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Autore: summers001    05/11/2014    13 recensioni
Cominciai a notarli allora di nuovo, sempre più spesso. Pensavo a come questo mondo unisca le persone, come la fame incroci le strade di esseri tanto diversi, come gli zombie tirino le nostre corde come marionette e stringano nodi tra di noi. [...] Era lampante allora ai nostri occhi. Camminavano davanti a noi durante i viaggi. Si sfioravano più del necessario, una volta una mano dietro la schiena, poi sulla spalla. Daryl aiutava Beth a non inciampare nei sassi e nei rami. Lei si lamentava che sapeva farcela anche da sola e lui le rispondeva che non era per quello che l'aiutava.
One-shot. Bethyl. POV di Rick.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho visto così tante cose da quando mi sono risvegliato una mattina in un ospedale deserto, così tante brutte, morte, città che imputridivano, sadici e cannibali, ma questa ancora mi mancava.
Era quasi una settimana che eravamo in viaggio da Terminus, stanchi, e solo quando Daryl fu tornato, il gruppo ebbe il coraggio di muoversi di nuovo per aiutare una vecchia amica, o meglio era un motivo che gli mancava. E l'espressione che il nostro amico aveva sul volto quando tornò fu un motivo più che sufficiente. Ci organizzammo, studiammo piano per piano l'edificio, c'erano poche persone che potevano opporci resistenza all'interno, ma se c'era una cosa che l'ultima esperienza ci aveva insegnato era non sottovalutare mai un'altra persona. L'animale mangia l'altro animale se ne ha la possibilità in questo mondo. Non abbassare la guardia. Non abbassare mai la guardia.
Daryl intimava a tutti noi di fare in fretta, che quegli stronzi potevano già averla toccata, che non c'era tempo, che anche Carol era lì. Carl aveva allontanato Judith che aveva cominciato ad urlare per il fracasso, attirando zombie verso la chiesa.
Andammo alla fine solo io e lui. Entrammo dal tetto, tentavo di tenere il suo passo mentre cercava in ogni stanza, una per una. Aprì le porte chiuse di uno dei tanti reparti e la vide. Beth alzò gli occhi sempre in guardia, con lo sguardo di paura che ormai avevamo tutti. Quando ci vide le cadde di mano una cartellina da dottore e la penna. Solo io fui testimone di quel che venne dopo, un momento fatto di lacrime, non so di chi, che non avrei mai voluto rubare a quello che adesso io chiamo fratello. Beth si lanciò addosso a Daryl e lui la strinse di rimando ed era felice. Sentì lei mormorare qualcosa. Sebbene mi incuriosii non ebbi il coraggio di chiedere. Provai quasi imbarazzo. Mi misi le mani in tasca e guardai altrove. Tutto quanto mi ricordava Lori, sembrava così lontana. Fui tentato a fare qualche passo indietro, ma Beth mi fermò ed abbracciò anche me, mi chiese dei miei figli ed io le promisi che avrebbe potuto tenere Judith di nuovo se le faceva piacere. Ovviamente acconsentì.
 
 
La morte di Carol fu un duro colpo per tutti noi. Era con noi dall'inizio, era con noi da sempre, addirittura era con loro da prima di me. I pensieri sulla morte mi attanagliavano sempre più spesso. Non ci credevo, non ci credevo alla soluzione di Hugene. Bob aveva torto: non era un incubo, ma la realtà.
Non potemmo seppellirla. Il cielo non si chiuse, il sole era alto, era giorno, un giorno come un altro uno come tanti. Fui sorpreso dal fatto che non ci fu neanche una nuvola sull'azzurro quella volta. Chissà perché avevo creduto che avrebbe piovuto quel giorno. Volevo qualcosa, speravo che ci fosse un segno, un indizio che fosse successo, che avevamo perso Carol, che eravamo in lutto come lo siamo stati all'inizio di tutto questo per i nostri parenti. Mi sentivo così, come perdendo un parente. Daryl scappò nei boschi quella notte quando finalmente dissi a tutti loro che eravamo al sicuro, che alcuni di noi potevano dormire. Lo sentivo tirare colpi col calcio di un fucile o con i piedi. Volli rispettare il suo dolore. Ma non Beth. Beth mi aveva chiesto se l'avevo visto passare, da che parte era andato, che sarebbe andata da lui con o senza di me. La accompagnai fin dove credevo potesse essere il nostro amico e lo trovammo. Beth abbracciò anche me sentendo anche il mio di dolore. Mi congedai io stesso allora. Credo siano rimasti allora insieme tutta la notte.
Lo aiutò molto a superarla. Due giorni dopo lo trovai al mattino molto presto con due scoiattoli, un coniglio e qualche noce stretta nel pugno. Beth era appoggiata ad un albero, le gambe coperte con un plaid celeste, lo guardò e gli sorrise.
 

