Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: KittyPryde    26/01/2005    12 recensioni
Nell’epoca Sengoku le orme che lascio dietro di me sono soltanto mie, perché so che qualcuno può riconoscerne l’odore
[Kagome Higurashi]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
note:
mi avvicino al manga con un po’ di timidezza e con poca esperienza… è la prima fic che scrivo sull’argomento e forse non mi convince del tutto… ma c’erano alcune frasi che mi sono piaciute, così ho deciso di pubblicarla ugualmente

***

Ho pensato frasi sottili come seta e mi siedo sulle assi nude del pavimento, per scriverle alla luce fumosa di una candela spenta.

Per quante volte il suo abbraccio abbia incontrato il mio, per quanto possa conoscere il suo corpo, il pensiero è sempre nuovo, la pelle fresca, l’impronta intensa delle sue mani, il tocco possessivamente presente, in uno sguardo che si spande, circonda e protegge.
Se avessi parole per ogni pensiero potrei raccontare di un amore sconfinato, scelto nei dettagli, rumoroso ed ingombrante, ma proprio per questo sempre, immancabilmente presente.

Qui tutto segue un ritmo nostalgico; le ombre sembrano muoversi più lentamente, allungate sul calare della sera mi inseguono stanche fino al tramonto, e soltanto a volte sembrano camminare di pari passo con i miei gesti; i chiacchiericci confusionari e dialettali dei paesani nelle prime ore del mattino si perdono in un silenzio a me per lungo tempo sconosciuto e al quale ho faticato ad abituarmi; L’acqua ha un sapore denso, odoroso di polvere e pioggia, il gusto intatto di qualcosa di naturale e il cielo sembra, inspiegabilmente, più limpido.
Ho imparato ad amare questi luoghi, a pensarli come un posto in cui tornare volentieri; ho imparato a non sorprendermi aspettandomi ogni volta qualcosa di più straordinario da questa terra fantasiosa che molti definirebbero bizzarra, ma che io amo ricordare come una casa

La metropolitana di Tokyo si agita frettolosamente scivolando su binari coperti di ghiaccio; illuminata dalla luce giallastra e innaturale dei neon in cima ai grattacieli questa città sembra un gigante albero di Natale dai colori shockanti
Tokyo, sepolta dalla neve, non ha odori…
Le orme profonde che lascio sui marciapiedi imbiancati sono le stesse di altre mille persone, il ghiaccio bianco sotto la suola mi bagna le scarpe e mi fa storcere il naso per il freddo;


Nell’epoca Sengoku, dove le strade non sono asfaltate ma battute dai sandali di contadini e uomini di paese, le orme che lascio dietro di me sono soltanto mie, perché so che qualcuno può riconoscerne l’odore.
Dietro i paraventi le candele illuminano leggende inimmaginabili, soffuse nelle ore calde della notte più alta; Inuyasha è quello che ascolta di nascosto, con lo sguardo rivolto altrove fingendo disinteresse. Mentre le foglie di tè affondano pigramente nella tazza sento la sua presenza impertinente osservare più lontano dell’orizzonte umanamente distinguibile, andando al di là di quanto a me consentito, con i sensi, con l’intuito.
La tranquillità ha un odore, Inuyasha?

Io sento la suggestione di una pace che comincia con il tramonto e si dissolve al sorgere del sole, il senso di protezione verso il respiro caldo di Sango mentre dorme, l’accanimento della battaglia che si spegne in un sospiro di sollievo e inabissa ogni paura nel sonno…
Qui anche le notti sono più buie, senza risplendere dei colori abbaglianti che pendono sul cielo di Tokyo come luminose condanne… qui si vedono ancora le stelle.

Camminando nell’orizzonte isolato mi ritrovo ad annusare l’aria superficialmente; sa di crema al cioccolato e lampadine bruciate, cascate di neve artificiale che scrivono auguri in inglese sulle vetrine dei negozi, deodoranti maschili e fragranze fiorite, latte fresco, tè al gelsomino…
Nonostante tutto… anche qui riconoscerebbe il mio odore


Assaporo nei ricordi il gusto antico e artigianale dell’epoca Sengoku, dove l’avanzare malinconico della notte sul giorno si legge nei nostri passi, che diventano più stanchi ad ogni stella che si accende.

Dietro i paraventi si muovono ombre sinuose, vite stretta da obi di seta e capelli grondanti di pettini e perline; le musiche sono fatte di note isolate, le musiche sono fatte di parole…
Pergamene profumate d’olio, carta di riso e pareti da rompere con un soffio, fumo d’incensi e aroma vellutato di cera… ancora nell’aria.

Nella mia camera disordinata una tazza di caffè speziato studia assieme a me teoremi di matematica e guerre di cui si sono perse le origini; mordicchio l’estremità della matita per impormi concentrazione… ma il fumo delle candele è come una droga; scova i ricordi, li libera senza permesso e divento preda delle distrazioni.
La notte cala come il sipario di un teatro, e il buio artificiale di Tokyo si annienta nei miei occhi accecati dal fumo allucinogeno delle candele.
Così, pervasa dal pensiero abbagliante di tutte le stelle che avrei potuto contare, dalle immagini ridondanti di fuochi allegri nella notte, oli odorosi e nebbia di incensi nell’aria


E desidero, ancora una volta, tornare.
   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: KittyPryde