock, ma mi è sembrato troppo X°D]

 

Chi capisce da quale racconto è tratta la vicenda naturalmente ha tutta la mia stima, ma per favore, potrebbe evitare di dirlo nei commenti?

 

 

 

Spero veramente che la mia idea vi stia piacendo! Dal prossimo vedremo Sherlock veramente in azione, promesso! <3

 

 

 

Commentino? =D

 

 

Clahp

  
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