Cominciai a notarli allora di nuovo, sempre più spesso. Pensavo a come questo mondo unisca le persone, come la fame incroci le strade di esseri tanto diversi, come gli zombie tirino le nostre corde come marionette e stringano nodi tra di noi. Beth lo cercava più spesso, più di quanto io ricordassi l'avesse mai fatto. Li sentivo parlare, sentivo la voce allegra di lei e quasi la invidiavo, guardavo Judith e speravo che anche la sua di voce sarebbe suonata così cristallina un giorno. Avrei fatto in modo che vivesse e vivessimo tutti abbastanza a lungo da scoprirlo.
Beth parlava molto e supponevo lo facesse apposta. Daryl invece non era mai stato tipo di molte parole, ma mi stupii invece di vederlo risponderle, avvicinarsi a lei e prendere l'iniziativa a volte. Lei gli parla. Riusciva a farlo parlare, a farsi rispondere. Non era mai successo con nessuno di noi. Era lampante allora ai nostri occhi. Camminavano davanti a noi durante i viaggi. Si sfioravano più del necessario, una volta una mano dietro la schiena, poi sulla spalla. Daryl aiutava Beth a non inciampare nei sassi e nei rami. Lei si lamentava che sapeva farcela anche da sola e lui le rispondeva che non era per quello che l'aiutava.
Persino Carl me li indicò una volta con una punta di gelosia sulle dita. Mi chiesi come facesse a sapere tutte quelle cose.
 

Prima fummo noi a prenderci cura di lei per tanto tempo, mentre cresceva da ragazzina a donna nella cella di una prigione. Poi fu lei a prendersi cura di noi: ci fasciava gli arti con estrema minuzia, teneva Judith e le insegnava a camminare e parlare, allontanava gli zombie senza svegliarci quand'era di guardia. Si rivelò preziosa per tutti noi e la degna figlia di suo padre.
Daryl pareva ferirsi più del solito in quel periodo. A volte si rivelava persino paranoico e le chiedeva antibiotici, antidolorifici, qualunque cosa per guardarla sorridergli, prendergli la pillola e mettergliela in mano. Pillole che di notte tornava a riposare nel contenitore arancione che avevamo.
Le chiedeva sempre se fosse stanca, se ce la facesse ancora a camminare. Una volta lo vidi persino preparle un barattolo dove ci aveva infilato carne essiccata e salsa tonnata. Lei lo guardò colpita ma non sorpresa ed accettò con un sorriso a cui vidi Daryl parallizare. Carl aveva proprio ragione.
Un'altra volta quando ci fermammo in una vecchia casa di campagna per la notte, mi chiese di aiutarlo a prendere un gatto che aveva visto poco prima. Quando Beth tornò nella stanza trovò l'animale infuriato nero sul suo letto e ne fu così felice da portarsi subito Judith con sé per giocare. Daryl teneva le mani nelle tasche, ma i graffi che avevamo entrambi fino ai polsi furono difficili da nascondere e quando Beth li notò sorrise soltanto.
"Il mondo fa schifo." mi disse il mio amico nervoso. Ne sorrisi.
Quella sera lei lo guardò per tutto il tempo. Lui aveva paura di alzare lo sguardo ed incrociare il suo, ma a volte lo faceva, restavano occhi fissi negli occhi e poi si distraevano.
 

