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Autore: Harue    05/11/2014    6 recensioni
"Io non sono decisamente una brava persona, chibi-chan. Non dimenticarlo mai." [OiHina][ KageHina]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           Spettatore

 

Avvertimento per chi ha visto solo l'anime: questa storia contiene spoiler, quindi chi non segue le scans del manga è avvisato!

 

Aveva sempre saputo ciò che gli altri pensavano di lui e onestamente non riusciva a sorprendersene. Oikawa Tooru era decisamente una pessima persona. Chiunque lo avesse conosciuto al di là della patina dorata che mostrava esternamente non poteva che concordare; persino i suoi compagni di squadra, che comunque lo stimavano come capitano e guida, non potevano nascondere la loro opinione:

 

“Sai, non vorrei proprio esserti amico, potresti usare le nostre debolezze contro di noi in qualunque momento”. Frasi del genere erano abbastanza ricorrenti e anche se pronunciate con leggerezza avevano un fondo neanche troppo velato di verità.

 

“Ringrazia il cielo che sei scaltro, abile e pieno di talento, perchè se avessi dovuto contare solo sulla tua personalità avresti avuto vita breve qui e in ogni altro posto” gli disse una volta il suo allenatore roteando gli occhi, dopo averlo rimproverato per l'ennesima volta a causa della testardaggine con cui portava avanti i suoi allenamenti massacranti, sordo ad ogni richiamo, almeno finchè non intervenivano i pugni del suo amico Iwa-chan a risolvere la situazione.

 

“Non ti capisco, sei sempre apatico per ogni cosa che non riguardi la pallavolo. Non conta quanto mi sforzi, anche se tu mi sorridi sempre, anche se mi riempi di baci e parole, tu non mi guardi mai davvero, la tua mente è sempre altrove. Che senso ha stare insieme così?” gli aveva detto in lacrime la sua ex ragazza prima di lasciarlo, uno dei suoi pochi tentativi di relazione falliti miseramente.

“Inoltre” gli aveva detto prima di rendergli il piccolo anello che lui le aveva preso durante il festival estivo, un modo carino per fare pace dopo l'ennesimo litigio “ non sono sicura che la pallavolo ti renda davvero felice, a volte sembra più un tormento che una passione, come se quello che vuoi ti sfuggisse sempre dalle mani. Mi chiedo se sarai mai davvero soddisfatto un giorno.”

Si asciugò gli occhi e si congedò con un piccolo inchino “Ti auguro comunque tutto il meglio, Oikawa-kun”.

Una brava ragazza. Forse anche troppo per uno come lui. Oikawa non sarebbe mai riuscito ad augurare il bene a chi gli aveva spezzato il cuore. Non credeva a tutte quelle cazzate sul “Se ami una persona vuoi che sia felice, anche se non con te”, erano solo frasi fatte per cercare una qualche consolazione dopo un'atroce delusione.

 

Negli ultimi mesi della sua vita da liceale però, i sentimenti negativi che erano rimasti latenti nella parte più profonda di lui erano tornati a galla, a causa della stessa persona che era stata la sua croce all'ultimo anno delle medie.

Kageyama Tobio era approdato alle superiori solo da qualche mese e già la sua fama si era diffusa a macchia d'olio.

Aveva subito voluto testare la sua forza, anche se aveva dovuto faticare a convincere l'allenatore a concedergli un'amichevole con una squadretta mediocre come la Karasuno.

Tobio a prima vista non sembrava cambiato molto, il resto della squadra non era così male, anche se erano ancora molto acerbi e disorganizzati.

Però c'era qualcosa di diverso. O meglio qualcuno.

A dire la verità all'inizio lo aveva notato soprattutto per le sue ricezioni davvero terrificanti, non potè fare a meno di pensare che se un impiastro del genere era titolare fin dall'inizio la Karasuno doveva essere davvero alla canna del gas.

Aveva comunque istintivamente simpatizzato per quella testa rossa, se non altro per la vivacità e la determinazione con cui spronava i suoi compagni presi crudelmente di mira dai suoi servizi. Gli aveva pure affibbiato un soprannome, “Grande Re” o qualcosa del genere, di cui inizialmente non capì il senso.

Poi accadde.

Fu come un fulmine a ciel sereno. La piccola bestiolina snudò le zanne. Occhi vitrei, concentratissimi, puntati dritti nei suoi. Durò una frazione di secondo ma fu come se il tempo si fosse dilatato all'inverosimile, avrebbe giurato di poter vedere il proprio riflesso nei suoi occhi, averebbe giurato che anche per lui fosse lo stesso. Per un attimo fu come se fossero soli sul campo, il piccoletto sospeso in aria e lui in piedi, paralizzato, prima che la palla fendesse l'aria proprio accanto al suo viso e sbattesse inevitabilmente a terra, chiudendo la partita.