Durante le ronde notturne ero solito contare tutti prima di mettermi a guardare a destra e sinistra e puntare il fucile o la pistola. Contai, quella notte in North Carolina, i sacchi a pelo distesi a terra nel negozio dove ci eravamo accampati. Eravamo in nove, me compreso. Dovevano essercene quindi sette, considerando che i miei figli dormivano insieme. Quando andai a contare ne riuscii a trovare solo sei. Mi agitai in lungo e largo, sperando si trattasse di un errore, mi allontanai e ricominciai a contare da più lontano, pensando di avere la vista annebbiata, sperando che nessuno si fosse allontanato. Camminando poi notai Beth addormentata con la schiena contro il petto di Daryl, che la avvolgeva con una mano e la stringeva. Dormivano vicini e tranquilli entrambi.
Daryl agitò il naso. Ebbi il timore di averlo svegliato: non doveva allontanarsi da lei, non se poteva. Quella era un'altra cosa che la morte di Lori mi aveva insegnato. La distanza uccide i rapporti anche quando si misura in centimetri. E prima o poi uccide anche te.
Daryl alzò solo il braccio, allontanò i capelli biondi di Beth dal suo viso e si sistemò meglio con le labbra sulla spalla di lei. Beth si strinse di più.
Il mio amico, nostro fratello, s'era innamorato. Quella dovevamo ancora vederla!
 

Fu Glenn, pochi giorni dopo che ritrovammo lui e Maggie, a vederli per la prima volta. Mi raggiunse sconvolto e mi prese in disparte per chiedermi un qualche consiglio. Mi disse che voleva parlarmi di sua moglie. Mi chiesi cosa potesse avergli fatto Maggie, se magari fosse incinta, se forse invece avesse paura. Cercai di figurarmi con allarme ogni sceneario. Mi raccontò poi che non sapeva se dirle o meno quello che aveva visto, la cosa assurda che gli era capitata, quella che all'inizio aveva pensato fosse così assurda da chiedersi se stesse ancora dormendo. Mi chiese anche di dargli un pizzico.
Mi disse di Daryl e Beth, che li aveva visti seduti sul prato baciarsi, ma non come due amici, ci tenne a sottolinearmi. Che facevano persino rumore e che erano al chiaro di luna addirittura! Disse che era successo la notte prima e che non poteva smettere di pensarci, non poteva crederci. Daryl e Beth, ma andiamo! Mi disse però che lui non aveva osato toccarla, che aveva le mani piantate nell'erba, quindi poteva cominciare così quel discorso a sua moglie. Però lei... Beth non s'era certo risparmiata!
Mi fermai solo allora a pensare che quella cosa non era ancora usuale per tutti noi, che alcuni di noi non erano abituati, che alcuni di noi non avevano assistito allo spettacolo dall'inizio. Mi feci una grossa risata, la prima da una vita, e dissi a Glenn che Beth era felice. A sua sorella sarebbe bastato.
Saltò fuori che Maggie già l'aveva capito, che li aveva visti camminare mano nella mano praticamente sempre da quando aveva ritrovato sua sorella. Non l'avevo notato e la ringraziai. D'altro canto io e lei eravamo quasi parenti a quel punto.
 

Ci trovavamo sulla cima di un colle. Avevamo occupato una casetta di legno, troppo piccola per tutti. La notte lasciavamo che Carl, Judith e pochi altri dormissero all'interno. Le mura erano troppo fragili però, così avevamo parcheggiato sul retro una delle auto che usavamo, così se ce ne fosse stata la necessità sarebbero potuti fuggire e salvarsi almeno loro.
Non avevamo cibo.
Io, Daryl e Tyresee decidemmo di addentrarci nel bosco, lasciando di guardia gli altri. Avevamo una radio che ci consentiva di comunicare a distanza tra i due gruppi. Scattammo tutti quando, carichi sulle spalle di carne, sentimmo Beth chiamarci dal campo e dicendoci di correre subito da loro. Loro. Lei. Daryl lasciò cadere tutto e corse avanti a noi, non riuscii a raggiungerlo ma ci provai, Tyresee raccolse tutto e prese poi a seguirci verso il campo. Appena arrivati ci guardammo attorno non lasciando che il fiatone ci distraesse. Lanciammo occhiate ovunque, ma trovammo solo tutti i nostri amici chiusi a riccio attorno a qualcosa, mi chiesi subito chi fosse morto. Daryl scattò e allontanò tutti violentemente. Mi precipitai dietro di lui e non riuscii a credere quello che vidi. Judith camminava, sorretta da Beth per le mani, ma ce la faceva da sola. Teneva in alto le braccia ed appena mi notò, mi guardò e mi chiamò. Continuai a guardarla venire verso di me, incespicava ma era brava. La incitai e quando arrivò la strinsi poi come premio. Carl ci raggiunse e sorrise insieme a me.
Fu una delle poche volte in cui mi sentii felice per davvero. Forse ci sentivamo tutti felici per davvero. Tutti quanti noi avevamo un sorriso diverso sul viso. Eravamo tutti orgogliosi di lei. Judith si guardava attorno, sorrideva, faceva smorfie. Poi ci indicò qualcosa.
Daryl guardava Beth e sorridevano anche loro, ma in modo diverso rispetto agli altri. Beth rise probabilmente imbarazzata, spostò i capelli dal viso ed il sole le colpì la fronte. La luce degli occhi di Daryl cominciò a splendere sotto il suo sguardo, ipnotica, magnetica, bella come non mai, coi capelli in disordine, la maglietta sporca di terriccio e sangue, sul collo e sul mento a stampo le dita di Judith. Daryl divenne serio e mi allontanai coprendo gli occhi di Judith. Ci sarebbe stato tempo. Ci sarebbe stato tempo per tutto!
Quella stessa sera scomparvero entrambi, Daryl e Beth. Desiderai che avessero più privacy, che tutti ce l'avessimo, desiderai non doverlo fare, ma fui costretto ad aprire quella porta e controllare che fossero entrambi dentro. Vidi solo le lenzuola gonfie al buio e li sentii entrambi respirare pesante. Richiusi la porta, cercai di accostarla e poi tirarmela dolcemente.
Carl mi chiese cosa stesse succedendo. Me lo portai via promettendogli di raccontargli tutto un giorno.
 

A Washington conoscemmo nuove persone. Accogliemmo solo alcuni. Gli altri... Alcune volte mi trovai a chiedermi cosa certi uomini, peggio degli uomini, potessero essere stati nella vita passata. Se magari non mi fossero passati accanto molte volte per le strade, nei locali.
Più ne eravamo, più probabilità avevamo di sopravvivere. Eravamo stanchi, provati, affamati. Sapevo che da qualche parte però avremmo trovato un posto da chiamare casa. La vicinanza con la città se non altro ci diede più occasioni di recuperare vecchio cibo in scatola. Stavamo correndo più veloce della morte.
Oramai a quell'epoca li guardavo spesso. Ero invidioso e felice allo stesso tempo. Mi distraevano, mi facevano tornare umano, mi facevano ripensare a Lori, a quando la conobbi tramite mio fratello e la portai al ballo, a quando le chiesi di sposarmi. Chissà se Judith avrebbe mai conosciuto qualcuno in futuro. Chissà se c'erano ancora bambini della sua età, chissà se era nato qualcuno.
A cena sedevano vicini attorno al fuoco. Una sera lei nascose le mani dietro la schiena e si avvicinò. Chiese a Daryl di pagare un pegno, che gli avrebbe fatto una sorpresa se le avesse dato un bacio. Lui non era ancora abituato alla naturalezza di lei, a come Beth faceva sembrare cose che lui non aveva mai avuto così normali. Gli porse la guancia e lui fece per darle un piccolo bacio, ma lei si girò di scatto afferrandogli le labbra e poi rise. Daryl arrossì, potevo capirlo oltre il fumo della brace. La cosa mi fece sorridere. Beth alla fine cacciò da dietro la schiena un cucchiaino, lucido e splendente e glielo porse. Daryl sorrise, alla faccia della bella sorpresa!
Forse l'apocalisse a qualcuno aveva giovato dopo tutto.
"Hey Rick!" mi richiamò Glenn riportandomi alla realtà e tornai a mangiare
 