Non potè contenere un sorriso meravigliato, quel nanerottolo aveva attuato un colpo micidiale nonostante la sua scarsa altezza. Ammirevole, per la prima volta dopo tanto tempo fu pieno di sincera ammirazione.

Poi girò lo sguardo a destra e sentì nuovamente in bocca il sapore della bile.

Era stato Tobio a permettere quel miracolo. Aveva trovato qualcuno capace di colpire la sua alzata sovrumana. E il piccoletto aveva trovato qualcuno che potesse mettere a frutto le sue abilità incredibili ma ancora acerbe.

Sarebbe riuscito lui a fare lo stesso? Sarebbe riuscito allo stesso modo a forgiare quello strumento perfetto? O quel fiore sarebbe irrimediabilmente appassito tra le sue mani, calpestato da forze troppo grandi per lui?

Oikawa non voleva sapere la risposta.

 

Da quel momento tutto iniziò e tutto cambiò.

Quel duo maledetto divenne la sua ossessione alla pari di Ushiwaka, se non di più.

Osservava i loro progressi rapidissimi, ne era terribilmente spaventato ma anche affascinato.

Ma soprattutto ne era visceralmente geloso.

Quel piccolo splendido corvo volava, si librava in aria a dispetto di tutti gli altri uccelli più grandi e temibili e Tobio era la mano prodigiosa che permetteva tutto ciò.

Quei due insieme erano così in sincronia, così belli e perfetti che veniva voglia di sfregiarli.

Provò un sadico piacere quando l'Aoba Jousai sconfisse la Karasuno durante la partita ufficiale degli Inter High, vederli a terra, gli sguardi affranti e le ali tarpate quietò per un poco il suo stato d'animo turbolento e velenoso. Fu un boccone squisito, ma prima che potesse gustarlo appieno era già finito. Sapeva che la sua era stata solo una vittoria di Pirro, sapeva che quegli artigli che stavolta l'avevano solo sfiorato la prossima volta l'avrebbero ghermito senza pietà, ma fece finta di nulla. Come al solito indossò il suo miglior sorriso e andò avanti, ne andava dell'equilibrio e del benessere della sua stessa squadra.

Ma non servì a molto; Ushiwaka continuò ad essere un muro insormontabile e tutte le sue frustrazioni si accumularono nuovamente.

Il duo strambo continuava ad essere in un angolino della sua mente, fastidioso come una scheggia nella pelle, il massimo che poteva fare per scalfirli era tormentarli in maniera infantile ogni qual volta se ne presentava l'occasione, sotto lo sguardo rassegnato della sua squadra che si chiedeva perchè dovessero avere come capitano un tipo con la maturità mentale di un seienne.

Ma loro avevano già spiccato il volo, erano già in alto, fuori dalla sua portata.

Tobio aveva preso quell'argilla grezza e l'aveva plasmata in un essere senziente e pensante. Oikawa ingoiò amaro quando si ricordò che in parte era merito suo: riportò alla mente quel pomeriggio in cui Tobio si era rivolto a lui dopo aver litigato con Hinata, Oikawa ovviamente non si era lasciato sfuggire la ghiotta occasione di umiliarlo ma il suo kohai aveva subito tutto senza fiatare, pensò che doveva essere davvero disperato per spingersi a chiedere aiuto al suo senpai-rivale tanto temuto, era un'ulteriore dimostrazione di quanto, sotto sotto, tenesse al nanetto più di quanto credesse; Oikawa dal canto suo non dubitò neanche per un secondo che Hinata potesse mettere in atto il suo nuovo attacco, quel piccolo demonio era incredibile e sarebbe riuscito a fare tutto ciò che voleva, anzi fu irritato dal fatto che invece Tobio dubitasse, lui che aveva il privilegio di averlo accanto tutti i giorni, lui che aveva quel legame speciale con lui.

Oikawa rise fra sé e sé, quello era proprio un atteggiamento da Re, snobbare e dilapidare l'abbondanza che aveva ricevuto.

A pensarci bene fu quello il suo primo passo falso, smettere di considerarli una coppia stramba e iniziare a prestare attenzione a loro singolarmente.