Credi di aver visto cose brutte abbastanza, credi ormai di esserti abituato, che la morte si sia presa così tante persone che ormai l'inferno ne sia saturo, ma non è così. Ci illudiamo sempre che chi sia con noi ci resti per sempre. Ci basta pensare che chi amiamo dorma tranquillo nel proprio letto, per quanto improvvisato, e subito una sensazione di pace ci prende. E non vediamo quel proiettile, quel graffio, quei denti. Ci era successo mille volte, ma non abbiamo imparato. Prima o poi abbassiamo sempre la guardia. Questo rende noi diversi da loro. Sono destinati a vincere e lo sappiamo bene, ma non ci arrendiamo mai e ci sorprendiamo sempre.
Piansi per mio fratello, piansi per Judith, per Maggie, per Carl. Per tutti quelli a cui Beth era stata così vicina. Piansi per loro, perché avevano ancora da vivere ore, giorni, forse anni di paura, ma con loro c'era una persona in meno a sostenerli. Non piansi per Beth, né per chiunque ci avesse lasciato fino ad allora: loro erano liberi.
Io e Michonne scavammo una fossa. Sentivamo di doverlo fare per tutti loro. Organizzammo una croce con due assi di legno e una corda sottile. Ricoprimmo col terriccio e ce ne andammo per lasciare spazio agli altri. Restammo a parlare tutto il giorno della vita e della morte. Mi raccontò di quando Beth le aveva detto che prima o poi le cose sarebbero girate dal verso giusto, che avremmo potuto aspirare ad una vita migliore, che per quanto non sembrava valeva ancora la pena di viverci in quel mondo. Non credevo che una ragazza così giovane, una persona qualunque anzi, potesse ancora parlare così.
A notte fonda noi due eravamo ancora svegli. La lasciai per farla dormire. Controllai a destra e a manca, controllai che Glenn fosse con Maggie, che Judith dormisse accoccolata a Carl, che Daryl fosse da qualche parte. Non lo trovai e seppi subito dove cercare.
Era inginocchiato sul terreno e guardava il legno davanti a lui. Raccolsi un fiore e lo poggiai davanti a lui. Daryl non alzò neanche la testa e continuò a guardare.
Gli misi una mano sulla spalla, mi sembrava il minimo che potessi fare. Lui non mi considerò. Decisi di andarmene allora, quasi imbarazzato. Mi ricordai di un'altra volta in cui mi sentii di troppo allora. Mi saltò alla memoria il giorno in cui la trovammo e venne di nuovo con noi.
"Cosa ti disse quel giorno?" lo chiesi allora perché non avrei mai più avuto il coraggio di parlare di lei con lui.
Daryl ci pensò. Credetti che non avrebbe risposto, ma poi lo sentii bisbigliare."Avevo ragione."
"Daryl..." cominciai non sapendo esattamente come continuare, pensai che fosse pazzo, daltronde chi poteva biasimarlo. Avrei perso la testa anch'io se non fosse stato per i miei figli. Credetti di doverlo consolare ma non sapevo come. Aveva ragione, il mondo fa schifo. Soprattutto quando te ne dimentichi.
"Mi ha detto così."
Non seppi mai su cosa Beth avesse ragione quel giorno.
Guardai di nuovo la croce. Non avevamo niente per marcarla. Mi venne in mente che avevo visto una collana appesa al suo collo fino qualche giorno prima. Poi Daryl fece una cosa che non mi aspettai. Si alzò ed estrasse una freccia dalla sua faretra impiantandola nel terreno. La fissai qualche secondo e mi parve giusto così.
Toccai il terriccio di quella tomba un'ultima volta. Mi rialzai e me ne tornai al campo, dove Tyresee mi aspettava per un altro cambio di guardia. 

 



Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Come avrete notato nel fandom sono una new entry, non tanto come shipper ma quanto scrittrice. Mi dispiace presentarmi con questa ç_ç è tutto quello che per ora la musa mi ha suggerito, spero che in futuro sarà più clemente coi nostri personaggi.
Ci ho filosofeggiato un po' su, ammetto. Mi sono chiesta "ma cosa può succedere nel mondo di The Walking Dead?" . Assolutamente ci tengo a precisare che la storia è fine a sé stessa. Non voglio, né spero, né credo che il telefilm andrà così. Non per ora almeno! L'idea del "prima o poi" è quello che volevo mettere però nella ff. 
Dunque, fatemi sapere se vi piace, se è meglio che cancelli l'account, se posso scrivere ancora o altro! Quindi, recensioni?
Keep calm and Bethyl on! ;)
  
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