Avvenne proprio durante la seconda partita contro la Karasuno durante il torneo di primavera: Hinata iniziò fin da subito a metterli in difficoltà con la sua nuova veloce, aveva smesso di chiudere gli occhi e aveva iniziato a ragionare, a sperimentare nuove tecniche di attacco, a giocare sulle mani del muro, a fare finte e pallonetti imprevedibili, aveva smesso di giocare in funzione di Kageyama e la sua forza era triplicata. Era stato davvero micidiale e a poco servì la stabilità e flessibilità della Seijou e la variabile ignota di Cane Pazzo.

Oikawa sentì di nuovo quella sensazione familiare che aveva provato al loro primissimo incontro ogni volta che i loro sguardi si incrociavano attraverso la rete. Rivisse mentalmente quella frazione di secondo maledetta in cui i loro occhi si erano incatenati, si chiese se anche Hinata lo ricordasse con la stessa nitidezza con cui lo rammentava lui.

Ma prima di poter trovare una risposta lo sguardo di Hinata gli venne precluso, coperto dall'imponente figura di Kageyama che ancora una volta, inevitabilmente, si riappropriava di lui, della sua attenzione, del suo sguardo, del suo respiro.

La sua squadra fu sconfitta dalla Karasuno, che avanzò verso la finale contro la Shiratorizawa.

Oikawa sapeva cosa avrebbe dovuto fare, sapeva che avrebbe dovuto appendere le scarpe al chiodo e dileguarsi, accettare la sconfittà, già di per sé bruciante, ed evitare di peggiorare la sua condizione.

Ma la sua natura era masochistica, la sua mente affamata e curiosa e la sua passione per la pallavolo più grande e prepotente che mai, perciò accettò di assistere alla finale, eccitato e distrutto allo stesso tempo.

Quel giorno, in quello stadio gremito, la Karasuno dette vita ad uno spettacolo che non sarebbe più stato dimenticato anche negli anni a venire.

La squadra combattè al 120% della sua forza contro i campioni in carica: tutti i membri della squadra, nessuno escluso, dettero fondo a tutte le loro riserve per portare a casa la vittoria: il capitano e il libero, che riuscirono a salvare molti degli attacchi super potenti di Ushiwaka, l'asso barbuto e il pelatone, che attaccarono con potenza ad ogni spiraglio possibile, persino il tipo con gli occhiali si fomentò incredibilmente sorprendendo i suoi stessi compagni e riuscendo in più occasioni a murare l'asso delle Shiratorizawa, che venne messo ulteriormente in difficoltà dal battitore di emergenza lentigginoso, che lo prese di mira con i suoi servizi ad effetto segnando tre ace consecutivi, nell'incredulità generale.

La Karasuno aveva fatto bene i suoi conti, aveva capito che la Shiratorizawa era una squadra che si basava quasi interamente sul suo asso, tutta la squadra era al servizio del loro campione, che rappresentava la loro forza ma anche la loro debolezza. Pertanto avevano tenuto fede al loro nome e come dei corvi si erano avventati in massa sulla maestosa aquila, destabilizzandola e riducendola in fin di vita.

Fu proprio allora che il duo strambo si scatenò dando vita ad uno scontro al cardiopalma che incendiò gli spalti del palazzetto come mai prima d'ora.

Kageyama si muoveva da una parte all'altra del campo con attacchi che coprivano tutta la rete e Hinata, anche se allo stremo delle forze, con le lacrime agli occhi, la bava alla bocca e la maglietta impregnata di sudore, manteneva il ritmo altissimo galvanizzando gli spettatori.

In mezzo a tutto quel putiferio, che coinvolgeva anche i suoi compagni di squadra della Seijou, dimentichi della sconfitta del giorno precedente e ansiosi di vedere Ushiwaka in ginocchio, se ne stava Oikawa, stranamente silente.

I suoi occhi spiritati non si staccavano un secondo da quella testolina arancione, la seguivano costantemente, anche quando usciva dal campo, proprio come quando vide la registrazione della partita Dateko vs. Karasuno nel buio della sua camera.

Un sole. Quel ragazzino era un sole, un astro lucente che abbagliava chiunque lo scrutasse troppo a lungo, ma Oikawa era disposto a correre il rischio, pur di afferrare un frammento di quella luce.

Tanto più era ammirato, affascinato e attratto da Hinata, tanto più disprezzava e invidiava Kageyama.

Il loro legame viscerale era diventato ancora più inossidabile e si manifestava di fronte ai suoi occhi, quasi deridendo la sua impotenza. Oikawa era dominato da pensieri sgradevoli e viscidi, avrebbe dato qualunque cosa per trovare una fessura in cui insinuarsi, un'incrinatura su cui infierire, del resto era sempre stato un maestro in questo anche sul campo, “Se intendi attaccare, allora insisti finchè il tuo avversario non crolla”, il suo motto era eloquente: trovare l'anello debole di un meccanismo e battere ripetutamente su quello, infettando gradualmente tutto l'organismo della squadra avversaria.

Ma in questo caso punti deboli sembravano non esserci, i due sembravano un tuttuno, i loro occhi si cercavano continuamente, i loro corpi si attraevano, erano entrambi in trance agonistica, altrove, in un luogo distante in cui nessuno li avrebbe raggiunti; anche la loro squadra sembrava essersene accorta e agivano in muto accordo per non disturbare il loro stato psicofisico.

E Oikawa era corroso dall'invidia, perchè oltre al talento innato Tobio aveva ricevuto il dono di quel legame fortissimo e autentico. Non che anche lui non avesse un forte legame con Iwa-chan, ma era diverso; quello che aveva con il suo schiacciatore e migliore amico era una confidenza e un'intimità che si erano costruite gradualmente in anni di amicizia e vicinanza, qualcosa di bello, certo, ma anche ordinario.

Il legame tra Tobio e il suo principino dai capelli rossi invece era sbocciato in maniera assolutamente naturale e immediata, si conoscevano da pochi mesi e già si comportavano come se fossero stati uniti fin dalla nascita, era un qualcosa di innato e di necessario, come respirare. Vedendoli Oikawa non poteva fare a meno di credere alle anime gemelle, nonostante il suo generale scetticismo: una comunione totale di menti, anime ed eventualmente anche di corpi. Si chiese se i due se ne fossero già resi conto, se avessero accettato i loro reciproci sentimenti.

Questo non fermò i suoi sentimenti ostili verso Tobio: i grandi occhi di Hinata, così puri, sinceri e felici, i suoi sorrisi, la sua esultanza, le sue grida, il suo fiato, tutte queste cose le voleva per sé, su di sé. Anche se non le meritava. Anche se al momento erano irraggiungibili.

Proprio in quel momento l'ultimo pallone cadde a terra: la Karasuno aveva strappato la vittoria, i corvi avevano sbranato l'aquila, di cui rimaneva soltanto una carcassa putrescente.

Hinata cadde in ginocchio in lacrime, stavolta non per l'agonia della sconfitta ma per la gioia della vittoria; venne subito raggiunto da Kageyama, che lo strinse forte a sé, i begli occhi neri straripanti, e tuffò il viso nei suoi capelli, sussurandogli parole all'orecchio: “Shouyo, Shouyo, Shouyo”. Questo fu quello che Oikawa riuscì a leggere dal labiale prima che i due venissero letteralmente sommersi dai compagni di squadra, che saltarono loro addosso esultando.

Oikawa si alzò pensando di aver visto abbastanza.

 

 

 

Note dell'autrice: Eh sì, eh sì. OiHina e KageHina sono i miei OTP, davvero non so decidermi tra le due! Per l'OiHina penso di essere una delle poche, vista la mancanza cronica di fanfiction su questa coppia anche nel fandom americano uff, quindi ho deciso in parte di rimediare, anche se la Kagehina è sempre presente e imperante yeah! Questa storia si basa tutta sul mio headcanon pazzoide che Oikawa sia follemente attratto da Hinata e quindi odi Kageyama ancora di più!

Haikyuu mi ha completamente rapita come non mi accadeva da tempo, al punto che mi ha spinta a scrivere la mia prima fanfiction in assoluto, anche considerando quanto è desolato il fandom per adesso (ahoo gente, scrivete di piùùùù!!). Oikawa è probabilmente il mio personaggio preferito (anche se in realtà amo tutti, nessuno escluso) e da tempo volevo analizzare un po' il suo personaggio, spero di essere ruscita a non fare una ciofeca.

Comunque come avete visto alcuni episodi sono stati presi dal manga, tipo la parte dove Kageyama chiede consiglio a Oikawa, dopo aver litigato pesantemente con Hinata (ho adorato quel capitolo, era come se Tobio-chan fosse andato a chiedere consigli amorosi a Oikawa Lol), altri sono stati romanzati (tipo la parte dove Oikawa viene mollato dalla sua ragazza, che nel manga è solo accennata) altri inventati di sana pianta, visto che non sappiamo ancora se la Karasuno riuscirà a sconfiggere Seijou e Shiratorizawa, anche se io ovviamente spero di sì!

Nel prossimo capitolo mi staccherò del tutto dalla storia ufficiale e ci sarà parecchio OiHina, vi avverto! Per ora è tutto. Ciao e alla prossima.

  
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